Le avventure di
Capitan Net: una guida per grandi e piccoli navigatori
Un manuale. Un codice. Un allegro opuscolo
dove trovare informazioni e suggerimenti per navigare sicuri in Internet.
Fortemente voluta dall'Assessorato alle
Politiche dell'infanzia dopo la scoperta di pedofili telematici, la guida
è il risultato del lavoro di neuropsichiatri infantili, di rappresentanti
di enti istituzionali, delle Forze dell'Ordine e dell'Ecpat
riuniti
nella Commissione Tecnologia e Bambini istituita su impulso di Pamela Pantano,
Assessore alle politiche per la città delle bambine e dei bambini.
Il volumetto - redatto in collaborazione
con Telecom - si rivolge sia agli adulti sia ai bambini.
Contiene informazioni su cosa è Internet e sulle sue potenzialità,
e fornisce indicazioni e suggerimenti su come proteggere i minori. A questi,
con un linguaggio appropriato, dà una serie di raccomandazioni per
non cadere nelle trappole della Rete (non dare mai la password a nessuno;
non prendere appuntamenti; segnalare ai genitori chi scrive messaggi molesti
o fastidiosi ecc.).
Le avventure di Capitan Net - distribuito
nelle ultime due classi delle scuole elementari romane - rappresenta un
primo, concreto contributo a favore sia dei più piccoli fruitori
di Internet sia della Rete come strumento di comunicazione che, purtroppo,
ha rischiato e rischia, nel nostro Paese, di avere gli onori della cronaca
solo in occasione di fatti criminali.
Internet non si ferma. Lo sanno bene i
genitori che chinano il capo di fronte alle competenze telematiche dei
loro pargoli. E lo sanno bene soprattutto gli insegnanti. "La conoscenza
ancora parziale di Internet - ha detto Pamela Pantano - ed i rari ma pur
esistenti rischi ad un uso non propriamente corretto ne hanno spinto a
creare una guida per i non addetti ai lavori, destinata ai bambini ed agli
adulti che, come me, si sbalordiscono di fronte alle capacità die
loro figli di navigare in rete. Questa inizativa - ha aggiunto - non pretende
di risolvere il problema nella sua totalità, ma di stimolare i genitori,
gli insegnanti ed i bambini a parlare anche di questi problemi".
E sul ruolo della scuola, il Provveditore
agli Studi di Roma, Paolo Norcia, non ha dubbi:"La scuola deve dire alle
famiglie come usare Internet. L'uso ed il pericolo di questo nuovo mezzo
di comunicazione non è un problema delle forze dell'ordine, ma una
questione preventiva che parte dalle scuole e dalle famiglie, istituzioni
che devono contribuire allo sviluppo dei bambini".
Alla scuola, quindi, il compito di fare
prevenzione. Ed alle Forze dell'Ordine quello di indagare e scoprire le
"maglie sporche" della Rete. I siti sospetti possono essere segnalati
al sito Internet dei Carabinieri,
oppure alle associazioni che si occupano dei minori.
Giacomino n.7 del 15 marzo 1999
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