DITECELO!
di Benedetta de Vito
Come tutti i giornali
che si rispettino anche Giacomino ha la sua storia. Tutto comincia in una
bella mattina di aprile, a Villa Torlonia, con un bambino vero, Giacomo,
portato a spasso dalla sua mamma vera, Sara. Sono lì, dunque, come
ogni mattina, nell'allegra mischia quotidiana di passeggini, tricicli,
bimbi, mamme e tate. Come capita ogni giorno nei parchi romani frequentati
dai più piccini, si intrecciano le solite domande che almeno una
volta (ma spesso molto di più) hanno fatto tutte le mamme del mondo.
Comprese quelle di Villa Torlonia. "Tu che cosa dai da mangiare a Filippo?"
"Quanto dorme al pomeriggio Valeria?" "Hai deciso dove portare Marco all'asilo?".
E altre consimili golosità. Sara (che da ragazza faceva la giornalista...)
è tutt'orecchie e tutta lingua. Chiede, ascolta, registra. E pensa
che ti ripensa finisce per inventarsi il fratellino virtuale di suo figlio:
Giacomino nasce su Internet ed è un piccolo successo con le sue
mille visite giornaliere. Pochi mesi dopo, Giacomino si fa tabloid: una
scommessa vinta . Intanto Sara arruola mamme pronte a raccontare i loro
segreti, gli indirizzi, le dritte: insomma noi, le mamme adottive di Giacomino.
Così Valeria ha parlato del parco dove porta la sua bambina, Claudia
ha raccontato di come guarisce il suo bambino con il Reiki, Gemma
ci ha portato a Piazza Vittorio, Valentina ci ha fatto scoprire il mondo
della scherma e quello delle banche del tempo. Tutte abbiamo fatto del
nostro meglio, ben sapendo quanto è dura fare la mamma e quanto,
ancora di più, lo è a Roma. Adesso, però, tocca anche
a voi. Ognuna di voi, ne sono sicura, sa qualcosina - una dritta, una chicca,
un nonsoché - che potrebbe arricchire Giacomino e, cosa ancora più
importante, facilitare la vita ad altre mamme. Insomma scriveteci, faxateci,
emailateci (o come caspita si dice!). Sia chiaro che non ci aspettiamo
"articoli", ma segnalazioni, due-parole-due, un messaggino corto così.
E allora, DITECELO, cioè raccontateci quello che vedete, riferiteci
tutto ciò che vi sconforta o vi mette allegria, ciò che vi
indigna o che, viceversa, vi piace. Ci sono troppe popò di cani?
Troppe cicche, troppe altalene sgangherate? Oppure, ci sono i ponies (evviva!)
o un chioschetto per un caffè (doppio evviva!) oppure gatti, colombi,
piccioni. Che è poi quanto hanno fatto Valeria o Ester e quello
che, modestamente, faccio anche io. Insomma, gentili signore, DITECELO.
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