QUANTO DEVE
DURARE L’ALLATTAMENTO AL SENO?
La risposta è semplice, dicono gli
esperti: quanto più a lungo possibile. Il problema – aggiungono
– è piuttosto quando iniziare lo svezzamento. Attualmente, la pediatria
suggerisce di introdurre cibi nuovi verso il quinto/sesto mese in rapporto
alla presenza o meno di allergie ed alla crescita del bambino.
La “Dichiarazione degli innocenti” redatta
nel 1990 dall’Oms e dall’Unicef sostiene che per raggiungere l’obiettivo
globale di una migliore salute e di una più corretta alimentazione
della madre e del bambino, tutte le donne dovrebbero essere messe nella
condizione di praticare l’allattamento al seno, e tutti i neonati dovrebbero
essere nutriti soltanto con il latte materno dalla nascita fino ai 4/6
mesi di vita. I lattanti, poi, dovrebbero continuare ad essere allattati
al seno fin oltre i due anni di età, ricevendo allo stesso tempo
alimenti complementari adeguati.
Ma perché tanto insistere
sui benefici dell’allattamento naturale? A molte donne, oggi, sembra scontato
che il latte materno rechi più benefici rispetto a quello artificiale.
Eppure, soltanto trenta anni fa, ci fu una vera e propria campagna contro
l’allattamento al seno. Durante un congresso – racconta il dottor Luciano
Proietti del Gruppo Medico-Scientifico dell’Unicef – i fautori dell’allattamento
al seno vennero tacciati pubblicamente di essere superati, amoderni e poco
scientifici. Così, in Italia, erano pochissime le donne che allattavano
al seno (in alcune regioni non superavano il 10 per cento). Oggi – aggiunge
il dottor Proietti - dopo aver constatato i problemi creati dall’allattamento
artificiale, è difficile trovare un docente di pediatria che non
riconosca i vantaggi del latte materno.
Giacomino n.1 del 15 settembre 1998
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