Villa
Torlonia
di Sabina de Vito Sulla via Nomentana c'è
una villa recintata da alti muri bianchi dove i bambini del quartiere Trieste
vanno a giocare. E' l'antica dimora dei principi Torlonia. Fu costruita
nella prima metà dell'Ottocento, quando la famiglia era tra le più
importanti a Roma. All'inizio di questo secolo il proprietario, Giovanni
Torlonia, un uomo molto colto, appassionato di botanica, decise di cambiare
l'aspetto di quella villa ormai fuori moda e di andare ad abitare nella
Casina Svizzera, che era stata costruita da Giuseppe Jappelli in un angolo
nascosto del parco. Furono necessari ingenti lavori di ristrutturazione.
Una delle prime opere realizzate fu una vetrata raffigurante delle "Civette
di notte" (opera perduta), disegnata dal celebre artista Duilio Cambellotti,
dalla quale la Casina Svizzera prese il nuovo nome di Casina delle civette.
La parte architettonica fu affidata all'architetto Vincenzo Fasolo, che,
fra il 1916 ed il 1919, costruì una casa in mattoni cotti con i
tetti aguzzi, come quelli delle baite alpine, e facciate movimentate da
balconi e torrette. All'interno furono realizzati una serie di piccoli
ambienti comunicanti tra loro, disposti su due piani collegati da scale.
L'aspetto più interessante di questa costruzione è la parte
decorativa, particolarmente ricca ed elaborata sia dal punto dei vista
dei materiali impiegati che da quello dei temi prescelti. Spiccano in modo
particolare le vetrate in stile "liberty" disegnate da Cambellotti, Paolo
Paschetto e altri artisti e realizzate da Cesare Picchiarini, detto mastro
Picchio. Vi sono raffigurati numerosi animali, uccelli specialmente, come
rondini, tordi, allodole, cigni, anatre, civette, naturalmente, ma anche
piante, rose, canne, piante palustri e altre. Poco dopo la morte del principe,
la Casina cadde in rovina, ma nel 1997 il Comune l'ha fatta restaurare
e trasformare in museo. Se ci andate, provate a trovare il capitello del
balcone delle rose con gli occhi di civetta stilizzati o il serpente in
peperino alla base della torre neomedievale.
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