La scuola italiana:
tra il computer e il pallottoliere
Nuovo contratto. Aumenti nella busta paga degli insegnanti. Incentivi
ai più bravi e più soldi ai commissari. E infine Riforma.
Mentre il nuovo esame
di maturità viene simulato, stampato, filmato, masterizzato,
gli edifici scolastici cadono a pezzi. Da Bolzano, passando per Roma, la
palma delle strutture più fatiscenti va a Reggio Calabria. Lo sostiene
la Uil scuola che è andata a verificare lo stato degli impianti
igienico-sanitari, idrici, fognari, elettrici, di riscaldamento, dei tetti,
dei pavimenti, degli infissi, delle scale e degli intonaci delle nostre
scuole.
E li dove i computer sono sopravvissuti ai ladri o alla pioggia, ora
si pensa al software.
Il Ministero della Pubblica Istruzione - ha dichiarato a Repubblica.it
Mario
Fierli, coordinatore nazionale del Programma Sviluppo Tecnologie Didattiche
- ha firmato una serie di convenzione con le aziende produttrici di programmi
software per la realizzazione di prodotti che agevolino il lavoro degli
insegnanti. Un concorso per il miglior lavoro didattico, una "Internet
Fiesta", ed un gioco sul sito del
Ministero della Pubblica Istruzione dovrebbero stimolare gli studenti
italiani a dare di più di quanto fatto per il Netdays.
Intanto, l'Associazione imprenditoriale delle aziende di informatica
e telecomunicazioni (Assinform) registra un boom delle vendite di mini
e personal computer:1.950.000 pezzi venduti nel '98, il 22,3 % in più
rispetto all'anno precedente.
E mentre ci prepariamo a "godere" della nuova autonomia della scuola
che la vuole più libera ed economicamente responsabile, dobbiamo
fare i conti con le faccende di tutti i giorni. Aspettando i nuovi "Asili
di condominio", i "Centri per bambini e genitori", gli "Spazi di accoglienza
giornaliera" e tutta la nuova filosofia che dovrà trasformare gli
asili nido da "servizio socio assistenziale utile ad aiutare la crescita
dle bambino con una madre che lavora" a "rete di servizi" pensati per il
bambino e per il suo diritto di crescita e di socializzazione", qualcuno
non riesce a iscrivere il bambino nella scuola sotto casa.
E' quello che sta succedendo alla "Mazzini" di Roma che - già
dallo scorso anno - riesce a soddisfare soltanto la metà delle richieste
di iscrizione per la scuola materna.
I genitori esclusi sono infuriati, non solo perchè non hanno
più l'alternativa delle strutture private (le scuole cattoliche
- dicono - hanno chiuso per trasformarsi in dormitori in funzione del Giubileo)
ma anche perchè non trovano giusto ed equo le "precedenze" stabilite
dalle graduatorie.
Non è giusto - dicono i genitori - che un bambino che
proviene da un nido comunale abbia la precedenza su un altro, oppure che
sia favorito chi ha entrambi i genitori che lavorano: la casalinga ancora
una volta viene penalizzata, e con lei anche la prole. |