Briscola e Rubamazzo lasciano il posto ai giochi di ruolo Si chiamano giochi di
ruolo. In America, milioni di persone dai cinque ai novant'anni, ci giocano
da decenni. E oggi hanno stregato anche l'Italia. Ma i classici giochi
di carte o di società, hanno forse avuto una battuta d'arresto?
Anche se i vari "risiko"e "monopoli" resistono bene alla concorrenza,
i giochi di ruolo hanno il primato nella “hit parade” delle preferenze,
e “stregano” adulti e piccini, disposti a spendere anche bei soldini per
comprare carte con “incantesimi” o dadi colorati a venti facce.
Ma cosa sono i giochi di ruolo e come funzionano? Regole universali non ce ne sono, l’unica costante è l’immaginazione. I giocatori devono diventare attori, immedesimarsi in un personaggio e fargli acquisire esperienza. La recita non prevede però, palcoscenico, costumi e sceneggiature. A disposizione dei giocatori c’è, in genere, soltanto una mappa, due dadi e la fantasia del master. Le partite possono durare all'infinito e nessuno perde. A "Dungeons &
Dragons", per esempio, vince chi si diverte di più. L’ho provato,
con alcuni amici, per qualche domenica. Ed è stata una piacevolissima
esperienza. In questi, come in altri giochi di ruolo, c’è un master
che coordina, guida, fa un po’ il regista della situazione.
Immaginate di essere una sacerdotessa, un mago, un guerriero o un elfo. Immaginate di vivere in un altro secolo, nel medioevo, per esempio. Immaginate di trovarvi in un castello con sotterranei pieni di monete e gemme. Siete pronti ad affrontare draghi e mostri? Allora l’avventura, per voi, è già iniziata. Buon divertimento!
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