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Col piffero che voleva andare via da Totsworld, Leonardo, il mio bambino
di due anni e mezzo! Sarà che il primo giorno in asilo nido i giocattoli
sono una novità, le signorine sono un simaptico diversivo e in fondo
anche la compagnia non è poi così male. Eppoi l'asilino Totsworld,
della scozzese Patricia Hunter, è piccolo piccolo, coloratissimo
e con delle scalette a scendere che fanno una gola, ma una gola... E dire
che ci sono arrivata per caso in questo angolino inglese di piccolo mondo
infantile, arrampicato sul Viale Marco Polo, vicino alla Piramide
Cestia. Ad accogliermi, Claire, inglese, un metro e cinquanta di simpatia
e poi tutto un brulichio di fantolini, un po' italiani un po' inglesi un
po' chissà. E tutti a dire apple e mela insieme. Insomma a due anni
appena già bilingui. "Ti sembra che non sappiano una parola di inglese
e poi, d'improvviso, ti sorprendono", sorride Claire. L'asilo, per ovvie
ragioni, accoglie pochi bambini (dai dieci mesi ai tre anni e mezzo). Con
la bella stagione, li tiene all'aperto, nell'allegro cortiletto, con piscina
gonfiabile da giugno. Se piove o tira vento, si sta dentro, "in the soft
playground". Questo dalle otto di mattina alle tre di pomeriggio. Naturalmente
l'elasticità è più che consentita. Il pranzo? Ecco
un menu standard: pasta con broccoli, bastoncini di pesce e pane. Le attività
sono molteplici come si conviene a qualsivoglia asilo nido. Le assistenti
(una ragazza italiana e una del nord europa che - parola di Claire - parla
l'inglese meglio di lei) sono simpatiche, sorridenti, ma al momento
giusto sanno mantenere una certa disciplina, che non guasta mai. I costi?
Dipende da quanti giorni intendete lasciare il bimbo. Per cinque giorni
a settimana si pagano 650 mila lire. Per ogni giorno in meno, occorre sottrarre
cinquantamila lire. Vanno però calcolate le trecentomila lire d'iscrizione.
Il problema vero è trovare un posto. Leonardo potrei mandarlo solo
a partire da giugno. Forse da maggio.
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