La casa che se ne andò
Febbraio
La casa che se ne andò
di Carolina Antonucci, l0 anni
Durante la prima settimana di febbraio, quando andai a scuola, il mio gatto e la mia casa fecero le valigie e uscirono dal portone. Mio padre quando tornò dal lavoro non trovò più nessuno e sbalordito tornò in strada a cercare aiuto. Intanto il gatto e la casa si erano mascherati per passare inosservati alla festa da batto di carnevale. Il gatto naturalmente si era mascherato da “gatto con gli stivali”, con un cappello con una bellissima piuma celeste, un mantello celeste e una cintura marrone con una fibbia d’oro massiccio. La casa era invece mascherata da stivali sui quali poggiavano le zampette del gatto. Si stavano divertendo: il gatto ballava con un altro micione rosso con degli stivali rossi, un mantello rosso e un cappello rosso. La casa ballava con gli stivali dell’altro gatto che erano, come lei, una casa che in questo giorno faceva festa. Essi spizzicavano qualche cosa negli intervalli tra un ballo e l’altro. Naturalmente il gatto mangiava cose diverse da quelle che mangiava la casa cioè: calcinacci e stucco. Nella tarda serata tornarono ubriachi, chi di latte, chi di vernice. Poi si rimisero ognuno nei suoi rispettivi posti: la gatta si sedette nella poltrona della casa. Nessuno credette a mio padre. Il giorno dopo andai io a scuola mascherata. Che storia! Reggerà al confronto La casa che se ne andò di Pat Hutchins, edizioni Mondadori?