comunicare attraverso l’arte
COMUNICARE ATTRAVERSO L’ARTE
di Manuela Scopone
Chi è Dino Ruggiero e perché sceglie di essere attore “in teatro” e “in strada”?
“Inannzitutto sono un attore di prosa. Recito in teatro perché è la mia professione, in strada per sfida. Non è facile mettersi al centro di una piazza e catturare l’attenzione dei passanti.
Ma, oltre la sfida, c’è dell’altro. Un elemento che caratterizza la mia maniera di fare spettacolo è quello di infondere fiducia in se stessi e negli altri. Quando, per esempio, durante i miei spettacoli con i più piccoli, chiamo un bambino a fare da “assistente” e annuncio che farà il salto mortale all’indietro o in avanti oppure che camminerà sulle mani, infondo in lui fiducia. Non importa che c’è un adulto ad aiutarlo. L’importante, per lui, in quel momento, è essere riuscito a fare ciò che io ho anticipato.
Per i grandi poi, costretti a fare i conti con un era virtuale quale è la nostra, tornare alla comunicazione fra persona e persona è, secondo me, indispensabile ed io cerco di lavorare in questa direzione”.
Cosa succede nei giardini di Roma?
“Succede che un clown, con il suo spettacolo, attira l’attenzione. E le famigliole - e in particolare i bambini - sono invogliati a frequentare quel luogo. Questo non accade solo nei giardini, ma anche nelle piazze, come ad esempio a piazza Navona, oppure, nel periodo estivo, ai Fori dove ho scoperto un anfiteatro naturale. Sulla via Nomentana, in piazza Sempione, i giardini sono stati rinnovati ed inaugurati da poco, eppure la popolazione non li frequenta molto, essendo territorio di tipi “poco rassicuranti”.
Quando è possibile vedere un tuo spettacolo nel “verde”?
“In IV Circoscrizione, ad esempio, nel periodo invernale, sono nei giardini di piazza Sempione il sabato pomeriggio alle 15, e in quelli di Conca d’oro il martedì intorno alle 16,30 quando i bambini escono da scuola”.
E tutto questo perché?
“Per invitare la gente a riappropriarsi della città. A vivere i luoghi, le strade, le piazze. A riscoprire Roma, come nella mitica estate romana di Nicolini.
Miri, dunque, ad “un’operazione culturale”?
“Si, perché non basta “informare” la gente parlando di un luogo o di un monumento. E’ necessario far vivere i parchi, le strade, le piazze. Ed io li faccio vivere”
Tra qualche giorno presenterai uno spettacolo con una dimostrazione di archeologia sperimentale. Di cosa si tratta e dove lo presenterai?
“A Fidene, dove la Soprintendenza ai Beni Culturali ha ricostruito una capanna protostorica della prima età del ferro, accanto al luogo di ritrovamento di alcuni reperti. Un’operazione del genere, in Italia, è rarissima. In questo luogo doveva nascere un centro commerciale, invece, per fortuna, è stato realizzato un giardino e al suo interno c’è questa capanna. L’ho scoperta questa estate, per caso, durante la rappresentazione di alcuni spettacoli, e me ne sono innamorato. C’era erbaccia dappertutto, e neanche un cartello che indicasse cosa fosse questa capanna di fango e paglia. Allora mi sono attivato affinché fosse meglio conosciuta. E ho creato l’evento: una conferenza-spettacolo su Fidene. Ed ho iniziato a proporre visite guidate.
Essendo un attore, durante le visite guidate oltre alle informazioni che riguardano il posto, faccio rivivere la capanna così come poteva essere a quei tempi. Indosso un costume di pelle non lavorata e lana grezza. Accendo il fuoco con selce e pietra focaia. Faccio vedere come lavoravano la pietra per farne degli utensili, e così via”.
E i bambini in visita come reagiscono?
“Lo spettacolo piace molto, perché i bambini sono completamente immersi nell’atmosfera storica. Come un vero padrone di casa, apro la porta e li accolgo dall’interno della capanna.
Sto cercando anche una scuola che voglia adottare questo posto, così come è già accaduto per altri monumenti.
Cosa significa comunicare attraverso il mimo.
“Il mimo è l’arte del silenzio. Per me è diventata un’esigenza in un periodo di molto “bla-bla-bla”. E’ un rifugiarsi”.
Vuol dire andare controcorrente?
“Perché no. Ogni tipo di arte è sintesi. Quella del silenzio è una sintesi estrema. Se la parola dà adito ad equivoco, poiché ognuno interpreta e dà sfumature diverse secondo il proprio vissuto, un gesto è inequivocabile. E’ più scevro da interpretazioni, è più pulito. Mimo - è stato anche detto - è mente di scrittore in corpo di atleta. E questo mi piace, mi interessa e mi intriga”.
DA NON PERDERE
Il prossimo 15 febbraio alle ore 10 presso la Capanna Protostorica di Fidene (via Quarrata) avrà luogo uno spettacolo in costume con dimostrazione di archeologia sperimentale. Sarà possibile assistere all’accensione del fuoco, alla lavorazione della pietra come si faceva nell’era protostorica, nonché all’uso di armi e oggetti dell’epoca. Metro superficie: fermata Fidene. Bus: 90, 235. (Per informazioni tel. 06 8181853).