Francesca, occhi di castagna e grazia andalusa, ha 18 anni ormai, ma allo “Studio Flamenco Andalucia” di Isabel Fernàndez Carrillo è entrata che aveva appena sette anni.
E dunque undici anni passati tra ventagli, nacchere,  sapateado (il classico batter di tacchi e punta), sevillanas (è il ballo tipico di Siviglia) per diventare una delle perle del gruppo di Isabel, che ogni anno si esibisce al Teatro Manzoni e all’Olimpico: un “ciclone” di colori, una fiesta di boulerìas e farruca. Isabel può ben vantarsi di aver fatto innamorare del flamenco tante, tantissime fanciulle romane e nessuno la dimentica mai, con quella lunga treccia nera giù per le spalle e gli occhi vivi. 
“El flamenco è una filossofia de vida”, ti dice Isabel (che non ha mai scordato la sua “Espagna” e la sua “gitaneria” andalusa)  alla prima lezione e, più balli, più scopri che è vero. Isabel, poi, balla come vive e sul palco, piccola com’è, c’è solo lei e diventa grandissima. 
Adesso, nello studio di Via Madonna del Riposo, c’è Monica, 11 anni, una promessa. Comunque, da Isabel, i piccoli ballano con i grandi (magari con la mamma!): si adeguano, s’ingegnano, imparano imitando.  Alla Maison de la dance, invece, c’è un corso fatto apposta per “flamenquitos” . Sentiamo Maddalena Di Giacomo, la direttrice: “I bambini, ma sono quasi tutte bambine, possono cominciare a otto-dieci anni e l’orario è il martedì alle 18 e 30″.
A insegnare sevillanas, braseo (quel sinuoso muoversi di braccia e di  mani “como palomitas”), è Dario Pellizzy. Il corso, quattro ore al mese, costa sulle 60 mila lire, ma bisogna aggiungere il costo della tessera che è di 150 mila lire. Altra scuola di flamenco junior (per dodicenni, minimo) è la “Tersicore” ad Ostia. Vi insegna Marcaurel, famoso nell’ambiente del flamenco romano. Si frequenta una volta alla settimana, il lunedì, dalle 18.45 alle 20.15.Un orario, diciamocelo, non proprio per bambini.
Ma che cosa occorre comperare per una bailadora in erba? Risponde la Di Giacomo: “All’inizio bastano una gonnellina larga, un paio di scarpe con il tacchetto, un body nero e niente altro”. Insomma roba che si può trovare tranquillamente in casa. Poi però se la bimba ha talento e “tiene arte”, ci si può sbizzarrire. Immaginate la vostra piccina, con un bello chignon legato stretto stretto, la gonna che si apre a ruota, per ricadere, pesante, nelle sue balze svolazzanti e poi quelle scarpe da Minnie, con la fascetta a tenere il piede ben calzato: un amore. Come Francesca che, alla tenera età di sette anni, portava la sua gonna nera, con bordino rosso, come una piccola regina del tablao.