Villa Aldobrandini: un nido d’aquila su via Nazionale
Come un nido d’aquila posato sul monte di Magnanapoli, il piccolo e prezioso parco della Villa Aldobrandini domina l’ingrata Via Nazionale, un fiume di macchine, autobus e puzzo di smog, e guarda in faccia il Gianicolo, tra statue e cupoloni. “Noi monticiani ce semo cresciuti ar parco Aldobrandini e a Montecavallo”, scherza il signor Mancini, faccia da romano, un nipotino (Alessandro) di un anno e poco più. Infatti il parco Aldobrandini era, fino a poco tempo fa (a parte gli anni della chiusura, dal 1986 al 1992) un paradiso per le mamme di Via Panisperna, del Boschetto, della Suburra. Un piccolo paradiso verde, ritagliato tra palazzi e asfalto, con palmizi e (andandoci alla mattina presto, con la bella stagione) con un gran via vai di merli, passeretti e altri uccelli chiacchieroni. Oggi il parco boccheggia nel degrado. “Ci vanno a tagliarsi i capelli, a farsi i fatti loro”, protesta Enrica, attrice, mamma di Francesco e di Paolo, un pugno di anni in due. E pensare che potrebbe essere bello, bellissimo. Chi scrive vi si recava al mattino presto, con il bebè addormentato e baciato da un solicello invernale che lo colorava appena appena. Verso le undici arrivavano i cani, con i padroni al guinzaglio. Più tardi, qualche turista con la guida in mano e l’aria spaesata, poi gente di fuori, ucraini, albanesi, curdi: tutti lì a mangiare, a chiacchierare e a far coiffeure. Già allora di bambini pochissimi. Tutti trasferiti al giardino del Quirinale, a Montecavallo: ma non è la stessa cosa! Anche se c’erano due belle rampe di scale da salire con passeggino e ragazzino (ma si può prendere la scorciatoia, cioè girare a sinistra appena imboccata l’entrata su via Mazarino), la fatica era premiata dalla gioia di essere lassù, tra le nuvole. E Villa Aldobrandini sembrava darti il benvenuto e farti la riverenza, con i suoi padiglioni ottocenteschi, la terrazzata sulla Città eterna, le alte palme, la fontana (sebbene asciutta, ma c’è la fontanella per bere!) le statue e quelle comode panchine d’altri tempi, alte e solide, che da un pezzo vengono spostate qui e là da certi incivilissimi visitatori. Peccato. Le mamme monticiane (ma tutte le mamme, naturalmente, sono le benvenute) vorrebbero tornare a Villa Aldrobrandini con i loro bambini.
Per arrivare al Parco di Villa Aldobrandini, l’entrata (dalle 7 di mattina al tramonto) dà su via Mazarino che è una traversa di Via Nazionale all’altezza del Teatro Eliseo. Gli autobus? Sono perfetti il 57, il 64, il 65, il 70, il 75, l’81 e il 170