Archivio di 10/1998

Vacanze sulla neve

Wednesday, 21/10/1998

Bambini in vacanza sulla neve: che spettacolo. Quando, piccolissimi, la scoprono per la prima volta (ricordate Bambi alle prese con la morbida e scivolosa neve?) sono meravigliosi con i loro occhioni spalancati, la bocca aperta (pronta a saggiare quella cosa fresca fresca) e le mani curiose a scavare buche, come fossero alle prese con la sabbia. Appena crescono, non vedono l’ora di mettere gli sci ai piedi: e giù senza paura, felici e sicuri, in barba a quei genitori che non ne vogliono proprio sapere di lasciarsi andare alla goduria di una discesa.
Perché le vacanze sulla neve siano davvero piacevoli per genitori e bambini, è necessario scegliere con cura la località (perché le piste non sono tutte uguali) e soprattutto l’albergo o il villaggio. Le vacanze sulla neve, infatti,  rischiano di andare davvero “in bianco” se i bambini non hanno un’adeguata assistenza e le strutture non sono adatte a loro.
Per quanto riguarda i villaggi, sicuramente quello più attrezzato e collaudato per i bambini (e la famiglia in genere) è la Valtur. Spazi, personale e assistenza sono studiati fin nei minimi particolari per piccoli e grandi. A Marilleva (anche se la struttura in cemento cozza non poco con l’ambiente), mamma e papà possono andare tranquillamente in vacanza anche con i neonati. A loro disposizione, infatti, c’è una biberoneria davvero ben attrezzata con scalda biberon, prodotti specifici, omogeneizzatori e menù specifici che mette a proprio agio anche i genitori più esigenti. Baby, Mini e Yunior Club prevedono l’assistenza ai bambini a partire dai 2 anni, e un ristorante e menù specifici sia a pranzo che a cena. Sale per riposare e divertirsi, e animazione a tutto tondo per i bambini (dalle 9 alle 21,30) piacciono ai piccoli e danno la possibilità ai genitori di godersi la vacanza e di fare attività sportive (sono previste anche passeggiate per i non sciatori e per le mamme con i piccolissimi). Anche a Pila c’è un bellissimo villaggio Valtur. Ci sono bambini di tutte le età, ma l’assistenza è prevista solo a partire dai 5 anni.
Mini club dai 4 agli 11 anni a Gressoney La Trinitè (Valle d’Aosta) e a Val di Fassa (Dolomiti) nei villaggi dei Grandi Viaggi Club. Personale qualificato e spazi appositamente riservati garantiscono un’ottima assistenza. A Regina e a Fassa, però, il ristorante per i bambini funziona solo per il pranzo.
Eurotravel e Ansed (un’agenzia specializzata nei servizi di vacanza e nell’assistenza ai bambini) organizzano i Mini club Biancaneve a Pila e Valtournenche per bambini fino a 12 anni. Baby sitting per i neonati (fino a 18 mesi) con personale formato e selezionato dagli psicologi dell’Ansed.

Scuola “Mazzini”: più sezioni per la materna

Wednesday, 21/10/1998

Per soddisfare le tantissime richieste , la “Mazzini” incrementa le sezioni delle classi della scuola materna. Già dallo scorso anno, infatti, soltanto metà delle iscrizioni potevano essere accolte.  Con grande malcontento dei genitori: “ Le scuole cattoliche hanno chiuso per trasformarsi in dormitori per il Giubileo,  e la scuola pubblica impone delle graduatorie che favoriscono chi proviene già da un nido comunale oppure quei bambini che hanno entrambi i genitori che lavorano, penalizzando così le casalinghe”.
Con l’aumento delle sezioni della scuola materna, però, il problema viene risolto soltanto in parte.
“Le iscrizioni aumentano, ma le aule restano sempre le stesse – dicono i genitori - e vengono sacrificati quegli spazi che erano destinati al gioco” . Il vero punto da rivedere – sostengono – è il sistema della graduatorie che genera insoddisfazione e lascia troppe maglie larghe: “ Non è giusto che un genitore che lavora sia più agevolato rispetto a chi un lavoro non ce l’ha e può scegliere anche fra due scuole: quella dove risiede l’abitazione e quella più vicina all’ufficio. E poi non è così difficile prendere una residenza fittizia in zona per avere un punteggio più alto”.

La scuola italiana: tra il computer e il pallottoliere

Wednesday, 21/10/1998

Nuovo contratto. Aumenti nella busta paga degli insegnanti. Incentivi ai più bravi e più soldi ai commissari. E infine Riforma.
Mentre il nuovo esame di maturità viene simulato, stampato, filmato, masterizzato, gli edifici scolastici cadono a pezzi. Da Bolzano, passando per Roma, la palma delle strutture più fatiscenti va a Reggio Calabria. Lo sostiene la Uil scuola che è andata a verificare lo stato degli impianti igienico-sanitari, idrici, fognari, elettrici, di riscaldamento, dei tetti, dei pavimenti, degli infissi, delle scale e degli intonaci delle nostre scuole.
E li dove i computer sono sopravvissuti ai ladri o alla pioggia, ora si pensa al software.
Il Ministero della Pubblica Istruzione - ha dichiarato a Repubblica.it Mario Fierli, coordinatore nazionale del Programma Sviluppo Tecnologie Didattiche - ha firmato una serie di convenzione con le aziende produttrici di programmi software per la realizzazione di prodotti che agevolino il lavoro degli insegnanti. Un concorso per il miglior lavoro didattico, una “Internet Fiesta”, ed un gioco sul sito del Ministero della Pubblica Istruzione dovrebbero stimolare gli studenti italiani a dare di più di quanto fatto per il Netdays.
Intanto, l’Associazione imprenditoriale delle aziende di informatica e telecomunicazioni (Assinform) registra un boom delle vendite di mini e personal computer:1.950.000 pezzi venduti nel ‘98, il 22,3 % in più rispetto all’anno precedente.
E mentre ci prepariamo a “godere” della nuova autonomia della scuola che la vuole più libera ed economicamente responsabile, dobbiamo fare i conti con le faccende di tutti i giorni. Aspettando i nuovi “Asili di condominio”, i “Centri per bambini e genitori”, gli “Spazi di accoglienza giornaliera” e tutta la nuova filosofia che dovrà trasformare gli asili nido da “servizio socio assistenziale utile ad aiutare la crescita dle bambino con una madre che lavora” a “rete di servizi” pensati per il bambino e per il suo diritto di crescita e di socializzazione”, qualcuno non riesce a iscrivere il bambino nella scuola sotto casa.
E’ quello che sta succedendo alla “Mazzini” di Roma che - già dallo scorso anno - riesce a soddisfare soltanto la metà delle richieste di iscrizione per la scuola materna.
I genitori esclusi sono infuriati, non solo perchè non hanno più l’alternativa delle strutture private (le scuole cattoliche - dicono - hanno chiuso per trasformarsi in dormitori in funzione del Giubileo) ma anche perchè non trovano giusto ed equo le “precedenze” stabilite dalle graduatorie.
Non è giusto - dicono i genitori -  che un bambino che proviene da un nido comunale abbia la precedenza su un altro, oppure che sia favorito chi ha entrambi i genitori che lavorano: la casalinga ancora una volta viene penalizzata, e con lei anche la prole.

POLITE ovvero Pari opportunità nei libri di testo -

Wednesday, 21/10/1998

Si presenta un pò in sordina, ma ha tutta l’aria di diventare una vera e propria rivoluzione. Culturale, s’intende. Dopo i cortei e le manifestazioni, dopo le commemorazioni primaverili (più o meno addolcite dai cioccolatini), dopo le conquiste legali, le donne puntano sulle nuove generazioni, e lo fanno recuperando il passato.
“Polite” sta per Pari opportunità nei libri di testo. Si tratta di un codice di autoregolamentazione per l’editoria scolastica, per garantire che nei libri di testo uomni e donne protagonisti della cultura, della storia, della politica e della scienza siano presenti senza discriminazioni.
Non si tratta, certo, di una semplicistica sostituzione di eroi con eroine, bensì di una lettura della storia più attenta a quelle figure femminili che - contrariamente alle ridondanze di condottieri e imperatori - hanno tessuto, nel silenzio dei monasteri o all’ombra delle spesse mura dei palazzi, le maglie di intrighi e alleanze, di matrimoni regali e di alti tradimenti
Il progetto del Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri è co-finanziato dalla Commisione Europea nell’ambito del “IV Programma d’azione per le pari opportunità”.
Già in altri Paesi europei i libri di testo sono stati aggiornati in tal senso. Con quali criteri? Devono, per esempio, fornire modelli di identificazione a ragazzi e ragazze (Austria), oppure contenere testi scritti da donne e che riguardano le donne (Belgio); devono fornire nelle ragazze acquisizione di autostima e di fiducia in sè e allo stesso tempo motivare i ragazzi ad assumere responsabilità e compiti di cura (Danimarca); devono fare attenzione al linguaggio e ad eventuali messaggi impliciti di svalutazione nei confronti delle donne (Irlanda) e creare consapevolezza in merito agli stereotipi di genere che esistono nella società e al sistema di valori che li sottende (Paesi Bassi).
L’associazione Italiana Editori - partner di Polite - raccoglie con entusiasmo la sfida del secolo ed apre un sito Internet nel quale il documento preparatorio è sottoposto a discussione in un forum telematico.

S.M,

MANGIARE A SCUOLA

Wednesday, 21/10/1998

Di Janna Carioli
Cosa mangiano, e soprattutto, come mangiano i bambini a scuola? Usano piatti di plastica o di ceramica? Pranzano in un ambiente sereno o in una bolgia infernale? Mangiano volentieri o scartano abitualmente grosse porzioni di cibo? E se succede, che cosa scartano? E perché? Si tratta di “non abitudine” a certi alimenti (che, invece, andrebbe stimolata) o del fatto che il cibo è scotto, presentato male, oppure è freddo, o cattivo?
Chi controlla la qualità del cibo delle mense scolastiche? Che possibilità hanno i genitori di verificare in prima persona cosa e come mangiano i loro figli?
Sono questi alcuni degli interrogativi emersi nel corso di un convegno dell’Associazione Italiana Ristorazione che ha , tra l’altro, ha affrontato temi come la scelta di prodotti biologici,  l’equilibrio e la varietà nutrizionale, l’ organizzazione dei punti di cottura, i corsi di educazione alimentare ed educazione al gusto, la sicurezza igienica….
Molti Comuni affidano il servizio mensa delle scuole a ditte di appalto. Questo significa assicurare ad una ditta piuttosto che ad un’altra una fetta di mercato protetto per un tempo determinato.
Però, se il salumiere sotto casa ci rifila merce scadente noi cambiamo negozio. Se il ristorante presso il quale spendiamo il nostro “buono pasto” abbassa la qualità, noi adulti non esitiamo a cambiare. Ma chi difende i bambini se la mensa della scuola non funziona? Gli unici che possono (e debbono) farlo sono i genitori, costituendo una Commissione che controlli la situazione.
Come si costituisce la Commissione? Non esiste un “regolamento” di riferimento valido a livello nazionale. Sono i Comuni e i singoli Istituti scolastici che stabiliscono il numero dei partecipanti e le modalità di azione e di controllo.
In genere, le Commissioni mensa vengono costituite su iniziativa dei Consigli di Circolo e di Istituto, ma qualora non fosse previsto, si possono costituire anche su iniziativa dei genitori e del personale della scuola.
Uno dei punti di dibattito all’atto della costituzione del gruppo è: serve o no il tesserino sanitario? No, hanno detto i medici presenti al convegno, perchè i genitori non toccano il cibo. Ma molti Comuni lo richiedono
Cosa fa la Commissione mensa? Prima di tutto deve  “procurarsi le carte”: il Comune, per affidare un appalto, deve aver compilato un “capitolato” nel quale richiede certe garanzie di qualità, fa riferimento a tabelle dietetiche precise, stabilisce quantità di cibo ecc. Bisogna, quindi,  procurarsi questo capitolato per verificare se la ditta d’appalto sta alle regole.
Poi, è necessario che il dietologo spieghi ai genitori quali sono i criteri adottati nella scelta del menù. Perchè? Per integrare positivamente, in famiglia, il pasto di una giornata, e per riflettere sulla varietà dei cibo da offrire ai bambini. Un ampio dibattito sul menù è importante per porsi gli interrogativi sulla dieta complessiva del bambino. Se  un ragazzino, a scuola, “non mangia” a pranzo,  non significa automaticamente che la mensa “fa schifo”. Può darsi, per esempio, che dipenda dal fatto che al mattino salta la colazione, o si “abboffa” di  pizza alle dieci e mezza e, di conseguenza, a mezzogiorno non ha fame… si tratta insomma di un rapporto dialettico fra casa e scuola.
Gli indicatori di qualità del cibo che viene consumato a scuola, dunque, sono  diversi e non solo di tipo igienico. Il pasto, infatti, è anche un momento educativo.
La Commissione mensa, quindi, non solo deve assicurarsi che le cucine in cui vengono preparati gli alimenti siano pulite, che il personale abbia i tesserini sanitari, che i mezzi e i recipienti in cui viene trasportato il cibo siano idonei, ma deve anche avere la possibilità di controllare la situazione e di suggerire correttivi, impressioni, o sporgere motivate lamentele.
L’esperienza di un gruppo di genitori di Torino che da anni lavora su questo delicato settore delle mense e della partecipazione dei genitori insegna che partecipare non significa solo protestare, ma svolgere anche un ruolo positivo sull’educazione alimentare. Chi ha “problemi” di  costituzione di una Commissione mensa, o vuole consigli, può senz’altro contattarli. La loro e-mail è: coogen@arpanet.it

Porto di Ostia

Wednesday, 21/10/1998

Al porto di Ostia sbarcano speranze per i disoccupati della XIII Circoscrizione. Occorrono nuove figure professionali per la costruzione del nuovo porto turistico ed anche personale per il suo successivo funzionamento. Per la loro formazione stanno per essere approvati i corsi finanziati dalla Regione che comprendono stage presso le aziende interessate. Il fine di questi corsi è l’inserimento in azienda perciò è un’opportunità concreta di occupazione per i giovani che vogliono lavorare vicino al mare. Il progetto è nato dalla collaborazione della XIII Circoscrizione, l’Assessorato alle politiche del lavoro e l’A.C.I. del porto di Ostia.

Per maggiori informazioni rivolgersi all’ufficio relazioni con il pubblico della XIII Circoscrizione.

Via Angelo Celli 2/C

Tel.065622701

Fax065622339

Novità nelle scuole della capitale

Wednesday, 21/10/1998

di Francesca Ricevuto
La multimedialità comincia a farsi strada. E’ in distribuzione infatti in tutte le scuole romane, elementari e medie, il cd-rom “Historia e Mestieri”, l’opera ipermediale realizzata, sia nei contenuti disciplinari che in parte della struttura software, dalle sezioni ospedaliere delle Scuole Medie Statali di Roma “Don Morosini” e “Virgilio”.

Grazie all’Assessorato alle Politiche Educative e Formative Giovanili del Comune di Roma che lo ha prodotto e all’A.N.P.O (Associazione Nazionale Pedagoghi Ospedalieri) che ne ha curato la pubblicazione, tutto con il patrocinio di Unicef Italia, gli alunni avranno modo di apprendere attraverso metodologie avanzate .

L’opera, frutto di un’intensa collaborazione tra docenti e “giovani programmatori”, avvia la sperimentazione di nuovi metodi di apprendimento. Imparare divertendosi ma soprattutto al passo con i tempi.

Si articola in due sezioni. Nella prima, dedicata alla scoperta dei mestieri, quelli di una volta, con le varie tecniche e gli strumenti, ci si addentra in una fantastica città virtuale dove si passeggia tra via dei fornari, via dell’acquaiolo, via dei pescatori e tante altre, con la possibilità di visitare le botteghe artigiane e scoprire cosa c’è dietro. Il tutto è integrato con fotografie, suoni e ipertesti molto dettagliati.

Historia fornisce invece (per chi riesce ad aprirne la cartella e poi l’indice) un ottimo supporto per lo studio dei ragazzi.

Vi si può trovare di tutto, così come in un’enciclopedia multimediale dalla portata un pò più ridotta. Si spazia da Lutero a Leopardi, al “Cantico delle Creature”, per non parlare poi della musica con i testi dei più famosi successi dei Beatles.

Per finire, diverse ricette gastronomiche come la trippa alla “Trasteverina” .

“Historia e Mestieri”, che è rivolto anche a tutti i piccoli degenti di ospedali sparsi in Italia, comprende un’introduzione nella quale si evidenzia passo per passo il cammino tecnico dei suoi giovani realizzatori.

Opera “aperta”, può essere oggetto di aggiornamenti di anno in anno.

Asili nido privati

Wednesday, 21/10/1998

Silvia

Zona Monteverde
Via Paola Falconieri n. 53/55

Centro operativo infanzia

Zona Appia Nuova
Via Baccarini 6 (Metro Ponte Lungo)

Gioco Coccole e Biberon

Bambini dai 0-3 anni
Zona Prati
Via Porcari 6
Garden bimbo
Zona Eur
Via Santuario Regina Apostoli 8 (ang. v. S. D’Amico)

Nido “Emy”
Zona Portuense
Viale di Vigna Pia

La Luna Blu
Nido dai 6 mesi ai 3 anni
Zona Parioli
Viale Liegi 10

Asilo nido autorizzato dalla Regione
Zona Trieste
Via Postumia 4

Baby club Il Pulcino
Zona Nuovo Salario
V.S.Scoca 11
V.G.Brodolini 1

Casa dei bimbi

Bambini dai 3 mesi ai 6 anni
Zona Tiburtina
V.G.Donati 160

Casa dei bambini Francesca

Zona Tuscolana
Via Antisio 12/14
Metro Subaugusta

Baby club

Età 0-6 anni
Aventino (Piramide)

Cinecittà Est

Castelli Romani-Marino

Glenn Doman

Zona Eur
Via Adolfo Ravà 98

Parco dei bimbi Montessori

Zona Talenti
Via della Bufalotta 1.052

Pegasus

Piazza Giovanni di Dio 23

Scarabocchiando

Zona Parioli
Via L. Luciani 6/a

Nido Pippi

Zona Eur
Via E. Bianchi 13

Il Paese dei balocchi

Zona Talenti
Via della Bufalotta 222

Asilo nido Baby club autorizzato

Zona Balduina
Via della Balduina 224

Asili nido: qualcosa si muove

Wednesday, 21/10/1998

Di Nadia AntetomasoMicro-asili nido per piccoli e piccolissimi, con orari agevolati per i genitori che lavorano.
Per soddisfare le richieste dei genitori che vogliono iscrivere al nido i bambini dai 3 mesi ai 3 anni, il Comune di Roma promuove le iniziative private: Micro- nidi e Spazi per Bambini e Bambine. “Queste strutture – spiega l’Assessore capitolino all’Infanzia, Pamela Pantano - rappresentano forme flessibili di asili nido, strutturate in modo da soddisfare le richieste dei genitori che lavorano”. Vediamo di cosa si tratta:
I micro-nidi sono servizi affini all’asilo nido per le loro caratteristiche tecnico-educative, ma sono più piccoli e possono accogliere un  numero limitato di bambini. Sono gestiti da privati sotto la supervisione dell’amministrazione pubblica.
Lo Spazio Bambini e Bambine, invece, rappresenta un servizio integrativo e alternativo al nido e prevede tipologie educative diverse.
Sia il micro-nido che lo Spazio Bambini e Bambine sono aperti dal lunedì al venerdì (in qualche caso anche il sabato) dalle 8.00 alle 18.00, con la possibilità di anticipare l’ingresso anche alle 7 del mattino.
Quanto costano i micro-asili?
La retta - stabilita in base al reddito complessivo familiare e in relazione alle fasce orarie di utilizzazione del servizio - va da un minimo di 102.400 lire per i redditi al di sotto dei 20 milioni e senza maggiorazioni per l’orario, ad un massimo di 360.000 lire per i redditi superiori ai 35 milioni e per la fascia oraria fino alle 18.00.
Niente a che vedere con i prezzi delle strutture private (ahimè, anche queste insufficienti) che offrono strutture grandi e con il giardino, cibi freschi a mensa, un operatore ogni cinque bambini, grande disponibilità negli orari e costano da un minimo di 300.000 lire a più di un milione al mese.
Intanto, il Comune da notizia della prossima apertura di tre nuovi asili nido (S.Basilio V circ. via Torraccia; in via Castagnola e in via Camilla Ravera  IX circ.) che potranno accogliere 180 bambini. Ma – a fronte di 11.463
richieste di iscrizione – quest’anno le domande in lista d’attesa sono 7.400.
Per avere tutte le informazioni su come iscrivere i bambini all’asilo nido clicca qui

Educazione ai consumi: la proposta della Coop per le scuole

Wednesday, 21/10/1998


Educazione all’alimentazione, al consumo corretto ma anche alla multirazzialità e al rispetto per l’ambiente. Sono questi gli obiettivi del Centro Educazione al Consumo della Coop Toscana Lazio che, a Roma, propone ai bambini (dalle scuole materne alle superiori) percorsi educativi all’interno dei propri supermercati. Si tratta di progetti che psicologi, pedagoghi e animatori del Centro propongono alle scuole interessate, sviluppano con gli insegnanti e trasformano in un divertente gioco per far scoprire ai bambini i trucchi della pubblicità (che fa leva sui sogni e sui sentimenti dei consumatori), i segreti delle confezioni dei prodotti (le etichette, le informazioni nutrizionali, i simboli), i meccanismi del commercio.
Le iniziative del Centro – già sperimentate in alcune scuole di Cerveteri, Viterbo, Tarquinia e Civitavecchia – si rivolgono anche ai problemi ambientali ed etici. I bambini, per esempio, sono invitati a riflettere sull’impatto ambientale degli imballaggi e sulle possibilità del loro riuso (per realizzare manufatti o giocattoli o piccole sculture). Ai più grandicelli vengono spiegati i meccanismi degli scambi commerciali fra i diversi Paesi, l’importanza del commercio “equo e solidale”,  i meccanismi di produzione dei prodotti che acquistiamo già pronti al supermercato.
Con l’aiuto della Pimpa (il famoso personaggio  di Altan) i più piccoli (spesso vittime inconsapevoli di mode e bombardamenti pubblicitari al grido di compra compra) vengono invitati a riflettere sui loro consumi (dai vestiti ai dolcetti ecc.) perché si rendano conto di cosa hanno veramente bisogno e di quanto, invece, è superfluo comprare.
Il rapporto bambini-cibo, poi, viene affrontato attraverso incontri che coinvolgono anche i genitori. Quante famiglie, purtroppo, devono fare i conti con figli bulimici o anoressici! Per questo percorso, gli alunni vengono invitati a scegliere tra gli scaffali del supermercato quegli alimenti che devono o dovevano mangiare per forza, quelli che, invece, mangiavano di nascosto (i cioccolatini rubati), oppure quelli che evocano tenerezza (il dolce della nonna). Riempito il carrello, i bambini raccontano i motivi delle loro scelte. 
Educazione alimentare ma anche educazione al gusto per capire e comprendere perché sugli scaffali dei nostri supermercati abbondano pasta e biscotti, ma non si trova traccia di “formiche fritte”.

Il Centro di Educazione al Consumo è a Roma in via D’Onofrio, 67
Tel. 06 40500840 Fax 06 40500740 e-mail sociroma@isinet.it
Tutte le informazioni sulle attività dei Centri si possono trovare anche su Internet al sito della Coop. Per vederlo clicca qui

 
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