Maternità e lavoro, una scelta impegnativa
Maternità e lavoro, una scelta impegnativa
Di Valentina Massinelli
Mentre lo Stato si dota di un Ministero per le Pari Opportunità, il Governo vara nuovi incentivi a sostegno della maternità ed il Papa benedice la sacralità della famiglia, le donne che scelgono di diventare madri si trovano spesso di fronte ad un bivio. Non importa che si tratti di un ufficio grande o piccolo o di un lavoro più o meno qualificato. Le regole spietate, improntate unicamente alla logica del profitto, che governano il settore privato colpiscono a tutti i livelli. Produci di meno? Non sei più flessibile? Se sei fortunata sarà solo la tua carriera a risentirne, nel peggiore dei casi invece l’azienda si renderà conto che non gli conviene più tenerti, al tuo posto ci metteranno qualcuno che non ha figli, magari più giovane oppure addirittura che porta i pantaloni, tanto per non correre rischi. E se l’ufficio ha meno di quindici dipendenti non c’è neanche bisogno di una giusta causa o di un giustificato motivo, come recita le legge, a patto che il datore di lavoro sia disposto a sborsare qualche milione in più come indennità di licenziamento.
A me è successo al ritorno da soli due mesi di congedo facoltativo per maternità. Una telefonata una settimana prima del rientro mi annuncia che per me in ufficio “non c’è più posto” e mi offrono dei soldi per restarmene definitivamente a casa. Ovviamente nessuno ammetteva che la mia bambina era la causa della loro decisione, ma parlavano di “riorganizzazione del lavoro” all’interno dell’ufficio. Guarda caso la riorganizzazione incideva soltanto sul mio posto di lavoro e il fatto che ero l’unica impiegata sposata con bambino e l’unica con un contratto a tempo indeterminato era solo un caso.
La vicenda di Mara invece sfiora la beffa: due volte incinta e due volte licenziata perché quando è arrivata la prima lettera di licenziamento aspettava già Chiara. Laura, 33 anni, invece è stata più fortunata, ma per tenersi il suo lavoro deve far “dimenticare” di essere madre: se le occorre un’ora per portare la bambina dal pediatra, dice che deve riprendere la macchina dal meccanico. O se la bimba sta male dice che sta male lei.
E pensare che in un recente convegno svoltosi a Los Angeles (USA) è emerso che durante la gravidanza il cervello ha la possibilità di modificarsi ed evolversi rendendo le future madri più intelligenti!
Le informazioni sui diritti delle lavoratrici madri sono nella legge n. 1204 del 30 dicembre 1971 e sulla gazzetta ufficiale 18 gennaio 1972 n.14
Informazioni su Internet si trovano cliccando la voce “gazzetta ufficiale” su qualsiasi motore di ricerca oppure consultando il sito www.leggi.it