L’Unicef lancia l’allarme per i bambini del Libano
Con la crisi militare in Libano, che entra nella sua seconda settimana, l’UNICEF lancia l’allarme per il rapido deterioramento della situazione umanitaria. Le preoccupazioni maggiori riguardano le popolazioni civili, intrappolate nel paese e in larga parte isolate a causa delle operazioni militari. “Nel solo Libano si contano ormai piu’ di 200 morti, oltre 550 feriti e tra i 400-500.000 sfollati, 30.000 dei quali accampati in scuole e spazi pubblici fuori dalla capitale Beirut. Il 30% delle persone colpite dalla guerra sono bambini”.
Le operazioni militari hanno provocato la distruzione di una porzione importante delle infrastrutture del paese - inclusi aeroporti, strade, ponti, centrali elettriche e stazioni di carburante - rendendo estremamente difficile il movimento di medicinali, ambulanze e l’erogazione dei servizi di base. “E’ indispensabile - si legge nella nota dell’Unicef - che sia garantito un accesso senza restrizioni all’assistenza umanitaria, al fine di scongiurare morti e sofferenze inutili.
L’accesso umanitario incondizionato dei feriti, delle persone in condizioni di salute critiche e delle donne in gravidanza alle strutture sanitarie e’ per evitare ulteriori morti tra la popolazione. La protezione dei civili e’ un obbligo statuito dal diritto internazionale umanitario.
Abbiamo innanzitutto bisogno di corridoi umanitari sicuri per permettere l’invio di aiuti ai civili che sono al momento raggiungibili”, ha dichiarato il Rappresentante dell’UNICEF in Libano Roberto Laurenti, riferendosi alle migliaia di sfollati che hanno abbandonato le proprie case