IL DIARIO DI UNA TATA
 E’ la storia del percorso, coinvolgente e divertente, di Annie Braddock (Scarlett Johansson), una ragazza del New Jersey alla ricerca di un suo posto nel mondo. Finita l’università , la madre la spinge a trovare un lavoro rispettabile nel settore degli affari, ma Annie preferisce di gran lunga gli studi antropologici. Casualmente entra in contatto con la cultura elitaria e rituale dell’East Side di Manhattan, tanto lontana dalle sue esperienze provinciali quanto la vita in un villaggio tribale dell’Amazzonia. Annie sceglie di isolarsi dalla realtà e accetta di lavorare come tata per una ricca famiglia, che definisce semplicemente “gli Xâ€?. Impara rapidamente che la vita non è poi tanto rosea a quel livello sociale, deve soddisfare tutti i capricci di Mrs. X (Laura Linney) e del precoce figlioletto Grayer (Nicholas Reese Art), e nel frattempo evitare Mr. X (Paul Giamatti). La situazione poi si complica ancora di più quando si innamora di un bellissimo ragazzo (Chris Evans) ed è costretta a riesaminare la propria vita e la direzione che sta prendendo.
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Nel 2002 è stato pubblicato con grande successo di critica e di vendite il romanzo satirico “The Nanny Diaries�, scritto da Emma McLaughlin e Nicola Kraus, che per otto anni avevano lavorato come babysitter per oltre trenta famiglie di Manhattan. Poiché il loro racconto forniva un quadro divertente e sferzante di una ricchissima famiglia di Park Avenue, i media iniziarono a mormorare, chiedendosi chi fosse in realtà la famiglia in questione. Anche se le autrici insistevano che il loro era un romanzo di fantasia, il libro rivelava una conoscenza di prima mano dell’ambiente e questo favoriva le varie speculazioni.
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“Io sono di New York�, dice Springer Berman, “e posso confermare che le donne che hanno scritto il libro sono nate anche loro in questa città , non sono le fantasie di qualcuno che vive in un altro posto. E’ un ritratto veritiero e molto interessante di una subcultura che trovo affascinante�. La stessa Springer Berman ha vissuto un’esperienza molto simile a quella della protagonista di “Il diario di una tata�. “Subito dopo la laurea ho lavorato per una coppia di sceneggiatori/produttori�, dice. “Non facevo la tata, ma ero egualmente coinvolta in tutti gli aspetti della loro vita. E’ stato una specie di limbo, non dovevo prendere nessuna decisione. Quando ho letto il libro, mi è venuta voglia di scrivere una sceneggiatura su una fase che molti giovani attraversano, quella in cui non sanno ancora chi sono�.
Springer Berman e Pulcini si sono ispirati anche alla più famosa delle tate cinematografiche, Mary Poppins, con una sequenza in cui Annie aggrappata a un ombrello rosso vola sullo skyline di Manhattan. “Volevamo cogliere il feeling di ‘Mary Poppins’ e ‘Tutti insieme appassionatamente’, ma anche contrapporlo alla realtà di New Yorkâ€?, dice Pulcini. “Ci è piaciuta l’idea di usare l’ombrello rosso come simbolo del desiderio di libertà e di fuga dalla vita e dai problemi“Annie è diversa da tutti i personaggi che ho interpretatoâ€?, dice la Johansson. “Anche se è un po’ insicura, ed ho avuto ruoli così, ha fiducia in sé come donna Il romanzo si lega anche a un tema che i registi hanno sempre amato. “E’ un libro sul lavoroâ€?, dice Springer Barman Il cast ha vissuto l’esperienza di un team di registi. “Mi ha stupito l’armonia del loro rapportoâ€?, dice la Johansson. “Non so esattamente come si dividano i compitiâ€?, dice Giamatti. “Uno da la direzione emotiva e l’altro quella fisica, si compensano perfettamente e tu senti di avere lo spettro completo, l’analisi del personaggio sia dal punto di vista maschile che femminileâ€?, aggiunge la Johansson. “Sono bravissimi registi di attori, perché sono chiari rispetto a ciò che vogliono da te e sanno come parlare con ciascun attoreâ€?, dice ancora Giamatti. “Credo che il fatto di comunicare così profondamente sia dovuto al loro essere sposatiâ€?, conclude la Linney. Â
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