Intervista al Sottosegretario alla famiglia, alla droga e al servizio civile Carlo Giovanardi
Rilanciare la famiglia italiana e il diritto delle donne al lavoro, ricostituire il dipartimento per le tossicodipendenze. Sono due delle priorità enunciate nell’intervista on line dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega alla droga, alla famiglia e al servizio civile Carlo Giovanardi
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Segretario Giovanardi, Lei è stato nominato sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alla droga, alla famiglia e al servizio civile. Parliamo di famiglia: quali sono le priorità ?Â
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Speriamo che nei prossimi anni non si parli più di famiglie di seria A, di serie B, di serie C, insomma il dibattito che negli ultimi anni ha avvelenato il clima politico, ma si parli invece di politiche serie, effettive e reali per il rilancio della famiglia italiana, dei diritti delle donne a lavorare e avere naturalmente anche dei figli, del quoziente familiare. Insomma una serie di politiche attive per rilanciare quello che è il fulcro della questione della società italiana.
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Per quanto riguarda invece le tossicodipendenze? Â
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Rifare il Dipartimento che è stato smantellato due anni fa, quindi avere una plancia di comando all’interno della quale continuare le politiche internazionali, quelle nazionali, quelle delle persone e delle prevenzioni. Ho annunciato che rifaremo come la legge vuole, verso la fine dell’anno o all’inizio del prossimo, la quarta conferenza nazionale sulle tossicodipendenze, con invito a tutti gli operatori del pubblico e del privato sociale a sedersi attorno a un tavolo. Fermo restando che drogarsi è illecito: non si inquina l’ambiente, nessuno consente che si possa inquinare l’ambiente e non si può neanche consentire che le persone si inquinino.
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 La sicurezza è al centro dell’agenda politica: secondo Lei si corre il rischio di confondere la criminalità con l’immigrazione?
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Credo che si debbano fare 2 cose: garantire la sicurezza degli italiani ed extracomunitari, e quindi è intollerabile che oggi in Italia ci sia un tasso di criminalità fuori controllo che mette a rischio la vita e il bene di tutti, e dall’altra parte politiche di accoglienza per le persone per bene.
Io non distinguo fra il delinquente extracomunitario, il mafioso, quello della ‘ndrangheta o il criminale italiano, e mi sembra che la cosa sia semplicissima: si contrastano i criminali italiani o stranieri qualunque essi siano o chi viene in Italia per delinquere e si aprono le braccia a tutti coloro che vengono in Italia per lavorare. Tenendo conto che l’Italia non può accogliere dieci, 20 30, 70, 100 milioni di persone, quindi il fenomeno migratorio va controllato.
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