L’Europa delle opportunità: cultura, creatività e innovazione
Cultura, creatività e innovazione rappresentano dimensioni trasversali dell’impegno europeo per il prossimo settennio: ne sono testimonianza le opportunità aperte dai nuovi programmi Europa Creativa, Horizon 2020 e dallo spazio “conquistato” per questi settori grazie allo sforzo del Parlamento Europeo all’interno delle Politiche di Coesione.
Gli Stati Membri e gli attori locali, oggi, rivestono un ruolo cruciale: ad essi spetta predisporre gli strumenti per consentire ai territori di cogliere l’opportunità che le risorse europee rappresentano per il comparto culturale e creativo del nostro Paese.
“Si tratta - ha aggiunto Costa - di fare un cambio di passo per affermare cultura e creatività e la valorizzazione del patrimonio come settori competitivi, in grado di esprimere potenzialità economiche e crescita sociale, ma anche inclusione , innovazione e occupazione di qualità”.
Mi auguro chel’Italia, in particolare nel semestre di presidenza della UE, assuma la leadership nella governance e nella capacità progettuale a sostegno di una stagione di sviluppo fondata sul patrimonio culturale, materiale e immateriale, il turismo culturale, le ICC, l’audiovisivo e il multimediale, ampliando anche l’accesso del pubblico, la sua crescita numerica e tipologica e la formazione di nuove competenze e professionalità nel settore. Sono questi i temi sul piatto oggi».
«L’accordo di partenariato italiano sui Fondi Strutturali - ha spiegato Silvia Costa - è ora in corso di valutazione da parte della Commissione Europea che farà le sue osservazioni entro la metà di febbraio, ad aprile l’accordo si chiuderà ed entro luglio dovranno partire le azioni. Questo significa – ha avvertito l’eurodeputata – che entro poche settimane Regioni, città, istituzioni e associazioni culturali dovranno aver condotto la loro battaglia sui tavoli di negoziazione. In particolare le Regioni e le città metropolitane sono chiamate a cogliere tutte le aperture che l’accordo di partenariato consente alle ICC per proporre azioni e prenotarne le poste economiche, nonché le integrazioni con la ricerca e le nuove tecnologie
Ma gli operatori culturali sono pronti per l’Europa? «Il settore va sostenuto nell’acquisire una nuova fisionomia, in passato troppo spesso resistente alla ‘gabbia’ percepita della progettazione, economica e non solo» – ha risposto Costa. «In questi mesi come relatore di Europa Creativa sto partecipando ad incontri in tutte le regioni, città metropolitane, alcuni piccoli comuni e ho riscontrato una grande consapevolezza che l’investimento culturale rappresenta un nuovo paradigma di sviluppo urbano e rurale.
Ma bisogna ricordare che la UE non è un bancomat e finanzia soltanto azioni coerenti con gli obiettivi precedentemente negoziati e condivisi, imponendo anche al mondo della cultura e creatività di adattare le proprie logiche non solo all’obiettivo ma anche al metodo che chiede progettazione, rendicontazione, indicatori e partnership».