Essere adolescenti
Cosa vuol dire essere un adolescente oggi? SOS Il Telefono Azzurro Onlus e l’istituto di ricerca Doxa Kids hanno provato a rispondere a questa domanda con un’indagine su pensieri, emozioni e comportamenti dei ragazzi di oggi.
L’“Osservatorio Adolescenti” si pone l’obiettivo di creare uno spazio nel quale adulti e ragazzi possano incontrarsi, dialogare, scambiarsi opinioni e anche influenzarsi, arrivando a conoscersi meglio: un percorso di avvicinamento e di esplorazione del mondo degli adolescenti, a partire dalla loro voce.
L’Osservatorio Adolescenti ha coinvolto oltre 1500 giovani dagli 11 ai 19 anni su tutto il territorio italiano, con 100 domande su temi di particolare attualità, tra cui salute e alimentazione, tempo libero e sport, nuove tecnologie e vita online, percezione del proprio corpo e desideri, rapporto con genitori e amici, sessualità e scuola.
Dall’indagine emergono alcune interessanti riflessioni sulla scuola e la famiglia, come pure sul diverso modo in cui maschi e femmine vivono la propria adolescenza nella società moderna.
I ragazzi chiedono alla scuola una maggiore attenzione alla formazione, all’acquisizione di competenze e all’orientamento, mostrandosi tutt’altro che svogliati, passivi o demotivati: comunicano invece una grande curiosità e voglia di fare, desiderio di parlare del futuro con insegnanti e genitori, di cogliere ogni opportunità che venga loro offerta e di sfruttarla responsabilmente. Un adolescente su 2 vorrebbe che a scuola ci fosse più sport, più tecnologia (44%), musica, arte e cultura (42,7%), più attenzione alle emozioni (33,2%). Il 49,6% del totale dei ragazzi intervistati ritiene che nella scuola dei propri sogni ci dovrebbe essere un maggior orientamento verso il mondo del lavoro e maggiori occasioni di contatto con le aziende. Più di un quarto degli adolescenti intervistati (28,7%), inoltre, vorrebbe che la scuola offrisse una maggiore preparazione.
L’indagine mostra, inoltre, come il bisogno degli adolescenti di autoaffermazione e di “essere visti”, sia passato, per molti ragazzi di oggi, da una necessità tipica dell’età a un’urgenza pervasiva, un obbligo autoimposto (“You like me ergo sum”), amplificato e condizionato nella sua espressione dai social network.
Ciò contribuisce a spiegare non solo l’impennata nelle iscrizioni ai social, ma anche l’incessante bisogno di farsi dei selfie (uno/a su 4 se ne fa almeno uno al giorno, l’85% ne condivide almeno qualcuno sui social) e il ricorso ai programmi di fotoritocco prima di postare le proprie foto (1 ragazzo/a su 2).
Ragazzi e ragazze si mostrano molto preoccupati per la propria immagine e il proprio aspetto fisico: le ragazze si vorrebbero più magre (42%) e belle (35%), tanto da ricorrere alla dieta nel 53% dei casi, mentre i ragazzi sarebbero più felici se fossero più muscolosi (42%). Le femmine sembrano essere, però, le più infelici del proprio aspetto: non si piace il 44% delle ragazze, al punto che una su 5 dichiara di aver pensato a un intervento chirurgico.
Nativi digitali, vivono in case hi-tech, le loro camere da letto sono stazioni ad alto contenuto tecnologico. Gli adolescenti di oggi sono always on, per ascoltare musica o radio (61%), per guardare video (60,2%), per fare ricerche per la scuola e i compiti (58,3%) per curiosare e navigare nel web (57,3%), per fare acquisti (22%), comprando online giochi (34,6% dei ragazzi), accessori di moda (22,3% delle ragazze), ma anche libri (17,6% delle ragazze). Ma a essere prioritario è il poter essere sempre in contatto con gli amici, fondamentale per l’89,7% dei ragazzi, attraverso Whatsapp e Facebook (li utilizza rispettivamente l’89,8% e l’82,3% degli intervistati).
Se il gruppo dei pari è una presenza continua e costante, favorita e amplificata dall’iperconnessione, grazie alla quale ci si sente riconosciuti e accettati, alcune dinamiche adolescenziali online possono tradursi in comportamenti a rischio. Primo fra tutti il cyberbullismo, fenomeno che i ragazzi ben conoscono: l’80,3% ne ha sentito parlare; 2 su 3 (39,2%) conoscono qualcuno che ne è stato vittima, 1 su 10 ne è stato vittima. Risulta diffuso anche l’utilizzo dei social networks sotto l’età minima prevista (più dell’85% dei ragazzi intervistati conosce qualcuno che è iscritto a FB minore di 13 anni) e non mancano i rischi legati alla visibilità dei dati personali: 1 adolescente su 5 ha il proprio profilo totalmente pubblico sui social network. Profili aperti, nonostante il timore di un utilizzo indesiderato delle informazioni che i ragazzi condividono: più di 1 adolescente su 2 (63,6%) teme, infatti, che i propri dati possano essere raccolti ed utilizzati dal social per altri scopi.
Se molti adolescenti appaiono informati e consapevoli dei rischi di Internet - e sembrano sapere come difendersi - altri dati mostrano adolescenti non sempre attenti a come proteggersi online, incapaci di prevedere le conseguenze delle proprie azioni. Il bisogno di esserci, il desiderio di farsi vedere, farsi ascoltare, di condividere sembra abbassare in molti casi la soglia di guardia e prevalere su ogni cautela, come nel caso dei selfie inviati a sconosciuti e, a maggior ragione, del sexting (il 35,9% dei ragazzi conosce qualcuno che ha fatto sexting).
L’indagine contribuisce, inoltre, a evidenziare come molti stereotipi debbano essere scardinati: alcuni comportamenti che per lo più sono stati associati agli adolescenti di sesso maschile, infatti, appaiono essere sempre più diffusi anche tra le ragazze, in primis l’uso di superalcolici (il 37,1% delle ragazze vs il 17,4% dei ragazzi ha dichiarato di assumere superalcolici), il numero di ubriacature nell’ultimo mese (52,9% delle ragazze vs 44,8% dei ragazzi ha dichiarato di essersi ubriacato almeno una volta nell’ultimo mese), i comportamenti violenti nelle relazioni di coppia (il 7,9% dei maschi vs 3,3% delle femmine ha dichiarato di essere stato picchiato dalla propria fidanzata), per rabbia e autodifesa.
Accanto ad alcuni dati che mettono in luce comportamenti e atteggiamenti problematici, emerge la presenza di un contesto positivo e rassicurante per quanto riguarda alcuni aspetti molto importanti della vita degli adolescenti, in particolare l’alimentazione e la famiglia. La maggior parte dei ragazzi dichiara di avere un’alimentazione variegata (23,4%), equilibrata (21,7%) e sana/genuina (20,3%). Inoltre, l’89% degli intervistati afferma che nella propria casa c’è un’attenzione da moderata ad alta per il mangiare in modo sano. I ragazzi sono i primi a prestarvi attenzione: all’87,5% capita di fare la spesa e all’ 83,9% di scegliere i prodotti da acquistare.
La dimensione familiare si conferma come luogo in cui i bisogni affettivi trovano risposta: per quasi 1 adolescente su 2 (48,2%) i genitori sono una presenza confortante e oltre il 65% dei ragazzi intervistati li considera persone di cui potersi fidare e con cui condividere vissuti ed esperienze. Tra le persone di cui si fidano di più, infatti, i ragazzi indicano quasi a pari merito i genitori (44,8%) - con una preferenza per le mamme rispetto ai papà (30% vs 16%) - e gli amici (45,7%). La riservatezza resta comunque un “must” dell’adolescenza - quasi 1 ragazzo su 5 (19,7%) afferma che i genitori non conoscono tutto quello che il figlio fa – così come la richiesta di maggiore libertà e autonomia, unita ad un vissuto di insofferenza davanti a tutto ciò che viene percepito come “limite” e “invadenza”: più di 1 adolescente su 4 (26,4%) ritiene che i suoi genitori dovrebbero fidarsi di più di lui/lei ed il 24% degli 11-14enni vorrebbe che i genitori concedessero loro maggiore libertà.
I ragazzi, dunque, da un lato, desiderano affetto, dall’altro chiedono libertà e comprensione. Gli adolescenti di oggi sembrano aver bisogno non tanto di informazioni - tra internet e televisione sono immersi in un costante flusso informativo che permette loro, in tempo reale e su qualsiasi argomento, di trovare informazioni pressoché su ogni cosa - quanto piuttosto di un punto fermo con cui confrontarsi e rielaborare le informazioni apprese, per riuscire a “capire”, oltre che semplicemente “sapere”: di un ruolo, dunque, pienamente “formativo” ed “educativo”. Gli adulti – genitori e insegnanti - sono chiamati a rispondere a queste richieste, ma anche a educare e a promuovere l’assunzione di responsabilità.