Il WWF lancia l’allarme per il pesce spada che rischia di scomparire dal Mediterraneo
PESCE SPADA SULL’ORLO DEL COLLASSO NEL MEDITERRANEO:
IL WWF LANCIA L’ALLARME
Il futuro del pesce spada nel Mediterraneo è seriamente a rischio: le catture sono diminuite di circa il 50% negli ultimi 20 anni, e troppi giovanili finiscono catturati prima che possano riprodursi e assicurare così la sopravvivenza della specie. Per il WWF non ci si può permettere di ripetere gli stessi errori che hanno portato, nel recente passato, il tonno rosso ad un passo dall’estinzione commerciale.
Il pesce spada è spesso preferito agli altri pesci soprattutto perchè senza spine: più facile da mangiare, quindi, per i bambini. Ma questa specie sta per sparire dal Mediterraneo e il WWF lancia un appello alle 48 nazioni riunite da lunedì 14 a Vilamoura, in Portogallo, affinché si fermi nel Mediterraneo il sovra sfruttamento del pesce spada che dura da 30 anni e venga attuato un piano di recupero per evitare il collasso di questa specie.
Le nazioni che fanno parte dell’ICCAT (International Commission for the Conservation of Atlantic Tunas), tra cui Stati Uniti e Giappone, oltre all’Unione Europea, decideranno, dal 14 al 21 novembre, sui piani di gestione di alcune tra le specie più importanti per la pesca, tra cui il pesce spada, il tonno rosso e alcune specie di squalo.
Il WWF è seriamente preoccupato dell’attuale situazione e chiede all’ICCAT di fare tutto il possibile per evitare di portare il pesce spada al limite del collasso ed evitare così un secondo caso “tonno rosso”, che giunse ad un passo dall’estinzione commerciale.
Il pesce spada è una specie di grande valore per molti paesi del Mediterraneo. Le flotte europee sono responsabili del 75% della cattura totale, con Italia, Spagna e Grecia a farla da padrone. Il WWF rivolge un appello alla Commissione Europea e ai paesi europei che praticano questo tipo di pesca a ridurre in modo significativo la cattura di pesce spada, per consentire allo stock di ricostituirsi.
Per quanto riguarda il tonno rosso (Bluefin tuna) il WWF, pur riconoscendo che la situazione generale è migliorata, si raccomanda di adottare un approccio precauzionale, e di mantenere il corrente piano di recupero anche nel 2017 (23.155 tonnellate).
Il WWF è preoccupato anche per il futuro degli squali, in particolare per la verdesca e lo squalo mako, particolarmente vulnerabili alla pesca eccessiva. Il WWF esorta l’ICCAT a stabilire piani di gestione a lungo termine, che fissino limiti di cattura precauzionali per garantire a queste specie iconiche un futuro nei nostri mari. L’ICCAT deve anche sostenere la politica del “no-shark-finning”, e migliorare il rispetto verso i divieti esistenti che obbligano i pescatori a sbarcare gli squali interi e non privati delle pinne.