MANGIARE A SCUOLADi Janna Carioli
Cosa mangiano, e soprattutto, come mangiano i bambini a scuola? Usano piatti di plastica o di ceramica? Pranzano in un ambiente sereno o in una bolgia infernale? Mangiano volentieri o scartano abitualmente grosse porzioni di cibo? E se succede, che cosa scartano? E perché? Si tratta di “non abitudine” a certi alimenti (che, invece, andrebbe stimolata) o del fatto che il cibo è scotto, presentato male, oppure è freddo, o cattivo?
Chi controlla la qualità del cibo delle mense scolastiche? Che possibilità hanno i genitori di verificare in prima persona cosa e come mangiano i loro figli?
Sono questi alcuni degli interrogativi emersi nel corso di un convegno dell’Associazione Italiana Ristorazione che ha , tra l’altro, ha affrontato temi come la scelta di prodotti biologici, l’equilibrio e la varietà nutrizionale, l’ organizzazione dei punti di cottura, i corsi di educazione alimentare ed educazione al gusto, la sicurezza igienica….
Molti Comuni affidano il servizio mensa delle scuole a ditte di appalto. Questo significa assicurare ad una ditta piuttosto che ad un’altra una fetta di mercato protetto per un tempo determinato.
Però, se il salumiere sotto casa ci rifila merce scadente noi cambiamo negozio. Se il ristorante presso il quale spendiamo il nostro “buono pasto” abbassa la qualità, noi adulti non esitiamo a cambiare. Ma chi difende i bambini se la mensa della scuola non funziona? Gli unici che possono (e debbono) farlo sono i genitori, costituendo una Commissione che controlli la situazione.
Come si costituisce la Commissione? Non esiste un “regolamento” di riferimento valido a livello nazionale. Sono i Comuni e i singoli Istituti scolastici che stabiliscono il numero dei partecipanti e le modalità di azione e di controllo.
In genere, le Commissioni mensa vengono costituite su iniziativa dei Consigli di Circolo e di Istituto, ma qualora non fosse previsto, si possono costituire anche su iniziativa dei genitori e del personale della scuola.
Uno dei punti di dibattito all’atto della costituzione del gruppo è: serve o no il tesserino sanitario? No, hanno detto i medici presenti al convegno, perchè i genitori non toccano il cibo. Ma molti Comuni lo richiedono
Cosa fa la Commissione mensa? Prima di tutto deve “procurarsi le carte”: il Comune, per affidare un appalto, deve aver compilato un “capitolato” nel quale richiede certe garanzie di qualità, fa riferimento a tabelle dietetiche precise, stabilisce quantità di cibo ecc. Bisogna, quindi, procurarsi questo capitolato per verificare se la ditta d’appalto sta alle regole.
Poi, è necessario che il dietologo spieghi ai genitori quali sono i criteri adottati nella scelta del menù. Perchè? Per integrare positivamente, in famiglia, il pasto di una giornata, e per riflettere sulla varietà dei cibo da offrire ai bambini. Un ampio dibattito sul menù è importante per porsi gli interrogativi sulla dieta complessiva del bambino. Se un ragazzino, a scuola, “non mangia” a pranzo, non significa automaticamente che la mensa “fa schifo”. Può darsi, per esempio, che dipenda dal fatto che al mattino salta la colazione, o si “abboffa” di pizza alle dieci e mezza e, di conseguenza, a mezzogiorno non ha fame… si tratta insomma di un rapporto dialettico fra casa e scuola.
Gli indicatori di qualità del cibo che viene consumato a scuola, dunque, sono diversi e non solo di tipo igienico. Il pasto, infatti, è anche un momento educativo.
La Commissione mensa, quindi, non solo deve assicurarsi che le cucine in cui vengono preparati gli alimenti siano pulite, che il personale abbia i tesserini sanitari, che i mezzi e i recipienti in cui viene trasportato il cibo siano idonei, ma deve anche avere la possibilità di controllare la situazione e di suggerire correttivi, impressioni, o sporgere motivate lamentele.
L’esperienza di un gruppo di genitori di Torino che da anni lavora su questo delicato settore delle mense e della partecipazione dei genitori insegna che partecipare non significa solo protestare, ma svolgere anche un ruolo positivo sull’educazione alimentare. Chi ha “problemi” di costituzione di una Commissione mensa, o vuole consigli, può senz’altro contattarli. La loro e-mail è: coogen@arpanet.it
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