8 marzo: Donne, si torna a lottare!

Sempre più donne rifiutano la commercializzazione della festa dell’8 marzo. Sempre più donne condannano la caduta di stile che ha  trasformato una giornata di lotta internazionale in una festa consumistica con tanto di auguri, cioccolatini e serate al ristorante.

Non è tempo di festeggiare ma è tempo di tornare a lottare perché i diritti delle donne diventino realtà quotidiana, oltre che carta stampata. Non più nelle strade, forse, ma all’interno delle singole istituzioni, delle singole famiglia.

Lavoro. Famiglia, Politica. I temi toccati dal Presidente della Repubblica che ha ricordato agli italiani la condizione femminile del nostro Paese: “Sono troppo poche le donne italiane che riescono a raggiungere i vertici nel mondo dell’economia, della pubblica amministrazione e della politica, tanto è vero che le parlamentari sono solo una piccola pattuglia . Ed ha aggiunto “Le donne italiane sono troppo poco occupate e quando lo sono fanno assai più fatica degli uomini ad avanzare in tutte le sfere di attività, dalle imprese private alla pubblica amministrazione, alla politica, come ben sanno le pattuglie, solo pattuglie, di elette nel nostro Parlamento”.
E ancora robusta “la barriera che blocca l’accesso delle donne agli alti gradi in Italia, eppure quel limitato gruppo di donne che supera la barriera guadagna comunque meno degli uomini”.

Grazie, Presidente, per aver posto l’accento sulla realtà di una condizione femminile che sembra sfuggire ai politici che si avvicendano sugli scranni del Parlamento, ma che diventa cavallo di battaglia delle campagne elettorali.«La discriminazione sul lavoro, riguardo la quale si registrano solo deboli segnali di miglioramento, non è purtroppo la sola ragione di preoccupazione», quando si considera la situazione femminile in Italia, dice Napoletano. Esiste il «grave e intollerabile fenomeno della violenza sulle donne». Il capo dello Stato ha puntato il dito contro le «violenze sessuali, fisiche, psicologiche» che «spesso hanno come autori partner e persone conosciute dalle vittime».Non a caso questa mattina il presidente ha insignito con le massime onorificenze della Repubblica anche la fondatrice di Telefono Rosa e una suora impegnata a strappare dal marciapiede le giovani prostitute spesso extracomunitarie.
Per combattere questa piaga sociale bisogna operare con largo anticipo, «fin dai primi gradi del sistema di istruzione». Infatti «è indispensabile un impegno collettivo e fortissimo di educazione al rispetto della donna, alla cultura della non violenza, al principio della parità».

Se non si crea «innanzitutto fra i ragazzi, tra i giovani, nelle scuole e nel Paese un nuovo costume civile, la battaglia della sicurezza e dignità delle donne non può essere vinta».

Anche gli uomini si devono occupare di più della famiglia e delle cure che essa richiede. Nel giorno della festa della donna, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, lancia un appello agli uomini perché riscoprano la gioia di essere compagni, padri e nonni condividendo con le donne oneri e onori di questo compito.

Napolitano lancia così “un invito agli uomini di tutte le età perchè si lascino attrarre sempre di più da un’invasione di campo nella sfera dell’affettività e della cura familiare. Ne vale la pena”.

“La condizione di nonno può rappresentare una forza di seconda grande occasione - spiega tra gli applausi delle molte donne raccolte nel Salone dei Corazzieri -. Per quel che mi riguarda mi ci sono trovato prima di essere in estremis richiamato in servizio. Insisto tuttavia nel sottolineare questa opportunità, nel confermare la bellezza del rapporto con i figli e dei propri figli”.

Nella gestione stessa di famiglia e lavoro, sostenute da un sistema di delicati equilibri e caratterizzate da “molte emergenze”, “la famiglia e le reti amicali restano indispensabili” e “le nonne sono preziose”

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