8 Novembre: Festa europea della cucina

In tutta Europa si festeggia la cucina. E i grandi Chef insegnano ai bambini come cucinare in modo sano per poter mangiare in modo sano e combattere così l’obesità.

festa della cucina.jpgCucinare bene per mangiare in modo sano: è questo l’obiettivo dell’8 novembre della Commissione europea e dell’organizzazione europea degli Chef, Euro-toque per dare un giro di vite alla lotta all’obesità infantile, che nel 2007 ha riguardato ben 22 milioni di bambini. Un numero enorme, soprattutto se confrontato con il dato 2005, allarmante anch’esso ma comunque nettamente inferiore e pari a 14 milioni. La settimana prossima verranno organizzati in tutta Europa degli atelier con i più grandi chef europei, volti a suscitare nei bambini un interesse per la cucina e per l’alimentazione. “Se i bambini imparano ad amare la cucina, il cibo sano e la ginnastica regolare fin dalla tenera età, è molto più facile che continuino a fare queste cose una volta che saranno adulti”, spiega la Commissione.

In occasione della ‘Giornata europea della cucina e dell’alimentazione sana’, i grandi cuochi andranno nelle scuole oppure inviteranno i bambini nei loro ristoranti per spiegare loro come cucinare e mangiare bene. In Italia sono previste iniziative a Parma e a Brescia . Circa 20.000 bambini obesi in tutta Europa soffrono di diabete, mentre 1 milione presenta allarmanti segnali di malattie cardiovascolari e 1,4 milioni ha i primi segni di disturbi del fegato. I bambini adulti hanno più possibilità di diventare adulti obesi, con una maggiore possibilità di avere un cancro, problemi di cuore e depressione.

La Commissione Europea e ETI (Euro Toques International - l’associazione europea degli chef) hanno inaugurato quest’anno un sito web per ragazzi chiamato “Minichef europei” che si prefissa l’obiettivo di lottare l’obesità infantile tramite la promozione di sane abitudini alimentari e in cucina. http://eu.mini-chefs.eu/

L’associazione europea degli chef – di cui Gualtiero Marchesi è Presidente fondatore - fu istituita nel 1986 da Pierre Romeyer, uno dei più grandi cuochi belgi ed aveva come scopo la segnalazione dei rischi derivanti dagli abusi del cibo ma soprattutto dalla mancanza di qualità. Insieme ad altri colleghi europei con i quali condivideva la passione per la professione, istituirono l’Associazione degli chef europei che fu riconosciuta nello stesso anno dall’allora presidente della Commissione Europea, Jaques Delors, come un ente di rappresentanza a difesa della qualità del cibo. Furono così collocati in tutti i paesi membri ristoranti aventi un unico scopo: quello di promuovere e stimolare la cultura della biodiversità e combattere con tutti i mezzi la standardizzazione nell’alimentazione in cucina. L’obiettivo comune agli uffici collocati in tutti i paesi aderenti all’iniziativa è conservare la cultura, i colori, le tradizioni, le identità che si esprimono tramite il linguaggio culinario per non farlo diventare un facile bersaglio della standardizzazione e dell’uniformità.

I governi europei hanno dichiarato che l’obesità costituisce una delle sfide più pressanti per la salute pubblica, particolarmente per i bambini

Il problema dell’obesità, richiama l’attenzione della Commissione Europea in quanto, oltre alle ripercussioni economiche (ad oggi circa il 5% della spesa sanitaria pubblica è dedicata ad affrontare le problematiche derivanti dal soprappeso) ha anche ripercussioni sociali non indifferenti in quanto i soggetti obesi o sovrappeso soffrono anche a livello emotivo. Al fine di affrontare questo problema esteso a tutta l’Unione, la Commissione europea ha lanciato la Piattaforma europea per l’azione sull’alimentazione e l’attività fisica. La piattaforma riunisce rappresentanti chiave a livello UE dei settori alimentare, al dettaglio, di catering e pubblicitario, organizzazioni di consumatori e ONG sanitarie.

Si calcola che ogni anno 400.000 bambini si vengano ad aggiungere ai 3 milioni già obesi. In Europa 1 bambino su 4 è sovrappeso. Spagna, Portogallo e Italia segnalano che oltre il 30 % dei bambini nella fascia di età compresa tra i 7 - 11 anni sono obesi

Tra i fattori che contribuiscono ad aumentare il rischio dell’obesità, ormai noti a tutti, rientrano: somministrazione di alimenti poveri di micronutrienti e ricchi di energia, una vita sedentaria, consumo di bevande zuccherate come i succhi di frutta e bevande analcoliche zuccherate, un marketing aggressivo di alimenti energetici e poveri di micronutrienti e condizioni socioeconomiche avverse. Due sono le strategie per combattere il soprappeso e l’ obesità individuate dalla commissione Europea: la sana alimentazione e l’attività fisica. Le cattive abitudini perciò si possono sconfiggere con la cultura della sana alimentazione recepita fin dall’infanzia considerato anche il rischio, evidenziato dalle ricerche, che un individuo con tendenza all’obesità durante l’infanzia ha più probabilità di consolidare questa tendenza durante gli anni della sua adolescenza e della maturità. In tal senso ci sono studi condotti da parte di alcuni rappresentanti del mondo scientifico europeo che evidenziano per alcuni individui la predisposizione genetica all’obesità, o per tendenza più di altri a conservare il grasso nelle cellule o per disfunzioni congenite che rendono difficile a loro controllare il senso della fame. Secondo i suddetti studi una percentuale che va tra il 40 e il 70 % della massa di grasso presente negli individui obesi è determinata da fattori genetici.

Il progetto Helena si propone l’obiettivo, tramite uno studio multidisciplinare incrociato, di fornire per la prima volta informazioni sullo stato nutrizionale degli adolescenti europei, in un’ età considerata cruciale, durante la quale è opportuno monitorare attentamente i cambiamenti fisiologici e psicologici che vanno ad incidere anche sui bisogni e le abitudini alimentari. Gli aspetti che saranno oggetto di studi approfonditi coinvolgono: informazioni nutrizionali e attitudini alimentari, scelte di cibi e preferenze, rapporto dell’alimentazione con lo sviluppo fisiologico nell’età adolescenziale, presenza di lipidi e profili metabolici, lo stato vitaminico, le funzioni immunitarie legate all’ assunzione degli alimenti, l’attività fisica e il fitness e la loro connessione con le abitudini alimentari, il genotipo (specialmente nell’analisi dei geni dei nutrienti e le interazioni genetiche con l’ambiente circostante).

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