Un Garante nazionale per l’infanzia
Un garante nazionale per l’infanzia e norme piu’ severe per prevenire ed eliminare le violenze sui minori, che si consumano soprattutto in famiglia, a scuola, negli ambienti di lavoro. E anche un protocollo vincolante per le audizioni dei minori, in modo da evitare le difficolta’ incontrate nelle indagini sull’asilo di Rignano Flaminio. E’ quanto hanno chiesto Save the Children e la commissione parlamentare per l’Infanzia, presieduta dalla senatrice Anna Maria Serafini, a conclusione del seminario “La violenza sui bambini e le bambine” che si e’ tenuto a Roma nella biblioteca del Senato. Relatore principale dell’incontro, l’esperto di diritti umani Paulo Sergio Pinheiro, curatore un anno fa di uno studio dell’Onu sulla violenza nei confronti dei minori, secondo il quale milioni di bambini nel mondo sono vittime di abusi e maltrattamenti. “La violenza sui minori e’ un’emergenza globale che riguarda anche le nazioni ricche che si dicono democratiche e tollerano abusi nelle mura domestiche”.
 Secondo il documento, inoltre, i minori non hanno adeguata protezione e tutela giuridica: sono 106 i Paesi che non hanno una legge specifica che vieti le punizioni corporali a scuola, di cui sono vittime oltre 1 miliardo e 250mila bambini.
 Violenze che diventano ancora piu’ feroci per i circa 218 milioni di piccoli lavoratori, 126 milioni dei quali coinvolti in attivita’ rischiose. In particolare, ha rivelato Pinheiro, 5,7 milioni di bimbi sono costretti a lavorare per estinguere un debito, 1,8 milioni sono coinvolti nel giro della prostituzione e della pornografia, mentre almeno 1,2 milioni sono stati nelle mani dei trafficanti di schiavi.
 Tuttavia per l’Italia è difficile avere dati certi sulla tratta dei bambini, mentre recenti studi hanno stimato che tra i 450 e i 500.000 ragazzini tra i 10 e i 14 anni sono costretti a lavorare in attivita’ o imprese di famiglia per poi passare a lavori piu’ pesanti alle dipendenze di parenti o conoscenti.
 “La violenza contro un bambino e’ inaccettabile”, ha commentato la presidente della commissione, “perchè colpisce un individuo particolarmente vulnerabile e dipendente dagli adulti, nei quali ripone totale fiduciaâ€?. Per questo la commissione bilaterale redigera’ un protocollo per le audizioni dei minori che hanno subito violenza .
 Si tratta, ha continuato, di un problema “complesso e globale”, che per questo va affrontato con “un coordinamento internazionale che elimini le gravi violazioni dei diritti dei piu’ piccoli”. La politica “deve fare ancora molto in questo senso”, ha sottolineato, “deve creare un rapporto diretto con loro, assicurare istruzione, condividere le esperienze di altri Paesi e, quando necessario, intervenire in loro sostegnoâ€?. La violenza ai danni dei minori “e’ un problema di tale entita’ e gravita’”, gli ha fatto eco Valerio Neri, direttore generale di Save the Children Italia, “che tutti dobbiamo impegnarci ai massimi livelli per eliminarla, partendo dall’ascolto dei bambini”. Gli Stati, in particolare, ha argomentato, “debbono prevedere leggi e misure per contrastare ogni forma di violenza e assicurare un efficace sistema di protezioneâ€?. Per questo l’organizzazione ha richiesto alla comunita’ internazionale la nomina di “un rappresentante speciale delle Nazioni Unite che guidi un’azione globale per fermare le violenze contro i bambini”, oltre “alla messa al bando di tutte le forme di violenza ai danni di minori in qualsiasi nazione si verifichino”.
 Per l’Italia, invece, Save the Children ha auspicato l’istituzione di un garante per l’infanzia e “misure chiare” per contrastare le violenze. Torture, lavoro coatto, sfruttamento sessuale, pratiche tradizionali come le mutilazioni sessuali, matrimoni precoci, stupri, omicidi, gravi atti di bullismo sono le principali forme che puo’ assumere l’abuso. La famiglia, il posto di lavoro, la comunita’ di appartenenza sono i luoghi in cui solitamente la violenza si consuma, ad opera principalmente di genitori, compagni di scuola, insegnanti, datori di lavoro. Si stima che ogni anno 275 milioni di bimbi assistono a episodi di violenza e maltrattamenti nelle mura di casa, con conseguenze psicologiche devastanti che possono segnare per tutta la vita. In Italia, sarebbero circa 1 milione i minori che sperimentano questa forma di violenza assistita. Ma in famiglia si consumano anche abusi e violenze sessuali: da studi condotti in 21 Paesi industrializzati circa il 36% delle donne e il 29% degli uomini ha dichiarato di averne subiti durante l’infanzia.
 Nei Paesi in via di sviluppo, invece, bambini e bambine sono maggiormente vittime di violenze legate a pratiche tradizionali come la mutilazione genitale e le fasciature immobilizzanti per le bambine, ma anche marchiature, riti di iniziazione, matrimoni precoci, esorcismi. Poi c’e’ la violenza di strada, acuita dalla rivalita’ tra bande o dalla pesante repressione delle forze dell’ordine, che puo’ essere alimentata dal consumo di droghe e alcol, e dal possesso di armi: nel 2002 sono stati 53.000 gli assassinati tra gli 0 e i 17 anni. (AGI)