VERSO COPENHAGEN – GREENPEACE e WWF

“IL TESTO DEL TRATTATO SUL CLIMA DELLA SOCIETA’ CIVILE,
EQUO ED EFFICACE,
CONSEGNATO AI NEGOZIATORI”
 

Nel percorso verso il Summit sul clima di Copenhagen, Greenpeace e WWF si sono impegnate, insieme ad altre associazioni internazionali, per stilare un proprio “Trattato sul Clima per Copenhagen”: il lungo testo, che è stato già distribuito ai negoziatori di 192 paesi, ha impegnato per  un anno le principali associazioni mondiali che si occupano delle politiche climatiche.
Il documento contiene un vero e proprio testo legislativo che evidenzia gli elementi chiave necessari per concludere un accordo globale equo e ambizioso, in grado di mantenere gli impatti dei cambiamenti climatici al di sotto dei livelli di rischio inaccettabili identificati dalla maggior parte degli scienziati. Dopo aver considerato le osservazioni e i contributi giunti da vari esperti è in preparazione un testo affinato del trattato che verrà presentato nel corso delle prossime sessioni negoziali, prima dell’appuntamento clou per il Summit di Copenaghen a dicembre.
 

Il documento descrive il percorso che il mondo dovrebbe avviare per evitare cambiamenti climatici catastrofici, riconoscendo che l’incremento delle temperature globali deve mantenersi al di sotto dei 2 gradi centigradi. Si stabilisce un tetto globale alle emissioni – e un idoneo budget di carbonio – e si spiega in dettaglio come i Paesi in Via di Sviluppo e quelli industrializzati possano contribuire alla salvezza del pianeta e delle popolazioni, coerentemente con i propri mezzi e le proprie responsabilità. Il documento  mostra infine come i Paesi più poveri e vulnerabili del mondo possono essere protetti e risarciti. 

“E’ la prima volta nella storia che una coalizione di gruppi della società civile fa un passo di questo genere. Abbiamo stilato quello che a oggi è il più coerente documento legislativo che mostri soluzioni per il clima bilanciate e credibili, basate sull’equità e la scienza” – ha dichiarato Mariagrazia Midulla, Responsabile Clima ed Energia del WWF Italia.
“Abbiamo posto al centro di questo Trattato la protezione del clima insieme a quella del pianeta e delle popolazioni di tutto il mondo e ci aspettiamo che i governi facciano altrettanto – ha dichiarato Francesco Tedesco, Responsabile Energia e Clima di Greenpeace. “Ciò di cui abbiamo bisogno per raggiungere a Copenaghen l’accordo ambizioso che il mondo sta aspettando è una semplice operazione di ‘copia-incolla’ di questo testo”.
Il Trattato chiede un accordo legalmente vincolante che consista di 3 parti: l’aggiornamento del protocollo di Kyoto per rafforzare gli obblighi dei Paesi industrializzati; un nuovo protocollo di Copenhagen che contenga impegni legalmente vincolanti per i Paesi industrializzati, compresi gli USA, e stabilisca percorsi a basso contenuto di carbonio per i Paesi in Via di Sviluppo, sostenuti dal mondo industrializzato; un insieme di decisioni che prepari il terreno di lavoro per i prossimi 3 anni.
L’adattamento è un’altra componente chiave del Trattato che definisce una Adaptation Action Framework (Piano d’azione per l’adattamento) che include sussidi, indennità e compensazioni per i Paesi più vulnerabili. “L’aiuto ai Paesi più poveri e vulnerabili del Pianeta per affrontare gli impatti dei cambiamenti climatici ormai inevitabili è un elemento cruciale. Senza un Trattato ambizioso ed efficace a Copenhagen andremo sempre più incontro a guerre per le risorse, sconvolgimenti, rifugiati ambientali e catastrofi naturali” sottolineano WWF e Greenpeace.
 

Il Trattato sul Clima per Copenhagen include i seguenti punti:
- Le emissioni globali di carbonio per il 2020 da tutte le fonti di gas serra  non dovrebbe superare 36.1 Gt CO2e (equivalenti), portando le emissioni al di sotto dei livelli del 1990 ed entro il 2050 dovrebbe essere ridotto fino a 7.2 Gt CO2e, in altre parole dell’80% al di sotto dei livelli del 1990.
- La proposta di una nuova istituzione – la Copenhagen Climate Facility – per gestire i processi per il taglio delle emissioni, l’adattamento e la protezione forestale secondo il nuovo trattato globale.
- La ricetta per un piano di azioni a lungo termine sia per i paesi sviluppati (Zero Carbon Action Plans, ZCAPs) che per quelli in via di sviluppo (Low Carbon Action Plans, LCAPs).
- Obiettivi vincolanti per i Paesi di più recente sviluppo (NICs) - come Singapore, Corea del Sud e Arabia Saudita - in linea con il principio della Convenzione di stabilire responsabilità e capacità comuni ma differenziate.
 

Per giungere ad un accordo ambizioso ed efficace a Copenaghen, Greenpeace e WWF chiedono che:
- I Paesi industrializzati, come gruppo, si impegnino a ridurre le proprie emissioni di gas serra di almeno il 40% entro il 2020, rispetto ai livelli del 1990.
- I Paesi industrializzati, come gruppo, si impegnino a fornire risorse finanziarie addizionali ai Paesi in Via di Sviluppo pari ad almeno 150 miliardi di dollari all’anno (fino al 2020) per supportare la transizione verso un sistema energetico pulito basato su fonti rinnovabili, per fermare la distruzione delle foreste tropicali e per misure di adattamento agli inevitabili impatti del cambiamento climatico.
- I Paesi in Via di Sviluppo si impegnino a ridurre la crescita delle proprie emissioni del 15-30% al 2020 rispetto a uno scenario “business-as-usual”.
- Soluzioni pericolose, come ad esempio l’energia nucleare, non rientrino tra le opzioni finanziabili all’interno del Protocollo di Kyoto per ridurre le emissioni.
- La deforestazione (e le emissioni ad essa associate) sia fermata in tutti i Paesi in Via di Sviluppo al più tardi entro il  2020. L’obiettivo “Deforestazione ZERO” deve essere raggiunto già entro il 2015 in Amazzonia, Congo e Indonesia.
 

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