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Per quanto tempo dobbiamo conservare i documenti?
30/7/2006
Per quanto tempo dobbiamo conservare i documenti?Ogni tanto viene a tutti il raptus di riordinare il nostro cassetto dei documenti: archiviare o buttare le ricevute? Attenzione, dobbiamo sapere che per alcuni è opportuno conservarli per un certo periodo di tempo.
Dichiarazioni IVA e MULTE
Vanno conservate per 10 anni.
Dichiarazioni dei REDDITI
Vanno conservate per 6 anni.
BOLLETTE della LUCE, GAS, TELEFONO e ACQUA
Vanno conservate per 5 anni.
IMPOSTE COMUNALI e RICEVUTE CONDOMINIALI
Vanno conservate per 5 anni.
BOLLO AUTO
Va conservato per 3 anni successivi alla scadenza.
RATE del MUTUO, PREMI ASSICURATIVI, SPESE MEDICHE e ONERI PREVIDENZIALI
Vanno conservati per 1 anno.
RICEVUTE dei VERSAMENTI dei CONTRIBUTI PREVIDENZIALI
Vanno conservate fino alla data di raggiungimento della pensione.
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cinemà
30/7/2006
CINEMA
In questa pagina trovate i link ai siti dei film. E le sale cinematografiche di Roma dove vengono proiettati.
Buona navigazione e….buona visione!
Le sale cinematografiche di Roma
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Pedagogista: sentinella dei più piccin
28/7/2006
Pedagogista: sentinella dei più piccini di Raffaella Del Core
Ma che cosa fa mai questo misterioso pedagogista che, ci dicono, è una via di mezzo tra lo psicologo e il pedagogo di antica memoria? Giacomino ha girato la domanda a uno di loro. Eleonora Mingoia lavora al Comune di Roma ed è piccola e morbida come la fatina azzurra della disneyana Bella addormentata nel Bosco. Quando parla, è un fiume in piena, e al contempo fa scarabocchi e disegnini su appunti e quadernetti nel suo piccolo studio pieno di libri per bambini e burattini.
“Che cosa fate voi pedagogisti per migliorare la vita dei bambini e quindi anche quella dei loro genitori?
Il nostro compito è di osservare che tutto fili liscio nello sviluppo cognitivo e nell’apprendimento dei bambini dai sei mesi ai quattordici anni. Lavoriamo con penna, blocchetto e questionari. Prendiamo nota di come un bimbo si muove, di come si relaziona con gli altri bambini, di come gioca o studia. Ma ci occupiamo anche delle attività extrascolastiche (arte, musica, recitazione), del disagio fisico (gli handicap), dell’alimentazione.
“Ci spieghi meglio”
Il pedagogista, nelle scuole (quando c’è, n.d.r.) è un po’ come il semaforo verde e giallo: funge da campanello d’allarme. Il bambino che presenta qualsiasi problema - dalla dislessia alla difficoltà a concentrarsi - viene da noi individuato e indirizzato allo specialista giusto: psicologo, logopedista, educatore, assistente sociale.
“Insomma un aiuto concreto per le mamme che qualche volta, disorientate, non sanno dove portare il figliolo svogliato, disattento, iperattivo, apatico?”
Sì, ma siamo anche una sorta di guida per gli insegnanti che per spiegare un problema di matematica o una bella poesia usano, naturalmente, lo stesso metodo per la classe intera. Compito di noi pedagogisti è, invece, fare di ogni piccolo un universo a sé. Infatti ogni bimbo è diverso, ognuno apprende in modo differente e noi cerchiamo di capire il suo codice e di incentivarlo.
“Ogni scuola ha il suo pedagogista?”
No, per ora no, purtroppo, ma stiamo lavorando per esserci.
“Allora, dove potete essere rintracciati?”
Nelle Asl, ad esempio. Oppure negli ospedali, al Comune, alla Regione.
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L’Ospedale di Pierina
28/7/2006
L’Ospedale di Pierina
I pazienti? Bambole, orsacchiotti e trenini
Scendendo, dal Quirinale, giù per la via IV Novembre e imboccando la via di Magnanapoli (una rampa di scale che sbocca su piazza Venezia), al numero 9, c’è un piccolo negozio di souvenir, uno come tanti, polverosetto, con una cert’aria modesta d’altri tempi. Se alzate lo sguardo sopra al moderno neon, leggerete una scritta vecchiotta: “Riparazioni bambole”. Quel bugicattolino zeppo di busti di Beethoven e di colossei alti pochi centimetri, infatti, custodisce nel retrobottega un “Ospedale della bambole”. E’ Pierina Cesaretti, da 13 anni, il primario del nosocomio per pupattole e orsacchiotti e si vede da come mostra le sue damine belle come raggi di sole che veste il camice con passione. “Aggiustiamo bambole vecchie e nuove, da pochi soldi o rarità, mettiamo parrucche bionde e brune, persino di capelli veri, ricuciamo occhi ai peluche, ripariamo trenini e burattini, insomma cerchiamo di rimettere a posto tutti i balocchi che ci portano”, dice la dottoressa della bambole, mentre mostra a chi scrive, aprendo una vetrina, i ferri del mestiere: scarpe piccole come ditali, calzette rosa e celesti, treccine e code di cavallo, e poi braccini, visetti, mutande in pizzo, calotte di crani per bambolotti. “Servono per rimettere a nuovo le bambole”, dice la Pierina e per rendere l’idea mi fa vedere i sacchetti che contengono le pupattole rovinate dall’incuria, dal tempo, dai dispetti di generazioni. Ci sono vecchie signorine con la testolina di bisquit e il sempreverde Cicciobello, c’è la bambola parlante con un microfono nel pancino e quella i cui occhioni blu fanno flap flap e si capisce che doveva essere civettuola anche dall’abitino di merletto che porta, nonostante il nerume della polvere. “Devo rifarle il vestito”, mi dice la Pierina leggendomi nel pensiero e mi fa vedere le fotografie delle sue pazienti restaurate, le perle più preziose: vezzose damine, morbidi bebè, tristi pierrot. C’è persino una scimmietta dispettosa che piaceva tanto anche a lei, alla Pierina, signora delle bambole.
L’Ospedale della Bambole di Pierina Cesaretti è in Via Magnanapoli, 9 tel: 066790058
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chiedilo a zio albert
28/7/2006
Mamma, perché si muore?
Come rispondere alle domande difficili dei bambini
In Gran Bretagna è uscito un libro prezioso (si intitola “Ask uncle Albert”, cioè chiedilo allo zio Albert, il quale - s’intende - sarebbe Einstein) che insegna ai genitori a rispondere a tono alle domande difficili (e scientifiche) poste dai loro bambini. Interrogativi da panico, del tipo perché brillano le stelle oppure perché l’acqua è liquida o che cos’è il Dna. Russel Stannard, professore di fisica nucleare, risponde con semplicità e senso dell’umorismo e i genitori, commossi, ringraziano. Vi è mai capitato ad esempio che la creatura vi chieda perché, incidenti e malattie a parte, si muore? Una domandina niente male alla quale il nostro risponde così: “Ritengo che la ragione fondamentale sia che le persone si consumino”. Il cuore, per esempio. Funge da pompa per tutto il sangue che ci corre su e giù per il corpo. Continua: “Ogni secondo un battito. Il che significa - spiega l’autore - che, all’età di 70 anni, ha pompato 2 mila milioni di volte. Non sorprende che sia quasi ora di far le valigie”. Una macchina perfetta, il cuore, commenta Stannard e conclude: “Quanto vorrei che le macchine fatte dagli uomini resistessero così a lungo e senza manutenzione!”. Impossibile, aggiunge chi scrive, che - ohilui - ha appena ritirato dal meccanico la bicicletta, bucata per l’ennesima volta tra gli asfalti romani. Torniamo a Stannard che, alla spiegazione scientifica più che chiara, aggiunge un’osservazione più che ragionevole. E cioè che se nessuno morisse, non ci sarebbe più vita perché il mondo sarebbe sovraffollato e nessuno avrebbe da bere o da mangiare. Infatti, prosegue Stannard: “Dal punto di vista dell’evoluzione, è fondamentale che si muoia per far posto alle nuove generazioni. E’ strano, ma vero: la morte è un’importante parte della vita”. Per finire in bellezza, una curiosità. Stannard racconta che, nel nostro codice genetico “che stabilisce come devono essere fatte le diverse parti del nostro corpo ci sia anche un codice che dice al nostro corpo quando dovrebbe morire”.
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Babbo Natale esiste. Ed ha un budget!
28/7/2006
Babbo Natale esiste. Ed ha un budget!
Intervista alla dottoressa Maria Rita Parsi
Chi è Babbo Natale?
E’ colui che dona. Babbo Natale è il grande padre di tutti i padri. E’ una sorta di Dio minore. E’ un padre single: un immagine maschile e femminile insieme che porta i regali ai bambini.
Babbo Natale, però, in linea con i tempi moderni, riceve, spesso, richieste un po’ troppo costose.
Se i bambini hanno dietro degli adulti coscienti che sanno che tipo di danni può provocare spostare sui regali, per giunta costosissimi, il valore del Natale, sanno che Babbo Natale può portare i regali che può portare, e di fronte ad una richiesta esagerata si sentiranno rispondere: Scusa, ma non è possibile, hai chiesto un regalo troppo grosso.
Così, anche Babbo Natale ha un budget?.
Certamente. E se un bambino - riempito di regali tutto l’anno - riceve anche il regalo supercostoso a Natale, beh, più che alla magia di Babbo Natale crederà alla magia dei quattrini.
Ad un certo punto, però, i bambini cominciano a sospettare qualcosa. E arriva impietosa la domanda: Mamma, papà, è vero che Babbo Natale non esiste? Che siete voi che mettete i regali sotto l’albero?
Che dolore per i bambini! Ma, perché anche i piccoli mettano i piedi per terra senza perdere il loro mondo di magia e di affetti – che deve continuare ad avere un dignitoso spazio di esistenza – si può rispondere che c’è un Babbo Natale che vola in cielo con la slitta e le renne e che è il nostro desiderio, la nostra fantasia, e poi ci sono tante persone che indossano il vestito di Babbo Natale, e sono in carne e ossa. E questo non significa, certo, dire delle bugie ai bambini.
Quando i genitori sono separati anche i regali, spesso, arrivano separati.
Purtroppo è così. Ma questo non deve accadere perché innesca meccanismi dannosi per il bambino che sente di essere amato di più dal genitore che spende di più per lui.
Anche se mamma e papà sono separati, è necessario che i regali di Natale siano concordati e soprattutto limitati. Spesso, infatti, la corsa a chi fa più regali è soltanto il frutto della sfida fra i genitori: io faccio più regali e quindi amo di più, non sono molto presente ma ripago con i miei regali.
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ATTENZIONE, ARRIVA UN CORPO ESTRANEO!
28/7/2006
ATTENZIONE, ARRIVA UN CORPO ESTRANEO!
di Manuela Scopone
Sempre più spesso si sente parlare di allergie e quando, sfortuna o predisposizione familiare vuole, ci si imbatte nel vasto capitolo delle malattie allergiche, si scopre un universo sconfinato nel quale si entra e non si sa quando se ne uscirà.
Le cose da dire e da sapere sarebbero molte, ma cerchiamo di fare chiarezza su alcuni punti attraverso le parole di chi combatte quotidianamente le sostanze allergiche sul campo.
“I sintomi più evidenti che fanno ipotizzare una allergia sono quelli cutanei e respiratori” puntualizza Valeria Tromba, pediatra al Pronto Soccorso del Policlinico di Roma, “Le reazioni eritematose tendono a scomparire spontaneamente e a ricomparire. Per quanto riguarda i sintomi respiratori, il discorso è più complesso, in quanto richiedono una terapia più immediata e mirata: difficoltà respiratoria, tosse stizzosa, fischi e sibili respiratori.”
Quanto influisce la predisposizione familiare nell’insorgere dell’allergia?
“La predisposizione genetica certamente influisce. Non si parla di predisposizione all’asma, ma ad avere malattie allergiche. La predisposizione alle patologie allergiche è sicuramente più alta se in famiglia ci sono già altri casi, specialmente entrambi i genitori sono allergici e se c’è anche un fratello allergico.”
Si può fare prevenzione per le allergie?
Si. Ci sono accorgimenti abbastanza semplici, ad esempio non fumare. Se l’allergia è accertata, bisogna poi prendere provvedimenti verso gli acari della polvere: non utilizzare materassi di lana o servirsi dei prodotti antiallergici. E’ buona norma evitare cibi con conservanti o coloranti, bevande gassate, caramelle, a meno che non ci sia anche un’allergia specifica al latte o all’uovo. In quel caso bisogna seguire una dieta ad eliminazione. I bambini possono manifestare crisi allergiche anche in seguito a malattie virali.
COSA SONO GLI ALLERGENI
A Patrizia Lucenti, una delle più strette collaboratrici della Prof. Luisa Businco (scomparsa prematuramente lo scorso dicembre), responsabile del servizio speciale di Allergologia e Immunologia della clinica pediatrica del Policlinico Umberto I di Roma, chiediamo:
Cosa si intende per allergia?
L’allergia è una reazione abnorme verso sostanze che non danno normalmente in soggetti “normali”, che vengono a contatto con l’organismo, sia sotto forma di alimenti, sia di inalanti. Si può avere un organo bersaglio che accusa l’allergia in corso, problemi respiratori, gastrointestinali, oppure cutanei.
Quali sostanze diventano più facilmente “allergeni”?
Gli allergeni per eccellenza sono alimentari e inalanti. I bambini iniziano generalmente con un’allergia alimentare. Il primo allergene verso cui si reagisce sono le proteine del latte vaccino, poi l’uovo e il pesce. Si può essere allergici comunque, a qualsiasi sostanza. Per le allergie inalanti, il responsabile per eccellenza è l’acaro, anche perché è presente in tutte le case.
Come avviene l’identificazione dell’allergene e quali sono i test più utilizzati?
I test principali sono due: quelli cutanei (prick test) e il RAST. Un aspetto che mi preme ribadire è che la diagnosi di allergia è clinica, in quanto anche i test a volte non rispondono bene. Bisogna pertanto unire tutti gli elementi e solo alla fine si fa una diagnosi.
Quale consiglio può indicare ai genitori che valga sempre, con o senza predisposizione allergica?
La prevenzione dell’allergia è fondamentale. Noi abbiamo istituito un programma di prevenzione da far iniziare alle mamme sin dal primo giorno di vita del bambino. Ovviamente parliamo di bambini predisposti a malattie allergiche. Le due situazioni però non si possono accomunare: il bambino predisposto è bene che segua il programma, per gli altri non è possibile consigliare le stesse cose, se non l’importanza di un ambiente idoneo e l’abolizione del fumo di sigaretta, in quanto inalato passivamente riduce le capacità di difesa delle vie respiratorie.
NUMERI UTILI
1.- Servizio Speciale di Allergologia e Immunologia della clinica pediatrica del Policlinico Umberto I Universita La Sapienza di Roma- v.le Policlinico, 155 Tel.06492181- 4997087
2.Reparto Immuno-Allergologia dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù- P.zza S.Onofrio, 4 Tel.0668592236
3.Ambulatorio di Allergologia - Istituto Dermopatico dell’Immacolata – via Monti di Creta, 104 Tel.0666464651
4.- Allergologia respiratoria – Ospedale Forlanini – via Portuense, 332 Tel. 0655180527
5.- Ambulatorio di Allergologia – Ospedale S.Gallicano- via S.Gallicano, 25/A Tel.0658543629-23
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Latte? No grazie
28/7/2006
Latte? No grazie
Una mamma, lettrice di Giacomino, ci scrive la sua odissea (e quella della sua bambina) alla ricerca della causa che scatenano l’allergia della piccola Martina.Da questa lettera, Giacomino ha preso spunto per far luce sui centri che, a Roma, si occupano di allergie.
Un rapido esame alle guancine arrossate di Martina e il pediatra diagnostica una dermatite atopica da allergia alle proteine del latte vaccino. Martina aveva allora poco più di un mese e prendeva da me 6-7 poppate al giorno. In quella occasione scoprii di essere una bevitrice di latte superiore alla norma e non riuscendo ad accettare né il tè né la camomilla ( di prima mattina, orrore!) passai al latte di capra, alle fette biscottate solo Mulino Bianco, ai savoiardi solo GS e ai pavesini. Al posto delle paste alla crema e alla panna solo ciambelline al vino e ventagli. Niente formaggi né carne di vitella. Quanto a Martina, via i prodotti a marchio Fissan e Saugella. Nel giro di poche settimane le sue guancinetornarono bianche e lisce così pure il retro delle orecchie e gli incavi dei gomiti e delle ginocchia. Il problema sembrava risolto fino a quando non abbiamo iniziato lo svezzamento. Nonostante il latte HA (ipoallergenico) e la mia estrema cautela nell’introduzione di nuovi cibi ogni quattro settimane circa, tutto il corpo di Martinatranne il tronco si riempie di macchie rosse, ruvide e rialzate per fortuna non pruriginose. Variare la sua alimentazione è per me diventato un incubo anche perché la sua allergia è “ritardata” ovvero le macchie compaiono solo a distanza di giorni dall’introduzione dell’alimento responsabile, inoltre, mi spiega il pediatra, Martina potrebbe essere vittima di allergie incrociate! Ho cambiato due volte marca di omogeneizzati (attenzione ai Gerber) e tre volte pastina (le pastine dei vecchi lotti della Plasmon possono contenere proteine del latte non dichiarate perché allora la legge lo consentiva). Per fortuna Martina cresce bene e sembra non risentire della sua allergia. Andiamo avanti con antistaminici, olii e creme perché non intendo ancora sottoporla alle prove allergiche, e se per il momento le guancine di Martina sono rosse e ruvide, non importa perché compensa con due meravigliosi occhioni azzurri.
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ATTENZIONE, ARRIVA UN CORPO ESTRANEO!
28/7/2006
ATTENZIONE, ARRIVA UN CORPO ESTRANEO!
di Manuela Scopone
Sempre più spesso si sente parlare di allergie e quando, sfortuna o predisposizione familiare vuole, ci si imbatte nel vasto capitolo delle malattie allergiche, si scopre un universo sconfinato nel quale si entra e non si sa quando se ne uscirà.
Le cose da dire e da sapere sarebbero molte, ma cerchiamo di fare chiarezza su alcuni punti attraverso le parole di chi combatte quotidianamente le sostanze allergiche sul campo.
“I sintomi più evidenti che fanno ipotizzare una allergia sono quelli cutanei e respiratori” puntualizza Valeria Tromba, pediatra al Pronto Soccorso del Policlinico di Roma, “Le reazioni eritematose tendono a scomparire spontaneamente e a ricomparire. Per quanto riguarda i sintomi respiratori, il discorso è più complesso, in quanto richiedono una terapia più immediata e mirata: difficoltà respiratoria, tosse stizzosa, fischi e sibili respiratori.”
Quanto influisce la predisposizione familiare nell’insorgere dell’allergia?
“La predisposizione genetica certamente influisce. Non si parla di predisposizione all’asma, ma ad avere malattie allergiche. La predisposizione alle patologie allergiche è sicuramente più alta se in famiglia ci sono già altri casi, specialmente entrambi i genitori sono allergici e se c’è anche un fratello allergico.”
Si può fare prevenzione per le allergie?
Si. Ci sono accorgimenti abbastanza semplici, ad esempio non fumare. Se l’allergia è accertata, bisogna poi prendere provvedimenti verso gli acari della polvere: non utilizzare materassi di lana o servirsi dei prodotti antiallergici. E’ buona norma evitare cibi con conservanti o coloranti, bevande gassate, caramelle, a meno che non ci sia anche un’allergia specifica al latte o all’uovo. In quel caso bisogna seguire una dieta ad eliminazione. I bambini possono manifestare crisi allergiche anche in seguito a malattie virali.
COSA SONO GLI ALLERGENI
A Patrizia Lucenti, una delle più strette collaboratrici della Prof. Luisa Businco (scomparsa prematuramente lo scorso dicembre), responsabile del servizio speciale di Allergologia e Immunologia della clinica pediatrica del Policlinico Umberto I di Roma, chiediamo:
Cosa si intende per allergia?
L’allergia è una reazione abnorme verso sostanze che non danno normalmente in soggetti “normali”, che vengono a contatto con l’organismo, sia sotto forma di alimenti, sia di inalanti. Si può avere un organo bersaglio che accusa l’allergia in corso, problemi respiratori, gastrointestinali, oppure cutanei.
Quali sostanze diventano più facilmente “allergeni”?
Gli allergeni per eccellenza sono alimentari e inalanti. I bambini iniziano generalmente con un’allergia alimentare. Il primo allergene verso cui si reagisce sono le proteine del latte vaccino, poi l’uovo e il pesce. Si può essere allergici comunque, a qualsiasi sostanza. Per le allergie inalanti, il responsabile per eccellenza è l’acaro, anche perché è presente in tutte le case.
Come avviene l’identificazione dell’allergene e quali sono i test più utilizzati?
I test principali sono due: quelli cutanei (prick test) e il RAST. Un aspetto che mi preme ribadire è che la diagnosi di allergia è clinica, in quanto anche i test a volte non rispondono bene. Bisogna pertanto unire tutti gli elementi e solo alla fine si fa una diagnosi.
Quale consiglio può indicare ai genitori che valga sempre, con o senza predisposizione allergica?
La prevenzione dell’allergia è fondamentale. Noi abbiamo istituito un programma di prevenzione da far iniziare alle mamme sin dal primo giorno di vita del bambino. Ovviamente parliamo di bambini predisposti a malattie allergiche. Le due situazioni però non si possono accomunare: il bambino predisposto è bene che segua il programma, per gli altri non è possibile consigliare le stesse cose, se non l’importanza di un ambiente idoneo e l’abolizione del fumo di sigaretta, in quanto inalato passivamente riduce le capacità di difesa delle vie respiratorie.
NUMERI UTILI
1.- Servizio Speciale di Allergologia e Immunologia della clinica pediatrica del Policlinico Umberto I Universita La Sapienza di Roma- v.le Policlinico, 155 Tel.06492181- 4997087
2.Reparto Immuno-Allergologia dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù- P.zza S.Onofrio, 4 Tel.0668592236
3.Ambulatorio di Allergologia - Istituto Dermopatico dell’Immacolata – via Monti di Creta, 104 Tel.0666464651
4.- Allergologia respiratoria – Ospedale Forlanini – via Portuense, 332 Tel. 0655180527
5.- Ambulatorio di Allergologia – Ospedale S.Gallicano- via S.Gallicano, 25/A Tel.0658543629-23
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Lo psicologo di famiglia: fratelli eppure così diversi! (aprile 2000)
28/7/2006
LO PSICOLOGO DI FAMIGLIA
A cura del dott. Silvio Rossi, Psicoterapeuta in Roma Paolo ed Alessandro sono due fratelli, uno di dodici e uno di dieci anni. Per quanto siano della stessa età, abbiano ricevuto dai genitori la stessa educazione, e abbiano frequentato le stesse scuole, loro due sono completamente diversi. Paolo è introverso e riflessivo, Alessandro è aperto e impulsivo. Uno ama la scuola, l’altro vive solo per lo sport. Sono diversi proprio in tutto. Ma com’è possibile – si domandano i genitori - se hanno in sostanza condiviso tutto, hanno avuto le stesse esperienze, le stesse amicizie, gli stessi stimoli?
Premesso che – in tutto il mondo – gli studi su questo argomento sono ancora aperti e in continua evoluzione, facciamo il punto sulle conclusioni alle quali, oggi, sono giunti gli esperti.
In passato si pensava che un bambino alla nascita fosse come una “tabula rasa”, una tavoletta di cera vergine dove non c’era nulla e dove solo le esperienze successive, l’educazione e le influenze sociali avrebbero scritto una storia. Sul versante opposto alla teoria della “tabula rasa” c’era chi sosteneva che le persone nascessero già con un loro bagaglio genetico, determinato e immutabile, e che l’ambiente influisse poco o niente sulla vita dell’individuo. Questi signori si chiamavano “innatisti”, perché affermavano che il patrimonio personale era innato e non appreso.
Nessuna delle due teorie, però, era pienamente soddisfacente. Oggi, infatti, sappiamo che una persona nasce con un suo temperamento, cioè con un insieme di tendenze caratteriali/biologiche che formano il suo corredo innato. Questo corredo è unico ed è come un’impronta che caratterizza il modo d’affrontare il mondo. Accanto a questo, però, l’educazione ricevuta, il legame con i genitori, le esperienze di vita, le amicizie, ecc. si mescolano con il temperamento di base e con la libertà di scelta che ogni persona possiede, facendo sì che il bambino possa diventare un individuo assolutamente originale e distinto da tutti gli altri.
Così – mentre le ricerche su questo argomento continuano - ai genitori di pargoli diversissimi diciamo: i vostri figli – in quanto esseri umani – nascono liberi, autonomi e unici. Non cerchiamo, allora l’omologazione, ma educhiamoli e dirigiamo il loro temperamento verso scopi positivi, cercando di valorizzare al massimo le loro tendenze più originali e più belle. In questo modo ognuno di loro riuscirà a dare il meglio che possiede, realizzando pienamente la propria personalità.
Per contattare il dott. Silvio Rossi potete mandare una e-mail all’indirizzo sirossi@tin.it oppure scrivere alla Redazione di Giacomino smusa@tin.it tel 06.85355576.
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