L’INFLUENZA: epidemia che non c’è?
L’INFLUENZA: epidemia che non c’è?
Intervista alla dottoressa Donatella Bandino, Pediatra di base
Il 13 gennaio – quando Tv e giornali non fanno altro che parlare di epidemia influenzale e di ospedali ko - l’ambulatorio della pediatra di mio figlio è vuoto.
D - Dottoressa Bandino, e dove sono i malati?
R – Non ci sono. Come vede, la sala d’aspetto è vuota.
D – Saranno a letto, con l’influenza?
R – E io non sarei qui, ma in giro a fare visite. Non c’è proprio – almeno finora – questa epidemia tanto strombazzata dalle Tv e dai giornali. Pensi che l’anno scorso, in questo periodo, non facevo altro che correre da un paziente all’altro.
D – Se l’epidemia non c’è, meglio così. Però, parliamone di questa influenza! Perché mamma e papà, quando il piccino ha la febbre e sta mogio mogio, non mangia, non urla e non rovescia ninnoli e giocattoli a terra, si preoccupano.
R – E’ vero. E le dirò di più: spesso, le visite a domicilio servono più a tranquillizzare un genitore particolarmente agitato che a intervenire sul piccolo. Ma anche questo fa parte del nostro mestiere. Perché, tornando all’influenza - se non ci sono complicazioni - le regole da seguire sono sempre le stesse: abbassare la febbre (se è molto alta) con un antipiretico, non forzare il bambino a mangiare, fargli bere molta acqua , non coprirlo troppo, e soprattutto lasciare che si riposi così il suo organismo può combattere da sé il virus.
D – E, invece, quando è il caso di cominciare a preoccuparsi?
R – Quando la febbre – dopo 4 o 5 giorni - non recede nonostante gli antipiretici. Oppure se il bambino è in uno stato di torpore. Se non c’è reazione agli stimoli.
D – Parliamo dei sintomi. Come si manifesta l’influenza di quest’anno?
R – Con febbre molto alta (39-40). Con inappetenza o mal di testa. Oppure con vomito e diarrea: in questo caso la temperatura può anche non aumentare e bisogna far attenzione che il bambino beva molto lentamente.
D – E se, oltre all’influenza, il bambino ha anche mal di gola, o tosse, o mal d’orecchio?
R – In questi casi sarà il pediatra, caso per caso, a prescrivere la terapia più appropriata.
D – Una volta che il bambino ha “sfebbrato”, quando può tornare a scuola?
R – In genere, dopo un paio di giorni che la febbre è andata via e ha ripreso a mangiare e a giocare. Se ci sono complicazioni, però, è meglio aspettare qualche giorno di più prima di fargli riprendere le normali attività scolastiche. Il pericolo, in questo caso, sono le ricadute: otiti, tonsilliti che – vorrei ricordarlo – non vanno mai curate con antibiotici FAI DA TE, cioè somministrati senza la prescrizione del medico.
D – Se l’influenza si manifesta con giramento di testa o dolori addominali, ma senza temperatura alta, cosa fare?
R – In questi casi, quando cioè l’influenza non costringe a restare a letto, è consigliabile dare al bambino qualche ricostituente, per aiutare il suo organismo a combattere il virus. Va bene la Pappa reale, per esempio, o qualche prodotto naturale. Sì anche alle passeggiate al parco, nelle ore più calde. Ricostituenti naturali e aria aperta sono un toccasana anche nella fase della convalescenza.