L’Onu e i diritti del fanciullo: l’Italia sotto esame
Cosa fa l’Italia per i bambini che elemosinano nelle strade? Con quali strumenti lotta contro la pornografia infantile? L’Italia era sotto esame ieri, 16 maggio, a Ginevra dove gli esperti di un apposito comitato dell’Onu hanno attentamente scrutinato le misure in vigore nel Paese per lottare contro la tratta di bambini, pornografia e prostituzione infantile e l’implicazione di minorenni nei conflitti armati. Il Comitato dell’Onu sui diritti del fanciullo ha questionato la delegazione italiana sui primi rapporti periodici del Paese sull’applicazione del ‘Protocollo opzionale alla Convenzione dei diritti del fanciullo, concernente la vendita di bambini, la prostituzione dei bambini e la pornografia rappresentante bambini’ e del ‘Protocollo opzionale sul coinvolgimento dei bambini nei conflitti armati’, due strumenti approvati dall’Onu nel 2000 e ratificati dall’Italia.
Le conclusioni e le osservazioni de Comitato saranno rese note all’inizio del mese prossimo, ma al termine del dibattito, il Comitato ha gia’ indicato che l’Italia appare sulla buona strada.
‘Il governo italiano pensa che tutte le azioni necessarie sono state prese per rispettare pienamente i due Protocolli’, ha affermato il segretario generale del Comitato Interministeriale per i diritti umani e capo della delegazione, signora Sofia Pain presentando i rapporti e le misure adottate dal Paese. Tra queste, una nuova legge (n. 38/2006) approvata quest’anno e ‘considerata dal governo italiano un contributo sostanziale ad un approccio progressivo e positivo in difesa dei diritti dei bambini contro lo sfruttamento sessuale, la pornografia anche tramite l’Internet’, ha aggiunto. La nuova legge - ha spiegato - stabilisce tra l’altro il principio che ogni rapporto sessuale con un minorenne, in cambio di denaro o altri benefici, costituisce un crimine punito con la detenzione (da due a cinque anni). E sulla situazione nel Paese, Sofia Pain ha riconosciuto che ‘molti bambini e adolescenti entrano illegalmente in Italia per essere sfruttati sessualmente nel Paese stesso o in altri Stati europei ‘. La delegazione ha inoltre illustrato i diversi organismi istituzionali volti a proteggere l’infanzia, primo fra tutti il Comitato interministeriale di Coordinamento per la lotta alla pedofilia. Puntigliosi i membri del Comitato hanno chiesto maggiore chiarezza, tra l’altro, sull’effettivo coordinamento tra i diversi organi preposti alla tutela dell’infanzia, sui finanziamenti e sugli aiuti alle vittime.
Presenti nella sala, tra gli osservatori, anche le organizzazioni non governative italiane, riunite nel Gruppo di lavoro per la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. ‘Da un punto di vista legislativo sono stati sicuramente fatti molto passi avanti in Italia’, ha osservato Arianna Saurini, coordinatore della delegazione delle Ong citando tra la l’altro la nuova legge 38/2006 entrata in vigore nel 2006. Resta tuttavia ‘il problema del monitoraggio di queste leggi e dell’uniformita’ dell’applicazione delle leggi a livello nazionale’, ha detto parlando con la stampa. Affrontando il rispetto da parte italiana del Protocollo sull’implicazione dei minori nei conflitti armati, il Comitato ha chiesto informazioni sulle scuole militari e l’eta’.
Riunito in sessione fino al prossimo 2 giugno, il Comitato e’ incaricato di verificare il rispetto della Convenzione dell’Onu sui diritti del fanciullo e dei suoi Protocolli da parte dei Paesi aderenti. Nel corso dell’attuale sessione - precisa una nota dell’Onu - i 18 esperti indipendenti del Comitato esamineranno rapporti d’altri Paesi. Approvata all’unanimita’ dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel novembre 1989, la Convenzione dell’Onu sui diritti del fanciullo e’ entrata in vigore nel settembre del 1990. E’ stata ratificata da 192 Stati.
Solo gli Stati Uniti e la Somalia non vi hanno aderito.