Studio ONU sulla violenza sui bambini - Negli istituti

In tutto il mondo 8 milioni di bambini sono affidati alle cure delle istituzioni, soprattutto se disabili, o poveri o con problemi familiari.
 
Questi bambini sono altamente esposti al rischio di subire violenza da parte di chi dovrebbe prendersi cura di loro e raramente hanno accesso a meccanismi efficaci di protesta.
 
Le violenze possono consistere in:

  

Violenza da parte del personale degli istituti - spesso fatta passare per “disciplina” - compreso il picchiare i bambini con le mani, bastoni e tubi di gomma, sbattergli la testa contro il muro, chiuderli in sacchi di tela, incatenarli ai mobili, rinchiuderli in stanze gelide e lasciarli giacere in mezzo ai propri escrementi. 

Bullismo da parte di altri bambini. Questo fenomeno spesso riflette le “gerarchie” esistenti tra i bambini in questi posti. I bambini disabili, appartenenti a minoranze etniche o che sono considerati per qualche ragione diversi sono maggiormente esposti al rischio di violenza, sia da parte dei coetanei che da parte di coloro che dovrebbero prendersene cura. 

Violenza mascherata come terapia per i bambini disabili. Alcuni bambini, a volte di soli nove anni, hanno subito trattamenti elettro-convulsivi, senza che fossero utilizzati rilassanti muscolari o fossero anestetizzati. Possono anche essere utilizzate droghe per controllare il comportamento dei bambini. 

Abbandono. In molte strutture di accoglienza per bambini disabili non è prevista alcuna attività didattica, di svago o di riabilitazione psico-motoria.

 

Secondo le stime, circa un milione di bambini nel mondo si trovano in istituti di detenzione. La maggior parte erano al primo reato commesso e sono accusati di reati minori o veniali; molti sono accusati di essersi assentati da scuola o sono senza casa. In molti paesi, la maggior parte è solo in attesa di giudizio. Questi bambini sono esposti a rischi di:

 

Violenza da parte del personale carcerario, spesso esercitata come forma di controllo. In almeno 77 paesi le punizioni corporali sono legalmente consentite all’interno degli istituti di detenzione. In almeno 31 paesi e territori è ammesso condannare i bambini a pene corporali. I bambini possono essere picchiati, frustati, legati e sottoposti a trattamenti umilianti. Le bambine che si trovano all’interno di strutture di detenzione sono particolarmente esposte al rischio di subire abusi, specialmente se sorvegliate da personale carcerario maschile.

Violenza da parte delle forze di polizia, sia quando i bambini vengono presi in custodia sia quando sono detenuti. A volte la violenza sui bambini è utilizzata per estorcere confessioni o durante gli interrogatori.

Detenzione insieme agli adulti, malgrado la Convenzione sui diritti dell’infanzia richieda strutture separate. Questa situazione espone i bambini al rischio di violenze, anche sessuali, da parte dei detenuti adulti.

 

Raccomandazioni:

 

Avere come priorità quello di preservare l’unità familiare. Quando è necessaria una tutela al di fuori delle mura domestiche, fare ricorso ad alternative ricorrendo a familiari e alla comunità locale, facendo sì che l’inserimento in istituto sia considerato solo in ultima istanza e solo se ritenuto appropriato per il singolo bambino. 

Depenalizzare quei reati che costituiscono crimini solo perché commessi da bambini, come ad esempio l’assenza ingiustificata da scuola e la fuga da casa, e i comportamenti legati alla sopravvivenza come chiedere l’elemosina, rovistare tra i rifiuti o vagabondare. 

Istituire meccanismi efficaci per segnalare situazioni di disagio e pericolo, per indagare e fare rispettare le leggi e assicurare che i bambini in istituto, siano esse strutture di cura o di detenzione, siano a conoscenza dei loro diritti. 

Assicurare il monitoraggio efficace e l’accesso regolare alle istituzioni di cura e di giustizia da parte di organi indipendenti. Creare meccanismi sicuri che consentano ai bambini e ai loro rappresentanti di poter segnalare facilmente e in maniera sicura le situazioni di disagio e di pericolo.

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