Morire di tetano: una storia banale in Liberia

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Da noi in Italia, e nel resto del mondo occidentale, il tetano è ormai soltato il nome di un vaccino che facciamo da piccoli, seguito da periodici richiami. Magari sappiamo che si tratta di un’infezione derivante da ferite anche banali, ma che cosa realmente succeda ad una persona affetta da tetano io l’ho scoperto soltanto andando in visita in Liberia.

Il mio viaggio in Liberia prevedeva di visitare i progetti di MSF, parlare con i nostri colleghi e con i pazienti, raccogliere storie legate all’enorme emergenza sanitaria che ancora esiste nel paese, malgrado la guerra sia finita da tre anni. Ovviamente i problemi sono tanti e tutti estremamente gravi: dalla malaria che conta per circa il 18% delle morti, al diffondersi dell’HIV, alle molte complicazioni legate alla gravidanza e al parto. Ma una delle storie che mi ha colpito di più è stata quella di un paziente affetto da tetano, di cui mi ha parlato con grande sollecitudine uno dei nostri dottori, Jochen Hahn, che lavora all’ospedale di Buchanan, nella contea di Gran Bassa, a sud della capitale Monrovia.

Lo scorso luglio, Jochen ha trovato Easter Kotee, un giovane di 22 anni, al lato della strada che passa per il paese di Korchution, mentre si dirigeva per la periodica visita settimanale alla clinica di Sayah. Alcune persone del suo villaggio l’avevano portato lì, sapendo che quel giorno l’auto di MSF sarebbe passata. Il giovane si era procurato un taglio alla mano un paio di settimane prima. La ferita era guarita senza alcun problema, ma lui non era mai stato vaccinato contro il tetano. Negli ultimi giorni aveva cominciato a sentire i muscoli del corpo sempre più tesi e nel giro di tre giorni era andato rapidamente peggiorando, il suo corpo sembrava contrarsi sempre di più.

Jochen mi ha mostrato una fotografia di quando hanno caricato il giovane sull’auto per portarlo all’ospedale ed era impressionante: il corpo era talmente irrigidito che avrebbero potuto sollevarlo semplicemente prendendolo per la testa da un lato e per i piedi dall’altro.

Per inciso la spiegazione medica è la seguente: quando ci procuriamo un taglio, alcuni batteri penetrano nella ferita, generando una tossina che altera i cosiddetti neuroni inibitori legati al sistema muscolare. Di conseguenza i muscoli cominciano a contrarsi, si parte da quelli della faccia che si tendono in un sorriso fisso e artificiale e poi al resto del corpo. Quando il processo ha inizio, lo sviluppo è molto rapido fino ad arrivare a problemi respiratori, in quanto i muscoli del torace si contraggono sempre di più e portano il malato prima alla paralisi e poi ad una terribile morte per soffocamento. Per fortuna non è stata questa la fine del nostro paziente, anche se ci è arrivato davvero molto vicino!

Appena raccolto Easter, lo staff di MSF è tornato indietro e lo ha portato all’ospedale del governo a Buchanan. Era il 27 luglio. Sfortunatamente, però la capacità dell’ospedale locale di rispondere all’emergenza era stata sopravvalutata. Una volta che i sintomi del tetano iniziano, la mortalità è del 90%, a meno che non si possa rapidamente intervenire con un respiratore e con una cura intensiva anti-tetano. Ma siamo in Liberia. Il personale dell’ospedale ha iniziato il trattamento con antibiotici e mettendo il malato in isolamento e nell’oscurità affinché il corpo potesse rilassarsi. Ma non gli hanno dato alcuna cura anti-tetano per altri due giorni, perché il paziente non poteva permettersi di comprare quanto necessario.

Quando Jochen è andato a visitarlo due giorni dopo, il paziente gli ha dato un foglio che a sua volta gli era stato dato dal personale dell’ospedale con la ricetta per il medicinale necessario, pregando MSF di comprarlo per lui. A quel punto Jochen ha preso in mano la situazione e ha dato immediatamente al malato la cura piú forte contro l’infezione. Per fortuna Easter è un uomo forte e giovane, dopo due giorni già stava migliorando, dopo circa nove giorni era già completamente guarito e l’8 agosto poteva lasciare l’ospedale e tornare da sua moglie. Era la prima volta che il personale dell’ospedale vedeva un paziente affetto dal tetano sopravvivere!

Se MSF non fosse stata presente in quel momento, il giovane sarebbe sicuramente morto; forse sarebbe arrivato all’ospedale ma non avrebbe comunque potuto procurarsi il medicamento, o forse sarebbe semplicemente morto nel suo villaggio, magari accudito dai suoi prossimi oppure associato a qualche spirito malvagio. Infatti qui il tetano, come tante altre malattie, è spesso associato a maledizioni e stregonerie. Quel che è certo è che questo è quanto succede alla grande maggioranza di coloro che si ammalano in Liberia di un’infezione come quella del tetano, che da noi è ormai soltanto un vaccino che facciamo da piccoli.

Elena Torta

da www.medicisenzafrontiere.it

 

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