Informazione

Per restare in forma: colazione al mattino e poca Tv

Wednesday, 21/10/1998

Gli esperti lo dicono, le statistiche lo confermano. Chi non mangia al mattino ingrassa di più. In un’intervista rilasciata al quotidiano La stampa, il professor Marcello Giovannini, pediatra dell’ospedale San Paolo di Milano dice: “E’ statisticamente provato: il 50 per cento degli obesi esce di casa a digiuno. I bambini arrivano affamati allo spuntino di metà mattinata e ingeriscono troppi zuccheri di facile assimilazione”. Il consiglio? Alzarsi un po’ prima e mangiare latte, yogurt e cereali integrali.  Le buone abitudini, però, non devono riguardare solo la prima colazione. I genitori devono imparare come nutrire bene i loro figli - dice il professor Giovannini. Devono capire che a scuola i bambini non rischiano di morire di fame e – aggiunge – devono insegnare loro a guardare meno tv e a fare più movimento.
Istruire i genitori: è la proposta di Giorgio Calabrese, docente di Alimentazione all’Università di Piacenza che, in un intervista sempre su La Stampa, lancia l’dea del “dietologo dei genitori”. La scuola – dice – deve chiamare il dietologo che ha preparato il menù perché spieghi ai genitori come integrarlo a casa. Se la refezione ha servito una pasta al pomodoro e un piatto di carne magra – spiega – a cena andranno bene una minestra ed un altro tipo di alimento proteico come uova, pesce oppure formaggio, più u pezzo di pane integrale. Sarebbe un errore, invece, servire di nuovo pasta e carne. Di solito - aggiunge - le refezioni danno garanzie sufficienti  di qualità e varietà del cibo, a patto che il menù sia controllato dal dietologo della Usl. Ma non basta: se un bambino tende all’obesità non è sufficiente che faccia un pranzo corretto al giorno. Il ruolo fondamentale rimane quello della famiglia.
Giacomino n.2 del 15 ottobre 1998

MANIFESTO PER LA LIBERAZIONE DEI BAMBINI SNORMALI

Wednesday, 21/10/1998

La Snormalità è un vizio dei bambini e delle bambine. La Snormalità è la loro virtù.
La Snormalità è un diritto .
I bambini Snormali sono curiosi, dinamici, disobbedienti, teneri, ostinati, esigenti, impegnativi, interessanti. I bambini Snormali sono tutti i bambini che non vogliono somigliare a nessuno.
Gli Snormali sono disobbedienti.
Gli Snormali sono “bambini cattivi” e ne sono contenti.
E i grandi che fanno? E’ ora che riconoscano ai bambini il diritto alla cattiveria!!!!
Vent-alogo degli S normali
1.  Non  dividere i bambini in buoni e cattivi, ci pensano già i grandi a farlo.
2.  Pensa sempre che sei forte e non c’è niente che tu non possa fare
3.  Pretendi che gli adulti riconoscano la tua forza
4.  Quando una regola dei grandi non ti va a genio, non rinunciare a discuterne
5.  Non rinunciare a comunicare ai grandi i tuoi sentimenti
6.  Non smettere mai di fare domande e di pretendere risposte. Se i grandi non te le danno, cercale da solo
7.  Pretendi di essere rispettato senza condizioni, per sempre e in libertà
8.  Gioca finché puoi e finché ti va. Inventa i tuoi giochi
9.  Fai domande impertinenti
10.  Se la scuola ti annoia, dillo!
11.  Pretendi di organizzare il tuo tempo libero facendo quello che piace a te e non quello che piace ai tuoi genitori o agli insegnanti
12.  Pretendi di essere sempre informato su quello che ti riguarda
13.  Pretendi di essere lasciato fuori dalle beghe e dai problemi dei grandi
14.   Fai discorsi seri ma anche discorsi scemi: non c’è da vergognarsi
15.   Pretendi che i grandi mantengano sempre i loro impegni
16.  Pretendi che i grandi ti trattino da bambino e non da scemo
17.  Ricordati che i bambini possono insegnare un sacco di cose ai grandi
18.  Quando hai un’opinione , non rinunciare mai a dirla. Non sempre i grandi ne sanno più di te
19.  Pretendi di fare il bambino sempre e comunque
20.  Fai a meno dei grandi appena puoi

Vent - alogo degli adulti che amano i bambini  S normali

1.  Ricordati di quando eri bambino
2.  Pensa che i bambini sono forti e possono fare tutto
3.  Ricorda sempre ai bambini le loro potenzialità
4.  Chiedi obbedienza solo quando non puoi farne a meno
5.  Ricordati che i bambini non sono angeli: hanno un corpo e un sesso
6.  Non smettere di dare risposte ai bambini che ti fanno domande
7.  Rispetta i bambini senza condizioni e in reciproca libertà
8.  Se vedi i bambini giocare , gioca insieme a loro
9.  Non arrabbiarti se i bambini ti fanno domande impertinenti
10.  Fai una scuola interessante, intelligente e allegra
11.  Non pretendere di organizzare il tempo libero dei bambini
12.  Ricordati di tenere informati i bambini su ciò che li riguarda
13.  Non coinvolgere i bambini nei tuoi problemi
14.  Accetta dai bambini i discorsi seri ma anche le scemenze: starai meglio!
15.  Mantieni sempre gli impegni presi con i bambini
16.  Tratta i bambini da bambini, quindi niente buffetti sulle guance, niente vocette sceme, niente balle!
17.  Impara tutto quello che puoi dai bambini
18.  Ascolta sempre l’opinione dei bambini. Non sempre ne sanno meno  di te
19.  Accetta che i bambini siano bambini, sempre e comunque
20.  Non fare mai a meno dei bambini

Luisa Mattia

Giacomino n.3 del 15 novembre 1998

Giocattoli pericolosi

Wednesday, 21/10/1998

La Fisher-Price ritira dal mercato i  “power-wheels” : un milione di giocattoli - tra automobili e camion – alimentati a batteria. Secondo la Commissione europea, infatti, i “power-wheels” possono essere infiammabili. “I componenti elettrici di questi veicoli possono surriscaldarsi e provocare incendi”, specifica la Commissione Europea.
La drastica misura è stata adottata dopo che si erano verificati numerosi casi di cattivo funzionamento, 700 dei quali segnalati dalla stessa Fisher-Price. 
Questi giocattoli difettosi hanno provocato ben 150 incidenti ed hanno ferito nove bambini che hanno riportato scottature a mani, gambe e piedi. I danni causati dai “power-wheels” sono stati stimati intorno ai 500 milioni di lire. 

Giacomino n.3 del 15 novembre 1998

Bambini e pubblicità: guerra allo spot

Wednesday, 21/10/1998

Giocattoli. Merendine. Scarpe. Vestiti.  La pubblicità non risparmia niente e nessuno. Neanche i più piccoli che – con gli occhi sbarrati davanti alla televisione - sono davvero indifesi di fronte a spot raffinatissimi che invitano a comprare, comprare e solo comprare. Ditte che “sfruttano le insicurezze dei genitori e dei figli” per proprio tornaconto commerciale. Reti televisive che se ne infischiano delle leggi e dei codici di comportamento firmati proprio per garantire i più piccoli. 
I genitori denunciano. La Comunità europea fa sorveglianza e qualche volta interviene pesantemente.
Da Bruxelles, le ditte che producono giocattoli aspettano con una certa trepidazione il risultato di uno studio sull’impatto della pubblicità sui bambini . La Comunità europea, infatti, è stata chiamata a mettere ordine in una faccenda che si presenta alquanto intricata. In Grecia, sono state bandite dai programmi televisivi le pubblicità dei giocattoli. Fanno male ai giovani telespettatori, hanno detto ad Atene. I costruttori di giocattoli stranieri, però, sospettano che il provvedimento sia stato preso solo per favorire i produttori locali di balocchi che non hanno bisogno del messaggio televisivo per arrivare ai giovani consumatori.
In Gran Bretagna, la Kellog  - la multinazionale dei corn flakes – è stata accusata dall’ASA (l’ente di sorveglianza sulla pubblicità) di “sfruttare le insicurezze dei genitori e dei figli” per proprio tornaconto commerciale. In uno spot della Kellog, infatti, si sostiene che mangiare cereali a colazione evita ai bambini grassi di essere presi in giro dai compagni si scuola.
In Italia, infine, sembrano non avere alcuna risposta le proteste dei genitori contro Mediaset che interrompe i cartoni animati per infilarci la pubblicità Il programma in questione è Game Boat trasmesso alle 19.30 su Retequattro 
La legge122 dell’aprile ’98 articolo 3, comma 5, dice  che i programmi per bambini di durata inferiore a 30 minuti non possono essere  interrotti dalla pubblicità Ma l’ostacolo viene facilmente raggirato – dichiara Gualtiero Peirce sul La Repubblica – allungando i programmi: basta prendere due cartoon di mezz’ora, incartarli dentro un unico programma e a quel punto il limite è oltrepassato e ci si possono infilare  gli spot. E’ uno scherzetto molto serio – aggiunge – perché il mercato pubblicitario rivolto ai bambini è stimato in circa 200 miliardi, soldi versati soprattutto dai giocattolai che – guarda caso – spesso producono proprio pupazzi dei personaggi dei cartoon. 

Giacomino n.3 del 15 novembre 1998

I Power Rangers per un mondo migliore

Wednesday, 21/10/1998

La famiglia. L’amicizia. La natura, La città. Lo sport. Questi  i temi affrontati con dibattiti in classe e disegni grandi come manifesti dai ragazzi delle elementari ( III e IV) di oltre 2.500 scuole italiane. I Power Rangers e  Saban iniziative scuola hanno così coinvolto alunni e insegnanti in un affascinante concorso i cui vincitori sono stati premiati l’11 novembre a Milano, nella nuova struttura per i bambini “Il nano gigante”.

Il 1° premio è stato vinto dall’Istituto “Corrado Corradi” di Roma che ha scelto come tema la città
Il 2° premio è andato alla Scuola elementare “C.Collodi” di Torino, con un altro lavoro sulla città
Il 3° premio è stato assegnato alla scuola elementare “R. Mazzetti” che ha sviluppato il tema della natura.

I vincitori, tanto emozionati quanto  consapevoli di aver fatto dei veri e propri capolavori, sono stati  scelti da una Giuria – presieduta dal Vice Presidente della Saban Entertrainment – era composta da un direttore creativo, da uno psicologo dell’infanzia, da tre insegnanti, da un rappresentante della stampa.
Il successo dell’iniziativa – alla sua prima edizione – fa già prevedere che questo concorso diventerà un appuntamento attesissimo dai bambini italiani. Lo dimostrano gli oltre 200 lavori pervenuti, tutti bellissimi, realizzati con grande impegno e degni di essere mostrati  a tutti. Il concorso, poi, ha voluto premiare anche gli adulti legati al mondo dei bambini. Così, una giuria di giornalisti ha premiato Mauro Serio, l’instancabile presentatore di Solletico, Roberto Piumini, scrittore ed autore di romanzi per ragazzi, e Mario Clementoni, presidente dell’omonima azienda di giocattoli. I premi di 5 milioni di lire sono stati devoluti ad associazioni di beneficenza.
Giacomino n.4 del 15 dicembre 1998

Occhiali tedeschi: difettoso uno su due

Wednesday, 21/10/1998

La protesta  esplode su Test, la rivista della fondazione  Stiftung Warentest che difende i diritti dei consumatori. Gli occhiali tedeschi – si legge  - presentano notevoli difetti e gravi imperfezioni. L’associazione centrale degli ottici chiaramente contesta il risultato dell’indagine. Ma la rivista “Test” risponde che l’inchiesta è stata condotta con precisi criteri: il montaggio delle lenti, la determinazione delle diotrie e la consulenza offerta al cliente.  E il giudizio complessivo è “sufficiente”.

Giacomino n.4 del 15 dicembre 1998

Bambini al potere

Wednesday, 21/10/1998

Diritto di voto. Diritto di veto sul divorzio dei genitori. Diritto di decidere sulle eventuali gravidanze indesiderate della mamma. Tutto per ricomporre la famiglia. Una famiglia a termine, però. Con un contratto nuziale personalizzato.
Sono le proposte della Demos, l’istituto politologico londinese che fa da vulcanico e controverso pensatoio al governo Blair. Uno scherzo?. Il solito umorismo d’oltremanica? Neanche per sogno. Serie, anzi serissime proposte per salvare la famiglia. 
“La società sta prendendo una grossa cantonata – fa sapere Domos in un rapporto scritto dal professor Stein Ringen – perché vede nel divorzio e nell’aborto problemi individuali. Invece, decisioni così importanti dovrebbero essere prese a livello collettivo con paritario coinvolgimento di tutti i membri della famiglia”. Sarebbe come dire:” Se mi dai il permesso di separarmi da papà ti compro …”. Oppure: “Cerca di capire, un fratellino ora non possiamo proprio permettercelo, già ci costi così tanto tu!”.
Anche il professor Ringer, in effetti, ammette che sarebbe molto difficile applicare concretamente queste strategie innovative. Ma non demorde. Ed è convinto che almeno un tentativo andrebbe fatto, magari concedendo anche ai bambini il diritto di voto fin dalla nascita. Naturalmente, secondo il professore, sarebbero le madri ad esercitare questo diritto fino alla maggiore età del pargolo. “Attualmente – spiega Ringen – i politici non pensano molto ai bambini. Chi invece ha diritto al voto – con un’età media intorno ai 50 anni – ha interessi di breve termine, opp0sti agli interesse a lungo termine dei bambini”.
Il ragionamento non fa una piega. Almeno in teoria. E – nel quadro del rafforzamento della famiglia – la Demos propone anche un matrimonio a termine. Rinnovabile. Con contratto nuziale personalizzato. 
E poi dicono che la monarchia è in crisi! 
Giacomino n.4 del 15 dicembre 1998

Si alla famiglia, no agli immigrati: gli italiani si confessano

Wednesday, 21/10/1998

Mentre si discute sulla cittadinanza ai figli degli immigrati, il Rapporto IRP “Ideali degli italiani sulla popolazione” svela che un italiano su cinque pensa che nel nostro Paese non c’è posto per gli immigrati, ed esalta la famiglia.
Il neo ministro delle Pari Opportunità , Laura Balbo, preme perché si riconosca agli stranieri il diritto di voto :” In Italia come in Europa – dice - esistono tre livelli di cittadinanza: i cittadini pieni, coloro che sono inseriti nel tessuto produttivo ma non hanno il diritto di voto, gli esclusi ed i disperati. Pensare di escludere dall’idea di cittadinanza una sola di queste tre fasce negherebbe la realtà”.
La realtà, però – così come emerge dal Rapporto Irp – è controversa. Non c’è posto per gli immigrati in Italia, dicono le casalinghe (30 per cento) e coloro che hanno al massimo la licenza elementare (40%) perché non ci sono di alcun beneficio (23%). Si all’integrazione, sostiene, invece, il 64 per cento degli intervistati, e si anche al diritto di voto (62%). Ma ben il 67 per cento non vuole che gli immigrati prendano il posto degli italiani nei lavori che i nostri stessi connazionali rifiutano oramai di fare.
Ma cosa sognano gli italiani? Sognano di sposarsi ed avere figli (60%) . Quanti? Per il 54 per cento degli intervistati l’ideale sarebbe avere due marmocchi, mentre il 31 per cento si accontenta del figlio unico. Soltanto l’un per cento sogna la famiglia numerosa, con più di tre figli, ed essere genitore resta, per i più (87%) “una delle maggiori soddisfazioni della vita”.
Numerosi  (44%), però, anche coloro che non hanno alcuna intenzione di avere bambini  o di averne altri (64%) perché troppo preoccupati per il futuro dei figli (62%), perché i figli costano troppo (41%), perché la carriera non lo consente (18%).
Gli italiani, quindi, sembrano non aver perso di vista il “piacere della famiglia” anche se hanno imparato a fare i conti anche con la realtà. E con i suoi costi.  Sposano più volentieri una donna in carriera, ma – non appena arriva la cicogna – cambiano idea. Il 62 per cento degli intervistati ritiene che la donna – diventata mamma – dovrebbe occuparsi dell’organizzazione familiare più che del suo lavoro. La soluzione ideale, quindi, è il part-time (46%) oppure la rinuncia totale alla carriera (16%). Le donne, però, la pensano diversamente: non vogliono rinunciare al lavoro per i figli (16%) o per il matrimonio (23%) e il 28,8 per cento ammette:”Preferirei lavorare”.

Giacomino n.4 del 15 dicembre 1998

 
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