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Archivio di 1/1998
la festa del papà al bioparco
Monday, 5/1/1998
Domenica 19 marzo 2006 Festa del Papà al Bioparco
Tutti i papà entrano gratis al Bioparco
Per festeggiare la festa del papà, domenica 19 marzo al Bioparco tutti i papà entreranno gratis al Bioparco.
All’ingresso del Bioparco verrà distribuito a tutti i bambini un biglietto di auguri per il papà che potrà essere personalizzato durante le attività di laboratorio dislocate nel parco (all’Oasi del lago) dove verranno realizzati i regalini per i papà (tutti i partecipanti riceveranno ad uso gratuito i materiali per la loro realizzazione oltre l’ausilio di personale specializzato).
In caso di pioggia le attività verranno spostate presso la sala degli elefanti e/o all’interno del Teatro del Pinguino.
I giochi-laboratori previsti dalle 10.00 alle 15.30, saranno:
1- ACCHIAPPA LA MACCHIA:
Lo scopo del gioco consiste nel cercare a turno nel minor tempo possibile le macchie caratterizzanti alcuni animali e apporle in appositi pannelli per ricreare il manto degli animali corrispondenti.
2- LABORATORIO DI ORIGAMI:
I bambini potranno imparare la tecnica dell’antica arte dell’origami e realizzare dei simpatici animaletti di carta e biglietti d’auguri da regalare ai papà.
3- LABORATORIO DI GIARDINAGGIO:
I bambini potranno cimentarsi nella decorazione di vasetti che verranno successivamente utilizzati per travasare delle piantine da regalare.
4- LABORATORIO DEI REGALI:
I bambini potranno cimentarsi nella realizzazione di regali originali con diverse tecniche artistiche per confezionare delle simpatiche pantofole a forma di animali e personalizzare delle cravatte in stoffa con le impronte di animale.
Tutte le attività sono comprese nel prezzo del biglietto di ingresso al Bioparco
INFO: tel. 06.3608211
BIOPARCO DI ROMA
ORARIO: 9.30 - 17.00 (Ingresso consentito fino ad un’ora prima della chiusura).
TARIFFE: Entrata gratuita fino a 3 anni - bambini di età compresa fra i 3 e i 12 anni: € 6.50 Biglietto adulti: € 8.50 - agevolazioni per le scolaresche, i gruppi e la terza età.
Banchetto nuziale al Bioparco di Roma
per il re della foresta
Lui, Bellamy, si esibisce fiero al suo fianco.
Lei, Asha,– che in indiano significa “speranza” – si lascia fotografare, altera. Vengono dall’Inghilterra, i due leoni asiatici, ospiti del Bioparco di Roma dove – appositamente per loro – è stata realizzata una nuova area di 1.500 mq, 8 volte più grande della precedente. L’alcova - con tanto di nursery, già pronta per accogliere i cuccioli - è stata inaugurata a settembre: uno spazio a misura di felino per permettere ai due leoni di riprodursi. Di leoni asiatici, purtroppo, ne rimangono, al mondo, soltanto 300 esemplari, concentrati nella foresta del Gir - nell’India nord-occidentale - e 110 esemplari che vivono in cattività negli zoo. L’arrivo al Bioparco di Roma di questi due esemplari è quindi un fatto di grandissima importanza: è qui, infatti, che Bellamy ed Asha - sotto la cura e la protezione del personale dello Zoo - daranno alla luce i loro cuccioli. Vediamo allora di conoscere meglio questi leoni asiatici.
Innanzi tutto bisogna di re che il vero” re della foresta” è proprio il leone dell’Asia centro-occidentale. Il leone africano, invece, è pur sempre re, ma della Savana.
Come riconoscere il leone asiatico? Dalla criniera che è meno folta del leone africano, cosicchè le sue orecchie sono ben visibili. E poi da una piega della pelle lungo la pancia. Il leone asiatico si nutre di cervi, antilopi, pavoni, bufali. Vive separato dal branco che è composto da un gruppo di femmine imparentate fra di loro e addette alla caccia.
Il leone asiatico può mangiare in un solo pasto fino a 30 Kg di carne e stare così satollo per…tre giorni. Il leoni vivono in media 10-12 anni, mentre in cattività raggiungono anche i 16 anni.
Un tempo i leoni erano presenti in Africa, Europa Sud orientale, Mediorente e India del Nord. Attualmente, invece, vivono solo in alcune aree protette in Africa. L’ultima popolazione non africana è presente nella foresta di Gir, nell’India Nord-Occidentale, nella regione del Gijarat, e la sua specie rischia di estinguersi a causa della distruzione del suo habitat e per colpa dei cacciatori. Fu un principe indiano che - all’inizio del XX secolo - salvò questa specie proteggendola nella sua riserva che oggi è diventata il Santuario della Foresta del Gir.
L’OASI DEL LAGO AL BIOPARCO
Una nuova area di 13.500 metri quadrati dedicata alle famiglie
C’è una nuova area dedicata ai bambini e alle famiglie al Bioparco, il Giardino
zoologico di Roma. È l’OASI DEL LAGO, uno spazio di diecimila metri
quadrati, incluso un lago, che comprende un anfiteatro, un teatrino al
chiuso e un’arca, un edificio su due piani a forma di nave della lunghezza
di 35 metri, costruito con materiali naturali e attrezzato con giochi, sia
all’interno che all’esterno.
Il laghetto è stato bonificato per creare per agli animali che vi abitano o vi transitano durante le migrazioni l’habitat più idoneo.
Inoltre le sponde
sono state abbassate per consentire ai bambini di giocare e dare da mangiare
agli animali (una quantità di cibo misurata e controllata quotidianamente)
in piena sicurezza. Nel lago alcuni animali saranno stabili, altri vi
transiteranno durante il periodo delle migrazioni
Intorno al lago c’è una vasta area pic-nic attrezzata e un parco giochi.
L’inaugurazione al pubblico avverrà domenica 24 giugno in un susseguirsi di
attività per bambini, che fino ai 12 anni non pagheranno il biglietto di
entrata: da laboratori per creare aquiloni a giochi da tavolo a piccoli
spettacoli teatrali e di burattini.
GLI ANIMALI CHE POPOLANO IL LAGO
Testuggini acquatiche, carpe, scardole, gambusie (pesci che mangiano le
larve delle zanzare), pesci rossi, oche e varie specie di anatre, tra cui il
rarissimo Gobbo rugginoso, scomparso in Italia all’inizio degli anni ‘70 e
al centro di un progetto Lipu/Bioparco di riproduzione in cattività
finalizzato alla reintroduzione in natura.
CONOSCERE E CAPIRE LA NATURA
AL BIOPARCO DI ROMA
I percorsi didattici per le scuole
Dalle scuole materne alle superiori, i ragazzi in visita la Bioparco hanno ogni giorno a loro disposizione uno staff di esperti, biologi ed operatori didattici del WWF che organizzano percorsi didattici e laboratori tematici.
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Altri articoli pubblicati
La Valle degli orsi al Bioparco di Roma (sett.2000)
La Fattoria dei bambini al Bioparco
Il parco letterario del Testaccio (giu 2000)
Monteverde nuovo: i cani padroni dei giardini
Colle Oppio: tra cavalle e caffè
Piazza Vittorio: giostre e mercato (feb.2000)
Da bambino farò un parco, da grande un mondo migliore (feb.2000)
Villa Aldobrandini (gen.2000)
La Cacciarella (gen.2000)
Canale Monterano: pranzo al sacco e via (dic.99)
Palatino: il palazzo di Roma (dic.99)
Una scampagnata a Roma (nov.’99)
I sogni son desideri (nov.99)
Spazio ai bambini (ott.’99)
Fiocco rosa e fiocco azzurro: i cuccioli del Bioparco (ott.99)
Ippoterapia a Villa Ada (ott.’99)
Passeggiate nel verde (sett.99)
Semenzaio di San Sisto e Scuola Giardinieri (sett.99)
Notizie dal bioparco (sett.99)
Il Parco Nemorense - Villa Borghese - Villa Ada Savoia - Villa Doria Pamphilj
IL PARCO NEMORENSE
30.000 mq nel quartiere Trieste-Salario tra via Nemorense, via Lago di Lesina e via Panaro. Autobus: 56 - 57 - 319
La storia: Nel 1930 - anno in cui è stato inaugurato - si chiamava Il giardino Virgiliano, in onore al poeta latino. Progettato nel 1928 dall’architetto Raffaele De Vico, fu realizzato in soli due anni e inaugurato il 28 ottobre, anniversario della marcia su Roma.
Il restauro: I lavori, iniziati nel 1996, sono quasi terminati. Sono stati rispettati i disegni originali, ed è stata introdotta soltanto qualche modifica che rispondesse meglio alle esigenze dei cittadini. E’ stato rimesso a nuovo il laghetto di roccaglie. E’ stata rifatta la rete fognaria. Sul ciglio dei vialetti interni è stato rimesso il travertino. Sono stati ripristinati gli antichi portali. I giochi per i bambini sono stati sistemati in due zone del parco. Aiuole e siepi sono state piantate. Sono stati ristrutturati il campo di bocce e la pista per pattinare e andare in bici. Il tutto per un totale di un miliardo e 700 milioni circa. Banca di Roma, Banca nazionale del Lavoro e Monte dei Paschi di Siena hanno sponsorizzato completamente i lavori. Resta, comunque, da fare la cancellata perimetrale per poter chiudere il parco dopo il tramonto. E, naturalmente, ci sono le spese per la manutenzione. Intanto, il Comune è riuscito a sensibilizzare i proprietari dei cani : niente più escrementi sui bei vialetti o vicino alle aree attrezzate per i bambini. Così rimesso a nuovo , pulito, e con il bar - inaugurato questa estate - il parco Nemorense ha ora un aspetto davvero piacevole. Provare per credere!
Il Parco Nemorense - Villa Borghese - Villa Ada Savoia - Villa Doria Pamphilj
Torna all’inizio
VILLA BORGHESE
850.000 mq. nel quartiere Trieste-Salario (II circoscrizione). Gli ingressi sono a piazzale S.Paolo del Brasile, Piazzale Flaminio e in via di Porta Pinciana. Autobus: 95 - 116 - 225 - 490 - 495 - 628 - 926
La storia: la Villa risale al Settecento. A quei tempi era la residenza di Scipione Borghese, nipote di papa Paolo V. Gli architetti Antonio Asprucci e Luigi Canina ampliarono ed ingrandirono la Villa tra la fine del ‘700 e la metà dell’800. La Villa diventa parco pubblico nel 1903, quando viene acquistata dallo Stato che si riserva la competenza della Galleria Borghese e dona al comune di Roma il Parco e gli altri edifici. Tra questi, il Casino del Graziano, la Fortezzuola, la Casina di Raffaello, il Casino Cenci, la Casina dell’Orologio, l’Aranciera la Casina delle Rose, le Uccelliere.
Nel parco - di grande interesse naturalistico - ci sono fontane, statue ed arredi monumentali di notevole pregio. Passeggiare a Villa Borghese è di grande incanto: la Valle dei Platani, il Lecceto nel Parco dei Daini, il Viale delle Magnolie, il Giardino del Lago, i Giardini Segreti riservano - in ogni stagione - innumerevoli sorprese.
Servizi: all’interno del grande parco di Villa Borghese c’è il bar, un cinema per bambini, le giostrine, percorsi attrezzati, piste ciclabili e noleggio bici, area gioco per i cani, un maneggio, e si svolgono diverse attività culturali stabili e occasionali.
Il Parco Nemorense - Villa Borghese - Villa Ada Savoia - Villa Doria Pamphilj
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VILLA ADA SAVOIA
1.760.000 mq ai quali si può accedere da via Salaria, via di Ponte Salario e via di Monte Antenne Autobus: 53-56-57-319
Servizi: sentieri, area gioco per i bambini, giostrine, campi polivalenti e attrezzature sportive, percorsi attrezzati, area gioco per i cani, maneggio.
Il comprensorio con la Villa, i giardini di via Panama e Monte Antenne è un territorio di grande valore storico. Il primo nucleo della Villa risale alla fine del ‘700 quando era di proprietà dei Pallavicini. Acquistata dai Savoia nella seconda metà dell’800 divenne una delle residenze reali e tenuta di caccia. Dal 1878 al 1901 la Villa appartenne al conte Tellfner che la dedicò alla moglie Ada, decretandone così la popolare denominazione. Poi fu riacquistata dalla famiglia Savoia. Oltre alla Villa Reale ci sono il Casino, il Tempietto, tre case di delizia, i manufatti delle scuderie, serre e casali per la gestione della Villa.
La fauna è molto varia e la vegetazione è caratterizzata da fasce omogenee della stessa essenza interrotte da vaste aree a prato. Ci sono anche pinete, zone a leccio con querce da sughero, un esteso impianto artificiale di cedro e specie arboree rare tra cui la metasequoia.
Il Parco Nemorense - Villa Borghese - Villa Ada Savoia - Villa Doria Pamphilj
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VILLA DORIA PAMPHILJj
Storia e ampliamenti hanno modificato non poco l’antica Villa del ‘600 il cui nucleo più antico - commissionato da Camillo Pamphilj - fu realizzato da Alessandro Algardi e Giovanni Francesco Grimaldi.
Nel ‘700 la Villa viene parzialmente rinnovata da Gabriele Valvassori, Francesco Nicoletti e Francesco Bettini. Ma è nella seconda metà dell’Ottocento che vengono fatti gli interventi più significativi che trasformano la Villa così come la vediamo oggi. Ville e vigne limitrofe vengono annesse ad ampliare gli antichi confini. L’assetto viene trasformato secondo i canoni del giardino paesistico e con edifici di stile eclettico. Quest’ultimo cambiamento è opera del Principe Filippo Andrea V Doria Pamphilj e dell’architetto Andrea Busiri Vici.
Dopo un primo esproprio negli anni Trenta e l’apertura della Via Olimpica, la Villa è divenuta proprietà del Comune di Roma mentre il Casino del Bel Respiro ed il Giardino Segreto sono proprietà del Demanio dello Stato. Il pubblico - che può ammirare l’intera Villa dal 1971 - ha di che estasiarsi per lo splendido paesaggio e per la vegetazione: per il parterre di fronte alla Palazzina Algardi per la finezza della topiara a bosso che decresce dai bordi verso il centro; per le piante abbastanza rare come l’eritrina e per i grandi esemplari di persea o albero dell’avocado ,e per i molti lecci
Il Parco Nemorense - Villa Borghese - Villa Ada Savoia - Villa Doria Pamphilj
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Monteverde Nuovo: i cani padroni dei giardini
Monday, 5/1/1998
Monteverde Nuovo: i cani padroni dei giardini
di Valeria Ferri
Monteverde Nuovo fino a qualche anno fa era un quartiere silenzioso, d’estate sidormiva con le finestre aperte senza essere disturbati dai rumori del traffico e si passeggiava per i larghi marciapiedi di Viale dei Colli Portuensi senza che i bimbi risentissero del fumo dei tubi di scappamento.
Da quando sono stati completati i lavori di congiunzione di Via Newton a Via Portuense, Viale dei Colli Portuensi è diventata una via di grande scorrimento, la pace è finita e più che mai si sente la necessità di approfittare di tutti gli spazi verdi che offre il quartiere. Ma, ahimé, chi non ha la possibilità di raggiungere Villa Pamphili e deve ricorrere ai giardinetti si trova a dover fare i conti con i “depositi biologici” dei numerosi cani degli abitanti del quartiere.
Villa Flora, a parte lo stato di abbandono in cui si trova tanto il giardino quanto la graziosa costruzione che lo domina è impraticabile per i bambini più piccoli che non guardano dove mettono i piedi e resta il luogo ideale solo per mamme con carrozzine, anziani e ragazzini più grandicelli che giocano a pallone. Ed è un peccato, se si considera che c’è anche uno spazio attrezzato per i giochi, sebbene polveroso e pieno di buche.
Anche il giardino di Largo Ravizzapur con la maggior parte della superficie pavimentata, è il regno dei cani. Non c’è un’altalena per i bimbi, ma un angolo con le giostre a cinquecento lire a giro e pure un po’ bruttino.Al centro c’è una fontana la cui vasca, con il bordo molto basso e senza protezione, rappresenta un pericolo per i più piccoli, ma quando un cane di passaggio va a farci il bagno è un vero spettacolo per tutti.
Poi ci sono i giardinetti di Piazza Forlanini, ultimamente dotati di altalene e scivolo, tutt’ora in ordine, che spesso hanno l’erba alta per mesi. Inoltre della staccionata che lo delimita sono rimasti solo alcuni tratti e non c’è neanche una fontanella.
Insomma tutto questo fa sì che il luogo di ritrovo più affollato sia il Parco Morelli, che di parco non ha niente poiché si tratta di un piccolo lunapark, dove ogni giorno ci lasci dalle cinque alle diecimila lire e il bambino passa il pomeriggio frastornato dalla musica a tutto volume, dalle immagini virtuali dei video giochi e dai movimenti vorticosi delle giostre. |
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la festa del papà al bioparco
Monday, 5/1/1998
Domenica 19 marzo 2006 Festa del Papà al Bioparco
Tutti i papà entrano gratis al Bioparco
Per festeggiare la festa del papà, domenica 19 marzo al Bioparco tutti i papà entreranno gratis al Bioparco.
All’ingresso del Bioparco verrà distribuito a tutti i bambini un biglietto di auguri per il papà che potrà essere personalizzato durante le attività di laboratorio dislocate nel parco (all’Oasi del lago) dove verranno realizzati i regalini per i papà (tutti i partecipanti riceveranno ad uso gratuito i materiali per la loro realizzazione oltre l’ausilio di personale specializzato).
In caso di pioggia le attività verranno spostate presso la sala degli elefanti e/o all’interno del Teatro del Pinguino.
I giochi-laboratori previsti dalle 10.00 alle 15.30, saranno:
1- ACCHIAPPA LA MACCHIA:
Lo scopo del gioco consiste nel cercare a turno nel minor tempo possibile le macchie caratterizzanti alcuni animali e apporle in appositi pannelli per ricreare il manto degli animali corrispondenti.
2- LABORATORIO DI ORIGAMI:
I bambini potranno imparare la tecnica dell’antica arte dell’origami e realizzare dei simpatici animaletti di carta e biglietti d’auguri da regalare ai papà.
3- LABORATORIO DI GIARDINAGGIO:
I bambini potranno cimentarsi nella decorazione di vasetti che verranno successivamente utilizzati per travasare delle piantine da regalare.
4- LABORATORIO DEI REGALI:
I bambini potranno cimentarsi nella realizzazione di regali originali con diverse tecniche artistiche per confezionare delle simpatiche pantofole a forma di animali e personalizzare delle cravatte in stoffa con le impronte di animale.
Tutte le attività sono comprese nel prezzo del biglietto di ingresso al Bioparco
INFO: tel. 06.3608211
BIOPARCO DI ROMA
ORARIO: 9.30 - 17.00 (Ingresso consentito fino ad un’ora prima della chiusura).
TARIFFE: Entrata gratuita fino a 3 anni - bambini di età compresa fra i 3 e i 12 anni: € 6.50 Biglietto adulti: € 8.50 - agevolazioni per le scolaresche, i gruppi e la terza età.
Banchetto nuziale al Bioparco di Roma
per il re della foresta
Lui, Bellamy, si esibisce fiero al suo fianco.
Lei, Asha,– che in indiano significa “speranza” – si lascia fotografare, altera. Vengono dall’Inghilterra, i due leoni asiatici, ospiti del Bioparco di Roma dove – appositamente per loro – è stata realizzata una nuova area di 1.500 mq, 8 volte più grande della precedente. L’alcova - con tanto di nursery, già pronta per accogliere i cuccioli - è stata inaugurata a settembre: uno spazio a misura di felino per permettere ai due leoni di riprodursi. Di leoni asiatici, purtroppo, ne rimangono, al mondo, soltanto 300 esemplari, concentrati nella foresta del Gir - nell’India nord-occidentale - e 110 esemplari che vivono in cattività negli zoo. L’arrivo al Bioparco di Roma di questi due esemplari è quindi un fatto di grandissima importanza: è qui, infatti, che Bellamy ed Asha - sotto la cura e la protezione del personale dello Zoo - daranno alla luce i loro cuccioli. Vediamo allora di conoscere meglio questi leoni asiatici.
Innanzi tutto bisogna di re che il vero” re della foresta” è proprio il leone dell’Asia centro-occidentale. Il leone africano, invece, è pur sempre re, ma della Savana.
Come riconoscere il leone asiatico? Dalla criniera che è meno folta del leone africano, cosicchè le sue orecchie sono ben visibili. E poi da una piega della pelle lungo la pancia. Il leone asiatico si nutre di cervi, antilopi, pavoni, bufali. Vive separato dal branco che è composto da un gruppo di femmine imparentate fra di loro e addette alla caccia.
Il leone asiatico può mangiare in un solo pasto fino a 30 Kg di carne e stare così satollo per…tre giorni. Il leoni vivono in media 10-12 anni, mentre in cattività raggiungono anche i 16 anni.
Un tempo i leoni erano presenti in Africa, Europa Sud orientale, Mediorente e India del Nord. Attualmente, invece, vivono solo in alcune aree protette in Africa. L’ultima popolazione non africana è presente nella foresta di Gir, nell’India Nord-Occidentale, nella regione del Gijarat, e la sua specie rischia di estinguersi a causa della distruzione del suo habitat e per colpa dei cacciatori. Fu un principe indiano che - all’inizio del XX secolo - salvò questa specie proteggendola nella sua riserva che oggi è diventata il Santuario della Foresta del Gir.
L’OASI DEL LAGO AL BIOPARCO
Una nuova area di 13.500 metri quadrati dedicata alle famiglie
C’è una nuova area dedicata ai bambini e alle famiglie al Bioparco, il Giardino
zoologico di Roma. È l’OASI DEL LAGO, uno spazio di diecimila metri
quadrati, incluso un lago, che comprende un anfiteatro, un teatrino al
chiuso e un’arca, un edificio su due piani a forma di nave della lunghezza
di 35 metri, costruito con materiali naturali e attrezzato con giochi, sia
all’interno che all’esterno.
Il laghetto è stato bonificato per creare per agli animali che vi abitano o vi transitano durante le migrazioni l’habitat più idoneo.
Inoltre le sponde
sono state abbassate per consentire ai bambini di giocare e dare da mangiare
agli animali (una quantità di cibo misurata e controllata quotidianamente)
in piena sicurezza. Nel lago alcuni animali saranno stabili, altri vi
transiteranno durante il periodo delle migrazioni
Intorno al lago c’è una vasta area pic-nic attrezzata e un parco giochi.
L’inaugurazione al pubblico avverrà domenica 24 giugno in un susseguirsi di
attività per bambini, che fino ai 12 anni non pagheranno il biglietto di
entrata: da laboratori per creare aquiloni a giochi da tavolo a piccoli
spettacoli teatrali e di burattini.
GLI ANIMALI CHE POPOLANO IL LAGO
Testuggini acquatiche, carpe, scardole, gambusie (pesci che mangiano le
larve delle zanzare), pesci rossi, oche e varie specie di anatre, tra cui il
rarissimo Gobbo rugginoso, scomparso in Italia all’inizio degli anni ‘70 e
al centro di un progetto Lipu/Bioparco di riproduzione in cattività
finalizzato alla reintroduzione in natura.
CONOSCERE E CAPIRE LA NATURA
AL BIOPARCO DI ROMA
I percorsi didattici per le scuole
Dalle scuole materne alle superiori, i ragazzi in visita la Bioparco hanno ogni giorno a loro disposizione uno staff di esperti, biologi ed operatori didattici del WWF che organizzano percorsi didattici e laboratori tematici.
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Da bambino farò un parco, da grande un mondo migliore (feb.2000)
Villa Aldobrandini (gen.2000)
La Cacciarella (gen.2000)
Canale Monterano: pranzo al sacco e via (dic.99)
Palatino: il palazzo di Roma (dic.99)
Una scampagnata a Roma (nov.’99)
I sogni son desideri (nov.99)
Spazio ai bambini (ott.’99)
Fiocco rosa e fiocco azzurro: i cuccioli del Bioparco (ott.99)
Ippoterapia a Villa Ada (ott.’99)
Passeggiate nel verde (sett.99)
Semenzaio di San Sisto e Scuola Giardinieri (sett.99)
Notizie dal bioparco (sett.99)
Il Parco Nemorense - Villa Borghese - Villa Ada Savoia - Villa Doria Pamphilj
IL PARCO NEMORENSE
30.000 mq nel quartiere Trieste-Salario tra via Nemorense, via Lago di Lesina e via Panaro. Autobus: 56 - 57 - 319
La storia: Nel 1930 - anno in cui è stato inaugurato - si chiamava Il giardino Virgiliano, in onore al poeta latino. Progettato nel 1928 dall’architetto Raffaele De Vico, fu realizzato in soli due anni e inaugurato il 28 ottobre, anniversario della marcia su Roma.
Il restauro: I lavori, iniziati nel 1996, sono quasi terminati. Sono stati rispettati i disegni originali, ed è stata introdotta soltanto qualche modifica che rispondesse meglio alle esigenze dei cittadini. E’ stato rimesso a nuovo il laghetto di roccaglie. E’ stata rifatta la rete fognaria. Sul ciglio dei vialetti interni è stato rimesso il travertino. Sono stati ripristinati gli antichi portali. I giochi per i bambini sono stati sistemati in due zone del parco. Aiuole e siepi sono state piantate. Sono stati ristrutturati il campo di bocce e la pista per pattinare e andare in bici. Il tutto per un totale di un miliardo e 700 milioni circa. Banca di Roma, Banca nazionale del Lavoro e Monte dei Paschi di Siena hanno sponsorizzato completamente i lavori. Resta, comunque, da fare la cancellata perimetrale per poter chiudere il parco dopo il tramonto. E, naturalmente, ci sono le spese per la manutenzione. Intanto, il Comune è riuscito a sensibilizzare i proprietari dei cani : niente più escrementi sui bei vialetti o vicino alle aree attrezzate per i bambini. Così rimesso a nuovo , pulito, e con il bar - inaugurato questa estate - il parco Nemorense ha ora un aspetto davvero piacevole. Provare per credere!
Il Parco Nemorense - Villa Borghese - Villa Ada Savoia - Villa Doria Pamphilj
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VILLA BORGHESE
850.000 mq. nel quartiere Trieste-Salario (II circoscrizione). Gli ingressi sono a piazzale S.Paolo del Brasile, Piazzale Flaminio e in via di Porta Pinciana. Autobus: 95 - 116 - 225 - 490 - 495 - 628 - 926
La storia: la Villa risale al Settecento. A quei tempi era la residenza di Scipione Borghese, nipote di papa Paolo V. Gli architetti Antonio Asprucci e Luigi Canina ampliarono ed ingrandirono la Villa tra la fine del ‘700 e la metà dell’800. La Villa diventa parco pubblico nel 1903, quando viene acquistata dallo Stato che si riserva la competenza della Galleria Borghese e dona al comune di Roma il Parco e gli altri edifici. Tra questi, il Casino del Graziano, la Fortezzuola, la Casina di Raffaello, il Casino Cenci, la Casina dell’Orologio, l’Aranciera la Casina delle Rose, le Uccelliere.
Nel parco - di grande interesse naturalistico - ci sono fontane, statue ed arredi monumentali di notevole pregio. Passeggiare a Villa Borghese è di grande incanto: la Valle dei Platani, il Lecceto nel Parco dei Daini, il Viale delle Magnolie, il Giardino del Lago, i Giardini Segreti riservano - in ogni stagione - innumerevoli sorprese.
Servizi: all’interno del grande parco di Villa Borghese c’è il bar, un cinema per bambini, le giostrine, percorsi attrezzati, piste ciclabili e noleggio bici, area gioco per i cani, un maneggio, e si svolgono diverse attività culturali stabili e occasionali.
Il Parco Nemorense - Villa Borghese - Villa Ada Savoia - Villa Doria Pamphilj
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VILLA ADA SAVOIA
1.760.000 mq ai quali si può accedere da via Salaria, via di Ponte Salario e via di Monte Antenne Autobus: 53-56-57-319
Servizi: sentieri, area gioco per i bambini, giostrine, campi polivalenti e attrezzature sportive, percorsi attrezzati, area gioco per i cani, maneggio.
Il comprensorio con la Villa, i giardini di via Panama e Monte Antenne è un territorio di grande valore storico. Il primo nucleo della Villa risale alla fine del ‘700 quando era di proprietà dei Pallavicini. Acquistata dai Savoia nella seconda metà dell’800 divenne una delle residenze reali e tenuta di caccia. Dal 1878 al 1901 la Villa appartenne al conte Tellfner che la dedicò alla moglie Ada, decretandone così la popolare denominazione. Poi fu riacquistata dalla famiglia Savoia. Oltre alla Villa Reale ci sono il Casino, il Tempietto, tre case di delizia, i manufatti delle scuderie, serre e casali per la gestione della Villa.
La fauna è molto varia e la vegetazione è caratterizzata da fasce omogenee della stessa essenza interrotte da vaste aree a prato. Ci sono anche pinete, zone a leccio con querce da sughero, un esteso impianto artificiale di cedro e specie arboree rare tra cui la metasequoia.
Il Parco Nemorense - Villa Borghese - Villa Ada Savoia - Villa Doria Pamphilj
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VILLA DORIA PAMPHILJj
Storia e ampliamenti hanno modificato non poco l’antica Villa del ‘600 il cui nucleo più antico - commissionato da Camillo Pamphilj - fu realizzato da Alessandro Algardi e Giovanni Francesco Grimaldi.
Nel ‘700 la Villa viene parzialmente rinnovata da Gabriele Valvassori, Francesco Nicoletti e Francesco Bettini. Ma è nella seconda metà dell’Ottocento che vengono fatti gli interventi più significativi che trasformano la Villa così come la vediamo oggi. Ville e vigne limitrofe vengono annesse ad ampliare gli antichi confini. L’assetto viene trasformato secondo i canoni del giardino paesistico e con edifici di stile eclettico. Quest’ultimo cambiamento è opera del Principe Filippo Andrea V Doria Pamphilj e dell’architetto Andrea Busiri Vici.
Dopo un primo esproprio negli anni Trenta e l’apertura della Via Olimpica, la Villa è divenuta proprietà del Comune di Roma mentre il Casino del Bel Respiro ed il Giardino Segreto sono proprietà del Demanio dello Stato. Il pubblico - che può ammirare l’intera Villa dal 1971 - ha di che estasiarsi per lo splendido paesaggio e per la vegetazione: per il parterre di fronte alla Palazzina Algardi per la finezza della topiara a bosso che decresce dai bordi verso il centro; per le piante abbastanza rare come l’eritrina e per i grandi esemplari di persea o albero dell’avocado ,e per i molti lecci
Il Parco Nemorense - Villa Borghese - Villa Ada Savoia - Villa Doria Pamphilj
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La Fattoria dei bambini al Bioparco
Monday, 5/1/1998
La Fattoria dei bambini al BioparcoGrande successo per la Fattoria dei bambini del Bioparco, il più grande e completo spazio - all’interno di un Giardino zoologico italiano - dedicato agli animali domestici e al loro rapporto con i bambini.
I piccoli visitatori fanno subito amicizia con caprette e maialini, galline e pecorelle, conigli e mucche.
L’impianto didattico della struttura - molto gradevole e articolata - è costituito da una serie di pannelli che illustrano quali sono gli animali domestici, spiegano le tappe della loro evoluzione in parallelo con quella dell’uomo e quali sono i prodotti che si possono ricavare (latte, uova, lana).
Particolare attenzione è stata posta ad un argomento poco conosciuto: quali sono gli animali domestici a rischio di estinzione e perché.
Il presidente della Bioparco Spa, Giovanni Arnone afferma: “E’ una magia: la campagna, i suoi odori, i suoi suoni, i suoi colori e specialmente i suoi animali sono arrivati a via Veneto. È una magia: pecore, conigli, asini, galline, capre sono arrivati nel centro della metropoli per renderla più bella, più dolce, più amica dei bambini. La natura, la cultura e la tenerezza hanno segnato un punto a loro favore”
“La Fattoria costituisce un nuovo tassello nel processo di trasformazione in atto al Bioparco, spiega l’amministratore delegato della Bioparco Spa, Giovanni Battista Costa. Nei prossimi mesi inaugureremo nuove aree che rientrano nel piano globale il cui principale obiettivo è garantire il massimo benessere psico-fisico degli animali nostri ospiti”.
Fulco Pratesi, presidente del WWF Italia, pone l’accento sul fatto che “la maggior parte dei bambini italiani non ha mai visto da vicino una capra, una gallina, una mucca. Ed è lodevole che il Bioparco cerchi di favorire la conoscenza, oltre che degli animali selvatici – per i quali dovrà fare di tutto per assicurare un sempre maggiore benessere in condizioni non naturali – e di quelli che da sempre vivono in contatto con l’uomo e che fanno parte da sempre della nostra cultura”.
All’inaugurazione della nuova Fattoria dei Bambini è collegata una manifestazione su più giorni: “Che avventura l’agricoltura” (19 aprile - 2 maggio) dedicata alla riscoperta dell’agricoltura, dei suoi prodotti tipici e dei suoi mestieri, così profondamente legati agli animali domestici ed al loro ciclo di vita.
La manifestazione si svolge in collaborazione con l’Azienda romana Mercati e l’Assessorato all’Ambiente del Comune di Roma.
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Sul Colle Oppio, tra cavalli e caffè
Monday, 5/1/1998
Sul Colle Oppio, tra cavalli e caffè
di Benedetta de Vito
Passano i carabinieri gemelli a cavallo su per il Monte Oppio. Passano, mandando in visibilio i più piccini che “cavao, cavao”, gridano, puntando un piccolo indice teso verso le eleganti e algide bestie bianche e pezzate. Poi, improvvisamente, punfete, giù una scarica di quella roba lì, tonda tonda da parere torba, che imbratta tutta la strada dei bimbi, ovvero quella striscia d’asfalto - che comincia, a dorso d’asino, all’entrata principale del parco - dove tantissimi bambini (accompagnati da tate, mamme e nonne) vanno a giocare, evitando così gli spazi erbosi oramai conquistati da nullafacenti (sporchini) di vario genere e nazionalità. Cose di questo tipo possono accadere - ed è successo davanti agli occhi di chi scrive - al Colle Oppio. Anche i carabinieri a cavallo,chissà, dovrebbero armarsi di paletta e sacchettino (come fanno rari e civilissimi proprietari di cani) e scendere su questa terra dall’empireo delle loro selle… Tant’è. Il Colle Oppio offre molto e chi abita tra il centro e l’Esquilino. C’è un chiosco ombroso (la signora che lo gestisce sembra uscita da una fiaba) per sedersi e bere un caffè o a mangiarsi un ghiacciolo, c’è un pergolato (senz’uva, sia chiaro) frequentato da molti piccioni, ansiosi di essere nutriti, c’è persino da visitare la Domus Aurea (cioè il palazzo imperiale di Nerone) se ve ne viene il ghiribizzo (ma bisogna prenotare allo 064815576 oppure 0639749907), c’è un fontanone senz’acqua che piace non poco ai piccoli esploratori, c’è una vista sul Colosseo che toglie il fiato, ci sono panchine al sole e ci sono panchine all’ombra. Epoi, fino a poco tempo fa c’erano i ponies che adesso si sono spostati al parco di Villa Celimontana.
Per raggiungere il Parco del Colle Oppio, potete prendere i tram 8 e 30, oppure la Metro B (fermata Colosseo), oppure il minibus 117 che ferma sulla Via Labicana dove una scalinata porta al parco. |
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IL PARCO LETTERARIO DEL TESTACCIO
Monday, 5/1/1998
IL PARCO LETTERARIO DEL TESTACCIO
di Luigi De PascalisCOSA E’ UN PARCO LETTERARIO ?
Un Parco Letterario è un percorso culturale attraverso i luoghi celebrati dalla letteratura italiana di tutti i tempi. E’ dunque una occasione per riscoprire angoli meno conosciuti d’Italia attraverso le parole di quegli autori che da essi trassero ispirazione. E’ anche un modo muovo ed efficace per fare accostare anche fisicamente i giovani ad alcune fra le pagine più suggestive della nostra letteratura. La creazione dei Parchi Letterari è la meritoria iniziativa della Fondazione Ippolito Nievo di cui è presidente Stanislao Nievo, romanziere, socio fondatore del WWF e viaggiatore instancabile. Fra il 1990 e il 1998 Nievo ha dedicato ai Parchi Letterari tre bei volumi, i primi due editi da Abete, il terzo da Marsilio.
Il Parco Letterario di Testaccio, primo Parco urbano in Italia, comprende Monte dei Cocci e la zona circostante ed è stato scelto perché unisce alla vocazione letteraria la tradizione che lo vuole luogo privilegiato d’incontro. Sul monte dei Cocci - così detto perché fatto con frammenti di milioni di anfore - si festeggiavano il carnevale e le ottobrate, si facevano scampagnate e processioni. Una antica leggenda vuole che i vasi di terracotta fossero i contenitori dei tributi provenienti dalle province dell’impero. E’ dimostrato invece che si tratta di avanzi di anfore olearie provenienti dalla Spagna e dall’Africa. Vuoti a perdere, dunque, su cui periodicamente veniva fatta colare della calce viva per assorbire l’olio ed evitarne la decomposizione.
Le anfore arrivavano ad Ostia su grandi navi olearie e lì trasferite su imbarcazioni fluviali trainate da buoi e venivano scaricate al porto Tiberino dell’Emporium. Il volume delle merci e il monte dei Cocci crebbero fino alla metà del III sec. , quando il porto Tiberino cadde in disuso e la piana assunsee un aspetto desolato.
Nei secoli seguenti Testaccio divenne luogo di sepoltura, si arricchì di grotte per la conservazione del vino, si fece teatro di Via Crucis, processioni, Palii e feste carnascialesche. Fu perfino poligono di tiro per i bombardieri di castel S. Angelo. Divenne quartiere abitato solo alla fine dell’Ottocento.
Ora monte Testaccio è una piccola oasi recintata in mezzo al traffico. Vi crescono l’olmo campestre, l’alloro, il fico, la ginestra, il verbasco, la malva, la parietaria e il verbasco. Ma anche il loglio, la linaria, l’orzo selvatico, l’aglio rosa, l’erba mazzolina e il finocchio selvatico. Non è raro sentire cantare tra la vegetazione l’usignolo o vedere volare alto e maestoso il gheppio. Sul fiume vivono invece cormorani e gabbiani, passano le gallinelle d’acqua e il Martin pescatore. Da esso spira una brezza lieve che una volta tanto allontana l’odore acuto del traffico urbano. Cosa c’è di meglio per invogliare una salita al monte, calpestando gli antichi cocci che suonano sotto i tacchi?
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Di Testaccio parlano Giovanni Rucellai ( Zibaldone quaresimale), Cervantes (Novelas Ejemplares), Goethe ( Viaggio in Italia), Belli ( I sonetti: La bballerina de Tordinone, Una lingua nova), Domenico Orano ( Il Testaccio: il monte e il quatiere dalle origini al 1910), Fogazzaro ( Il santo), Pasolini ( Le ceneri di Gramsci).
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Piazza vittorio: giostre e mercato
Monday, 5/1/1998
Piazza Vittorio: giostre e mercato
di Ester Ponti
Qualche giorno fa, con il mio bambino, sono andata a fare la spesa a Piazza Vittorio. Ho trovato le clementine a 650 lire al chilo e banchi dove non si parlava italiano, ma una sorta di strana parlata cittadina che mi ricordava tanto Blade runner. E poi c’erano facce nere e gialle, marocchini, zingare, ucraini ed era tutto un toccar merci, chieder prezzi, tutto un vociare da mercato, un via vai da suk che incantava il piccolino e a me (lo confesso) faceva venire mal di testa e una gran voglia di tornarmene a casa. Poi ci siamo infilati nel giardino (appena risistemato), incorniciato da banchi e bancarelle ed è stato come girar la pagina di un giornale. Nel giardino di Piazza Vittorio - camminando giù giù verso via Principe Eugenio - abbiamo trovato, con mia sorpresa, giostre, altalene, scivoli, insomma un piccolo parco giochi attrezzato e per di più tutto fatto di legno, gradevole alla vista e naturalmente solido. C’era anche un cavalluccio di legno per inventarsi cow boys e fare il rodeo, roba che Luca, il mio bambino, non voleva più scendere e sarebbe ancora lì se non fosse arrivato il piccolo imbacuccato Marco, aspirante uomo del far west. Per noi mamme, ci sono panchine per leggiucchiare qualcosina, mentre i pupi scorazzano, calciando le foglie gialle che solerti “operatori ecologici” caricavano su un camioncino celeste, rendendo forse troppo nuda la terra battuta. Peccato che i bambini si contassero sulla punta delle dita e quei pochi (due a dirla tutta) che giocavano erano accompagnati da più parenti: piazza Vittorio, si sa, non ha una buona nomea e l’Esquilino, come si lamenta chi vi abita, è abbandonato a se stesso. Mio marito ci scherza su: “Se incontri un bianco, puoi dirgli Mister Livingstone, I suppose”. Luca, però, vuole tornarci nel giardino tutto piemontese, cuore dell’unica piazza con i portici (francamente superflui per il clima romano) della Capitale.
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Da bambino farò un parco, da grande un mondo migliore
Monday, 5/1/1998
Da bambino farò un parco, da grande un mondo migliore
Nasce “Il giardino dei mostri”: il nuovo parco del quartiere Spinaceto
E’ il primo dei tre parchi previsti a Roma e progettati direttamente dai bambini nell’ambito del concorso della Coop “Da bambino farò un parco, da grande un mondo migliore”, che sarà inaugurato il 28 febbraio
Loro sono i bambini della scuola elementare di via Frignani (143esimo Circolo), una scuola della periferia romana nel quartiere Spinaceto. Una parte dell’area verde - proprio a ridosso della scuola – è diventato un parco-giochi ideato e progettato dagli stessi bambini nell’ambito del concorso lanciato dalla Coop due anni fa e di cui adesso si vedono i risultati concreti.
Un concorso che ha voluto stimolare l’attenzione all’ambiente da parte delle nuove generazioni cominciando proprio dalle esigenze dei ragazzi, senza catapultare un parco dall’alto, ma creandolo, per così dire, a misura di bambino seguendo i criteri-guida della progettazione-partecipata.
“Il giardino dei mostri” è il primo dei tre parchi realizzati dalla Coop Toscana Lazio a Roma: il secondo, nel quartiere Prenestino, aprirà i battenti il 18 marzo e il terzo, al Laurentino, a fine maggio. Altri due parchi, nel Lazio, sono già in funzione a Viterbo e a Colleferro.
Il parco è stato creato con le caratteristiche di un labirinto con siepi-muro, pergolati e piante mediterranee e aromatiche come il melograno, la lavanda, il rosmarino, il mirto. Gli stessi materiali usati - come il tufo - rimandano all’idea della caverna. E non a caso il giardino-labirinto si chiama, per volere dei bambini baby-progettisti, “Il giardino dei mostri”.
“Lo spazio verde di via Frignani vuol essere un giardino educativo”spiega l’architetto Petra Bernitsa che ha curato a fianco dei bambini e dei loro insegnanti la realizzazione del parco. “I bambini non hanno fatto altro che far correre la loro fantasia immaginando figure mostruose e deformi come l’animale preistorico, il Kentrosaurus, che introduce al gioco e che rappresenta l’elemento di connessione delle varie parti del giardino. Il labirinto, poi, facilita il gioco della scoperta”.
E così, dal 28 febbraio, un’area di periferia abbandonata a se stessa assumerà una nuova funzione. Subito dopo inizierà la terza fase del concorso, quella dell’adozione, quando spetterà agli stessi bambini provvedere alla cura dell’area.
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La Cacciarella: miracolata in attesa di verdetto
Monday, 5/1/1998
La Cacciarella: miracolata in attesa di verdettoUna meridiana lo ha salvato e i giovani del quartiere gli hanno ridato vita. Stiamo parlando del casale del parco della Cacciarella: più di un ettaro di verde nel quartiere Tiburtino, con spazi attrezzati per i bambini (scivoli, altalene), e per i nonni che si danno appuntamento ai tavolini del bar per la briscola quotidiana e si divertono a raccontare favole ai piccini. Oggi, la Cacciarella può ben vantare i suoi spazi e i servizi come il bar (aperto dalle 7,30 del mattino) ed una pizzeria dove si apparecchia a pranzo e a cena. Le cose, però, non sono state sempre così “tutte rose e fiori”.
Negli anni ’60, a seguito di una soffocante urbanizzazione che ha coinvolto l’intera zona della Tiburtina , la tenuta con le sue ville (alcune delle quali sopravvissute, come Villa Fassini) era stata occupata dai “senza tetto”. Successivamente, il parco ha subito una fase di abbandono ed è diventata porto di tossicodipendenti e barboni. Uno dei casali fu abbattuto mentre quello della Cacciarella (che nel 1800, quando fu costruito, era una stazione di posta per cavalli frequentata dai cacciatori della nobiltà romana, re compreso) è miracolosamente sopravvissuto grazie alla meridiana (l’orologio medievale) posta al centro del torrino, per la quale è stato posto un vincolo dalla Sovraintendenza alle Belle Arti. Trascurato per anni e anni, il parco diventò un bocconcino prelibato per una grande società immobiliare che voleva farne un parcheggio e trasformare il casale in una stazione di servizio. Fu allora (era il 1994) che un gruppo di giovani del quartiere – con il sostegno forte e convinto dei cittadini tutti – occupò il casale della Cacciarella dando inizio al suo recupero e alla sua ristrutturazione. Con quali fondi? Mettendo su una cooperativa con attività di ristoro, e ricevendo il sostegno economico di cittadini e associazioni.
Oggi, la Cacciarella è un luogo d’incontro, di giochi, di svago, d’intrattenimento e di cultura per centinaia di persone di ogni età. Ma il Comune deve ancora dire la sua sulle sorti del casale.
La Cacciarella è in via Casal Bertone, 11
Autobus: 309 (da piazza Bologna) – 448 (dal Verano) – 449 (da Rebibbia o Monti Tiburtini)
Metro B fermata stazione Tiburtina o piazza Bologna e poi autobus 309
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Villa Aldobrandini: un nido d’aquila su via Nazionale
Monday, 5/1/1998
Villa Aldobrandini: un nido d’aquila su via NazionaleCome un nido d’aquila posato sul monte di Magnanapoli, il piccolo e prezioso parco della Villa Aldobrandini domina l’ingrata Via Nazionale, un fiume di macchine, autobus e puzzo di smog, e guarda in faccia il Gianicolo, tra statue e cupoloni. “Noi monticiani ce semo cresciuti ar parco Aldobrandini e a Montecavallo”, scherza il signor Mancini, faccia da romano, un nipotino (Alessandro) di un anno e poco più. Infatti il parco Aldobrandini era, fino a poco tempo fa (a parte gli anni della chiusura, dal 1986 al 1992) un paradiso per le mamme di Via Panisperna, del Boschetto, della Suburra. Un piccolo paradiso verde, ritagliato tra palazzi e asfalto, con palmizi e (andandoci alla mattina presto, con la bella stagione) con un gran via vai di merli, passeretti e altri uccelli chiacchieroni. Oggi il parco boccheggia nel degrado. “Ci vanno a tagliarsi i capelli, a farsi i fatti loro”, protesta Enrica, attrice, mamma di Francesco e di Paolo, un pugno di anni in due. E pensare che potrebbe essere bello, bellissimo. Chi scrive vi si recava al mattino presto, con il bebè addormentato e baciato da un solicello invernale che lo colorava appena appena. Verso le undici arrivavano i cani, con i padroni al guinzaglio. Più tardi, qualche turista con la guida in mano e l’aria spaesata, poi gente di fuori, ucraini, albanesi, curdi: tutti lì a mangiare, a chiacchierare e a far coiffeure. Già allora di bambini pochissimi. Tutti trasferiti al giardino del Quirinale, a Montecavallo: ma non è la stessa cosa! Anche se c’erano due belle rampe di scale da salire con passeggino e ragazzino (ma si può prendere la scorciatoia, cioè girare a sinistra appena imboccata l’entrata su via Mazarino), la fatica era premiata dalla gioia di essere lassù, tra le nuvole. E Villa Aldobrandini sembrava darti il benvenuto e farti la riverenza, con i suoi padiglioni ottocenteschi, la terrazzata sulla Città eterna, le alte palme, la fontana (sebbene asciutta, ma c’è la fontanella per bere!) le statue e quelle comode panchine d’altri tempi, alte e solide, che da un pezzo vengono spostate qui e là da certi incivilissimi visitatori. Peccato. Le mamme monticiane (ma tutte le mamme, naturalmente, sono le benvenute) vorrebbero tornare a Villa Aldrobrandini con i loro bambini.
Per arrivare al Parco di Villa Aldobrandini, l’entrata (dalle 7 di mattina al tramonto) dà su via Mazarino che è una traversa di Via Nazionale all’altezza del Teatro Eliseo. Gli autobus? Sono perfetti il 57, il 64, il 65, il 70, il 75, l’81 e il 170
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