Informazione

WWF: “ACCORDO DI COPENAGHEN: UN TESTO MEZZO CRUDO DI CONTENUTI POCO CHIARI”

Saturday, 19/12/2009

 

Il testo dell’Accordo di Copenaghen è ben lontano dal diventare una cornice legalmente vincolante per un’azione decisiva contro il cambiamento climatico. 

I negoziati sul clima di Copenaghen sono stati a un passo dal fallimento totale e comunque hanno rappresentato una notevole delusione rispetto alle aspettative. Dopo aver seguito i lavori ininterrottamente per tutta la notte e per gran parte della giornata odierna, il WWF osserva che la capacità dei Paesi di abbandonare gli egoismi e agire insieme è di gran lunga troppo debole per affrontare i pericoli del cambiamento climatico e questo espone il Pianeta a rischi immensi: bisogna reagire. Lo ha dichiarato oggi il WWF. (more…)

Summit Copenhagen: qualche segnale positivo

Thursday, 17/12/2009

WWF: “FINALMENTE SEGNALI SULLA FINANZA”
L’annuncio del Segretario di Stato Hillary Clinton, dato oggi in occasione della COP15, per il WWF è nuova linfa vitale per i negoziati. Il supporto di 100 miliardi di dollari è in grado di creare un ponte tra i paesi industrializzati e quelli in via di sviluppo, e quindi cambiare lo scenario in questi giorni di negoziati globali. 
“Auspichiamo ora un accordo tra Stati Uniti e Cina su come definiranno il tema della trasparenza e attendiamo l’impegno del Presidente Obama affinché la legislazione sul clima sia la sua principale priorità nel prossimo anno. Dall’Unione Europea e dagli altri Paesi industrializzati attendiamo un segnale positivo sul fronte delle riduzioni delle emissioni al 2020″ dice Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia, presente a Copenaghen.
Sul fronte dei finanziamenti, il WWF segnala come fino ad oggi molti Paesi abbiano avanzato nuove proposte finanziarie cosiddette “fast start”, ovvero immediate, per aiutare a concludere l’accordo, mentre il pezzo mancante fondamentale restava proprio  la finanza a lungo termine.
Ieri il ministro dell’ambiente giapponese Sakihito Ozawa aveva annunciato 15 miliardi di dollari per finanziamenti “fast start” entro il 2012, nell’ambito della Hatoyama Initiative. Prima, Australia, Francia, Giappone, Norvegia, Regno Unito e gli Stati Uniti avevano annunciato che avrebbero impegnato 3,5 miliardi di dollari della finanza pubblica per ridurre le emissioni da deforestazione nei Paesi in via di sviluppo (REDD). L’annuncio dei 10 miliardi dato dal Segretario Hillary Clinton, in questo scenario, assume dunque un’importanza fondamentale.
“Sebbene i finanziamenti ‘fast start’ siano fondamentali per creare le basi di lavoro, non devono assolutamente essere visti come sostitutivi di una finanza sicura, programmabile e addizionale nel medio e lungo termine, necessaria sia per azioni di mitigazione, come la lotta alla deforestazione, sia per aiutare i Paesi vulnerabili ad adattarsi agli impatti più pericolosi del cambiamento climatico – ha concluso Mariagrazia Midulla del WWF Italia – La necessità di questi finanziamenti a lungo termine non è negoziabile. L’accordo e il pianeta dipendono da loro.”

L’Ora della Terra - Hopenhagen

Sunday, 13/12/2009

L’Ora della Terra - Hopenhagen

Ban Ki-moon porterà il messaggio di speranza e di milioni di cittadini ai leader riuniti al Bella Centre

Mercoledì 16 dicembre alle 19:00, un milione di cittadini di Copenhagen in rappresentanza dei 6.8 miliardi di abitanti del mondo spegneranno le luci per L’Ora della Terra - Hopenhagen. Nella fase cruciale dei negoziati sul Trattato globale sul clima, Earth Hour – l’Ora della Terra e la campagna Hopenhagen uniscono le forze per far risuonare un messaggio forte in tutto il mondo: è giunta l’ora di agire nella lotta contro il riscaldamento dell’atmosfera terrestre. Ospite d’onore dell’evento,il Segretario generale dell’ONU Ban Ki-moon che prenderà simbolicamente in consegna le centinaia di migliaia di messaggi provenienti da ogni angolo del pianeta, contenuti in una sfera–hard disk di 350 gigabyte, per consegnarli ai leader del mondo, impegnati a trovare un nuovo accordo sul clima.
L’appuntamento, lanciato anche in Italia dalla Campagna del WWF “Un Voto per la Terra”, continua sulla scia dell’Ora della Terra 2009 (il 28 marzo), quando milioni di persone in oltre 4,000 città e 88 paesi del mondo hanno scelto la Terra e non il Riscaldamento Globale, spegnendo la luce per un’ora. La novità annunciata oggi è l’alleanza con la campagna Hopenhagen, movimento globale di oltre 1.7 milioni di cittadini, indicativo di una solidarietà capace di creare un impulso senza precedenti in questo momento storico nella città che ospita il Vertice delle Nazioni Unite.
“La collaborazione ’Ora della Terra-Hopenhagen è la vera essenza dello spirito che anima la società civile nel mondo, impegnata nella richiesta di azione nei confronti dei cambiamenti climatici”, ha detto da Copenhagen Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia. “Associazioni e organizzazioni di tutte le ispirazioni, ambientaliste e non, globali e locali, stanno unendo le forze per combattere la più grande sfida che l’umanità abbia mai dovuto affrontare. Ieri hanno dato vita a una manifestazione  multiculturale e globale – altro che non global! - colorata ed emozionante, della quale qualcuno ha voluto vedere solo i piccoli gruppi di stupidi infiltrati, con il solito intento di criminalizzazione. Ma questo non fermerà l’onda che sta nascendo tra i cittadini, primi tra tutti i giovani, e che chiama i Governi alle proprie responsabilità.”
 “Aspetteremo il grande evento nella Piazza del Municipio - dicono gli organizzatori -  quando i cittadini di Copenhagen spegneranno le luci. Anche al Bella Centre verranno spente. Con un’adesione così grande siamo sicuri di mandare un messaggio molto forte”.

L’Ambasciatore Hopenhagen e attore americano, Bradley Whitford, presente all’evento, unirà  sul palco i messaggi de l’Ora della Terra Hopenhagen.

WWF AL SUMMIT DI COPENHAGEN

Saturday, 12/12/2009

“I MINISTRI HANNO UNA BUONA CORNICE CON CUI LAVORARE,
TOCCA A LORO RIEMPIRLA CON LE CIFRE ‘GIUSTE’
PER TAGLIO EMISSIONI E FINANZIAMENTI”
Per il WWF i negoziatori presenti al Summit di Copenhagen hanno rilasciato un testo che costituisce una buona cornice su cui è possibile costruire un trattato sul clima equo, ambizioso e legalmente vincolante. 
“Ora tocca ai Ministri in arrivo oggi al Summit riempire con le cifre gli spazi lasciati in ‘bianco’ nella bozza, cifre che dovranno essere consistenti sia per quel che riguarda i tagli alle emissioni di gas serra sia per dare capacità ‘finanziaria’ al Trattato – ha dichiarato Mariagrazia Midulla, responsabile Clima e Energia del WWF Italia, che sta seguendo i lavori del Summit a Copenaghen - E sarà proprio quello delle cifre l’elemento su cui giudicare i paesi nella loro volontà reale di rimanere fuori dal rischio della catastrofe climatica. Il testo presentato dal chairman del gruppo negoziale sotto la Convenzione non risponde alle domande circa la natura legislativa del futuro Trattato.”
“Ora è importante aggiungere numeri ambiziosi all’interno del testo ‘cornice’ e mandare in esilio le scappatoie che potrebbero indebolire l’integrità del Trattato, ma per renderlo solido e ‘impermeabile’ il testo deve necessariamente essere vincolante dal punto di vista legislativo – continua Marigrazia Midulla del WWF - I ministri e i capi di Stato che arriveranno nei prossimi giorni (l’intervento del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è atteso per il 17 pomeriggio) dovranno essere capaci di ridare impulso e linfa ai negoziati, e indirizzare i temi su cui i negoziatori finora hanno avuto poca manovrabilità.”

“Se possiamo creare il legame tra ciò che i paesi sviluppati sono pronti a fare e ciò che i paesi emergenti e quelli in via di sviluppo vogliono che accada, avremo un Trattato sul Clima a Copenhagen – conclude Marigrazia Midulla del WWF - Chiaramente è necessario agire su tutti i fronti per avere un risultato globale. La scienza e il dovere dell’equità indicano ai ricchi del mondo la necessità di aumentare il taglio delle emissioni, e mettere più denaro sul tavolo per coloro che hanno contribuito poco al problema dei cambiamenti climatici ma ne soffriranno le conseguenze più disastrose. Apprezziamo anche l’impegno finora mostrato dalle economie emergenti, ma abbiamo bisogno del loro impegno affinchè siano inseriti e valutati come parte di uno sforzo globale.”

Summit di Copenhagen

Friday, 11/12/2009

WWF: “LO SVILUPPO DELL’INDUSTRIA CINESE
AIUTA IL BOOM DELL’ENERGIA PULITA”
Danimarca, Brasile e Germania in testa alla classifica WWF dei ricavi dell’energia pulita.
Nel 2020 il settore varrà 1600 miliardi di dollari. E con il Trattato di Copenhagen questa cifra sarà ancora più alta.
Le tecnologie per l’energia pulita possono diventare il terzo più importante settore industriale a livello globale grazie a un apporto crescente dato dalla Cina. E’ la previsione lanciata oggi a Copenhagen da un rapporto del WWF.
“Economia pulita, Pianeta vivente – Costruire industrie tecnologiche forti per l’energia pulita” è il primo rapporto che presenta una classificazione dei Paesi di tutto il mondo per vendite di energia pulita. Rispetto al PIL nazionale, a guidare la classifica è la Danimarca, pioniera dell’energia eolica e solare. Al secondo posto il Brasile, che ha il primato del bio-etanolo, mentre al terzo posto c’è la Germania, grazie alla base manifatturiera e al sostegno pubblico dato all’energia eolica e solare.
Il rapporto del WWF prevede che nel 2020 l’industria pulita avrà un valore pari a 1600 miliardi di dollari, al terzo posto dopo il settore delle automobili e dell’elettronica. Nel 2007, le tecnologie pulite hanno avuto un volume d’affari di 630 miliardi di dollari, superando l’industria farmaceutica globale.
I ricavi dai prodotti per l’efficienza energetica nel 2007 sono stati pari a 5 volte i ricavi dalle energie rinnovabili, ma questo dato cambierà in modo significativo entro il 2020, quando il tasso di crescita delle rinnovabili salirà al 15% annuo, ovvero tre volte l’attuale tasso di crescita del 5% dei prodotti per l’efficienza e dei ricavi di processo.
Questo è il percorso dell’economia pulita che si sta verificando già adesso, con le energie rinnovabili supportate solo da una parziale cornice normativa internazionale derivata dal Protocollo di Kyoto e da sostegni nazionali non sistematici, mentre sono ancora ingenti i sussidi ai combustibili fossili – ha detto Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia – Immaginate cosa potrà succedere con un accordo di Copenaghen di successo e adeguati meccanismi nazionali per applicarne le direttive. Il futuro dell’economia e della sicurezza energetica è nelle energie pulite.”
Il rapporto auspica che i Paesi che stanno cercando di promuovere i propri settori dell’energia pulita supportino i loro leader con piani d’azione per portare la tecnologia dalla ricerca alla pratica, colmando la distanza tra istituzioni di ricerca e industria.
Le banche centrali possono aiutare questo percorso incoraggiando l’inclusione del “rischio carbonio” nei modelli finanziari. L’accesso ai fondi finanziari per l’avvio di nuove attività e agli investimenti in capitale a rischio è stato un fattore determinante per il successo delle energie pulite nei Paesi guida.
Il rapporto enfatizza anche l’importanza di sviluppare un mercato tecnologico nazionale, con un forte taglio nazionale. “Questo permette alle imprese di sperimentare, acquisire esperienza e superare velocemente la fase di apprendimento, garantendo loro una leadership competitiva, oltre che competenza e casi-studio – si legge nel rapporto. I governi possono supportare questi mercati domestici con sussidi, obiettivi per le rinnovabili e politiche per il procurement “verde”, ovvero gli appalti e gli approvvigionamenti della pubblica amministrazione.
Tra i Paesi che possono beneficiare di queste azioni ci sono anche gli Stati Uniti, al 18° posto nelle classifiche secondo il PIL e dietro alla Germania anche in termini assoluti, e la Gran Bretagna, al 19° posto. Simbolo delle opportunità perse è invece l’Australia, che ha sprecato una precoce leadership nell’energia solare, finendo al 28° posto della classifica.
 La Cina è al quarto posto in termini di vendite assolute, e al sesto per il PIL.
“E’ chiaro che secondo una prospettiva nazionale c’è molto da guadagnare e niente da perdere dagli investimenti in energie pulite – conclude Mariagrazia Midulla, responsabile Energia e Clima del WWF Italia. “Perdere queste opportunità per rianimare un settore vecchio e inquinante come quello dei combustibili fossili fino a quando il suo potere di lobby sarà ancora così forte, significa agire nell’interesse di pochi e non nell’interesse nazionale.”

Summit di Copenhagen: le aree protette

Wednesday, 9/12/2009

 WWF: “AREE PROTETTE:
SOLUZIONI NATURALI ED ECONOMICHE ALLA CRISI DEL CLIMA”
Il 15% del carbonio terrestre mondiale è stoccato nelle aree protette.
In Amazzonia brasiliana evitate 8 miliardi di tonnellate CO2 entro 2050
Dalle aree umide USA 23,2 miliardi di dollari in protezione contro inondazioni e uragani.
Le aree protette offrono una soluzione efficace ed economica contro gli impatti del cambiamento climatico. E’ quanto afferma il nuovo libro realizzato da IUCN (Unione  Internazionale per la Conservazione della Natura), The Nature Conservancy, United Nations Development Programme, Wildlife Conservation Society, Banca Mondiale e WWF.
“Il libro ‘Soluzioni naturali: le aree protette aiutano le persone ad affrontare il cambiamento climatico’ spiega chiaramente per la prima volta come le aree protette contribuiscano significativamente a ridurre gli impatti del cambiamento climatico e cosa bisogna fare per rendere la loro azione ancora più efficace” ha dichiarato Lord Nicholas Stern, che ha scritto la prefazione del libro.
Le aree protette giocano un ruolo fondamentale nella riduzione delle emissioni di CO2 dovute al cambiamento climatico. Il 15% del carbonio terrestre mondiale – pari a 312 gigatonnellate – è stoccato in aree protette in tutto il pianeta. In Canada oltre 4 miliardi di tonnellate di CO2 sono stoccate in 39 parchi nazionali, per un valore stimato in 39-87 miliardi di dollari in crediti di carbonio. Nell’Amazzonia brasiliana, le aree protette tutelano 670.000 kmq dal pericolo di deforestazione entro il 2050, evitando l’emissione di 8 miliardi di tonnellate di carbonio.
Le aree protette servono anche come protezione naturale dagli impatti dei cambiamenti climatici e altri disastri naturali, fornendo spazio per la dispersione delle inondazioni, stabilizzando il suolo contro i dissesti idrogeologici e bloccando le ondate di tempeste. E’ stato stimato che le aree umide costiere negli Stati Uniti forniscono 23,2 miliardi di dollari all’anno in protezione contro inondazioni e uragani.
E le aree protette possono mantenere le risorse naturali produttive e in salute, così da sopravvivere agli impatti del cambiamento climatico continuando a fornire cibo, acqua pulita, protezione ed entrate su cui le comunità locali basano la propria sopravvivenza. 33 delle 100 città più grandi del mondo prendono l’acqua potabile da bacini nelle aree forestali protette.
“Le condizioni di vita delle comunità rurali, già minacciate dal cambiamento climatico, peggioreranno in modo significativo senza un’azione immediata – ha detto Veerle Vanderweerd, Direttore dell’Energy and Environment group del UNDP.
“Oggi, ampliare l’estensione delle aree protette e coinvolgere le comunità locali e indigene in questa azione potrebbe essere il modo migliore per rinforzare la resilienza all cambiamento climatico della natura e delle persone – ha dichiarato Trevor Sandwith della The Nature Conservancy, che è anche Deputy Chair della Commissione sulle Aree Protette dell’IUCN.
“Le misure di adattamento basate sugli ecosistemi possono fornire alternative certe ed economicamente sostenibili a costose infrastrutture, proprio ora che Paesi e comunità stanno lottando per affrontare le conseguenze ambientali dei cambiamenti climatici e di eventi meteorologici sempre più estremi – ha detto Michele de Nevers, Senior Manager della Banca Mondiale.
Mentre a Copenhagen si svolgono i negoziati sul clima e con il 2010 Anno della Biodiversità proprio dietro l’angolo, mantenere ed estendere le aree protette deve essere riconosciuta sia nella Convenzione Quadro per il Cambiamento Climatico delle Nazioni Unite (UNFCCC) e sia nella Convenzione sulla Biodiversità come uno strumento forte contro il cambiamento climatico e dovrebbe essere al centro delle singole strategie nazionali per il clima.
Ma nonostante il loro valore, sia per l’adattamento e sia per la mitigazione dei cambiamenti climatici, il supporto finanziario alla rete mondiale delle aree protette è meno della metà di quanto sarebbe necessario per avere il massimo del risultato, e questo mette a rischio l’intero sistema.
I leader del pianeta devono capire che investire nelle aree protette è un investimento per la sicurezza delle proprie comunità.

“Nella corsa verso nuove soluzioni per il cambiamento climatico, rischiamo di ignorare un’alternativa concreta ed efficace – ha detto Gianfranco Bologna, direttore scientifico del WWF Italia – Le aree protette sono un investimento che le società hanno fatto per un millennio, attraverso approcci tradizionali che hanno provato il loro potenziale e la loro efficacia anche in tempi moderni.”

Summit di Copenaghen: annuncio dell’EPA

Wednesday, 9/12/2009

WWF: “ANNUNCIO DELL’EPA APRE LA STRADA A REGOLAMENTAZIONE USA SUL CLIMA”
L’annuncio dell’Agenzia per la Protezione Ambientale americana (EPA) che le emissioni di gas a effetto serra danneggiano la salute e il benessere pubblico, getta le basi perché l’inquinamento da riscaldamento globale sia regolamentato attraverso il Clean Air Act
“E’ una grande notizia, che mostra come l’Amministrazione USA si stia impegnando per rafforzare il Clean Air Act e affrontare seriamente il cambiamento climatico. Questa decisione riconosce basi scientifiche chiare per regolamentare la modifica del ciclo del carbonio da parte dell’uomo in quanto minaccia alla salute e al benessere pubblico” ha dichiarato Keya Chatterjee, direttore del Programma Clima del WWF.
“Il Clean Air Act è e deve rimannere uno strumento fondamentale nella lotta al cambiamento climatico. Ma il modo più efficace per affrontare la crisi del clima, sia entro i confini nazionali e sia come parte di un’azione globale, è una legislazione complessiva sul clima” ha aggiunto Chatterjee del WWF.
“Nel contesto dei negoziati di Copenhagen, questa decisione sottolinea la serietà dell’Amministrazione americana nell’affrontare il cambiamento climatico, ma manca ancora un elemento importante: la fiducia della comunità internazionale sul fatto che gli USA porteranno avanti gli obiettivi a medio e lungo termine annunciati dal presidente Obama la settimana scorsa. Per ottenere questa fiducia, serve anche la legge USA sul clima. Quando il presidente Obama verrà a Copenhagen la settimana prossima, il mondo lo ascolterà attentamente cercando la garanzia che il cambiamento climatico sarà la sua prossima priorità legislativa dopo la riforma sanitaria” ha continuato Chatterjee del WWF.

Copenhagen: 12 giorni per salvare il Pianeta

Monday, 7/12/2009

La Conferenza sul Clima di Copenhagen è la migliore opportunità che abbiamo per raggiungere l’accordo sul clima che può salvare il pianeta da un cambiamento climatico devastante. Dobbiamo coglierla.
Dopo mesi di preparazione il momento è finalmente arrivato. Decine di migliaia di negoziatori e politici si stanno riunendo a Copenhagen e milioni di persone da tutto il mondo li osserveranno. Le loro vite, le vite dei loro figli e quelle dei loro nipoti dipendono dalle decisioni che verranno prese in questo vertice. I leader hanno 12 giorni per salvare il pianeta, devono usarli.
“Copenhagen è la migliore opportunità, nel miglior momento possibile, per firmare un accordo sul clima che può salvare il nostro pianeta dal cambiamento climatico più catastrofico. Un’altra opportunità del genere potrebbe non arrivare in tempo – ha detto Kim Carstensen, leader della Global Climate Initiative del WWF Internazionale – Il mondo ha acceso un semaforo verde per un accordo sul clima. Cittadini, media, associazioni, imprese, istituzioni religiose e ogni tipo di istituzione chiedono a gran voce di prendere l’unica decisione giusta: firmare un ambizioso accordo sul clima.”
Per il WWF, c’è da fare una scelta molto chiara: i leader possono cogliere questa opportunità unica e cercare di riparare i danni prima che sia troppo tardi, permettendo alle persone e alle imprese in tutto il mondo di iniziare una transizione non traumatica verso un’economia a basso contenuto di carbonio e beneficiarne il prima possibile. Oppure possono rimandare questa decisione, mettere a rischio le vite di milioni di persone e privare il mondo della più grande opportunità della nostra vita: un futuro sostenibile, fondato sulla qualità e non sullo spreco.
Licenziare un accordo sul clima di sostanza, in linea con la scienza e legalmente vincolante non è una punizione. E’ un’incredibile opportunità politica ed economica. L’umanità è sempre evoluta quando ha trasformato i rischi (e questa volta siamo di fronte a un rischio davvero tremendo) in opportunità. L’accordo sul clima costituisce il documento più importante che i politici potranno e dovranno mai firmare nella loro vita – ha detto Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia.
Un forte accordo sul clima potrebbe dare a milioni di imprese la possibilità di passare a un futuro a basso contenuto di carbonio. Non solo potrebbe sollevare molte economie in crisi, liberare molti Paesi dalla povertà, dare una possibilità a persone che non ne hanno mai avuta una, ma potrebbe anche ridurre le guerre, la fame nel mondo e i disastri naturali.
“Chiunque riconosca le enormi opportunità e benefici che possono derivare da un forte accordo sul clima, e i rischi di un mancato accordo, è un vero leader – ha detto Midulla del WWF Italia.
L’accordo sul clima raggiunto a Copenhagen deve garantire importanti riduzioni delle emissioni da parte dei Paesi industrializzati, insieme a un sostegno pianificabile e a lungo termine per proteggere i Paesi in via di sviluppo dagli effetti dei cambiamenti climatici e consentire loro di progredire verso un futuro a basso contenuto di carbonio. E deve fornire una cornice normativa per un’ambiziosa azione per il clima in modo da limitare le emissioni nei paesi in via di sviluppo.

“All’apertura del vertice gli elementi sul tavolo non sono sufficienti. Gli impegni promessi finora non potranno mantenere l’aumento delle temperature globali sotto i 2 gradi, il limite indicato dagli scienziati per scongiurare i rischi inaccettabili di un cambiamento climatico fuori controllo – ha detto Midulla – Tutto questo deve cambiare entro i prossimi 12 giorni, tempo in cui i leader devono trovare il modo di soddisfare le aspettative di milioni di persone.”

I teenager tra Internet e telefonini: una generazione digitale sempre connessa.Quali rischi, quali opportunità?

Tuesday, 17/11/2009

 

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I teenager tra Internet e telefonini: una generazione digitale sempre connessa.
Quali rischi, quali opportunità?
 
Milano, 19 novembre 2009 – Conservatorio G.Verdi
 
La tecnologia offre oggi ai ragazzi grandi poteri. Computer e telefonini permettono ai giovani di stabilire contatti immediati, conoscere e sapere, viaggiare virtualmente nello spazio e nel tempo, modificare le situazioni a loro piacimento.
 
«Ma senza mai aderire alla realtà, senza entrare in contatto con la vera sofferenza, con la fatica e l’impegno – afferma Maria Rita Parsi presidente della Fondazione Movimento Bambino che interverrà il 19 novembre a Milano al convegno annuale di Somedia-la Repubblica dedicato al mondo dei TEENAGER www.teenager.somedia.it – gli adolescenti affrontano con maggiore difficoltà la vita e le fasi della crescita». «Le illimitate potenzialità della tecnologia, da un lato, e le sempre più limitate possibilità di auto realizzazione nella vita reale dall’altro - prosegue la psicologa e psicoterapeuta - inducono le nuove generazioni a guardare il futuro con sfiducia e a rifugiarsi in realtà virtuali che li fanno sentire attivi, potenti, pari e unici al contempo».
 
Ma quali sono i rischi? Troppo spesso i ragazzi sono catturati dalla costante interattività. Vivono per ore di fronte alla televisione, al computer, in contatto con il telefonino alle prese con l’ultimo gioco virtuale. Un video dopo l’altro, una meta dopo l’altra, un personaggio virtuale dopo l’altro, i ragazzi non hanno più tempo di riflettere, di elaborare pensieri ed emozioni. L’onnipotenza sperimentata nella dimensione virtuale si scontra con l’incapacità di affrontare la vita quotidiana con le sue fatiche e le sue sconfitte.
 
E’ dunque importante salvaguardare la salute psicofisica dei ragazzi pur assicurando il valido contributo che i mezzi di comunicazione di massa e le nuove tecnologie possono dare alla crescita dei nostri figli. Questo attraverso iniziative di educazione all’uso responsabile dei media e delle nuove tecnologie.
 
Con questo obiettivo nasce il progetto di Telecom Italia “Navigare Sicuri”(www.navigaresicuri.org).  «Le nuove generazioni hanno un rapporto privilegiato con la tecnologia e in particolare con Internet a cui dedicano sempre più tempo – racconta Carlo Fornaro, Direttore Relazioni Esterne di Telecom Italia che interverrà al convegno - ma è estremamente importante fornire loro gli strumenti adatti per avvicinarsi al Web senza rischi. È per questo che abbiamo deciso di promuovere Navigare Sicuri, il progetto sviluppato in collaborazione con Save the Children e la Fondazione Movimento Bambino, che si propone di sensibilizzare bambini, adolescenti e genitori ad un uso consapevole della rete, con il linguaggio più adatto a ciascun interlocutore. Attraverso questa iniziativa, che si articola in strumenti ed azioni concrete che coinvolgeranno anche numerose scuole, Telecom Italia vuole contribuire alla crescita di una nuova generazione di internauti più matura».
 
Coordinerà i lavori Giorgio Lonardi, Giornalista La Repubblica. Interverranno tra gli altri relatori anche: Carmen Leccardi, Ordinario di Sociologia della Cultura Università Bicocca Milano - Rosanna Savoldelli, Direttore di Ricerca GFK Eurisko - Marta Levi Assessore alle Politiche Giovanili Comune di Torino - Silvia Gasparollo Business Unit Media Sector TNS - Andrea Di Pace Senior Researcher TNS - Gabriele Ronco Direzione Marketing Privati Intesa Sanpaolo – Corrado Massone Direttore Marketing Personal Systems Group HP Italiana - Maurizio Nasi Communication Strategist Deepblue Aegis Media - Fausto Colombo Direttore OSSCOM Osservatorio sulla Comunicazione Università Cattolica Sacro Cuore Milano - Alex Brunori Direttore Creativo Esecutivo Mrm Worldwide - Anna Zanardi Direttore Scientifico Psychologies Magazine - Giuseppe Minoja Presidente GFK Eurisko - Francesco Togni Direttore di Ricerca GFK Eurisko - Francesco Morace Presidente Future Concept Lab - Rosella Blumetti TRU Account Manager TNS- Roberta Renzoni Consulente Strategico Futurebrand

 

Parte la CLIMA-CAR

Monday, 16/11/2009

SEMAFORO VERDE PER LA “CLIMA-CAR” DEL WWF!
AL VIA IL ROADSHOW PER IL CLIMA CHE RACCOGLIE
“VOTI PER LA TERRA” DA PORTARE A COPENHAGEN
A 20 giorni dal Vertice sul Clima,

stretta finale della mobilitazione globale sul web - www.wwf.it

WWF_dose e presta_VOTA PER LA TERRA2.jpgE’ partita stamattina – con a bordo uno spassosissimo equipaggio composto da Antonello Dose e Marco Presta della trasmissione Radio Rai “Il Ruggito del Coniglio” – la ‘clima-car’ del WWF, l’auto elettrica che da oggi fino al 18 dicembre girerà per le vie, le piazze, i mercati, le sedi istituzionali e giornalistiche di tutta Roma in un serrato roadshow per il clima in vista della fatidica Conferenza di Copenaghen ormai alle porte.
La ‘clima-car’, munita di webcam e computer, porterà sul tetto il countdown con i giorni che mancano al Summit, mentre all’interno è una vera e propria urna virtuale in cui tutti i cittadini potranno registrare il proprio “Voto per la Terra” e un video-messaggio, facendo sentire la massima pressione possibile sui leader del pianeta affinché a Copenhagen raggiungano un accordo sul clima equo, ambizioso, efficace e vincolante. I voti raccolti nella capitale si aggiungeranno a quelli di milioni di cittadini che da tutto il mondo stanno votando in una mobilitazione web senza precedenti (in Italia su www.wwf.it), e verranno prima visualizzati online su una speciale mappa di Google aggiornata di continuo, e poi, il 16 dicembre, saranno portati direttamente a Copenhagen e mostrati su un grande mappamondo luminoso collocato davanti alla sede del vertice dove saranno riuniti i Capi di Stato.
Stamattina il viaggio inaugurale della ‘clima-car’ ha portato gli irrefrenabili eco-“Conigli” Dose e Presta dalla sede Rai di Via Asiago fino al Teatro Roma, dove hanno fatto irruzione, tra centinaia di studenti, alla proiezione del film-docu sul cambiamento climatico “The Age of Stupid”, organizzata dal WWF e dal IX Municipio di Roma per le scuole della capitale. Al termine dell’evento – a cui hanno partecipato anche Susi Fantino, presidente del IX Municipio di Roma, Antonello Pasini, ricercatore del CNR (Institute of Atmospheric Pollution Research), Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia, Vanessa Ranieri, presidente del WWF Lazioi “Conigli” hanno consegnato lo striscione “Ogni voto per la Terra è un voto per te” ai ragazzi, che hanno poi registrato attraverso la webcam della ‘clima-car’ i propri video-messaggi per i leader del pianeta.
 

 “Nel momento culminante di questo fatidico ‘Anno del Clima’, la nostra campagna chiede l’aiuto delle persone, partendo dai ragazzi che rischiano di vedere gli effetti più tragici del riscaldamento globale – ha dichiarato Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia – Abbiamo creato un canale che consente a tutti di manifestare ai governanti la volontà degli elettori presenti e futuri perché a dicembre, a Copenaghen, sia raggiunto un accordo davvero capace di fermare i cambiamenti climatici. La voce dell’opinione pubblica è essenziale per impedire che i politici pensino soltanto all’oggi, al giorno per giorno: oggi il mondo ha disperatamente bisogno di veri leader, capaci di preservare e dare un senso al futuro, di trasformare la più grande sfida mai affrontata dalla civiltà umana in una opportunità, quella della terza rivoluzione industriale, quella della sostenibilità”.
 

La “clima-car” WWF, prodotta dall’azienda italiana Micro-Vett, leader del settore e fornitore ufficiale di veicoli elettrici per il Comune di Copenaghen, rappresenta anche un’importante occasione per sensibilizzare il grande pubblico sull’impatto del settore trasporti, responsabile di oltre il 28% delle emissioni di gas serra in Italia e del 23% delle emissioni globali, oltre che sulla necessità di ridurre la propria impronta di carbonio preferendo stili di vita e modelli di consumo sostenibili. Il WWF Italia ritiene infatti che l’efficienza energetica dei mezzi elettrici sia nettamente superiore a quella dei motori a scoppio, e indica come via da perseguire un incremento dell’utilizzo di auto elettriche alimentate da un mix energetico che privilegi sempre più le fonti rinnovabili, le cui emissioni sono prossime allo zero, a scapito delle fonti fossili, carbone in primis, assolutamente da evitare per l’elevatissimo impatto ambientale.
 

   La campagna “Un voto per la Terra – Vote Earth” rappresenta il momento cruciale delle iniziative organizzate per l’Anno del Clima dalla campagna Generazione Clima del WWF, a chiusura di un intero anno di azioni di sensibilizzazione, mobilitazione, relazioni con le imprese e pressing sulle istituzioni, con l’obiettivo di avviare un nuovo futuro nel segno della sostenibilità e vincere la sfida dei cambiamenti climatici.

 
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