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Archivio di 1/1998
Una gita in Parlamento
Monday, 5/1/1998
Una gita in ParlamentoSapevate che la polizia si chiama in romanesco “madama”? Perché, un tempo - quando Roma era ancora la capitale dello Stato pontificio - a Palazzo Madama (oggi sede del Senato della Repubblica) ci stava la gendarmeria pontificia? E sapevate che l’aula di Palazzo Montecitorio (il cuore della Camera dei deputati) è stata ricavata da un cortile? Questo e molto altro vi racconteranno le guide (informatissime) se deciderete (che siate insegnanti, zii, genitori o, come si dice, chi ne fa le veci…) di portare i vostri bambini a visitare i palazzi del potere. Giacomino vi spiega come fare. Per i comuni cittadini e per le loro famigliole non è difficile. La Camera dei deputati è aperta (si entra gratis) ai curiosi la prima domenica del mese, dalle 10 di mattina alle 6 di sera. Naturalmente occorre mettersi in fila e aspettare con pazienza. Per Palazzo Madama, stessa coda all’ingresso, nessun biglietto da pagare, ma l’appuntamento è per il primo sabato mattina di ogni mese. Passiamo ora alle scuole, ma ricordatevi che, in Parlamento, non sono ammessi bambini che frequentano classi inferiori alla quinta. “Oltretutto - spiega Annalisa Pazzaglia, mamma di Giulia (3anni) e funzionaria in Senato - non si divertirebbero neppure. Invece i più grandi restano abbagliati. Soprattutto dall’aula”. Passiamo al dunque, tenendo presente però che per quest’anno scolastico (1999-2000) le visite delle classi a Palazzo Madama sono già tutte prenotate, mentre per la Camera i primi posti disponibili sono a maggio del 2000. Quindi affrettatevi a scrivere.
Per ammirare Palazzo Montecitorio, con la sua splendida aula liberty e il maestoso corridoio, il transatlantico, scrivete su carta intestata della scuola e con firma del preside a:
“Ufficio sicurezza Camera dei Deputati” via della Missione, 10 - 00186 - Roma. Identica lettera per il Senato (dove potrete ammirare, ad esempio, il marziale Cicerone di Cesare Maccari nell’omonima sala affrescata) da spedire a:
”Servizio di Questura e Cerimoniale”, Senato della Repubblica, Piazza Madama, 1.
Ricordatevi di scrivere quanti sono gli aspiranti visitatori junior e poi aspettate una risposta che arriverà puntuale.
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Giardinieri: una scuola tutta verde
Monday, 5/1/1998
Giardinieri: una scuola tutta verde
di Raffaella Del CoreTre camere grandi, un salone luminoso, doppi servizi, un giardino che non finisce mai: una scuola che sembra una casa e per di più circondata da ettari di parco. E’ la Giardinieri, nata nel 1969, nella Villa omonima a un passo dall’Appia Antica. Da 30 anni, ospita alunni della materna e delle elementari e da 10 insegna a piantare alberi, curare pianticelle, seminare fiori. “Non vogliamo certo formare dei futuri giardinieri”, esclama la coordinatrice della scuola, Tullia Cianconi. Curioso com’è, Giacomino vuole saperne di più. E allora, perché avete deciso di insegnare il giardinaggio? “L’idea è nata in risposta al paesaggio, alla spontaneità e alle domande dei bambini che chiedono come può venire un albero così grande da un seme così piccolo. Non c’è miglior risposta dell’esperienza. In questo modo i bambini osservano la vita che sboccia e quindi il ciclo biologico di nascita, trasformazione, morte. La natura diventa il miglior libro di testo”. Naturalmente i bambini stanno il più possibile fuori, all’aria aperta. Che succede quando piove e tira vento? “Un cappottino, una sciarpetta e via a scorrazzare tra gli alberi!”. La scuola propone altre attività, si balla, si gioca, si impara a muovere ogni arto armoniosamente e anche un po’ a recitare. “Abbiamo rappresentato, ad esempio, la storia della gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”, racconta la coordinatrice. E per quest’anno? “Proporremo la Giardineide, dei piccoli giochi olimpici all’aria aperta”. Ma ci sarà, a fine anno, anche una mostra mercato. I bimbi venderanno statuine di das e creta, disegni, acquarelli e il ricavato servirà a finanziare le attività scolastiche. Nota dolente della scuola: l’iscrizione. Le liste d’attesa sono lunghe e di solito una ventina di bimbi resta fuori. Per l’ammissione, come in ogni altra scuola comunale, si calcola il reddito famigliare e l’età del bimbo. Ma per la Giardinieri esiste un altro problema. La scuola, infatti, pur essendo a ridosso della IX circoscrizione fa parte della I. Risultato? Molti bimbi che abitano a un passo non sono ammessi. Se si abita, mettiamo a Via Latina, l’unico modo per entrare è avere mamma e papà che lavorano in centro.
La Scuola Giardinieri è in Via di Porta San Sebastiano, 2 tel: 06-70492990
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Educazione ai consumi: la proposta della Coop per le scuole
Monday, 5/1/1998
Educazione ai consumi: la proposta della Coop per le scuoleEducazione all’alimentazione, al consumo corretto ma anche alla multirazzialità e al rispetto per l’ambiente. Sono questi gli obiettivi del Centro Educazione al Consumo della Coop Toscana Lazio che, a Roma, propone ai bambini (dalle scuole materne alle superiori) percorsi educativi all’interno dei propri supermercati. Si tratta di progetti che psicologi, pedagoghi e animatori del Centro propongono alle scuole interessate, sviluppano con gli insegnanti e trasformano in un divertente gioco per far scoprire ai bambini i trucchi della pubblicità (che fa leva sui sogni e sui sentimenti dei consumatori), i segreti delle confezioni dei prodotti (le etichette, le informazioni nutrizionali, i simboli), i meccanismi del commercio.
Le iniziative del Centro – già sperimentate in alcune scuole di Cerveteri, Viterbo, Tarquinia e Civitavecchia – si rivolgono anche ai problemi ambientali ed etici. I bambini, per esempio, sono invitati a riflettere sull’impatto ambientale degli imballaggi e sulle possibilità del loro riuso (per realizzare manufatti o giocattoli o piccole sculture). Ai più grandicelli vengono spiegati i meccanismi degli scambi commerciali fra i diversi Paesi, l’importanza del commercio “equo e solidale”, i meccanismi di produzione dei prodotti che acquistiamo già pronti al supermercato.
Con l’aiuto della Pimpa (il famoso personaggio di Altan) i più piccoli (spesso vittime inconsapevoli di mode e bombardamenti pubblicitari al grido di compra compra) vengono invitati a riflettere sui loro consumi (dai vestiti ai dolcetti ecc.) perché si rendano conto di cosa hanno veramente bisogno e di quanto, invece, è superfluo comprare.
Il rapporto bambini-cibo, poi, viene affrontato attraverso incontri che coinvolgono anche i genitori. Quante famiglie, purtroppo, devono fare i conti con figli bulimici o anoressici! Per questo percorso, gli alunni vengono invitati a scegliere tra gli scaffali del supermercato quegli alimenti che devono o dovevano mangiare per forza, quelli che, invece, mangiavano di nascosto (i cioccolatini rubati), oppure quelli che evocano tenerezza (il dolce della nonna). Riempito il carrello, i bambini raccontano i motivi delle loro scelte.
Educazione alimentare ma anche educazione al gusto per capire e comprendere perché sugli scaffali dei nostri supermercati abbondano pasta e biscotti, ma non si trova traccia di “formiche fritte”.
Il Centro di Educazione al Consumo è a Roma in via D’Onofrio, 67
Tel. 06 40500840 Fax 06 40500740 e-mail sociroma@isinet.it
Tutte le informazioni sulle attività dei Centri si possono trovare anche su Internet al sito della Coop. Per vederlo clicca qui
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Porto di Ostia
Monday, 5/1/1998
Porto di Ostia
Al porto di Ostia sbarcano speranze per i disoccupati della XIII Circoscrizione. Occorrono nuove figure professionali per la costruzione del nuovo porto turistico ed anche personale per il suo successivo funzionamento. Per la loro formazione stanno per essere approvati i corsi finanziati dalla Regione che comprendono stage presso le aziende interessate. Il fine di questi corsi è l’inserimento in azienda perciò è un’opportunità concreta di occupazione per i giovani che vogliono lavorare vicino al mare. Il progetto è nato dalla collaborazione della XIII Circoscrizione, l’Assessorato alle politiche del lavoro e l’A.C.I. del porto di Ostia.
Per maggiori informazioni rivolgersi all’ufficio relazioni con il pubblico della XIII Circoscrizione.
Via Angelo Celli 2/C
Tel.065622701
Fax065622339
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asili nido: qualcosa si muove
Monday, 5/1/1998
Asili nido: qualcosa si muove
Di Nadia AntetomasoMicro-asili nido per piccoli e piccolissimi, con orari agevolati per i genitori che lavorano.
Per soddisfare le richieste dei genitori che vogliono iscrivere al nido i bambini dai 3 mesi ai 3 anni, il Comune di Roma promuove le iniziative private: Micro- nidi e Spazi per Bambini e Bambine. “Queste strutture – spiega l’Assessore capitolino all’Infanzia, Pamela Pantano - rappresentano forme flessibili di asili nido, strutturate in modo da soddisfare le richieste dei genitori che lavorano”. Vediamo di cosa si tratta:
I micro-nidi sono servizi affini all’asilo nido per le loro caratteristiche tecnico-educative, ma sono più piccoli e possono accogliere un numero limitato di bambini. Sono gestiti da privati sotto la supervisione dell’amministrazione pubblica.
Lo Spazio Bambini e Bambine, invece, rappresenta un servizio integrativo e alternativo al nido e prevede tipologie educative diverse.
Sia il micro-nido che lo Spazio Bambini e Bambine sono aperti dal lunedì al venerdì (in qualche caso anche il sabato) dalle 8.00 alle 18.00, con la possibilità di anticipare l’ingresso anche alle 7 del mattino.
Quanto costano i micro-asili?
La retta - stabilita in base al reddito complessivo familiare e in relazione alle fasce orarie di utilizzazione del servizio - va da un minimo di 102.400 lire per i redditi al di sotto dei 20 milioni e senza maggiorazioni per l’orario, ad un massimo di 360.000 lire per i redditi superiori ai 35 milioni e per la fascia oraria fino alle 18.00.
Niente a che vedere con i prezzi delle strutture private (ahimè, anche queste insufficienti) che offrono strutture grandi e con il giardino, cibi freschi a mensa, un operatore ogni cinque bambini, grande disponibilità negli orari e costano da un minimo di 300.000 lire a più di un milione al mese.
Intanto, il Comune da notizia della prossima apertura di tre nuovi asili nido (S.Basilio V circ. via Torraccia; in via Castagnola e in via Camilla Ravera IX circ.) che potranno accogliere 180 bambini. Ma – a fronte di 11.463
richieste di iscrizione – quest’anno le domande in lista d’attesa sono 7.400.
Per avere tutte le informazioni su come iscrivere i bambini all’asilo nido clicca qui
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Novità nelle scuole della capitale
Monday, 5/1/1998
Novità nelle scuole della capitale
di Francesca Ricevuto
La multimedialità comincia a farsi strada. E’ in distribuzione infatti in tutte le scuole romane, elementari e medie, il cd-rom “Historia e Mestieri”, l’opera ipermediale realizzata, sia nei contenuti disciplinari che in parte della struttura software, dalle sezioni ospedaliere delle Scuole Medie Statali di Roma “Don Morosini” e “Virgilio”.
Grazie all’Assessorato alle Politiche Educative e Formative Giovanili del Comune di Roma che lo ha prodotto e all’A.N.P.O (Associazione Nazionale Pedagoghi Ospedalieri) che ne ha curato la pubblicazione, tutto con il patrocinio di Unicef Italia, gli alunni avranno modo di apprendere attraverso metodologie avanzate .
L’opera, frutto di un’intensa collaborazione tra docenti e “giovani programmatori”, avvia la sperimentazione di nuovi metodi di apprendimento. Imparare divertendosi ma soprattutto al passo con i tempi.
Si articola in due sezioni. Nella prima, dedicata alla scoperta dei mestieri, quelli di una volta, con le varie tecniche e gli strumenti, ci si addentra in una fantastica città virtuale dove si passeggia tra via dei fornari, via dell’acquaiolo, via dei pescatori e tante altre, con la possibilità di visitare le botteghe artigiane e scoprire cosa c’è dietro. Il tutto è integrato con fotografie, suoni e ipertesti molto dettagliati.
Historia fornisce invece (per chi riesce ad aprirne la cartella e poi l’indice) un ottimo supporto per lo studio dei ragazzi.
Vi si può trovare di tutto, così come in un’enciclopedia multimediale dalla portata un pò più ridotta. Si spazia da Lutero a Leopardi, al “Cantico delle Creature”, per non parlare poi della musica con i testi dei più famosi successi dei Beatles.
Per finire, diverse ricette gastronomiche come la trippa alla “Trasteverina” .
“Historia e Mestieri”, che è rivolto anche a tutti i piccoli degenti di ospedali sparsi in Italia, comprende un’introduzione nella quale si evidenzia passo per passo il cammino tecnico dei suoi giovani realizzatori.
Opera “aperta”, può essere oggetto di aggiornamenti di anno in anno.
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asili nido privati
Monday, 5/1/1998
Asili nido privati
Silvia
Zona Monteverde
Via Paola Falconieri n. 53/55
Centro operativo infanzia
Zona Appia Nuova
Via Baccarini 6 (Metro Ponte Lungo)
Gioco Coccole e Biberon
Bambini dai 0-3 anni
Zona Prati
Via Porcari 6
Garden bimbo
Zona Eur
Via Santuario Regina Apostoli 8 (ang. v. S. D’Amico)
Nido “Emy”
Zona Portuense
Viale di Vigna Pia
La Luna Blu
Nido dai 6 mesi ai 3 anni
Zona Parioli
Viale Liegi 10
Asilo nido autorizzato dalla Regione
Zona Trieste
Via Postumia 4
Baby club Il Pulcino
Zona Nuovo Salario
V.S.Scoca 11
V.G.Brodolini 1
Casa dei bimbi
Bambini dai 3 mesi ai 6 anni
Zona Tiburtina
V.G.Donati 160
Casa dei bambini Francesca
Zona Tuscolana
Via Antisio 12/14
Metro Subaugusta
Baby club
Età 0-6 anni
Aventino (Piramide)
Cinecittà Est
Castelli Romani-Marino
Glenn Doman
Zona Eur
Via Adolfo Ravà 98
Parco dei bimbi Montessori
Zona Talenti
Via della Bufalotta 1.052
Pegasus
Piazza Giovanni di Dio 23
Scarabocchiando
Zona Parioli
Via L. Luciani 6/a
Nido Pippi
Zona Eur
Via E. Bianchi 13
Il Paese dei balocchi
Zona Talenti
Via della Bufalotta 222
Asilo nido Baby club autorizzato
Zona Balduina
Via della Balduina 224
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POLITE ovvero Pari opportunità nei libri di testo
Monday, 5/1/1998
POLITE ovvero Pari opportunità nei libri di testo -
Si presenta un pò in sordina, ma ha tutta l’aria di diventare una vera e propria rivoluzione. Culturale, s’intende. Dopo i cortei e le manifestazioni, dopo le commemorazioni primaverili (più o meno addolcite dai cioccolatini), dopo le conquiste legali, le donne puntano sulle nuove generazioni, e lo fanno recuperando il passato.
“Polite” sta per Pari opportunità nei libri di testo. Si tratta di un codice di autoregolamentazione per l’editoria scolastica, per garantire che nei libri di testo uomni e donne protagonisti della cultura, della storia, della politica e della scienza siano presenti senza discriminazioni.
Non si tratta, certo, di una semplicistica sostituzione di eroi con eroine, bensì di una lettura della storia più attenta a quelle figure femminili che - contrariamente alle ridondanze di condottieri e imperatori - hanno tessuto, nel silenzio dei monasteri o all’ombra delle spesse mura dei palazzi, le maglie di intrighi e alleanze, di matrimoni regali e di alti tradimenti
Il progetto del Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri è co-finanziato dalla Commisione Europea nell’ambito del “IV Programma d’azione per le pari opportunità”.
Già in altri Paesi europei i libri di testo sono stati aggiornati in tal senso. Con quali criteri? Devono, per esempio, fornire modelli di identificazione a ragazzi e ragazze (Austria), oppure contenere testi scritti da donne e che riguardano le donne (Belgio); devono fornire nelle ragazze acquisizione di autostima e di fiducia in sè e allo stesso tempo motivare i ragazzi ad assumere responsabilità e compiti di cura (Danimarca); devono fare attenzione al linguaggio e ad eventuali messaggi impliciti di svalutazione nei confronti delle donne (Irlanda) e creare consapevolezza in merito agli stereotipi di genere che esistono nella società e al sistema di valori che li sottende (Paesi Bassi).
L’associazione Italiana Editori - partner di Polite - raccoglie con entusiasmo la sfida del secolo ed apre un sito Internet nel quale il documento preparatorio è sottoposto a discussione in un forum telematico.
S.M, |
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mangiare a scuola
Monday, 5/1/1998
MANGIARE A SCUOLADi Janna Carioli
Cosa mangiano, e soprattutto, come mangiano i bambini a scuola? Usano piatti di plastica o di ceramica? Pranzano in un ambiente sereno o in una bolgia infernale? Mangiano volentieri o scartano abitualmente grosse porzioni di cibo? E se succede, che cosa scartano? E perché? Si tratta di “non abitudine” a certi alimenti (che, invece, andrebbe stimolata) o del fatto che il cibo è scotto, presentato male, oppure è freddo, o cattivo?
Chi controlla la qualità del cibo delle mense scolastiche? Che possibilità hanno i genitori di verificare in prima persona cosa e come mangiano i loro figli?
Sono questi alcuni degli interrogativi emersi nel corso di un convegno dell’Associazione Italiana Ristorazione che ha , tra l’altro, ha affrontato temi come la scelta di prodotti biologici, l’equilibrio e la varietà nutrizionale, l’ organizzazione dei punti di cottura, i corsi di educazione alimentare ed educazione al gusto, la sicurezza igienica….
Molti Comuni affidano il servizio mensa delle scuole a ditte di appalto. Questo significa assicurare ad una ditta piuttosto che ad un’altra una fetta di mercato protetto per un tempo determinato.
Però, se il salumiere sotto casa ci rifila merce scadente noi cambiamo negozio. Se il ristorante presso il quale spendiamo il nostro “buono pasto” abbassa la qualità, noi adulti non esitiamo a cambiare. Ma chi difende i bambini se la mensa della scuola non funziona? Gli unici che possono (e debbono) farlo sono i genitori, costituendo una Commissione che controlli la situazione.
Come si costituisce la Commissione? Non esiste un “regolamento” di riferimento valido a livello nazionale. Sono i Comuni e i singoli Istituti scolastici che stabiliscono il numero dei partecipanti e le modalità di azione e di controllo.
In genere, le Commissioni mensa vengono costituite su iniziativa dei Consigli di Circolo e di Istituto, ma qualora non fosse previsto, si possono costituire anche su iniziativa dei genitori e del personale della scuola.
Uno dei punti di dibattito all’atto della costituzione del gruppo è: serve o no il tesserino sanitario? No, hanno detto i medici presenti al convegno, perchè i genitori non toccano il cibo. Ma molti Comuni lo richiedono
Cosa fa la Commissione mensa? Prima di tutto deve “procurarsi le carte”: il Comune, per affidare un appalto, deve aver compilato un “capitolato” nel quale richiede certe garanzie di qualità, fa riferimento a tabelle dietetiche precise, stabilisce quantità di cibo ecc. Bisogna, quindi, procurarsi questo capitolato per verificare se la ditta d’appalto sta alle regole.
Poi, è necessario che il dietologo spieghi ai genitori quali sono i criteri adottati nella scelta del menù. Perchè? Per integrare positivamente, in famiglia, il pasto di una giornata, e per riflettere sulla varietà dei cibo da offrire ai bambini. Un ampio dibattito sul menù è importante per porsi gli interrogativi sulla dieta complessiva del bambino. Se un ragazzino, a scuola, “non mangia” a pranzo, non significa automaticamente che la mensa “fa schifo”. Può darsi, per esempio, che dipenda dal fatto che al mattino salta la colazione, o si “abboffa” di pizza alle dieci e mezza e, di conseguenza, a mezzogiorno non ha fame… si tratta insomma di un rapporto dialettico fra casa e scuola.
Gli indicatori di qualità del cibo che viene consumato a scuola, dunque, sono diversi e non solo di tipo igienico. Il pasto, infatti, è anche un momento educativo.
La Commissione mensa, quindi, non solo deve assicurarsi che le cucine in cui vengono preparati gli alimenti siano pulite, che il personale abbia i tesserini sanitari, che i mezzi e i recipienti in cui viene trasportato il cibo siano idonei, ma deve anche avere la possibilità di controllare la situazione e di suggerire correttivi, impressioni, o sporgere motivate lamentele.
L’esperienza di un gruppo di genitori di Torino che da anni lavora su questo delicato settore delle mense e della partecipazione dei genitori insegna che partecipare non significa solo protestare, ma svolgere anche un ruolo positivo sull’educazione alimentare. Chi ha “problemi” di costituzione di una Commissione mensa, o vuole consigli, può senz’altro contattarli. La loro e-mail è: coogen@arpanet.it
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storia, geografia e scienze
Monday, 5/1/1998
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