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Informazione
E’ morto Pavarotti
Thursday, 6/9/2007
E’ morto alle 5 di questa mattina , nella sua casa alle porte di Modena, Luciano Pavarotti. Il tenore italiano aveva 72 anni e da tempo era ammalato di cancro al pancreas.
Salutiamo l’artista, amato e osannato in tutto il mondo. E l’uomo, dal cuore grande e dalla grande sensibilità, che tanto fece per i bambini più sfortunati.
Nato a Modena il 12 ottobre 1935, Pavarotti era figlio di un panettiere e le sue prime esperienze canore sono avvenute nel coro di Modena a fianco del padre, appassonato di canto.“Ci lascia un grande artista, un uomo buono. Luciano Pavarotti ha dato lustro a Modena nel mondo. Proporrò che gli venga intitolato il Teatro Comunale”, ha affermato il sindaco di Modena, Giorgio Pighi. “Luciano non è riuscito a vincere l’ultima battaglia, ma la sua arte e la sua figura vivranno per sempre” ha specificato ancora il primo cittadino.
Il suo debutto avviene il 29 Aprile del 1961 al Teatro di Reggio Emilia, con l’interpretazione di Rodolfo ne La Bohéme. A questo concerto seguono interpretazioni in tutta Italia e in Europa, che gli fanno conquistare il pubblico di Amsterdam, Vienna, Zurigo e Londra. Il debutto statunitense è del febbraio 1965, a Miami, con la Lucia di Lammermoor, a fianco di Dame Joan Sutherland: un’occasione che segna l’inizio di una collaborazione storica tra i due artisti. Con i debutti de La Bohéme a La Scala, a San Francisco e a New York conquista definitivamente il cuore dei fan sparsi in tutto il mondo.
Ma è il 17 febbraio del 1972 che scoppia il fenomeno Pavarotti con una rappresentazione de La Fille du Régiment al Metropolitan di New York. Pavarotti si esprime nei teatri più prestigiosi del mondo, collaborando con i più noti direttori d’orchestra. Le sue incisioni, veri e propri best-seller, comprendono numerose arie e recital, un concerto dal vivo alla Carnegie Hall e un’antologia di canzoni napoletane e italiane in genere. Le frequenti apparizioni televisive in performance, documentari, talk-show si vanno ad aggiungere alla notorietà in campo musicale. L’interpretazione del Rodolfo emoziona l’America nella storica prima del Live from the Met nel 1977, trasmessa in televisione. Dallo stesso palcoscenico, lui e Placido Domingo, insieme, celebrano il loro 25o anniversario nell’autunno del 1993.
Il concerto in Hyde Park a Londra, alla presenza di Carlo e Diana e con quasi duecentomila spettatori, è il primo concerto di musica classica nella storia del parco. Nel giugno 1993 più di cinquecentomila ammiratori apprezzano la performance del Maestro al Great Lawn in Central Park a New York, mentre milioni di spettatori in tutto il mondo seguono il concerto in televisione. Nel settembre dello stesso anno, canta all’ombra della Tour Eiffel.
Pavarotti si dedica inoltre allo sviluppo delle carriere di giovani cantanti. È del 1980 la Prima Edizione del Luciano Pavarotti International Vocal Competiton; oltre 100 dei talenti scoperti dal Maestro oggi calcano i palcoscenici dei teatri più prestigiosi del mondo.
Per le sue lezioni, nei Conservatori di tutto il mondo, le classi sono così affollate da prevedere solo posti in piedi.
Impegnato socialmente dal 1992 realizza l’annuale concerto di beneficenza che vede la partecipazione di numerose pop-star. Nel 1992 l’intero incasso, devoluto in favore della Fondazione Berloni impegnata nella lotta contro l’anemia mediterranea, ha consentito di realizzare un centro di accoglienza per le famiglie con bambini affetti da questa patologia. A questa prima positiva esperienza fanno seguito i concerti di War Child ai quali partecipano star come Bono, Elton John, Zucchero, Liza Minnelli. La somma raccolta serve alla realizzazione di un centro di musicoterapia a Mostar.
Grazie all’incasso del concerto I Tre Tenori, svoltosi a Modena il 17 giugno 1997, Pavarotti, con i tenori Domingo e Carreras, contribuisce alla ricostruzione dei teatri La Fenice di Venezia e Gran Teatre del Liceu di Barcellona. Nello stesso anno è noto Ambasciatore della Pace dalle Nazioni Unite, per le innumerevoli opere di beneficenza caratteristiche di tutta la sua carriera artistica.
Il 21 dicembre 1997 è inaugurato a Mostar il Pavarotti Music Centre, realizzato grazie ai proventi raccolti nelle edizioni ‘95 e ‘96 del Pavarotti & Friends. Il 23 febbraio 1998, Pavarotti è insignito del titolo Person of the Year dall’associazione Music Cares.
Sempre nel 1998 la manifestazione Pavarotti & Friends viene organizzata a favore dei bambini della Liberia. Mentre nel 1999 la stessa rassegna si propone di sostenere i bambini del Guatemala e del Kosovo e nel 2000 quelli del Tibet e della Cambogia.
Ma nel nuovo Millennio il suo nome spicca anche per un’altra iniziativa di grande impegno sociale: è al fianco di Fabio Fazio e Teo Teocoli nella conduzione del 50o Festival di Sanremo, un’edizione che si propone di sostenere il progetto dell’ONU per la cancellazione del debito internazionale dei Paesi del Terzo Mondo. A magio 2001 è protagonista, insieme a Milly Carlucci, del Pavarotti & Friends Pro Afghanistan.
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Mattel ritira dal mercato giocattoli pericolosi
Wednesday, 5/9/2007
La Mattel, per la terza volta nelle ultime cinque settimane, ritira dal mercato giocattoli fabbricati in Cina a causa di “un inaccettabile livello di piombo“, come recita una nota della compagnia.
Una decisione che è il risultato dei controlli che il colosso mondiale di giocattoli ha iniziato sulle sue produzioni in Cina e che ha portato ieri al richiamo di 11 tipi di giocattoli, tra i quali pupazzi, oggetti della Barbie e tre diversi prodotti della Fischer Price. Ma nessuna Barbie, si sottolinea nella nota, è inclusa nella lista. In totale, sono 530 mila giocattoli interessati negli Stati Uniti, e 318 mila all’estero.
Una nuova tegola per la Mattel, colpita ai primi di agosto nella sua linea per infanti Fisher-Price, con il ritiro di circa 1,5 milioni di pezzi, e poi soltanto il 14 agosto scorso con il richiamo di 19 milioni di giocattoli nel mondo sia per l’eccessiva quantità di piombo presente nelle vernici sia per la presenza di magneti che staccandosi potevano facilmente essere inghiottiti dai bambini. Il piombo ingerito può provocare gravi lesioni cerebrali.
Adnkronos
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Sarzana Festival della Mente dal 31 agosto al 2 settembre 2007
Thursday, 30/8/2007
Alla ricerca di nuovi temi e nuovi modi per esplorare la creatività
E’ il titolo del festival europeo dedicato ai processi creativi - giunto alla sua quarta edizione - che ha scelto di esplorare la creatività nel suo complesso e in particolar modo i percorsi e i processi creativi, il modo in cui nascono le idee.
Il programma della quarta edizione prevede 48 appuntamenti tra conferenze, workshop, spettacoli, performance, letture e laboratori per bambini e ragazzi.
Ospiti del festival, una sessantina tra relatori scienziati, scrittori, filosofi, artisti, poeti, attori, intellettuali italiani e stranieri chiamati a prendere per mano il pubblico e accompagnarlo sui sentieri più vari che percorrono la creatività.
Tra le novità di quest’anno la sezione approfonditaMente, una serie di incontri-lezioni-laboratori a numero chiuso, della durata di circa mezza giornata ciascuno. Alla base di questo progetto, il gioco di rimandi tra teoria, concetti, progettualità e realizzazione: un esperimento su un piano decisamente differente dalle lezioni accademiche così come dai corsi centrati sulle nozioni pratiche.
ApprofonditaMente è in controtendenza rispetto al panorama degli eventi culturali italiani nell’offrire incontri di vero approfondimento sui temi della fotografia, scrittura, design, botanica, cinema, filosofia, fumetto.
Programma 2007
Apertura con Massimo Caleo, Sindaco di Sarzana
Matteo Melley, Presidente della Fondazione Carispe
Raffaele Cardone e Giulia Cogoli, Ideatori e Direttori del Festival della Mente1
venerdì 31 agosto ore 17.30_ piazza d’armi Fortezza Firmafede gratuito
Gustavo Pietropolli Charmet
La mente adolescente che crea e distrugge
Il primo grande ostacolo che deve risolvere un ragazzo è quello di separarsi dagli oggetti più cari e abbandonare la rappresentazione infantile che ha di sé stesso. In queste circostanze può venire in soccorso della mente adolescente un processo di splendente creatività, che dà vita a nuovi ed impensati oggetti, spalanca nuovi canali espressivi. I processi cognitivi sono così indirizzati verso la speranza che esista un futuro in cui si realizzerà il progetto e il valore segreto che lo porterà verso l’età adulta.
Gustavo Pietropolli Charmet, specializzato in psichiatria, psicoterapeuta di formazione psicoanalitica è stato primario di servizi psichiatrici, docente di Psicologia Dinamica alla Univ. Bicocca-Milano, direttore della Scuola di Specializzazione in psicologia del Ciclo di Vita dell’Università di Milano. È presidente dell’Istituto Minotauro, del CAF, del Comitato Scientifico dell’Ass. L’amico Charly, direttore del Crisis Center di Milano. Ha pubblicato: Ragazzi sregolati (2001); Crisis center (2003); Manuale di psicologia dell’adolescenza: compiti e conflitti (con A. Maggiolini, 2004); per F. Angeli; Non è colpa delle mamme (Mondadori, 2006).
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venerdì 31 agosto ore 19.00_piazza Matteotti euro 3,00
Giuliano Montaldo
Fra letteratura e cinema
Nel percorso creativo di Giuliano Montaldo c’è sempre stato un fortissimo legame tra cinema e letteratura, come dimostrano alcuni dei suoi film più celebri: Tempo di uccidere, tratto dall’omonimo libro di Ennio Flaiano, o Gli occhiali d’oro da Giorgio Bassani, per arrivare a San Pietroburgo, dedicato alla vita di Dostojevskij, il suo nuovo film in uscita in autunno e del quale parlerà in anteprima. Anche quest’ultimo film è percorso da una forte avversione per l’intolleranza, un tema che attraversa tutta la sua opera, a partire da L’Agnese va a morire. Nel racconto di un grande regista, l’incontro tra creatività letteraria e cinematografica.
Giuliano Montaldo, nato a Genova nel 1930, inizia la sua carriera cinematografica con Gillo Pontecorvo collaborando a La lunga strada azzurra, Kapò e La battaglia di Algeri. Debutta alla regia con Tiro al piccione (1960); seguono Una bella grinta (1965), vincitore del Premio Speciale della Giuria al Festival di Berlino, Ad ogni costo (1967) e Gli Intoccabili (1969). Con Sacco e Vanzetti (1971) e Giordano Bruno (1974), Montaldo raggiunge un grande successo di pubblico e di critica. Seguiranno L’Agnese va a morire (1977), Circuito chiuso (1978) e Il giocattolo (1979). Nel 1980 dirige lo sceneggiato Marco Polo, venduto in 76 nazioni e vincitore del Premio Emmy. Negli anni 80 inizia la sua attività di regista di opere liriche. Il ritorno al cinema è nel 1985 con Il giorno prima, Gli occhiali d’oro (1987), premiato al Festival del Cinema di Venezia e Tempo di uccidere (1989).
È stato Presidente di Rai Cinema. Quest’anno ha ricevuto il David di Donatello alla carriera.
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venerdì 31 agosto ore 19.00_sala multimediale canale lunense euro 4,00
Tomaso A. Poggio
Neuroscienza e intelligenza artificiale
Uno dei maggiori problemi della scienza odierna è quello di comprendere come funziona il nostro cervello. In particolare, le nostre abilità visive sono strabilianti e ancora lontane dall’essere imitate con i computer, quindi la corteccia visiva può essere considerata un buon sostituto del resto della corteccia e anche dell’intelligenza stessa. Modelli computazionali, plausibili dal punto di vista neurale, stanno iniziando a fornire nuove e straordinarie informazioni sul problema chiave, ovvero su come funziona il nostro cervello e su come realizzare macchine intelligenti. Forse non sono lontani i tempi in cui l’intelligenza artificiale imparerà dalla neuroscienza.
Tomaso A. Poggio insegna al Department of Brain and Cognitive Sciences; codirettore del Center for Biological and Computational Learning, membro del Computer Science and Artificial Intelligence Laboratory del MIT. È autore di oltre 400 saggi sulla teoria dell’apprendimento, dei sistemi non-lineari, della neuroscienza computazionale, è membro del Neuroscience Research Program dell’American Academy of Arts and Sciences. Ha ricevuto numerose onorificenze quali: Otto-Hahn-Medaille Award della Max-Planck-Society, il Max Planck Research Award dalla Alexander von Humboldt Foundation, il MIT 50K Entrepreneurship Competition Award, la Laurea Honoris Causa in Ingegneria dall’Università di Pavia e il Gabor Award 2003. Attualmente si occupa di matematica e delle applicazioni delle nuove tecniche di apprendimento alla computer vision o visione artificiale, di bioinformatica, di computer graphic.
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venerdì 31 agosto ore 19.30_piazza Firmafede euro 3,00
Alessandro Barbero racconta le invasioni barbariche
L’immigrazione
Finché i Romani seppero gestire la sfida dell’immigrazione i barbari furono una risorsa per l’impero, assai più che una minaccia. L’ideologia ufficiale insisteva che tutti i popoli dovessero avere la possibilità di conoscere “la felicità romana�?. In questa prima lettura si presentano, fra l’altro, le orazioni di Temistio, grande retore e influente politico nella Costantinopoli del IV secolo, in cui si scopre che i Romani avevano una coscienza ecologica e che i barbari andavano protetti dal rischio dell’estinzione, soprattutto perché una volta promossi a cittadini romani, anche loro pagavano le tasse.
Alessandro Barbero è nato nel 1959, laureato in Lettere, perfezionato presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, è professore ordinario di Storia Medievale presso l’Università degli Studi del Piemonte Orientale a Vercelli. Ha pubblicato romanzi e molti saggi di storia medioevale, nel 1995 è uscito il suo primo romanzo storico Bella vita e guerre altrui di Mr. Pyle gentiluomo (Mondadori), che ha vinto nel 1996 il Premio Strega. Fra le sue pubblicazioni recenti i volumi: 9 agosto 378. Il giorno dei barbari (Laterza, 2005), tradotto in Francia, USA e Gran Bretagna, e Barbari. Immigrati, profughi, deportati nell’impero romano, (Laterza, 2006), in corso di traduzione in Francia e in Gran Bretagna. Collabora con il quotidiano La Stampa, con il programma televisivo Superquark e radiofonico Alleottodellasera della RAI.
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venerdì 31 agosto ore 21.00_teatro degli Impavidi euro 4,00
Ubaldo Pantani
Aspettando Viskovitz. Storie di animali e non solo…
Uno scarafaggio delinquente che non riesce a conquistare la sua amata nonostante una fortuna in sterco accumulata illegalmente, un maiale ballerino che diventa famoso, si perde negli agi e nel lusso materiale e non riesce a essere porco come la madre sognava per lui, un cane ex agente delle forze speciali dedito all’ascetismo buddista che non riesce ad uscire dal giro della droga, uno squalo che vorrebbe la pace degli oceani ma per sopravvivere deve mangiare i suoi amici. Questi animali sono Viskovitz: nelle sue metamorfosi ritroviamo le debolezze, le passioni e i desideri della natura umana. Un assaggio del nuovo spettacolo teatrale - tratto dal libro di grandissimo successo di Alessandro Boffa: Sei una bestia Viskovitz - che sarà pronto per l’autunno.
Ubaldo Pantani, eclettico attore di teatro, cabaret, comico televisivo, inizia come allievo di Albertazzi al Laboratorio d’Arti Sceniche di Volterra. Ha interpretato ruoli drammatici con la Compagnia Teatrale del Fiume di Pisa. Ha esordito come comico nel 1997 su RaiDue nei programmi Convenscion2001, SuperConvenscion e Convenscion a colori di G. Paolini. Nel 2003 fa parte del cast fisso di Ciro presenta Visitors (Italia Uno), arruolato da Paola Cortellesi per il suo show Nessundorma (RaiDue), poi in Mai dire Grande Fratello & figli della Gialappa’s band, e Mai dire Lunedì, sempre con la Gialappa’s band, dove interpreta il ruolo di Lapo Elkann. Dal 2005 collabora con la Clara Schumann - Teatro di Collesalvetti, alla direzione e al cordinamento artistico della programmazione e curando gli allestimenti di versioni semi sceniche di celebri opere liriche (Tosca, Turandot, La Bohème).
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venerdì 31 agosto ore 21.30_piazza d’armi Fortezza Firmafede euro 3,00
Francesco Guccini con Marco Santagata
Burattinaio di parole
Creatività e linguaggio sono alla base di come si dà forma al testo di una canzone, come si scrive un romanzo, un saggio o una poesia. Perché le parole hanno un significato preciso e al tempo stesso ambivalente, mostrano le proprie radici linguistiche ed etimologiche, la loro trasformazione attraverso i secoli, l’attraversamento di lingue straniere, la propria identità dialettale. Per Guccini e Santagata le parole sono una vera passione, la molla per ricerche, interpretazioni, innovazioni linguistiche anche audaci, dalle quali nascono sorprese, curiosità, particolari nascosti: per fare in modo che il linguaggio, in qualsiasi contesto, esprima tutta la sua forza.
Francesco Guccini ha raccontato il suo mondo in oltre quarant’anni di canzoni che hanno segnato la storia musicale, e in numerosi romanzi capaci di spaziare dall’autobiografia al noir. Tra i suoi titoli ricordiamo: Croniche epafaniche (Feltrinelli, 1990); Vacca d’un cane (Feltrinelli, 1993); La legge del bar e altre comiche (Mondadori, 2005). Con Loriano Machiavelli: Lo spirito e altri briganti (Mondadori, 2003); Tango e gli altri. Romanzo di una raffica, anzi tre (Mondadori, 2007).
Marco Santagata ha insegnato letteratura italiana e filologia in numerose università italiane e straniere (Sorbonne, Ginevra, Nancy, Harvard) ed è attualmente direttore del Dipartimento di Studi di Italianistica dell’Università di Pisa. Oltre a numerose pubblicazioni scientifiche, tra i suoi romanzi ricordiamo: Papà non era comunista (Guanda, 1996); Il Maestro dei santi pallidi (Guanda, 2003) e L’amore in sé (Guanda, 2006).
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venerdì 31 agosto ore 23.15_spalti Fortezza Firmafede euro 3,00
Piergiorgio Odifreddi legge Einstein
Il padre della relatività
Il nome di Einstein è legato alla relatività, di cui egli formulò la versione speciale nel 1905, e la versione generale nel 1915. In questa prima lettura affrontiamo alcune delle pagine divulgative da lui scritte sull’argomento, toccando in particolare aspetti sorprendenti della teoria, come il famoso paradosso dei gemelli, e altrettanto sorprendenti applicazioni, come il modello cosmologico del 1917, che fornì la prima immagine scientifica dell’intero universo.
Piergiorgio Odifreddi ha studiato matematica in Italia, Stati Uniti e Unione Sovietica; insegna Logica presso l’Università di Torino e la Cornell University. Collabora con giornali, radio e televisione. Nel 1998 l’Unione Matematica Italiana gli ha assegnato il Premio Galileo. Tra i suoi libri più recenti: C’era una volta un paradosso (Einaudi, 2001); Il diavolo in cattedra (Einaudi, 2003); Le menzogne di Ulisse. L’avventura della logica da Parmenide ad Amartya Sen (Longanesi, 2004); Penna, pennello e bacchetta (Laterza, 2005); Il matematico impertinente (Longanesi, 2005); La scienza espresso (Einaudi, 2006); Incontri con menti straordinarie (Longanesi, 2006); Che cos’è la logica? (audiolibro, Luca Sossella, 2006); Perché non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici) (Longanesi, 2007).
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sabato 1 settembre ore 10.00_cinema Italia euro 7,00
Laura Bosio approfonditaMente
In attesa dell’ispirazione. Viaggio intorno e dentro la scrittura
Una conversazione intorno e dentro la scrittura, senza una vera sistematicità. Metodo forse poco scientifico, ma forse adatto a una materia così difficile da afferrare. La differenza tra “parola parlata�? e “parola scritta�?, dove ragionare sul perché non si deve scrivere come si parla e ancora meno parlare come si scrive. Scrivere per sé e scrivere per gli altri, o meglio per quel sé che converge con gli altri. Scrivere qualcosa di nuovo: è possibile? I segreti (e i pericoli) dell’ispirazione. I richiami (e le tentazioni) della memoria. La ricreazione del passato e del presente. Il progetto e le sue trappole. E, insieme, il gioco degli aforismi. (Durata 3 ore circa)
Laura Bosio, nata a Vercelli, vive e lavora a Milano come consulente editoriale. È autrice dei romanzi I dimenticati (Feltrinelli 1993, Premio Bagutta Opera prima), Annunciazione (Mondadori 1997, Premio Moravia), Le ali ai piedi (Mondadori 2002, Premio Selezione Rapallo Donna); La ricerca dell’impossibile (Leonardo-Oscar Mondadori 1999) e Teresina. Storie di un’anima (Mondadori 2004), dedicati all’esperienza mistica, filosofica e spirituale delle donne nella letteratura; Le stagioni dell’acqua (Longanesi, 2007), finalista al Premio Strega. Nel 1997 ha collaborato al soggetto e alla sceneggiatura del film di Silvio Soldini Le acrobate. È docente di Tecniche della scrittura presso il Master in Giornalismo dell’Università Cattolica di Milano.
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sabato 1 settembre ore 10.00_sala delle capriate Fortezza Firmafede euro 7,00
Giorgio Vigna approfonditaMente
Oggetti per il corpo e per lo spazio. Viaggio intorno e dentro il design
Una conversazione, anche per immagini e oggetti, che si snoda intorno a forme e materiali capaci di mettere in risonanza la forza immaginativa con gli elementi della natura nei suoi aspetti primari e primordiali. Avventure geologiche di terra e d’acqua, di fuoco e di vento costituiscono il fulcro del lavoro di Giorgio Vigna, in cui si combinano naturale e artificiale, povero e prezioso, elementi del senso comune e fantasticherie ardite. Perchè il suo lavoro è arte, è design, è gioiello, è natura, ma specialmente è libertà
di immaginare forme nuove e allo stesso tempo antichissime. (Durata 3 ore circa)
Artista e designer, Giorgio Vigna è autore di sculture, gioielli, oggetti per il corpo e per lo spazio, dotati anche di valore d’uso. Ha ideato gioielli per opere, film, spettacoli e collezioni per stilisti. Collabora con Venini progettando vasi, gioielli, lampade e sculture in vetro. Nel 2007 l’azienda finlandese Iittala lancia
su scala internazionale la collezione di uccelli di vetro “Birds by Vigna�?. Per Salviati progetta nel 2006 una collezione di gioielli in vetro, nel 2005 oggetti in argento per Gabriele De Vecchi. Tiene conferenze e workshop per la Facoltà di Design del Politecnico, IED, Domus Academy e NABA di Milano. Il suo lavoro è stato esposto in importanti musei, mostre e collezioni internazionali fra cui: Designmuseo di Helsinki (2007), Museo Pecci di Prato, Museo Correr di Venezia (2003), Miaao di Torino. Moleskine ha recentemente pubblicato il catalogo della sua ultima mostra a Helsinki.
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sabato 1 settembre ore 10.00_Chiostro San Francesco euro 3,00
Anna Oliverio Ferraris
La creatività e il doppio volto della paura
Creatività e paura sembrano collocarsi su opposti fronti. Il pensiero creativo è avventuroso, indipendente, esplorativo. La paura cerca conforto nel conformismo e nel consenso. La creatività potenzia il pensiero. La paura può paralizzarlo. Queste due forze sono già visibili nei primi mesi di vita: i neonati sono molto curiosi, affascinati dalle novità ma anche intimoriti da ciò che non conoscono. In seguito c’è chi rinuncia alle avventure intellettuali per non correre il rischio di essere solo e diverso e chi invece trova la forza morale per affrontare le dissonanze. La paura può però essere anche un incentivo alla creatività e, di fronte alle minacce, accelerare i processi del pensiero alla ricerca di una soluzione.
Anna Oliverio Ferraris, psicologa e psicoterapeuta, è nata a Biella e ha studiato a Milano e a Torino. Trasferitasi a Roma nel 1970 è prof. ordinario di Psicologia dello sviluppo all’Università La Sapienza di Roma dal 1980. È autrice di saggi divulgativi, articoli scientifici e testi scolatici in cui affronta i temi dello sviluppo normale e patologico, dell’educazione, della famiglia, della scuola, delle emozioni della comunicazione e del rapporto con i media. È stata membro della Consulta Qualità della Rai e del Comitato Nazionale per la Bioetica. Collabora con Mente e Cervello, Psicologia Contemporanea, La scuola dell’infanzia, Prometeo. Tra i suoi libri più recenti ricordiamo: La forza d’animo (Rizzoli, 2003); TV per un figlio (Laterza, 2004); con Alberto Oliverio Le età della mente (Rizzoli, 2004); Psicologia della paura (Bollati Boringhieri, 2007); Piccoli bulli crescono (Rizzoli, 2007).
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sabato 1 settembre ore 11.30_teatro degli Impavidi euro 4,00
Ruggero Pierantoni
Il volto: un’interfaccia tra ambiente, mente e tecnologie
La rappresentazione del volto umano è il risultato dei molti punti di incontro tra tecnologie rappresentative, sistemi di credenze, codici comunicativi e molto altro. La ulteriori complicazioni della somiglianza fisiognomica tra un’immagine umana e una precisa persona, o personalità reale e storica, introduce ulteriori pezzi al mosaico mentalistico. Sulla base di numerosi esempi di rappresentazione del volto umano, si tenta di dipanare questa complicata matassa. A chiusura, lo stato dell’arte sui processi informatici che sono, al momento, alla base del riconoscimento, della trasmissione e dell’analisi del volto umano.
Ruggero Pierantoni, 1934, studioso della percezione acustica e visiva, si occupa di neuroscienze e di problemi cognitivi. Ha lavorato per il CNR, ha insegnato e partecipato a programmi di ricerca in Germania, USA, Canada. È Visiting Professor alla School of Architecture, Carleton University, Ottawa.
Ha insegnato al Politecnico di Milano Bovisa, e all’Accademia di Belle Arti di Urbino. È stato assessore alla cultura al Comune di Genova da l997 al 2002. Ha pubblicato: L’occhio e l’idea. Fisiologia e storia della visione (1981); Forma fluens (1986); Monologo sulle stelle: forme della luce dalle origini alle fini dei mondi antichi (1994) per Bollati Boringhieri; La trottola
di Prometeo. Introduzione alla percezione acustica e visiva (Laterza, 1996), Verità a bassissima definizione. Critica e percezione del quotidiano (Einaudi, 1998); Vortici, atomi e sirene. Immagini e forme del pensiero esatto (Electa Mondadori, 2003). Il suo nuovo libro, Uno scherzo fulmineo, è in uscita per i tipi di Rosellina Archinto Editore.
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sabato 1 settembre ore 11.30_sala multimediale canale lunense euro 4,00
Oliviero Toscani
La creatività è una conseguenza, non una scelta
Oliviero Toscani racconta un percorso professionale unico per qualità e caratteristiche. Le sue immagini, le campagne pubblicitarie, i brand hanno attraversato il pianeta e sono le sue attività più note e riconoscibili. Dietro a questo successo c’è un pensiero preciso, un modo di fare, un originale sguardo sul mondo anche nelle numerose attività editoriali (libri, tv), nella realizzazione di film e mostre, nell’invenzione di Fabrica, il centro internazionale per la ricerca sulla comunicazione.
Oliviero Toscani è la forza creativa dietro i più famosi giornali e marchi del mondo (Esprit, Chanel, Fiorucci, Prenatal). Come fotografo collabora con Elle, Vogue, GQ, Harper’s Bazaar, Esquire, Stern ecc. Dal 1982 al 2000 ha fatto della United Colors of Benetton una delle marche più conosciute al mondo. Nel 1993, ha inventato Fabrica, che ha prodotto progetti editoriali, libri, programmi televisivi, mostre, esposizioni e film per United Nations, UNCRH, La Repubblica, Arte, MTV, RAI, Mediaset. Ha esposto alla Biennale di Venezia e in decine di mostre e musei d’arte moderna. Ha vinto quattro Leoni d’Oro al Festival di Cannes, il Gran Premio dell’UNESCO, due volte il Gran Premio d’Affichage, e numerosi premi degli Art Directors Club. Tra i suoi libri: Non sono obiettivo (Feltrinelli, 2001) e Sant’Anna di Stazzema. 12 agosto 1944. I bambini ricordano (Feltrinelli, 2003).
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sabato 1 settembre ore 14.30_Chiostro San Francesco euro 3,00
David Le Breton
Nell’antropologia dei sensi
Non c’è nessuna rottura fra la carne viva dell’uomo e la carne viva del mondo, ma una continuità sensoriale di ogni istante. L’individuo prende coscienza di sé solo attraverso il sentire: avverte la propria esistenza grazie alle risonanze sensoriali e percettive che lo attraversano incessantemente. Le nostre percezioni sensoriali, intrecciate a significati, disegnano i limiti fluttuanti dell’ambiente in cui viviamo, ne dicono l’estensione e il sapore. La percezione non è coincidenza con le cose, bensì interpretazione. Ogni uomo cammina in un universo sensoriale legato a ciò che la sua storia personale ha fatto della sua educazione.
David Le Breton è professore di sociologia all’Università Marc Bloch di Strasburgo, membro dell’Institut Universitaire de France e autore di numerosi saggi sull’antropologia del corpo. Tra le sue numerose opere non ancora tradotte o in corso di traduzione segnaliamo: Corps et sociétés. Essai de sociologie et d’anthropologie du corps (1985, fuori catalogo); Anthropologie du corps et modernité (PUF, 1990, 2003); La sociologie du corps (PUF, 1992); L’Adieu au corps (Métailié, 1999). In italiano sono stati tradotti: Passione del rischio (Edizioni Abele, 1995); Il mondo a piedi. Elogio della marcia (Feltrinelli, 2001); La pelle e la traccia. Sulle ferite del sé (Meltemi, 2004).
Il sapore del mondo. Un’antropologia dei sensi è appena stato tradotto in occasione di questa edizione del Festival della Mente per i tipi di Raffaello Cortina.
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sabato 1 settembre ore 15.00_cinema Italia euro 7,00
Carlo Mazzacurati approfonditaMente
Creare, inventare, trovare. Viaggio intorno e dentro un film
Il racconto, anche per immagini, di come nasce un film, dall’idea iniziale alle riprese, dal rapporto con gli attori alla troupe, dal set al montaggio, per capire tutte le fasi creative e non di uno dei più complessi e affascinanti processi artistici. Carlo Mazzacurati ci spiega la genesi e la realizzazione di un film attraverso la testimonianza e le immagini inedite, anche del back stage, del suo nuovo film La giusta distanza, che sarà nelle sale in autunno. (Durata 3 ore circa)
Carlo Mazzacurati, nato a Padova nel 1956, dirige per la prima volta nel 1979 in 16 mm, Vagabondi. Il suo Primo film, Notte Italiana (1987, prodotto dalla Sacher Film), vince il Nastro d’Argento e il Ciak d’oro. Due anni dopo Il prete bello vince il primo premio al Festival di Annecy. Nel 1992 Un’altra vita , viene presentato al Festival di Venezia. Il film successivo, Il toro, è premiato a Venezia con il Leone d’argento e la coppa Volpi al miglior attore non protagonista (Roberto Citran). Nel 1996, sempre a Venezia, presenta in concorso, Vesna va veloce. Due anni dopo allestisce Conversazione senza testimoni. Nel 1999, con Marco Paolini, lavora a Ritratti, dialoghi con Andrea Zanzotto, Mario Rigoni Stern e Luigi Meneghello. Seguono La lingua del Santo (2000), A cavallo della tigre (2002) e L’amore ritrovato (2004). In autunno uscirà La giusta distanza, il suo nuovo film.
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sabato 1 settembre ore 15.00_sala delle capriate Fortezza Firmafede euro 7,00
Giuseppe Barbera approfonditaMente
Perché abbracciare gli alberi. Viaggio intorno e dentro la botanica
La storia degli alberi si intreccia con la storia dell’uomo, delle culture, delle religioni, delle arti, perchè da quasi due milioni di anni l’uomo ha cercato di interagire con la creatività della natura, superando i limiti del bisogno vitale. Quanta gratitudine dobbiamo agli alberi e a quante cose ci servono? A produrre frutti, legno, energia, ombra, sicurezza, a rallentare i temibili cambiamenti climatici sottraendo l’anidride carbonica all’atmosfera. Producono anche bellezza, e la filosofia non è nata all’ombra degli alberi? Quanta letteratura e pittura hanno gli alberi come protagonisti. Come e perchè la creatività umana si confronta e si intreccia con quella della natura. (Durata 3 ore circa)
Giuseppe Barbera è professore di Colture Arboree all’Università di Palermo. Si occupa di alberi, sistemi produttivi e paesaggi agrari tradizionali del Mediterraneo. Ha svolto ricerche sul cappero, limone, mandorlo e ficodindia. Si è occupato di agroecologia, ha studiato i paesaggi agrari di Pantelleria, della Conca d’oro, dell’Etna e della Valle dei Templi, inoltre fa ricerca sui giardini islamici siciliani. Tra i suoi libri: L’Orto di Pomona (L’Epos, 2000); Ficodindia (con Paolo Inglese, L’Epos, 2001); Der Sizilianische Garten in Sanssouci, un giardino siciliano in Germania (con Michele Buffa; Eidos, 2003), Tuttifrutti (Mondadori, 2007), che ha vinto il premio Grinzane Cavour, Giardini Hanbury per la sezione riservata a “testi di narrativa o di creatività nei quali prevalga in modo determinante il sentimento dell’ambiente e della natura�?. Nella Valle dei Templi di Agrigento ha creato il “Museo Vivente del Mandorlo�? e per il FAI ha curato il recupero del giardino della Kolymbetra.
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sabato 1 settembre ore 15.00_sala multimediale canale lunense euro 4,00
Mario Botta
Architettura e territorio. Due forme d’espressione del proprio tempo
Il rapporto esistente tra architettura e territorio attraverso i progetti più recenti di uno dei grandi architetti contemporanei. Il primo atto del “fare architettura�? è la conoscenza del luogo, la cui interpretazione avviene attraverso le verifiche e le relazioni che si vengono a definire con le scelte progettuali. Il rapporto fra architettura e territorio non è un rapporto fisso ma dinamico e continuo, che si consolida in un nuovo equilibrio al momento della realizzazione dell’opera architettonica. Un rapporto di dare ed avere reciproco che interpreta la cultura, le contraddizioni e le speranze del nostro tempo.
L’opera di Mario Botta prende il via dai maestri Le Corbusier, Louis I. Kahn e Carlo Scarpa. Architettura e memoria costituiscono un binomio inscindibile in quanto le trasformazioni attuate dall’architettura diventano parti del paesaggio umano. L’importanza della luce quale generatrice dello spazio e le forme geometriche primarie costituiscono i segni distintivi della sua ricerca. Dalle case unifamiliari in Canton Ticino, il suo lavoro ha affrontato molte altre tipologie: scuole, edifici amministrativi, biblioteche e musei, come il MoMA di San Francisco e il MART di Rovereto, ed edifici del sacro tra i quali la Cattedrale di Evry e una Sinagoga a Tel Aviv. Tra i libri più recenti: Quasi un diario (Le Lettere, 2003); Il Teatro alla Scala, Restauro e ristrutturazione (Skira, 2005); Architetture del Sacro Preghiere di Pietra (Compositori, 2005); con Dario Fertilio, La Lingua degli angeli (Skira, 2006).
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sabato 1 settembre ore 17.00_Chiostro San Francesco euro 3,00
Marco Aime
Due non è un numero troppo grande
«Il fanatico riesce a contare fino a uno, perché due è un’entità troppo grande per lui». Sono parole di Amos Oz, quanto mai adeguate ai nostri tempi in cui aumentano ogni giorno i profeti dell’assolutismo.
Il relativismo, un tempo considerato una conquista dell’Occidente, viene visto come una debolezza. «A guardare sempre dalla stessa parte, il collo si irrigidisce» recita un proverbio africano. Indurito dai venti dell’etnocentrismo e degli assolutismi, oggi il nostro collo sembra aver perso la capacità di torcersi e fare sì che il nostro sguardo possa volgersi verso orizzonti nuovi.
Marco Aime, nato a Torino nel 1956, insegna Antropologia culturale presso l’Università di Genova. Ha condotto ricerche sulle Alpi e in Africa occidentale. Oltre a numerosi articoli scientifici ha pubblicato: Le radici nella sabbia (EDT, 1999); Diario Dogon (Bollati Boringhieri, 2000); La casa di nessuno. Mercati in Africa occidentale (Bollati Boringhieri, 2002); Eccessi di culture (Einaudi, 2004); L’incontro mancato (Bollati Boringhieri, 2005); Gli specchi di Gulliver (Bollati Boringhieri, 2006). È anche autore di narrativa: Taxi brousse (Stampa Alternativa, 1997); Fiabe nei barattoli. Nuovi stili di vita spiegati ai bambini (EMI, 1999); Le nuvole dell’Atakora (EDT, 2002); Sensi di viaggio (Ponte alle Grazie, 2005); Gli stranieri portano fortuna (Epoché, 2007).
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sabato 1 settembre ore 17.30_sala multimediale canale lunense euro 4,00
Vittorio Gallese
Il corpo nella mente. Neuroscienze ed esperienza estetica
Il problema dell’intersoggettività e più in generale dell’esperienza estetica in particolare è stato affrontato dalle scienze cognitive in termini tipicamente astratti, facendo riferimento ad un modello dell’intelligenza umana fondamentalmente appiattito sulla cognizione linguistica. La scoperta dei neuroni specchio e il modello della “simulazione incarnata�? dell’intersoggettività propongono uno scenario alternativo che trova notevoli punti di contatto con l’approccio fenomenologico in filosofia a queste tematiche. L’implicazione di questo modello per l’esperienza estetica nelle arti visive e nel teatro aprono nuovi e interessanti scenari rispetto a questi aspetti della creatività umana.
Vittorio Gallese, neuroscienziato, è professore ordinario di fisiologia al Dipartimento di neuroscienze dell’Università di Parma. Tra gli scopritori dei neuroni specchio, ha concentrato le sue ricerche sulle relazione tra azione, percezione e processi cognitivi. Ha sviluppato un modello integrato dell’intersoggettività e collabora attivamente con filosofi, psichiatri e linguisti per un approccio multidisciplinare della cognizione sociale. Ha svolto attività di ricerca e insegnato all’università di Losanna, di Barkley e alla Nihon University di Tokyo. È autore di oltre 90 pubblicazioni scientifiche, coautore di Autismo. L’umanità nascosta (Einaudi, 2006), e ha curato la sezione neuroscienze del dizionario La Psiche (Einaudi, 2007).
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sabato 1 settembre ore 18.30_teatro degli Impavidi euro 4,00
Franco Marcoaldi con Ivano Battiston
Il tempo ormai breve
«Il tempo ormai breve» è una lettura concerto in cui si intrecciano le parole poetiche di Franco Marcoaldi e i suoni della fisarmonica di Ivano Battiston. L’idea nasce da un gruppo di poesie, ancora inedite, che affrontano il tema del tempo: il tempo che resta, la vita ancora da vivere, la nostalgia del passato, la promessa del futuro. Ma quello del tempo è anche tema musicale per eccellenza: da qui l’incontro necessario della parola con la musica e la speciale avventura di un’emozione del suono, in musica e in poesia. Un reading, un concerto, uno spettacolo sullo scorrere della vita.
Scrittore e poeta, Franco Marcoaldi collabora da molti anni al quotidiano La Repubblica. Sei le sue raccolte di poesie, l’ultima, Animali in versi (2006, Einaudi), è giunta ormai alla quinta edizione. Ha sperimentato l’incrocio con altre discipline: la musica (collabora da tempo con il compositore Fabio Vacchi), le arti plastiche (numerosi i suoi lavori con la pittrice Giosetta Fioroni) e il teatro (il suo poemetto Benjaminowo. Padre e figlio è stato messo in scena da Toni Servillo).
Ivano Battiston è fisarmonicista (ha studiato con Salvatore di Gesualdo ed è diplomato anche in musica corale e fagotto) e compositore (ha studiato con Bruno Coltro e come autodidatta, ha vinto importanti premi italiani e internazionali). Suoi lavori sono stati programmati in rassegne nazionali ed internazionali, ha inciso per Fonit Cetra e Velut Luna. Ha la cattedra di fisarmonica al Conservatorio di Firenze. Svolge attività concertistica in tutto il mondo.
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sabato 1 settembre ore 19.00_piazza Matteotti euro 3,00
Salvatore Natoli
Inventarsi la vita. Virtù, etica, estetica dell’esistenza
È possibile abitare il mondo senza fughe in un’improbabile trascendenza, e senza deliri di onnipotenza? La speranza, la tolleranza, l’umiltà esistono ancora? «La virtù è un modo per prendere distanza da sé, per perdere peso, per guardarsi da fuori. Ma anche per avere cura di sé» scrive Natoli, e per dare eleganza e stile morale alla propria vita, per instaurare rapporti più giusti con gli altri, per raggiungere la consapevolezza che la felicità è un’idea personale: è un’esperienza soggettiva, una visione del mondo e un bene sociale. Per inventarsi la vita, coniugando una quota di creatività e i fondamenti della morale con un’estetica dell’esistenza.
Salvatore Natoli (1942). Laureato in Storia della filosofia, si è occupato recentemente della relazione tra linguaggio ed etica. Già docente di Logica presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Venezia, attualmente insegna Filosofia teoretica all’Università Statale di Milano-Bicocca. Ha collaborato a molte riviste, tra cui Prospettive settanta, Il centauro, Democrazia e diritto, Religione e società, Leggere, Bailamme e Metaxù. Tra i suoi libri più recenti L’esperienza del dolore. Le forme del patire nella cultura occidentale (Feltrinelli, 1999); La felicità di questa vita. Esperienza del mondo e stagioni dell’esistenza (Mondadori, 2001); Il cristianesimo di un non credente (Quiqajon, 2002); La felicità (Feltrinelli, 1994, 2003); Parole della filosofia o dell’arte di meditare (Feltrinelli, 2004); Dizionario dei vizi e delle virtù (1996, 2005); Sul male assoluto. Nichilismo e idoli del Novecento (Morcelliana, 2006).
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sabato 1 settembre ore 19.30_piazza Firmafede euro 3,00
Alessandro Barbero racconta le invasioni barbariche
L’integrazione
La conversione di Roma al Cristianesimo incoraggiò gli imperatori a coltivare il sogno di un potere universale, nella forma di un impero cristiano esteso all’intera umanità. In questa seconda lettura sono presentati gli scrittori cristiani come Prudenzio, che auspica la nascita d’un popolo nuovo dalla fusione delle stirpi romane e barbare, e come il padre della Chiesa Gregorio di Nazianzo, che tiene corrispondenza con i figli di immigrati diventati generali dell’esercito romano e scopre che non è colpa loro se sono alti e biondi, e che tutti possono essere romani, o greci, purché lo vogliano.
Alessandro Barbero è nato nel 1959, laureato in Lettere, perfezionato presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, è professore ordinario di Storia Medievale presso l’Università degli Studi del Piemonte Orientale a Vercelli. Ha pubblicato romanzi e molti saggi di storia medioevale, nel 1995 è uscito il suo primo romanzo storico Bella vita e guerre altrui di Mr. Pyle gentiluomo (Mondadori), che ha vinto nel 1996 il Premio Strega. Fra le sue pubblicazioni recenti i volumi: 9 agosto 378. Il giorno dei barbari (Laterza, 2005), tradotto in Francia, USA e Gran Bretagna, e Barbari. Immigrati, profughi, deportati nell’impero romano, (Laterza, 2006), in corso di traduzione in Francia e in Gran Bretagna. Collabora con il quotidiano La Stampa, con il programma televisivo Superquark e radiofonico Alleottodellasera della RAI.
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sabato 1 settembre ore 21.30_piazza d’armi Fortezza Firmafede euro 7,00
Paolo Poli con Antonio Ballista
Favole
Due grandi artisti come Paolo Poli ed Antonio Ballista ritrovano assieme la gioia ludica dell’infanzia creando questa serata dedicata alla creatività, attraverso alcune tra le più belle favole del mondo e alle musiche a loro ispirate. Da Perrault, nella traduzione che fece Collodi de La bella addormentata nel bosco e di Pollicino, a La bella e la bestia di Beaumont, su musiche di Ravel; da La storia dell’elefantino Babar di Jean de Brunhoff su musiche di Poulenc alle sorprese che Poli regala sempre al suo pubblico.
Paolo Poli si dedica all’attività teatrale a tutto campo, confezionando spettacoli brillanti di cui è impresario, autore ed interprete. Negli anni sessanta inizia una dirompente carriera fatta di spettacoli costituiti in gran parte da montaggi di testi letterari. Solo per citarne alcuni: Rita da Cascia (1967); L’uomo nero (1971); Il coturno e la ciabatta (1990), tratto da Alberto Savinio; I Viaggi di Gulliver, con le scene di Luzzati (1998) per arrivare al recentissimo Sei brillanti (2007).
Antonio Ballista è pianista, clavicembalista e direttore d’orchestra. Dalla fine degli anni Cinquanta suona in duo pianistico con Bruno Canino; ha suonato con Pierre Boulez, Claudio Abbado, Bruno Maderna, Riccardo Muti ed è stato ospite dei più prestigiosi festival internazionali. Fra i compositori che hanno scritto per lui ricordiamo Luciano Berio, Ennio Morricone e Salvatore Sciarrino.
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sabato 1 settembre ore 23.15_spalti Fortezza Firmafede euro 3,00
Piergiorgio Odifreddi legge Einstein
Il critico della meccanica quantistica
Il nome di Einstein è anche legato alla meccanica quantistica in due maniere contrapposte. Da un lato, il grande fisico fu uno dei padri di questa nuova teoria, come dimostra il fatto che il premio Nobel gli fu assegnato nel 1922 proprio per un contributo in questo campo (l’effetto fotoelettrico). Dall’altro lato, per tutta la vita Einstein avversò la metafisica della teoria dei quanti, con espressioni divenute famose quali “Dio non gioca a dadi�?, e paradossi altrettanto famosi, che leggeremo insieme nelle loro formulazioni originali.
Piergiorgio Odifreddi ha studiato matematica in Italia, Stati Uniti e Unione Sovietica; insegna Logica presso l’Università di Torino e la Cornell University. Collabora con giornali, radio e televisione. Nel 1998 l’Unione Matematica Italiana gli ha assegnato il Premio Galileo. Tra i suoi libri più recenti: C’era una volta un paradosso (Einaudi, 2001); Il diavolo in cattedra (Einaudi, 2003); Le menzogne di Ulisse. L’avventura della logica da Parmenide ad Amartya Sen (Longanesi, 2004); Penna, pennello e bacchetta (Laterza, 2005); Il matematico impertinente (Longanesi, 2005); La scienza espresso (Einaudi, 2006); Incontri con menti straordinarie (Longanesi, 2006); Che cos’è la logica? (audiolibro, Luca Sossella, 2006); Perché non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici) (Longanesi, 2007).
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domenica 2 settembre ore 10.00_sala delle capriate Fortezza Firmafede euro 7,00
Marco Delogu approfonditaMente
L’importante è vedere la realtà. Viaggio intorno e dentro la fotografia
Un fotografo atipico: non va mai in giro con la macchina fotografica. Per lui è importante vedere le cose, tenerle dentro la mente e poi capire quando e come fotografare. Spesso per lui una fotografia è fatta molto prima di essere scattata, altre volte va a fare una foto e ne trova una diversa. “Più passano gli anni e più cerco di avere una mente aperta a tutto quello che mi succede: un tempo pianificavo, ora mi piace farmi sorprendere da visioni nuove, e da incontri con persone impreviste�?. Non crede a “l’istante decisivo�?, crede alle attese, ai cambiamenti di velocità, all’unicità e alla diversità di ogni essere umano. (Durata 3 ore circa)
Marco Delogu è nato a Roma nel 1960, dove vive e lavora. La sua ricerca si concentra su ritratti di gruppi di persone con esperienze o linguaggi in comune. Ha pubblicato oltre venti libri. Ha esposto in Italia e all’estero: Accademia di Francia, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, Palazzo delle Esposizioni a Roma; Warburg Institute a Londra, Henry Moore Foundation a Leeds; IRCAM, Centre George Pompidou a Parigi; Museé de l’Elysee a Losanna; PhotoMuseum a Mosca ecc. È editore e curatore di mostre. Nel 2002 ha ideato FotoGrafia, festival internazionale di Roma, di cui è direttore artistico. Nel 2003 ha fondato la casa editrice Punctum. Ha curato oltre 50 mostre con i nomi più importanti della fotografia mondiale, quali Josef Koudelka, Sally Mann, Olivo Barbieri, Don McCullin, Anders Petersen, Graciela Iturbide. Insegna fotografia alla facoltà di Architettura dell’Università La Sapienza di Roma.
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domenica 2 settembre_ore 10.00_partenza Chiostro San Francesco euro 7,00
David Le Breton approfonditaMente
Il mondo a piedi. Viaggio nella percezione dell’ambiente
Viaggiare a piedi è un gesto trasgressivo, una potente affermazione di libertà, uno scarto rispetto alla modernità. «Camminare significa aprirsi al mondo. L’atto del camminare riporta l’uomo alla coscienza felice della propria esistenza, immerge in una forma attiva di meditazione che sollecita la piena partecipazione di tutti i sensi» scrive Le Breton, che conduce un itinerario a piedi, accompagnando un piccolo gruppo di cultori del buon camminare, alla ricerca di un modo trasversale per fendere i ritmi troppo frenetici della vita di tutti i giorni. Camminata max 40 persone. (Durata 2/3 ore)
David Le Breton è professore di sociologia all’Università Marc Bloch di Strasburgo, membro dell’Institut Universitaire de France e autore di numerosi saggi sull’antropologia del corpo. Tra le sue numerose opere non ancora tradotte o in corso di traduzione segnaliamo: Corps et sociétés. Essai de sociologie et d’anthropologie du corps (1985, fuori catalogo); Anthropologie du corps et modernité (PUF, 1990, 2003); La sociologie du corps (PUF, 1992); L’Adieu au corps (Métailié, 1999). In italiano sono stati tradotti: Passione del rischio (Edizioni Abele, 1995); Il mondo a piedi. Elogio della marcia (Feltrinelli, 2001); La pelle e la traccia. Sulle ferite del sé (Meltemi, 2004).
Il sapore del mondo. Un’antropologia dei sensi è appena stato tradotto in occasione di questa edizione del Festival della Mente per i tipi di Raffaello Cortina.
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domenica 2 settembre_ore 10.00_teatro degli Impavidi euro 4,00
Enrico Alleva
Dal pesce al filosofo: verso un’ecologia della mente
Darwin ci ha fatto riflettere su quali fossero le forze selettive che hanno dato vita a specie animali e vegetali estremamente diversificate e mutevoli. Anche il cervello animale o umano segue queste regole di sopravvivenza, che ne spiegano compiutamente forma e funzioni. Molta divulgazione propone una visione caricaturale dell’incedere evolutivo che ha prodotto: dai pesci ai mammiferi (con una diramazione per gli uccelli); il cervello dei mammiferi più primitivi, dei mammiferi a loro successivi e, infine, il cervello dei primati e dell’Homo sapiens. L’analisi comparata dei cervelli di pipistrelli, delfini, talpe e scimmie inferiori o antropomorfe racconta una storia ben diversa.
Enrico Alleva, etologo, accademico dei Lincei, dirige dal 1990 il Reparto di Neuroscienze comportamentali dell’Istituto Superiore di Sanità. Si occupa di genetica del comportamento dei mammiferi e del ruolo biologico del “nerve growth factor�? nello stress. È autore di circa 230 pubblicazioni scientifiche e di centinaia di articoli a carattere divulgativo pubblicati su Il Manifesto, L’Unità, La Stampa, Repubblica, L’indice, Linea d’ombra, Lo straniero, Pace e Guerra…. Ha scritto Il Tacchino termostatico (Theoria, 1990) e con N. Tiliacos, Consigli a un giovane etologo (Muzzio, 2003).
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domenica 2 settembre_ore 11.30_Chiostro San Francesco euro 3,00
Guido Barbujani con Pietro Cheli
L’arte di non diventare razzisti
È vero che i neri hanno la musica nel sangue? Che gli ebrei sono più intelligenti? Che gli scandinavi non sono molto allegri? E che dei levantini non ci si può fidare? O che gli slavi sono efferati? E, per venire a casa nostra, che i napoletani sono sempre allegri? E che i milanesi pensano solo a lavorare? Che i genovesi non spendono volentieri? Viaggiando attraverso i luoghi comuni del razzismo è difficile trovare risposte a queste domande, ma, per fortuna, si possono fare scoperte sorprendenti: la più grande delle quali, forse, è che si può tranquillamente fare a meno di parlare di razze.
Guido Barbujani ne discute con Pietro Cheli tra scienza, storia e letteratura.
Guido Barbujani ha lavorato alle università di Padova, State of New York a Stony Brook, Londra e Bologna, e dal 1998 è professore di Genetica all’Università di Ferrara. Si occupa delle origini ed evoluzione della popolazione umana. Ha pubblicato tre romanzi: Dilettanti (Marsilio 1993); Dopoguerra (Sironi 2002); Questione di razza (Mondadori 2003) e il saggio scientifico L’invenzione delle razze (Bompiani 2006).
Pietro Cheli, Genova 1965, vive a Milano dove lavora al settimanale Diario. Insieme a Ivano Fossati ha scritto il libro Carte da decifrare (Einaudi, 2001), con molti altri Il calendario del laico a cura di Grandi & Associati (Mondadori, 1998) e i testi dello spettacolo Abbecedario (Panini, 2002) ideato e portato in scena da Giorgio Scaramuzzino. Ha curato con Ferdinando Bruni il libro fotografico Elfo BazaAr (il Saggiatore, 2004).
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domenica 2 settembre ore 11.30_sala multimediale canale lunense euro 4,00
Aldo Cibic
Inventarsi i progetti ideali
In un mondo in cui il sistema industriale-tecnologico privilegia procedure “omologanti�? si pensa che sia sempre più difficile produrre nuove idee. Tuttavia, nella quotidianità c’è materia d’ispirazione per molti progetti e il designer può esserne il catalizzatore. Cibic ha esplorato tale ipotesi con due progetti: “New Stories, New Design�? (2002) e “Microrealities�? (2006). Il primo ha proposto occasioni di emancipazione sociale, inventando nuove opportunità di impresa, valorizzando mestieri in via di estinzione e attivando microeconomie alternative. Il secondo ha studiato le interazioni delle persone con i luoghi urbani “senza qualità�? (i centri commerciali, le stazioni del metrò, ecc.) con la finalità di scoprirne le potenzialità nascoste.
Aldo Cibic, nato a Schio nel 1955, si trasferisce a Milano nel 1979 per lavorare con Ettore Sottsass del quale, l’anno successivo, diventa socio. Sempre nel 1980, sotto la guida di Sottsass nasce Memphis, di cui Cibic è uno dei designer e fondatori. Nel 1989 inizia l’attività in proprio fondando Cibic & Partners, uno studio in cui oltre all’attività personale di designer, sviluppa progetti nel campo dell’interior design, dell’urbanistica e dell’architettura, in Italia e all’estero. Svolge, attività di insegnamento alla Domus Academy, alla Facoltà del Design del Politecnico di Milano e alla Facoltà di Design dell’Istituto Universitario di Architettura di Venezia. Inoltre, è Professore Onorario alla Tongji University di Shanghai. Attualmente divide la sua vita tra Vicenza, dove vive la sua famiglia, e Milano, dove ha sede Cibic & Partners.
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domenica 2 settembre_ore 14.30_Chiostro San Francesco euro 3,00
Severino Salvemini con Angela Vettese
L’emozione e la regola: si può quadrare il cerchio?
Manager o creativo? Si deve sviluppare un’anima intellettuale e innovativa da una parte e un’anima più standardizzata e razionale dall’altra? Queste due dimensioni sembrerebbero inconciliabili (il paradigma o/o, tipico della specializzazione) e in effetti hanno spesso vissuto in mondi e ambienti separati e di scarsa interdipendenza. Quando però pensiamo alla vera eccellenza, ci rendiamo conto che nelle migliori esperienze l’emozione e la regola si riescono a sposare (il paradigma e/e) secondo una filosofia che non intende privilegiare una delle due prospettive, bensì che cerca di compenetrare valori e norme di comportamento, concepite come divergenti solo da chi le esamina in modo stereotipato.
Severino Salvemini economista, è professore di Organizzazione aziendale alla Università Bocconi. È stato presidente della SDA. Si occupa di industrie creative e di managerialità nei settori dell’arte e cultura. Presidente di Mikado, è nel consiglio di amministrazione di Cinecittà Holding e della Accademia del Teatro alla Scala. È stato nel consiglio della Biennale di Venezia. Tra le più recenti pubblicazioni: La città creativa. Per una nuova geografia di Milano (EGEA, 2005) ed È tutto un altro film (EGEA, 2007).
Angela Vettese direttrice della Galleria Civica di Modena, presiede la Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia, dirige il Corso di Laurea specialistica in Arti Visive dell’Università Iuav di Venezia; ha insegnato presso l’Università Bocconi, dal 1986 collabora come critico d’arte contemporanea al supplemento Domenica de Il Sole 24 Ore. Ha pubblicato saggi e cataloghi fra cui Ma questo è un quadro? Artisti si diventa (2001) e Il valore nell’arte contemporanea (2005) per Carocci.
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domenica 2 settembre_ore 15.00_sala delle capriate Fortezza Firmafede euro 7,00
Igort con Matteo Stefanelli approfonditaMente
Disegnare storytelling. Viaggio intorno e dentro la graphic novel
Cosa vuol dire dare forma ad una storia, e progettarla per il disegno, per la narrativa o per la musica? Di cosa è fatta la materia dello storytelling di un fumetto, rispetto a un romanzo o una canzone? Ripercorrendo la storia e le pratiche del suo variegato lavoro, Igort racconta con Matteo Stefanelli i processi creativi, le opzioni formali e i percorsi stilistici del dare vita ad una storia. Per approfondire i territori del racconto a fumetti, le sue motivazioni, le sue forme; un percorso aperto fra musica jazz e fumetto popolare nipponico, tra design e neo-feuilleton. (Durata 3 ore circa)
Igort ha pubblicato in quindici paesi e sulle più prestigiose riviste come Linus, Metal Hurlant, The Face, New Yorker. Ha collaborato a progetti multimediali con Yello e Ryuichi Sakamoto, ed ha esposto alla Biennale di Venezia (1994) e alla Triennale di Milano (2006). Ha fondato e dirige Coconino Press. Tra i suoi libri: 5 è il Numero Perfetto (Rizzoli, 2002); con Sampayo Carlos, Fats Waller (Coconino, 2003); Baobab vol. 1 e 2 (Coconino, 2005, 2006); con Massimo Carlotto Dimmi che non vuoi morire (Mondadori, 2007).
Matteo Stefanelli, ricercatore OssCom (Univ. Cattolica di Milano), studia gli intrecci fra arti grafiche, popular culture e processi di consumo. Si occupa di fumetto, ne scrive per il Corriere e La Repubblica e collabora con Lucca Comics, il Centre National de la Bande Dessinée et de l’Image, Napoli Comicon. È stato co-autore del programma “Antistoria del fumetto italiano�? (Cult/Sky 2004). Ha curato (con Fausto Colombo) la mostra “Fumetto International�? per La Triennale di Milano (2006).
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domenica 2 settembre_ore 15.30_sala multimediale canale lunense euro 4,00
Michelangelo Pistoletto
La spiritualità laica nello specchio
A partire dal 1961, Pistoletto, attraverso le sue opere specchianti, indaga ‘fenomenologicamente’ la dimensione della spiritualità. Egli ha posto la mente in relazione alla specchio proprio come il cervello umano si raccorda all’occhio. In tal modo ha fatto dello specchio una protesi ottica che moltiplica le capacità riflessive della mente stessa. I suoi “Quadri specchianti�? sono occhi spalancati su una visione tanto oggettiva quanto sorprendente del mondo. Si tratta di un processo artistico che conduce ciascuna persona alla coscienza di essere particella dell’universo, così come un frammento di specchio lo è dello specchio intero.
Michelangelo Pistoletto è nato a Biella nel 1933, le sue opere sono presenti nelle collezioni dei più importanti musei internazionali di arte moderna e contemporanea fra cui: Beaubourg, Parigi; MOMA, New York; National Museum, Seoul; Tate Modern, Londra; Toyota Museum, Toyota; Museo Reìna Sophia, Madrid; Galleria d’Arte Moderna, Roma; Nationalgalerie, Berlino, ecc. Professore all’Accademia di Belle Arti di Vienna. Fondatore del centro internazionale Cittadellarte – Biella. Nel 2003 è insignito del Leone d’Oro alla carriera alla 50° Biennale d’Arte di Venezia e nel 2004 l’Università di Torino gli conferisce la Laurea Honoris Causa in Scienze Politiche.
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domenica 2 settembre ore 17.00_Chiostro San Francesco euro 3,00
Loretta Napoleoni
Creatività, erosione del copyright, scenari futuri
Lo stato-mercato occidentale, subentrato allo stato-nazione, difende con le unghie e con i denti la proprietà intellettale, linfa vitale del moderno capitalismo, e concettualmente legata a doppio filo con la creatività. L’ascesa del modello economico cinese e della finanza islamica poggiano invece su presupposti diametralmente opposti: fino a quando il prodotto originale si troverà in posizione di vantaggio rispetto alla copia? L’inevitabile erosione del concetto stesso di proprietà intellettuale è la conseguenza del riciclaggio industriale cinese e di quello finanziario islamico. Quali potrebbero essere le conseguenze mondiali, i vantaggi e gli svantaggi di questa profonda trasformazione?
Loretta Napoleoni, economista, vive a Londra da oltre vent’anni. Ha lavorato come consulente per istituti bancari e organizzazioni internazionali in Europa e negli Stati Uniti. Considerata una degli esperti mondiali dell’economia del terrorismo, dall’11 settembre collabora con i governi di svariati paesi. Nel 2005 ha diretto il gruppo di esperti mondiali sul finanziamento del terrorismo per il Club de Madrid. Editorialista per riviste italiane ed estere, ha tradotto e curato testi sul terrorismo. È autrice di Terrorismo SpA (2005) ed Al Zarqawi (2006), pubblicati da Marco Tropea e tradotti in varie lingue.
Il nuovo libro sull’economia canaglia uscirà a gennaio 2008 per i tipi de il Saggiatore.
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domenica 2 settembre ore 17.30_teatro degli Impavidi euro 4,00
Giovanni Agosti
La mezza età dello storico dell’arte
L’idea nasce dal fatto che a un certo punto della vita, anche di quella lavorativa, si fa un bilancio di quel che si è fatto e ci si ferma a pensare quel che si vorrebbe fare, se ci è concesso. In cosa si è sbagliato, dove si è capito per tempo, da che cosa star fuori… Insomma come si fa a “invecchiare con decenza�?. È uno dei temi che percorrono, sotto la crosta delle parole, il libro che Agosti ha scritto sul Mantegna, ed è uno dei suoi pensieri ricorrenti. «Non sopporto quelli che considerano chi ha più di quarant’anni un “giovane studioso�?»; da qui La mezza età dello storico dell’arte.
Giovanni Agosti è nato a Milano nel 1961; dal 2000 insegna storia dell’arte moderna all’Università Statale di Milano, dopo avere lavorato per molti anni nelle Soprintendenze per i Beni artistici e storici di Mantova e di Firenze. I suoi studi sono rivolti alla tradizione classica nella cultura figurativa italiana,
ai rapporti fra artisti e scrittori, al Rinascimento nell’Italia settentrionale. Ha scritto: Bambaia e il classicismo lombardo (Einaudi, 1990); La testoriana di Brescia (l’Obliquo, 1997); Disegni del Rinascimento in Valpadana (Olschki , 2001); Su Mantegna I (Feltrinelli, 2005), che ha vinto il Premio Viareggio Repaci 2006; Mantegna 1961 Mantova (Arcari Editore, 2006). Collabora con le principali riviste di storia dell’arte.
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domenica 2 settembre ore 18.30_sala multimediale canale lunense euro 4,00
Guido Cornara
Breve mente
L’esercizio supremo della sintesi, la capacità di attrarre in un secondo e mantenere legati a te per altri 29 brevi lunghissimi secondi. Procrastinare la sacrosanta pipì almeno fino al prossimo commercial. La gente non ama la pubblicità. E questa è di per sé una sfida molto interessante. Se riesci a far amare, o almeno a non far odiare, o almeno a far sopportare una cosa che la gente per definizione non ama, hai già compiuto un’opera eccezionale. Questa è la missione nella vita di Guido Cornara, direttore creativo di Saatchi & Saatchi: semplice e allo stesso tempo dannatamente difficile.
Guido Cornara è nato a Genova, laureato a Roma in Storia Moderna, vive a Milano. Lavora in pubblicità dal 1983, ed è in Saatchi & Saatchi dal 1988, dove ricopre l’incarico di Direttore Creativo Esecutivo per l’Italia. In questi anni ha lavorato per molti fra i più grandi clienti pubblicitari italiani, da Renault a Walt Disney, da Procter & Gamble a Tiscali, da Honda a Omnitel, da Intesa Sanpaolo a Mondadori solo per citarne alcuni. Dedica un grande impegno, oltre che ai grandi clienti, anche alle piccole e grandi cause sociali, ambientali, umanitarie per le quali storicamente Saatchi & Saatchi ha una costante attenzione. Ha ideato per conto di MTV - insieme ad Agostino Toscana - il film per l’abolizione della pena di morte che si è aggiudicato l’unico premio assegnato all’Italia al Festival di Cannes del 2001 (Leone d’Argento).
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domenica 2 settembre ore 19.00_piazza Matteotti euro 3,00
Mario Trevi con Emanuele Trevi
Invasioni controllate
Sono invasioni controllate quelle fra padre e figlio, fra psicoanalista e scrittore, e quando il figlio scrittore intervista il padre psicoanalista diventa un’occasione davvero speciale.
Una intervista sullo scrivere, sul senso delle storie, sulla particolare modalità di interpretarle dal punto di vista della filosofia del profondo. Dal libro di Giobbe ai racconti di chassidim, da Stevenson a Borges, il dialogo molto particolare di Emanuele e Mario Trevi.
Mario Trevi è il decano degli psicoanalisti junghiani italiani, fondatore nel 1960 dell’Associazione Italiana per lo Studio della Psicologia Analitica, e del Centro Italiano di Psicologia Analitica, è membro dell’International Association of Analytical Psychology. Ha pubblicato fra l’altro: L’altra lettura di Jung (Cortina, 1988); Saggi di critica neojunghiana (Feltrinelli, 1993); con Marco Innamorati, Riprendere Jung (Bollati Boringhieri, 2000). Ha diretto la rivista Metaxù, che si occupa di ricerca sui simboli.
Emanuele Trevi, scrittore, critico, è nato nel 1964. Ha tradotto e curato edizioni di classici italiani e francesi, collabora al Manifesto. Ha pubblicato: Istruzioni per l’uso del lupo (Castelvecchi, 1994); Musica distante (Mondadori, 1997); Costellazioni italiane (1945-1999); I cani del nulla. Una storia vera (Einaudi, 2003); Senza verso. Un’estate a Roma (Laterza, 2004); L’onda del porto. Un sogno fatto in Asia (Laterza, 2005). Con Mario Trevi è in uscita Invasioni controllate per i tipi di Castelvecchi.
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domenica 2 settembre ore 19.30_piazza Firmafede euro 3,00
Alessandro Barbero racconta le invasioni barbariche
Il razzismo
In questa terza lettura sono presentati gli autori romani e greci che fra IV e V secolo, quando il governo imperiale si dimostra sempre più incapace di gestire l’immigrazione, cominciano ad allarmarsi perché i barbari sono troppi. Sinesio trova che un barbaro rimane sempre barbaro anche se fa parte del consiglio dei ministri, e che preferirà sempre la pelliccia alla toga; Sidonio Apollinare riconosce che i barbari sono gente in gamba, e che il futuro appartiene a loro, è solo un peccato che siano così maleducati e abbiano strane idee sull’igiene. Testi antichi per un tema molto attuale.
Alessandro Barbero è nato nel 1959. Laureato in Lettere, perfezionato presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, è professore ordinario di Storia Medievale presso l’Università degli Studi del Piemonte Orientale a Vercelli. Ha pubblicato romanzi e molti saggi di storia medioevale, nel 1995 è uscito il suo primo romanzo storico Bella vita e guerre altrui di Mr. Pyle gentiluomo (Mondadori), che ha vinto nel 1996 il Premio Strega. Fra le sue pubblicazioni recenti i volumi: 9 agosto 378. Il giorno dei barbari (Laterza, 2005), tradotto in Francia, USA e Gran Bretagna, e Barbari. Immigrati, profughi, deportati nell’impero romano, (Laterza, 2006), in corso di traduzione in Francia e in Gran Bretagna. Collabora con il quotidiano La Stampa, con il programma televisivo Superquark e radiofonico Alleottodellasera della RAI.
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domenica 2 settembre ore 21.00_piazza Matteotti euro 3,00
Gianfranco Ravasi
La Parola creatrice
“In principio Dio disse: Sia la luce! E la luce fu�?. Questa frase non è solo l’incipit della Bibbia ma è anche la rappresentazione simbolica dell’inizio assoluto della creazione. Questa stessa Parola archetipica diventa il principio creatore anche della storia umana che racchiude in sé splendori e miserie, proprio come accade alla creatività poetica che ha un profilo glorioso ma che rivela anche una sua incapacità radicale ad esprimere il mistero. Sospesa tra simbolo e silenzio, la creazione nata dalla Parola trascendente, si rivela come custodia del divino e dell’umano che s’incontrano e si scontrano in una creatività destinata a generare non un vuoto finale ma una pienezza.
Gianfranco Ravasi, nato a Merate nel 1942 e sacerdote della Diocesi di Milano dal 1966, è Prefetto della Biblioteca-Pinacoteca Ambrosiana di Milano, membro della Pontificia Commissione dei Beni Culturali della Chiesa, docente di esegesi dell’Antico Testamento nella Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale.
Ha svolto campagne di scavo nel Vicino Oriente. Conduce ogni domenica su Canale 5 la rubrica televisiva Le frontiere dello spirito, dedicata a una lettura continua della Bibbia. Scrive su numerose riviste specializzate italiane e straniere e su quotidiani e riviste, tra i quali Avvenire, Il Sole 24 Ore, Famiglia Cristiana. Tra i suoi numerosi libri ricordiamo: I Comandamenti (San Paolo, 2002); Breve storia dell’anima (Mondadori, 2003); Il bello della Bibbia (San Paolo, 2004), Le sorgenti di Dio (San Paolo, 2005); Ritorno alle virtù (Mondadori, 2005) e Breviario laico (Mondadori, 2006).
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domenica 2 settembre ore 21.00_piazza d’armi Fortezza Firmafede euro 7,00
Elio e Katia
Naso-Comio: non chiamatemi Polendina
La Vera Storia di Pinocchio, narrata e cantata da Elio-Mastro Geppetto. Mente è una parola dal significato doppio: serve sia a inventare casi sia a mentire. Dunque, chi meglio di Pinocchio racchiude le due anime di questa parola “breve ma intensa�?? In questo spettacolo Elio - che di anime ne ha varie ed è un appassionato di bugia - dà voce a un padre che nel ventre di una balena va a ritroso nel tempo, e racconta di quel figlio arrivato dal nulla, delle traversie, degli incontri surreali, dei momenti belli e dei momenti neri, sempre a difendere quel suo burattino, straordinaria metafora del nostro vivere. Al pianoforte Katia Caradonna. Regia di Chiara Belliti.
Elio, Katia Caradonna si sono diplomati presso la Civica Scuola di Musica di Milano, rispettivamente, in flauto e pianoforte. Elio, sale sul palcoscenico nel 1980, con le “Storie Tese�? (con i quali è arrivato secondo a San Remo nel 1996 e sta preparandoun nuovo disco, dopo le decine di titoli già in circolazione),
si è cimentato nel repertorio classico, nel teatro e nella scrittura. Katia si è dedicata alla musica da camera. Elio e Katia si sono rincontrati, dopo vent’anni, al supermercato. Nato un sodalizio, hanno realizzato insieme concerti di musica classica contemporanea dedicata ad animali. Chiara Belliti è curatrice di collane di letteratura per ragazzi, editor e traduttrice, nonché una delle polimorfe menti creative di Cervelli Riuniti; appassionata di bugia, ha collaborato con Elio ad Animali Spiaccicati (Einaudi, 2004) e Vite Bruciacchiate (Bompiani, 2006).
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domenica 2 settembre ore 23.00_spalti Fortezza Firmafede euro 3,00
Piergiorgio Odifreddi legge Einstein
Il profeta disarmato
Il nome di Einstein è, per la gente comune, sinonimo di ribellione intellettuale e impegno politico. Una scelta dei suoi scritti popolari ce ne mostra l’immagine iconoclasta e provocatoria, spaziando da aforismi quali “per essere il candido membro di un gregge bisogna pur sempre essere una pecora�?, alla lettera scritta a Russell nel 1955, pochi giorni prima di morire, che ispirò il Movimento Pugwash degli Scienziati Contro l’Atomica, vincitore quarant’anni dopo del premio Nobel per la pace.
Piergiorgio Odifreddi ha studiato matematica in Italia, Stati Uniti e Unione Sovietica; insegna Logica presso l’Università di Torino e la Cornell University. Collabora con giornali, radio e televisione. Nel 1998 l’Unione Matematica Italiana gli ha assegnato il Premio Galileo. Tra i suoi libri più recenti: C’era una volta un paradosso (Einaudi, 2001); Il diavolo in cattedra (Einaudi, 2003); Le menzogne di Ulisse. L’avventura della logica da Parmenide ad Amartya Sen (Longanesi, 2004); Penna, pennello e bacchetta (Laterza, 2005); Il matematico impertinente (Longanesi, 2005); La scienza espresso (Einaudi, 2006); Incontri con menti straordinarie (Longanesi, 2006); Che cos’è la logica? (audiolibro, Luca Sossella, 2006); Perché non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici) (Longanesi, 2007).
Programma per bambini e ragazzi
I genitori possono lasciare i bambini per la durata degli eventi, è consigliabile fornire un numero di cellulare per la reperibilità.
Si prega di accompagnare i bambini 10 minuti prima dell’inizio degli eventi.
41 A
sabato 1 settembre ore 10.00_piazza Capolicchio euro 3,00
Sergio Carnevali
Inominforma. Workshop di grafica per bambini
Laboratorio 4-7 anni; 75 minuti (max 30 partecipanti)
41 B
sabato 1 settembre ore 11.30_piazza Capolicchio euro 3,00
Sergio Carnevali
Inominforma. Workshop di grafica per bambini
Laboratorio 4-7 anni; 75 minuti (max 30 partecipanti)
Leggere non è decifrare le lettere, scriverle non è copiarle graficamente. Leggere e scrivere sono interpretazioni di segni e di suoni. Inominforma parte dall’idea grafica di comporre la silhouette di animali ed altri soggetti utilizzando solo le lettere del loro nome, elaborate in modo tale che mentre si legge il nome si percepisce anche la figura.
Sergio Carnevali, artista recanatese, si occupa di grafica, pittura, fotografia, ceramica ed incisione. Ha realizzato immagini e vesti grafiche per eventi sociali e culturali, nel 1987 nasce Inominforma, che ha realizzato molte volte con una mostra itinerante dei suoi soggetti, tutti realizzati in legno, e con gli album HABITAT contenenti le grafiche degli stessi.
42A
sabato 1 settembre ore 10.00_sala ragazzi B Fortezza Firmafede euro 3,00
Renato Fasolo
Archeologia sperimentale. Dalla pentola alle punte di freccia
Laboratorio 7-10 anni; 75 minuti (max 20 partecipanti)
42B
sabato 1 settembre ore 11.30_sala ragazzi B Fortezza Firmafede euro 3,00
Renato Fasolo
Archeologia sperimentale. Dalla pentola alle punte di freccia
Laboratorio 7-10 anni; 75 minuti (max 20 partecipanti)
Dall’argilla al vaso, per arrivare alle prime pentole: un’invenzione fondamentale della creatività umana che ha permesso all’uomo di cuocere i cibi, trattenendo acqua e calore. Ogni bambino realizza un vasetto con il metodo del colombino e lo decora secondo lo stile e le tecniche preistoriche. Nel laboratorio anche un esempio di scheggiatura della selce, il materiale più usato dall’uomo per due milioni di anni.
Renato Fasolo ha cominciato la propria attività quarant’anni fa, lavorando per numerosi musei italiani ed esteri. Tra gli ultimi lavori, ha seguito tutta la parte di ricostruzione di Otzi, la celebre mummia preistorica dell’uomo del Similaun. È stato, nel 1981, il primo ad introdurre in Italia l’archeologia sperimentale, come metodo conoscitivo didattico della preistoria. Lavorano con lui, all’ambito di Archeoland, gli allievi Matilde Peterlini e Nicola Speri.
43 A
sabato 1 settembre ore 15.00_piazza Capolicchio euro 3,00Donatella Puliga
Incontrare il mostro: la paura, la sfida, la vittoria
Incontro 3-6 anni; 60 minuti
43 B
sabato 1 settembre ore 16.30_piazza Capolicchio euro 3,00Donatella Puliga
Incontrare il mostro: la paura, la sfida, la vittoria
Incontro 3-6 anni; 60 minuti
In principio era il racconto. Il racconto dello stupore, della fantasia, del desiderio di sconfiggere mostri e paure. Attraverso una narrazione avvincente e piena di mistero, i più piccoli saranno guidati alla scoperta di animali fantastici e di tante creature mostruose che hanno popolato l’immaginario degli antichi.
Donatella Puliga insegna Mitologia classica all’Università di Siena ed è responsabile del Laboratorio di Ricerca sulla didattica dei Classici presso il Centro di Antropologia del Mondo Antico. Si occupa in particolare della dimensione antropologica della civiltà greco-romana, ed è interessata alla permanenza di moduli classici nella società contemporanea, oltre che nella letteratura e nell’arte. È impegnata in progetti di divulgazione della cultura classica nelle scuole di ogni ordine e grado. Ha curato l’Antologia della Poesia Latina (Einaudi-La Repubblica, 2004). Tra le sue pubblicazioni più significative in questo senso, In Grecia. Racconti dal mito, dall’arte e dalla memoria (Einaudi, 2001); Percorsi di cultura latina per una didattica sostenibile (Carocci, 2003) e, con Silvia Panichi, Un’altra Grecia. Le colonie d’Occidente tra mito, arte e memoria (Einaudi, 2005).
44 A
sabato 1 settembre ore 15.00_sala ragazzi B Fortezza Firmafede euro 3,00
Gek Tessaro
Catalogo della fantascienza. Repertorio del futuribile
Laboratorio 7-10 anni; 75 minuti (max 20 partecipanti)
44 B
sabato 1 settembre ore 16.30_sala ragazzi B Fortezza Firmafede euro 3,00
Gek Tessaro
Catalogo della fantascienza. Repertorio del futuribile
Laboratorio 7-10 anni; 75 minuti (max 20 partecipanti)
Il gioco della fantasia fantascientifica per uscire dagli schemi del videogame, per immaginare il futuro e vivificare l’immaginario che è in noi, senza il quale non riusciamo a provocare l’immaginazione dei nostri amici e dei nostri compagni di scuola. Tecniche di collage, con cartoncini, forbici e colla, alla ricerca di macchine fantastiche, robot, razzi.
Gek Tessaro, maestro d’arte, è stato allievo di M. Stepan Zavrel.
È autore di numerosi libri illustrati per bambini e tiene laboratori di educazione all’immagine e letture animate per bambini, ragazzi e adulti. In teatro, lavora con il Gruppo ExTrapola, col Teatro Stabile di Verona, da solo, e con altri enti. È convinto che “A 60 centimetri da terra si muovono pianeti sconosciuti
e inimmaginabili�?.
45 A
domenica 2 settembre ore 10.00_sala ragazzi A Fortezza Firmafede euro 3,00
Renato Fasolo
Archeologia sperimentale. Il colore della preistoria
Laboratorio 4-7 anni; 75 minuti (max 20 partecipanti)
45 B
domenica 2 settembre ore 11.30_sala ragazzi A Fortezza Firmafede euro 3,00
Renato Fasolo
Archeologia sperimentale. Il colore della preistoria
Laboratorio 4-7 anni; 75 minuti (max 20 partecipanti)
La pittura rupestre è all’origine di tutte le immagini realizzate dall’uomo: sono i primi resoconti figurati che nascono oltre 30.000 anni fa. Il laboratorio ripercorre, tappa per tappa, i soggetti, lo stile e le tecniche delle immagini preistoriche, utilizzando solo materiali naturali come il carbone, le ocre e la selce per incidere.
Renato Fasolo ha cominciato la propria attività quarant’anni fa, lavorando per numerosi musei italiani ed esteri. Tra gli ultimi lavori, ha seguito tutta la parte di ricostruzione di Otzi, la celebre mummia preistorica dell’uomo del Similaun. È stato, nel 1981, il primo ad introdurre in Italia l’archeologia sperimentale, come metodo conoscitivo didattico della preistoria. Lavorano con lui, all’ambito di Archeoland, gli allievi Matilde Peterlini e Nicola Speri.
46 A
domenica 2 settembre ore 10.00_sala ragazzi B Fortezza Firmafede euro 3,00
Giorgio Vigna
Il filo. Laboratorio di gioiello-arte-design
Laboratorio 7-10 anni; 60 minuti (max 20 partecipanti)
46 B
domenica 2 settembre ore 11.30_sala ragazzi B Fortezza Firmafede euro 3,00
Giorgio Vigna
Il filo. Laboratorio di gioiello-arte-design
Laboratorio 7-10 anni; 60 minuti (max 20 partecipanti)
Il filo di tessuto, di metallo, di carta: questo è il filo conduttore di uno specialissimo workshop per bambini. Filo continuo, filo spezzato e ricomposto, filo annodato, arrotolato, tessuto, aggrovigliato, dipanato. Come nelle antiche scritture fatte di corde e di nodi, il filo-gioiello si fa parola che percorre il corpo, che intreccia legami, si fa rete comunicativa. Filo di un discorso che esplora il territorio del gioiello allargandone i confini.
Artista e designer, Giorgio Vigna è autore di sculture, gioielli, oggetti per il corpo e per lo spazio, dotati anche di valore d’uso. Ha ideato gioielli per opere, film, spettacoli e collezioni per stilisti. Collabora con Venini progettando vasi, gioielli, lampade e sculture in vetro. Nel 2007 l’azienda finlandese Iittala lancia su scala internazionale la collezione di uccelli di vetro Birds by Vigna. Per Salviati progetta nel 2006 una collezione di gioielli in vetro, nel 2005 oggetti in argento per Gabriele De Vecchi. Tiene conferenze e workshop per la Facoltà di Design del Politecnico, IED, Domus Academy e NABA di Milano. Il suo lavoro è stato esposto in importanti musei, mostre e collezioni internazionali fra cui: Designmuseo di Helsinki (2007), Museo Pecci di Prato, Museo Correr di Venezia (2003), Miaao di Torino. Moleskine ha recentemente pubblicato il catalogo della sua ultima mostra a Helsinki.
47 A
domenica 2 settembre ore 15.00_piazza Capolicchio euro 3,00
Donatella Puliga
Mitico! Intelligenza e astuzia: le armi degli eroi
Incontro 8-12 anni; 60 minuti
47 B
domenica 2 settembre ore 16.30_piazza Capolicchio euro 3,00
Donatella Puliga
Mitico! Intelligenza e astuzia: le armi degli eroi
Incontro 8-12 anni; 60 minuti
Un viaggio appassionante nel mondo di tanti eroi che hanno saputo mettere in gioco le straordinarie doti della mente e del corpo per aprire strade nei tortuosi percorsi della vita, per sottrarsi alle insidie dell’imprevisto e agli inganni delle conquiste facili e senza sforzi. Tutto grazie alla ‘metis’ (l’intelligenza astuta), un valore considerato dagli antichi tra i più grandi che gli uomini avessero avuto in sorte.
Donatella Puliga insegna Mitologia classica all’Università di Siena ed è responsabile del Laboratorio di Ricerca sulla didattica dei Classici presso il Centro di Antropologia del Mondo Antico. Si occupa in particolare della dimensione antropologica della civiltà greco-romana, ed è interessata alla permanenza di moduli classici nella società contemporanea, oltre che nella letteratura e nell’arte. È impegnata in progetti di divulgazione della cultura classica nelle scuole di ogni ordine e grado. Ha curato l’Antologia della Poesia Latina (Einaudi-La Repubblica, 2004). Tra le sue pubblicazioni più significative in questo senso, In Grecia. Racconti dal mito, dall’arte e dalla memoria (Einaudi, 2001); Percorsi di cultura latina per una didattica sostenibile (Carocci, 2003) e, con Silvia Panichi, Un’altra Grecia. Le colonie d’Occidente tra mito, arte e memoria (Einaudi, 2005).
48 A
domenica 3 settembre ore 15.00_sala ragazzi A Fortezza Firmafede euro 3,00
Liliana Cupido
Immaginare nello spazio bianco. La lettura creativa dei fumetti
Laboratorio 4-7 anni; 75 minuti (max 20 partecipanti)
48 B
domenica 3 settembre ore 16.30_sala ragazzi A Fortezza Firmafede euro 3,00
Liliana Cupido
Immaginare nello spazio bianco. La lettura creativa dei fumetti
Laboratorio 4-7 anni; 75 minuti (max 20 partecipanti)
Il vero segreto dei fumetti sta nel margine tra una vignetta e l’altra: è qui che interviene l’immaginazione per dare senso ad un vuoto, in un continuo processo creativo che guida la lettura. Il laboratorio coinvolgerà i bambini nell’esplorazione del linguaggio proprio a partire dal margine bianco, attraverso l’immersione nella lettura di storie a fumetti, con e senza testo.
Liliana Cupido si occupa di promozione alla lettura per bambini, anche in età prescolare, e adolescenti. Fa parte di Hamelin, Associazione Culturale di Bologna, fondata nel 1996 da studiosi di letteratura per l’infanzia, che pubblica la rivista Hamelin: note sull’immaginario collettivo, ormai al suo sesto anno di vita e che raccoglie tutto il lavoro fatto dall’associazione occupandosi di pedagogia della lettura, letteratura per ragazzi, fumetto, illustrazione, musica, fino ad addentrarsi nel territorio dei sogni collettivi di oggi e del passato. È tra i curatori di Bilbolbul - festival internazionale di fumetto.
Programma 2007
Apertura con Massimo Caleo, Sindaco di Sarzana
Matteo Melley, Presidente della Fondazione Carispe
Raffaele Cardone e Giulia Cogoli, Ideatori e Direttori del Festival della Mente
1
venerdì 31 agosto ore 17.30_ piazza d’armi Fortezza Firmafede gratuito
Gustavo Pietropolli Charmet
La mente adolescente che crea e distrugge
Il primo grande ostacolo che deve risolvere un ragazzo è quello di separarsi dagli oggetti più cari
e abbandonare la rappresentazione infantile che ha di sé stesso. In queste circostanze può venire in soccorso della mente adolescente un processo di splendente creatività, che dà vita a nuovi ed impensati oggetti, spalanca nuovi canali espressivi. I processi cognitivi sono così indirizzati verso la speranza che esista un futuro in cui si realizzerà il progetto e il valore segreto che lo porterà verso l’età adulta.
Gustavo Pietropolli Charmet, specializzato in psichiatria, psicoterapeuta di formazione psicoanalitica è stato primario
di servizi psichiatrici, docente di Psicologia Dinamica alla Univ. Bicocca-Milano, direttore della Scuola di Specializzazione in psicologia del Ciclo di Vita dell’Università di Milano. È presidente dell’Istituto Minotauro, del CAF, del Comitato Scientifico dell’Ass. L’amico Charly, direttore del Crisis Center di Milano. Ha pubblicato: Ragazzi sregolati (2001); Crisis center (2003); Manuale di psicologia dell’adolescenza: compiti e conflitti (con A. Maggiolini, 2004); per F. Angeli; Non è colpa delle mamme (Mondadori, 2006).
2
venerdì 31 agosto ore 19.00_piazza Matteotti euro 3,00
Giuliano Montaldo
Fra letteratura e cinema
Nel percorso creativo di Giuliano Montaldo c’è sempre stato un fortissimo legame tra cinema e letteratura, come dimostrano alcuni dei suoi film più celebri: Tempo di uccidere, tratto dall’omonimo libro di Ennio Flaiano, o Gli occhiali d’oro da Giorgio Bassani, per arrivare a San Pietroburgo, dedicato alla vita di Dostojevskij, il suo nuovo film in uscita in autunno e del quale parlerà in anteprima. Anche quest’ultimo film è percorso da una forte avversione per l’intolleranza, un tema che attraversa tutta la sua opera, a partire da L’Agnese va a morire. Nel racconto di un grande regista, l’incontro tra creatività letteraria e cinematografica.
Giuliano Montaldo, nato a Genova nel 1930, inizia la sua carriera cinematografica con Gillo Pontecorvo collaborando a La lunga strada azzurra, Kapò e La battaglia di Algeri. Debutta alla regia con Tiro al piccione (1960); seguono Una bella grinta (1965), vincitore del Premio Speciale della Giuria al Festival di Berlino, Ad ogni costo (1967) e Gli Intoccabili (1969). Con Sacco e Vanzetti (1971) e Giordano Bruno (1974), Montaldo raggiunge un grande successo di pubblico e di critica. Seguiranno L’Agnese va a morire (1977), Circuito chiuso (1978) e Il giocattolo (1979). Nel 1980 dirige lo sceneggiato Marco Polo, venduto in 76 nazioni e vincitore del Premio Emmy. Negli anni 80 inizia la sua attività di regista di opere liriche. Il ritorno al cinema è nel 1985 con Il giorno prima, Gli occhiali d’oro (1987), premiato al Festival del Cinema di Venezia e Tempo di uccidere (1989).
È stato Presidente di Rai Cinema. Quest’anno ha ricevuto il David di Donatello alla carriera.
3
venerdì 31 agosto ore 19.00_sala multimediale canale lunense euro 4,00
Tomaso A. Poggio
Neuroscienza e intelligenza artificiale
Uno dei maggiori problemi della scienza odierna è quello di comprendere come funziona il nostro cervello. In particolare, le nostre abilità visive sono strabilianti e ancora lontane dall’essere imitate con i computer, quindi la corteccia visiva può essere considerata un buon sostituto del resto della corteccia e anche dell’intelligenza stessa. Modelli computazionali, plausibili dal punto di vista neurale, stanno iniziando a fornire nuove e straordinarie informazioni sul problema chiave, ovvero su come funziona il nostro cervello e su come realizzare macchine intelligenti. Forse non sono lontani i tempi in cui l’intelligenza artificiale imparerà dalla neuroscienza.
Tomaso A. Poggio insegna al Department of Brain and Cognitive Sciences; codirettore del Center for Biological and Computational Learning, membro del Computer Science and Artificial Intelligence Laboratory del MIT. È autore di oltre 400 saggi sulla teoria dell’apprendimento, dei sistemi non-lineari, della neuroscienza computazionale, è membro del Neuroscience Research Program dell’American Academy of Arts and Sciences. Ha ricevuto numerose onorificenze quali: Otto-Hahn-Medaille Award della Max-Planck-Society, il Max Planck Research Award dalla Alexander von Humboldt Foundation, il MIT 50K Entrepreneurship Competition Award, la Laurea Honoris Causa in Ingegneria dall’Università di Pavia e il Gabor Award 2003. Attualmente si occupa di matematica e delle applicazioni delle nuove tecniche di apprendimento alla computer vision o visione artificiale, di bioinformatica, di computer graphic.
4
venerdì 31 agosto ore 19.30_piazza Firmafede euro 3,00
Alessandro Barbero racconta le invasioni barbariche
L’immigrazione
Finché i Romani seppero gestire la sfida dell’immigrazione i barbari furono una risorsa per l’impero, assai più che una minaccia. L’ideologia ufficiale insisteva che tutti i popoli dovessero avere la possibilità di conoscere “la felicità romana�?. In questa prima lettura si presentano, fra l’altro, le orazioni di Temistio, grande retore e influente politico nella Costantinopoli del IV secolo, in cui si scopre che i Romani avevano una coscienza ecologica e che i barbari andavano protetti dal rischio dell’estinzione, soprattutto perché una volta promossi a cittadini romani, anche loro pagavano le tasse.
Alessandro Barbero è nato nel 1959, laureato in Lettere, perfezionato presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, è professore ordinario di Storia Medievale presso l’Università degli Studi del Piemonte Orientale a Vercelli. Ha pubblicato romanzi e molti saggi di storia medioevale, nel 1995 è uscito il suo primo romanzo storico Bella vita e guerre altrui di Mr. Pyle gentiluomo (Mondadori), che ha vinto nel 1996 il Premio Strega. Fra le sue pubblicazioni recenti i volumi: 9 agosto 378. Il giorno dei barbari (Laterza, 2005), tradotto in Francia, USA e Gran Bretagna, e Barbari. Immigrati, profughi, deportati nell’impero romano, (Laterza, 2006), in corso di traduzione in Francia e in Gran Bretagna. Collabora con il quotidiano La Stampa, con il programma televisivo Superquark e radiofonico Alleottodellasera della RAI.
5
venerdì 31 agosto ore 21.00_teatro degli Impavidi euro 4,00
Ubaldo Pantani
Aspettando Viskovitz. Storie di animali e non solo…
Uno scarafaggio delinquente che non riesce a conquistare la sua amata nonostante una fortuna in sterco accumulata illegalmente, un maiale ballerino che diventa famoso, si perde negli agi e nel lusso materiale e non riesce a essere porco come la madre sognava per lui, un cane ex agente delle forze speciali dedito all’ascetismo buddista che non riesce ad uscire dal giro della droga, uno squalo che vorrebbe la pace degli oceani ma per sopravvivere deve mangiare i suoi amici. Questi animali sono Viskovitz: nelle sue metamorfosi ritroviamo le debolezze, le passioni e i desideri della natura umana. Un assaggio del nuovo spettacolo teatrale - tratto dal libro di grandissimo successo di Alessandro Boffa: Sei una bestia Viskovitz - che sarà pronto per l’autunno.
Ubaldo Pantani, eclettico attore di teatro, cabaret, comico televisivo, inizia come allievo di Albertazzi al Laboratorio d’Arti Sceniche di Volterra. Ha interpretato ruoli drammatici con la Compagnia Teatrale del Fiume di Pisa. Ha esordito come comico nel 1997 su RaiDue nei programmi Convenscion2001, SuperConvenscion e Convenscion a colori di G. Paolini. Nel 2003 fa parte del cast fisso di Ciro presenta Visitors (Italia Uno), arruolato da Paola Cortellesi per il suo show Nessundorma (RaiDue), poi in Mai dire Grande Fratello & figli della Gialappa’s band, e Mai dire Lunedì, sempre con la Gialappa’s band, dove interpreta il ruolo di Lapo Elkann. Dal 2005 collabora con la Clara Schumann - Teatro di Collesalvetti, alla direzione e al cordinamento artistico della programmazione e curando gli allestimenti di versioni semi sceniche di celebri opere liriche (Tosca, Turandot, La Bohème).
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venerdì 31 agosto ore 21.30_piazza d’armi Fortezza Firmafede euro 3,00
Francesco Guccini con Marco Santagata
Burattinaio di parole
Creatività e linguaggio sono alla base di come si dà forma al testo di una canzone, come si scrive un romanzo, un saggio o una poesia. Perché le parole hanno un significato preciso e al tempo stesso ambivalente, mostrano le proprie radici linguistiche ed etimologiche, la loro trasformazione attraverso i secoli, l’attraversamento di lingue straniere, la propria identità dialettale. Per Guccini e Santagata le parole sono una vera passione, la molla per ricerche, interpretazioni, innovazioni linguistiche anche audaci, dalle quali nascono sorprese, curiosità, particolari nascosti: per fare in modo che il linguaggio, in qualsiasi contesto, esprima tutta la sua forza.
Francesco Guccini ha raccontato il suo mondo in oltre quarant’anni di canzoni che hanno segnato la storia musicale, e in numerosi romanzi capaci di spaziare dall’autobiografia al noir. Tra i suoi titoli ricordiamo: Croniche epafaniche (Feltrinelli, 1990); Vacca d’un cane (Feltrinelli, 1993); La legge del bar e altre comiche (Mondadori, 2005). Con Loriano Machiavelli: Lo spirito e altri briganti (Mondadori, 2003); Tango e gli altri. Romanzo di una raffica, anzi tre (Mondadori, 2007).
Marco Santagata ha insegnato letteratura italiana e filologia in numerose università italiane e straniere (Sorbonne, Ginevra, Nancy, Harvard) ed è attualmente direttore del Dipartimento di Studi di Italianistica dell’Università di Pisa. Oltre a numerose pubblicazioni scientifiche, tra i suoi romanzi ricordiamo: Papà non era comunista (Guanda, 1996); Il Maestro dei santi pallidi (Guanda, 2003) e L’amore in sé (Guanda, 2006).
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venerdì 31 agosto ore 23.15_spalti Fortezza Firmafede euro 3,00
Piergiorgio Odifreddi legge Einstein
Il padre della relatività
Il nome di Einstein è legato alla relatività, di cui egli formulò la versione speciale nel 1905, e la versione generale nel 1915. In questa prima lettura affrontiamo alcune delle pagine divulgative da lui scritte sull’argomento, toccando in particolare aspetti sorprendenti della teoria, come il famoso paradosso dei gemelli, e altrettanto sorprendenti applicazioni, come il modello cosmologico del 1917, che fornì la prima immagine scientifica dell’intero universo.
Piergiorgio Odifreddi ha studiato matematica in Italia, Stati Uniti e Unione Sovietica; insegna Logica presso l’Università di Torino e la Cornell University. Collabora con giornali, radio e televisione. Nel 1998 l’Unione Matematica Italiana gli ha assegnato il Premio Galileo. Tra i suoi libri più recenti: C’era una volta un paradosso (Einaudi, 2001); Il diavolo in cattedra (Einaudi, 2003); Le menzogne di Ulisse. L’avventura della logica da Parmenide ad Amartya Sen (Longanesi, 2004); Penna, pennello e bacchetta (Laterza, 2005); Il matematico impertinente (Longanesi, 2005); La scienza espresso (Einaudi, 2006); Incontri con menti straordinarie (Longanesi, 2006); Che cos’è la logica? (audiolibro, Luca Sossella, 2006); Perché non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici) (Longanesi, 2007).
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sabato 1 settembre ore 10.00_cinema Italia euro 7,00
Laura Bosio approfonditaMente
In attesa dell’ispirazione. Viaggio intorno e dentro la scrittura
Una conversazione intorno e dentro la scrittura, senza una vera sistematicità. Metodo forse poco scientifico, ma forse adatto a una materia così difficile da afferrare. La differenza tra “parola parlata�? e “parola scritta�?, dove ragionare sul perché non si deve scrivere come si parla e ancora meno parlare come si scrive. Scrivere per sé e scrivere per gli altri, o meglio per quel sé che converge con gli altri. Scrivere qualcosa di nuovo: è possibile? I segreti (e i pericoli) dell’ispirazione. I richiami (e le tentazioni) della memoria. La ricreazione del passato e del presente. Il progetto e le sue trappole. E, insieme, il gioco degli aforismi. (Durata 3 ore circa)
Laura Bosio, nata a Vercelli, vive e lavora a Milano come consulente editoriale. È autrice dei romanzi I dimenticati (Feltrinelli 1993, Premio Bagutta Opera prima), Annunciazione (Mondadori 1997, Premio Moravia), Le ali ai piedi (Mondadori 2002, Premio Selezione Rapallo Donna); La ricerca dell’impossibile (Leonardo-Oscar Mondadori 1999) e Teresina. Storie di un’anima (Mondadori 2004), dedicati all’esperienza mistica, filosofica e spirituale delle donne nella letteratura; Le stagioni dell’acqua (Longanesi, 2007), finalista al Premio Strega. Nel 1997 ha collaborato al soggetto e alla sceneggiatura del film di Silvio Soldini Le acrobate. È docente di Tecniche della scrittura presso il Master in Giornalismo dell’Università Cattolica di Milano.
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sabato 1 settembre ore 10.00_sala delle capriate Fortezza Firmafede euro 7,00
Giorgio Vigna approfonditaMente
Oggetti per il corpo e per lo spazio. Viaggio intorno e dentro il design
Una conversazione, anche per immagini e oggetti, che si snoda intorno a forme e materiali capaci di mettere in risonanza la forza immaginativa con gli elementi della natura nei suoi aspetti primari e primordiali. Avventure geologiche di terra e d’acqua, di fuoco e di vento costituiscono il fulcro del lavoro di Giorgio Vigna, in cui si combinano naturale e artificiale, povero e prezioso, elementi del senso comune e fantasticherie ardite. Perchè il suo lavoro è arte, è design, è gioiello, è natura, ma specialmente è libertà
di immaginare forme nuove e allo stesso tempo antichissime. (Durata 3 ore circa)
Artista e designer, Giorgio Vigna è autore di sculture, gioielli, oggetti per il corpo e per lo spazio, dotati anche di valore d’uso. Ha ideato gioielli per opere, film, spettacoli e collezioni per stilisti. Collabora con Venini progettando vasi, gioielli, lampade e sculture in vetro. Nel 2007 l’azienda finlandese Iittala lancia
su scala internazionale la collezione di uccelli di vetro “Birds by Vigna�?. Per Salviati progetta nel 2006 una collezione di gioielli in vetro, nel 2005 oggetti in argento per Gabriele De Vecchi. Tiene conferenze e workshop per la Facoltà di Design del Politecnico, IED, Domus Academy e NABA di Milano. Il suo lavoro è stato esposto in importanti musei, mostre e collezioni internazionali fra cui: Designmuseo di Helsinki (2007), Museo Pecci di Prato, Museo Correr di Venezia (2003), Miaao di Torino. Moleskine ha recentemente pubblicato il catalogo della sua ultima mostra a Helsinki.
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sabato 1 settembre ore 10.00_Chiostro San Francesco euro 3,00
Anna Oliverio Ferraris
La creatività e il doppio volto della paura
Creatività e paura sembrano collocarsi su opposti fronti. Il pensiero creativo è avventuroso, indipendente, esplorativo. La paura cerca conforto nel conformismo e nel consenso. La creatività potenzia il pensiero. La paura può paralizzarlo. Queste due forze sono già visibili nei primi mesi di vita: i neonati sono molto curiosi, affascinati dalle novità ma anche intimoriti da ciò che non conoscono. In seguito c’è chi rinuncia alle avventure intellettuali per non correre il rischio di essere solo e diverso e chi invece trova la forza morale per affrontare le dissonanze. La paura può però essere anche un incentivo alla creatività e, di fronte alle minacce, accelerare i processi del pensiero alla ricerca di una soluzione.
Anna Oliverio Ferraris, psicologa e psicoterapeuta, è nata a Biella e ha studiato a Milano e a Torino. Trasferitasi a Roma nel 1970 è prof. ordinario di Psicologia dello sviluppo all’Università La Sapienza di Roma dal 1980. È autrice di saggi divulgativi, articoli scientifici e testi scolatici in cui affronta i temi dello sviluppo normale e patologico, dell’educazione, della famiglia, della scuola, delle emozioni della comunicazione e del rapporto con i media. È stata membro della Consulta Qualità della Rai e del Comitato Nazionale per la Bioetica. Collabora con Mente e Cervello, Psicologia Contemporanea, La scuola dell’infanzia, Prometeo. Tra i suoi libri più recenti ricordiamo: La forza d’animo (Rizzoli, 2003); TV per un figlio (Laterza, 2004); con Alberto Oliverio Le età della mente (Rizzoli, 2004); Psicologia della paura (Bollati Boringhieri, 2007); Piccoli bulli crescono (Rizzoli, 2007).
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sabato 1 settembre ore 11.30_teatro degli Impavidi euro 4,00
Ruggero Pierantoni
Il volto: un’interfaccia tra ambiente, mente e tecnologie
La rappresentazione del volto umano è il risultato dei molti punti di incontro tra tecnologie rappresentative, sistemi di credenze, codici comunicativi e molto altro. La ulteriori complicazioni della somiglianza fisiognomica tra un’immagine umana e una precisa persona, o personalità reale e storica, introduce ulteriori pezzi al mosaico mentalistico. Sulla base di numerosi esempi di rappresentazione del volto umano, si tenta di dipanare questa complicata matassa. A chiusura, lo stato dell’arte sui processi informatici che sono, al momento, alla base del riconoscimento, della trasmissione e dell’analisi del volto umano.
Ruggero Pierantoni, 1934, studioso della percezione acustica e visiva, si occupa di neuroscienze e di problemi cognitivi. Ha lavorato per il CNR, ha insegnato e partecipato a programmi di ricerca in Germania, USA, Canada. È Visiting Professor alla School of Architecture, Carleton University, Ottawa.
Ha insegnato al Politecnico di Milano Bovisa, e all’Accademia di Belle Arti di Urbino. È stato assessore alla cultura al Comune di Genova da l997 al 2002. Ha pubblicato: L’occhio e l’idea. Fisiologia e storia della visione (1981); Forma fluens (1986); Monologo sulle stelle: forme della luce dalle origini alle fini dei mondi antichi (1994) per Bollati Boringhieri; La trottola
di Prometeo. Introduzione alla percezione acustica e visiva (Laterza, 1996), Verità a bassissima definizione. Critica e percezione del quotidiano (Einaudi, 1998); Vortici, atomi e sirene. Immagini e forme del pensiero esatto (Electa Mondadori, 2003). Il suo nuovo libro, Uno scherzo fulmineo, è in uscita per i tipi di Rosellina Archinto Editore.
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sabato 1 settembre ore 11.30_sala multimediale canale lunense euro 4,00
Oliviero Toscani
La creatività è una conseguenza, non una scelta
Oliviero Toscani racconta un percorso professionale unico per qualità e caratteristiche. Le sue immagini, le campagne pubblicitarie, i brand hanno attraversato il pianeta e sono le sue attività più note e riconoscibili. Dietro a questo successo c’è un pensiero preciso, un modo di fare, un originale sguardo sul mondo anche nelle numerose attività editoriali (libri, tv), nella realizzazione di film e mostre, nell’invenzione di Fabrica, il centro internazionale per la ricerca sulla comunicazione.
Oliviero Toscani è la forza creativa dietro i più famosi giornali e marchi del mondo (Esprit, Chanel, Fiorucci, Prenatal). Come fotografo collabora con Elle, Vogue, GQ, Harper’s Bazaar, Esquire, Stern ecc. Dal 1982 al 2000 ha fatto della United Colors of Benetton una delle marche più conosciute al mondo. Nel 1993, ha inventato Fabrica, che ha prodotto progetti editoriali, libri, programmi televisivi, mostre, esposizioni e film per United Nations, UNCRH, La Repubblica, Arte, MTV, RAI, Mediaset. Ha esposto alla Biennale di Venezia e in decine di mostre e musei d’arte moderna. Ha vinto quattro Leoni d’Oro al Festival di Cannes, il Gran Premio dell’UNESCO, due volte il Gran Premio d’Affichage, e numerosi premi degli Art Directors Club. Tra i suoi libri: Non sono obiettivo (Feltrinelli, 2001) e Sant’Anna di Stazzema. 12 agosto 1944. I bambini ricordano (Feltrinelli, 2003).
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sabato 1 settembre ore 14.30_Chiostro San Francesco euro 3,00
David Le Breton
Nell’antropologia dei sensi
Non c’è nessuna rottura fra la carne viva dell’uomo e la carne viva del mondo, ma una continuità sensoriale di ogni istante. L’individuo prende coscienza di sé solo attraverso il sentire: avverte la propria esistenza grazie alle risonanze sensoriali e percettive che lo attraversano incessantemente. Le nostre percezioni sensoriali, intrecciate a significati, disegnano i limiti fluttuanti dell’ambiente in cui viviamo, ne dicono l’estensione e il sapore. La percezione non è coincidenza con le cose, bensì interpretazione. Ogni uomo cammina in un universo sensoriale legato a ciò che la sua storia personale ha fatto della sua educazione.
David Le Breton è professore di sociologia all’Università Marc Bloch di Strasburgo, membro dell’Institut Universitaire de France e autore di numerosi saggi sull’antropologia del corpo. Tra le sue numerose opere non ancora tradotte o in corso di traduzione segnaliamo: Corps et sociétés. Essai de sociologie et d’anthropologie du corps (1985, fuori catalogo); Anthropologie du corps et modernité (PUF, 1990, 2003); La sociologie du corps (PUF, 1992); L’Adieu au corps (Métailié, 1999). In italiano sono stati tradotti: Passione del rischio (Edizioni Abele, 1995); Il mondo a piedi. Elogio della marcia (Feltrinelli, 2001); La pelle e la traccia. Sulle ferite del sé (Meltemi, 2004).
Il sapore del mondo. Un’antropologia dei sensi è appena stato tradotto in occasione di questa edizione del Festival della Mente per i tipi di Raffaello Cortina.
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sabato 1 settembre ore 15.00_cinema Italia euro 7,00
Carlo Mazzacurati approfonditaMente
Creare, inventare, trovare. Viaggio intorno e dentro un film
Il racconto, anche per immagini, di come nasce un film, dall’idea iniziale alle riprese, dal rapporto con gli attori alla troupe, dal set al montaggio, per capire tutte le fasi creative e non di uno dei più complessi e affascinanti processi artistici. Carlo Mazzacurati ci spiega la genesi e la realizzazione di un film attraverso la testimonianza e le immagini inedite, anche del back stage, del suo nuovo film La giusta distanza, che sarà nelle sale in autunno. (Durata 3 ore circa)
Carlo Mazzacurati, nato a Padova nel 1956, dirige per la prima volta nel 1979 in 16 mm, Vagabondi. Il suo Primo film, Notte Italiana (1987, prodotto dalla Sacher Film), vince il Nastro d’Argento e il Ciak d’oro. Due anni dopo Il prete bello vince il primo premio al Festival di Annecy. Nel 1992 Un’altra vita , viene presentato al Festival di Venezia. Il film successivo, Il toro, è premiato a Venezia con il Leone d’argento e la coppa Volpi al miglior attore non protagonista (Roberto Citran). Nel 1996, sempre a Venezia, presenta in concorso, Vesna va veloce. Due anni dopo allestisce Conversazione senza testimoni. Nel 1999, con Marco Paolini, lavora a Ritratti, dialoghi con Andrea Zanzotto, Mario Rigoni Stern e Luigi Meneghello. Seguono La lingua del Santo (2000), A cavallo della tigre (2002) e L’amore ritrovato (2004). In autunno uscirà La giusta distanza, il suo nuovo film.
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sabato 1 settembre ore 15.00_sala delle capriate Fortezza Firmafede euro 7,00
Giuseppe Barbera approfonditaMente
Perché abbracciare gli alberi. Viaggio intorno e dentro la botanica
La storia degli alberi si intreccia con la storia dell’uomo, delle culture, delle religioni, delle arti, perchè da quasi due milioni di anni l’uomo ha cercato di interagire con la creatività della natura, superando i limiti del bisogno vitale. Quanta gratitudine dobbiamo agli alberi e a quante cose ci servono? A produrre frutti, legno, energia, ombra, sicurezza, a rallentare i temibili cambiamenti climatici sottraendo l’anidride carbonica all’atmosfera. Producono anche bellezza, e la filosofia non è nata all’ombra degli alberi? Quanta letteratura e pittura hanno gli alberi come protagonisti. Come e perchè la creatività umana si confronta e si intreccia con quella della natura. (Durata 3 ore circa)
Giuseppe Barbera è professore di Colture Arboree all’Università di Palermo. Si occupa di alberi, sistemi produttivi e paesaggi agrari tradizionali del Mediterraneo. Ha svolto ricerche sul cappero, limone, mandorlo e ficodindia. Si è occupato di agroecologia, ha studiato i paesaggi agrari di Pantelleria, della Conca d’oro, dell’Etna e della Valle dei Templi, inoltre fa ricerca sui giardini islamici siciliani. Tra i suoi libri: L’Orto di Pomona (L’Epos, 2000); Ficodindia (con Paolo Inglese, L’Epos, 2001); Der Sizilianische Garten in Sanssouci, un giardino siciliano in Germania (con Michele Buffa; Eidos, 2003), Tuttifrutti (Mondadori, 2007), che ha vinto il premio Grinzane Cavour, Giardini Hanbury per la sezione riservata a “testi di narrativa o di creatività nei quali prevalga in modo determinante il sentimento dell’ambiente e della natura�?. Nella Valle dei Templi di Agrigento ha creato il “Museo Vivente del Mandorlo�? e per il FAI ha curato il recupero del giardino della Kolymbetra.
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sabato 1 settembre ore 15.00_sala multimediale canale lunense euro 4,00
Mario Botta
Architettura e territorio. Due forme d’espressione del proprio tempo
Il rapporto esistente tra architettura e territorio attraverso i progetti più recenti di uno dei grandi architetti contemporanei. Il primo atto del “fare architettura�? è la conoscenza del luogo, la cui interpretazione avviene attraverso le verifiche e le relazioni che si vengono a definire con le scelte progettuali. Il rapporto fra architettura e territorio non è un rapporto fisso ma dinamico e continuo, che si consolida in un nuovo equilibrio al momento della realizzazione dell’opera architettonica. Un rapporto di dare ed avere reciproco che interpreta la cultura, le contraddizioni e le speranze del nostro tempo.
L’opera di Mario Botta prende il via dai maestri Le Corbusier, Louis I. Kahn e Carlo Scarpa. Architettura e memoria costituiscono un binomio inscindibile in quanto le trasformazioni attuate dall’architettura diventano parti del paesaggio umano. L’importanza della luce quale generatrice dello spazio e le forme geometriche primarie costituiscono i segni distintivi della sua ricerca. Dalle case unifamiliari in Canton Ticino, il suo lavoro ha affrontato molte altre tipologie: scuole, edifici amministrativi, biblioteche e musei, come il MoMA di San Francisco e il MART di Rovereto, ed edifici del sacro tra i quali la Cattedrale di Evry e una Sinagoga a Tel Aviv. Tra i libri più recenti: Quasi un diario (Le Lettere, 2003); Il Teatro alla Scala, Restauro e ristrutturazione (Skira, 2005); Architetture del Sacro Preghiere di Pietra (Compositori, 2005); con Dario Fertilio, La Lingua degli angeli (Skira, 2006).
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sabato 1 settembre ore 17.00_Chiostro San Francesco euro 3,00
Marco Aime
Due non è un numero troppo grande
«Il fanatico riesce a contare fino a uno, perché due è un’entità troppo grande per lui». Sono parole di Amos Oz, quanto mai adeguate ai nostri tempi in cui aumentano ogni giorno i profeti dell’assolutismo.
Il relativismo, un tempo considerato una conquista dell’Occidente, viene visto come una debolezza. «A guardare sempre dalla stessa parte, il collo si irrigidisce» recita un proverbio africano. Indurito dai venti dell’etnocentrismo e degli assolutismi, oggi il nostro collo sembra aver perso la capacità di torcersi e fare sì che il nostro sguardo possa volgersi verso orizzonti nuovi.
Marco Aime, nato a Torino nel 1956, insegna Antropologia culturale presso l’Università di Genova. Ha condotto ricerche sulle Alpi e in Africa occidentale. Oltre a numerosi articoli scientifici ha pubblicato: Le radici nella sabbia (EDT, 1999); Diario Dogon (Bollati Boringhieri, 2000); La casa di nessuno. Mercati in Africa occidentale (Bollati Boringhieri, 2002); Eccessi di culture (Einaudi, 2004); L’incontro mancato (Bollati Boringhieri, 2005); Gli specchi di Gulliver (Bollati Boringhieri, 2006). È anche autore di narrativa: Taxi brousse (Stampa Alternativa, 1997); Fiabe nei barattoli. Nuovi stili di vita spiegati ai bambini (EMI, 1999); Le nuvole dell’Atakora (EDT, 2002); Sensi di viaggio (Ponte alle Grazie, 2005); Gli stranieri portano fortuna (Epoché, 2007).
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sabato 1 settembre ore 17.30_sala multimediale canale lunense euro 4,00
Vittorio Gallese
Il corpo nella mente. Neuroscienze ed esperienza estetica
Il problema dell’intersoggettività e più in generale dell’esperienza estetica in particolare è stato affrontato dalle scienze cognitive in termini tipicamente astratti, facendo riferimento ad un modello dell’intelligenza umana fondamentalmente appiattito sulla cognizione linguistica. La scoperta dei neuroni specchio e il modello della “simulazione incarnata�? dell’intersoggettività propongono uno scenario alternativo che trova notevoli punti di contatto con l’approccio fenomenologico in filosofia a queste tematiche. L’implicazione di questo modello per l’esperienza estetica nelle arti visive e nel teatro aprono nuovi e interessanti scenari rispetto a questi aspetti della creatività umana.
Vittorio Gallese, neuroscienziato, è professore ordinario di fisiologia al Dipartimento di neuroscienze dell’Università di Parma. Tra gli scopritori dei neuroni specchio, ha concentrato le sue ricerche sulle relazione tra azione, percezione e processi cognitivi. Ha sviluppato un modello integrato dell’intersoggettività e collabora attivamente con filosofi, psichiatri e linguisti per un approccio multidisciplinare della cognizione sociale. Ha svolto attività di ricerca e insegnato all’università di Losanna, di Barkley e alla Nihon University di Tokyo. È autore di oltre 90 pubblicazioni scientifiche, coautore di Autismo. L’umanità nascosta (Einaudi, 2006), e ha curato la sezione neuroscienze del dizionario La Psiche (Einaudi, 2007).
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sabato 1 settembre ore 18.30_teatro degli Impavidi euro 4,00
Franco Marcoaldi con Ivano Battiston
Il tempo ormai breve
«Il tempo ormai breve» è una lettura concerto in cui si intrecciano le parole poetiche di Franco Marcoaldi e i suoni della fisarmonica di Ivano Battiston. L’idea nasce da un gruppo di poesie, ancora inedite, che affrontano il tema del tempo: il tempo che resta, la vita ancora da vivere, la nostalgia del passato, la promessa del futuro. Ma quello del tempo è anche tema musicale per eccellenza: da qui l’incontro necessario della parola con la musica e la speciale avventura di un’emozione del suono, in musica e in poesia. Un reading, un concerto, uno spettacolo sullo scorrere della vita.
Scrittore e poeta, Franco Marcoaldi collabora da molti anni al quotidiano La Repubblica. Sei le sue raccolte di poesie, l’ultima, Animali in versi (2006, Einaudi), è giunta ormai alla quinta edizione. Ha sperimentato l’incrocio con altre discipline: la musica (collabora da tempo con il compositore Fabio Vacchi), le arti plastiche (numerosi i suoi lavori con la pittrice Giosetta Fioroni) e il teatro (il suo poemetto Benjaminowo. Padre e figlio è stato messo in scena da Toni Servillo).
Ivano Battiston è fisarmonicista (ha studiato con Salvatore di Gesualdo ed è diplomato anche in musica corale e fagotto) e compositore (ha studiato con Bruno Coltro e come autodidatta, ha vinto importanti premi italiani e internazionali). Suoi lavori sono stati programmati in rassegne nazionali ed internazionali, ha inciso per Fonit Cetra e Velut Luna. Ha la cattedra di fisarmonica al Conservatorio di Firenze. Svolge attività concertistica in tutto il mondo.
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sabato 1 settembre ore 19.00_piazza Matteotti euro 3,00
Salvatore Natoli
Inventarsi la vita. Virtù, etica, estetica dell’esistenza
È possibile abitare il mondo senza fughe in un’improbabile trascendenza, e senza deliri di onnipotenza? La speranza, la tolleranza, l’umiltà esistono ancora? «La virtù è un modo per prendere distanza da sé, per perdere peso, per guardarsi da fuori. Ma anche per avere cura di sé» scrive Natoli, e per dare eleganza e stile morale alla propria vita, per instaurare rapporti più giusti con gli altri, per raggiungere la consapevolezza che la felicità è un’idea personale: è un’esperienza soggettiva, una visione del mondo e un bene sociale. Per inventarsi la vita, coniugando una quota di creatività e i fondamenti della morale con un’estetica dell’esistenza.
Salvatore Natoli (1942). Laureato in Storia della filosofia, si è occupato recentemente della relazione tra linguaggio ed etica. Già docente di Logica presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Venezia, attualmente insegna Filosofia teoretica all’Università Statale di Milano-Bicocca. Ha collaborato a molte riviste, tra cui Prospettive settanta, Il centauro, Democrazia e diritto, Religione e società, Leggere, Bailamme e Metaxù. Tra i suoi libri più recenti L’esperienza del dolore. Le forme del patire nella cultura occidentale (Feltrinelli, 1999); La felicità di questa vita. Esperienza del mondo e stagioni dell’esistenza (Mondadori, 2001); Il cristianesimo di un non credente (Quiqajon, 2002); La felicità (Feltrinelli, 1994, 2003); Parole della filosofia o dell’arte di meditare (Feltrinelli, 2004); Dizionario dei vizi e delle virtù (1996, 2005); Sul male assoluto. Nichilismo e idoli del Novecento (Morcelliana, 2006).
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sabato 1 settembre ore 19.30_piazza Firmafede euro 3,00
Alessandro Barbero racconta le invasioni barbariche
L’integrazione
La conversione di Roma al Cristianesimo incoraggiò gli imperatori a coltivare il sogno di un potere universale, nella forma di un impero cristiano esteso all’intera umanità. In questa seconda lettura sono presentati gli scrittori cristiani come Prudenzio, che auspica la nascita d’un popolo nuovo dalla fusione delle stirpi romane e barbare, e come il padre della Chiesa Gregorio di Nazianzo, che tiene corrispondenza con i figli di immigrati diventati generali dell’esercito romano e scopre che non è colpa loro se sono alti e biondi, e che tutti possono essere romani, o greci, purché lo vogliano.
Alessandro Barbero è nato nel 1959, laureato in Lettere, perfezionato presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, è professore ordinario di Storia Medievale presso l’Università degli Studi del Piemonte Orientale a Vercelli. Ha pubblicato romanzi e molti saggi di storia medioevale, nel 1995 è uscito il suo primo romanzo storico Bella vita e guerre altrui di Mr. Pyle gentiluomo (Mondadori), che ha vinto nel 1996 il Premio Strega. Fra le sue pubblicazioni recenti i volumi: 9 agosto 378. Il giorno dei barbari (Laterza, 2005), tradotto in Francia, USA e Gran Bretagna, e Barbari. Immigrati, profughi, deportati nell’impero romano, (Laterza, 2006), in corso di traduzione in Francia e in Gran Bretagna. Collabora con il quotidiano La Stampa, con il programma televisivo Superquark e radiofonico Alleottodellasera della RAI.
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sabato 1 settembre ore 21.30_piazza d’armi Fortezza Firmafede euro 7,00
Paolo Poli con Antonio Ballista
Favole
Due grandi artisti come Paolo Poli ed Antonio Ballista ritrovano assieme la gioia ludica dell’infanzia creando questa serata dedicata alla creatività, attraverso alcune tra le più belle favole del mondo e alle musiche a loro ispirate. Da Perrault, nella traduzione che fece Collodi de La bella addormentata nel bosco e di Pollicino, a La bella e la bestia di Beaumont, su musiche di Ravel; da La storia dell’elefantino Babar di Jean de Brunhoff su musiche di Poulenc alle sorprese che Poli regala sempre al suo pubblico.
Paolo Poli si dedica all’attività teatrale a tutto campo, confezionando spettacoli brillanti di cui è impresario, autore ed interprete. Negli anni sessanta inizia una dirompente carriera fatta di spettacoli costituiti in gran parte da montaggi di testi letterari. Solo per citarne alcuni: Rita da Cascia (1967); L’uomo nero (1971); Il coturno e la ciabatta (1990), tratto da Alberto Savinio; I Viaggi di Gulliver, con le scene di Luzzati (1998) per arrivare al recentissimo Sei brillanti (2007).
Antonio Ballista è pianista, clavicembalista e direttore d’orchestra. Dalla fine degli anni Cinquanta suona in duo pianistico con Bruno Canino; ha suonato con Pierre Boulez, Claudio Abbado, Bruno Maderna, Riccardo Muti ed è stato ospite dei più prestigiosi festival internazionali. Fra i compositori che hanno scritto per lui ricordiamo Luciano Berio, Ennio Morricone e Salvatore Sciarrino.
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sabato 1 settembre ore 23.15_spalti Fortezza Firmafede euro 3,00
Piergiorgio Odifreddi legge Einstein
Il critico della meccanica quantistica
Il nome di Einstein è anche legato alla meccanica quantistica in due maniere contrapposte. Da un lato, il grande fisico fu uno dei padri di questa nuova teoria, come dimostra il fatto che il premio Nobel gli fu assegnato nel 1922 proprio per un contributo in questo campo (l’effetto fotoelettrico). Dall’altro lato, per tutta la vita Einstein avversò la metafisica della teoria dei quanti, con espressioni divenute famose quali “Dio non gioca a dadi�?, e paradossi altrettanto famosi, che leggeremo insieme nelle loro formulazioni originali.
Piergiorgio Odifreddi ha studiato matematica in Italia, Stati Uniti e Unione Sovietica; insegna Logica presso l’Università di Torino e la Cornell University. Collabora con giornali, radio e televisione. Nel 1998 l’Unione Matematica Italiana gli ha assegnato il Premio Galileo. Tra i suoi libri più recenti: C’era una volta un paradosso (Einaudi, 2001); Il diavolo in cattedra (Einaudi, 2003); Le menzogne di Ulisse. L’avventura della logica da Parmenide ad Amartya Sen (Longanesi, 2004); Penna, pennello e bacchetta (Laterza, 2005); Il matematico impertinente (Longanesi, 2005); La scienza espresso (Einaudi, 2006); Incontri con menti straordinarie (Longanesi, 2006); Che cos’è la logica? (audiolibro, Luca Sossella, 2006); Perché non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici) (Longanesi, 2007).
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domenica 2 settembre ore 10.00_sala delle capriate Fortezza Firmafede euro 7,00
Marco Delogu approfonditaMente
L’importante è vedere la realtà. Viaggio intorno e dentro la fotografia
Un fotografo atipico: non va mai in giro con la macchina fotografica. Per lui è importante vedere le cose, tenerle dentro la mente e poi capire quando e come fotografare. Spesso per lui una fotografia è fatta molto prima di essere scattata, altre volte va a fare una foto e ne trova una diversa. “Più passano gli anni e più cerco di avere una mente aperta a tutto quello che mi succede: un tempo pianificavo, ora mi piace farmi sorprendere da visioni nuove, e da incontri con persone impreviste�?. Non crede a “l’istante decisivo�?, crede alle attese, ai cambiamenti di velocità, all’unicità e alla diversità di ogni essere umano. (Durata 3 ore circa)
Marco Delogu è nato a Roma nel 1960, dove vive e lavora. La sua ricerca si concentra su ritratti di gruppi di persone con esperienze o linguaggi in comune. Ha pubblicato oltre venti libri. Ha esposto in Italia e all’estero: Accademia di Francia, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, Palazzo delle Esposizioni a Roma; Warburg Institute a Londra, Henry Moore Foundation a Leeds; IRCAM, Centre George Pompidou a Parigi; Museé de l’Elysee a Losanna; PhotoMuseum a Mosca ecc. È editore e curatore di mostre. Nel 2002 ha ideato FotoGrafia, festival internazionale di Roma, di cui è direttore artistico. Nel 2003 ha fondato la casa editrice Punctum. Ha curato oltre 50 mostre con i nomi più importanti della fotografia mondiale, quali Josef Koudelka, Sally Mann, Olivo Barbieri, Don McCullin, Anders Petersen, Graciela Iturbide. Insegna fotografia alla facoltà di Architettura dell’Università La Sapienza di Roma.
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domenica 2 settembre_ore 10.00_partenza Chiostro San Francesco euro 7,00
David Le Breton approfonditaMente
Il mondo a piedi. Viaggio nella percezione dell’ambiente
Viaggiare a piedi è un gesto trasgressivo, una potente affermazione di libertà, uno scarto rispetto alla modernità. «Camminare significa aprirsi al mondo. L’atto del camminare riporta l’uomo alla coscienza felice della propria esistenza, immerge in una forma attiva di meditazione che sollecita la piena partecipazione di tutti i sensi» scrive Le Breton, che conduce un itinerario a piedi, accompagnando un piccolo gruppo di cultori del buon camminare, alla ricerca di un modo trasversale per fendere i ritmi troppo frenetici della vita di tutti i giorni. Camminata max 40 persone. (Durata 2/3 ore)
David Le Breton è professore di sociologia all’Università Marc Bloch di Strasburgo, membro dell’Institut Universitaire de France e autore di numerosi saggi sull’antropologia del corpo. Tra le sue numerose opere non ancora tradotte o in corso di traduzione segnaliamo: Corps et sociétés. Essai de sociologie et d’anthropologie du corps (1985, fuori catalogo); Anthropologie du corps et modernité (PUF, 1990, 2003); La sociologie du corps (PUF, 1992); L’Adieu au corps (Métailié, 1999). In italiano sono stati tradotti: Passione del rischio (Edizioni Abele, 1995); Il mondo a piedi. Elogio della marcia (Feltrinelli, 2001); La pelle e la traccia. Sulle ferite del sé (Meltemi, 2004).
Il sapore del mondo. Un’antropologia dei sensi è appena stato tradotto in occasione di questa edizione del Festival della Mente per i tipi di Raffaello Cortina.
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domenica 2 settembre_ore 10.00_teatro degli Impavidi euro 4,00
Enrico Alleva
Dal pesce al filosofo: verso un’ecologia della mente
Darwin ci ha fatto riflettere su quali fossero le forze selettive che hanno dato vita a specie animali e vegetali estremamente diversificate e mutevoli. Anche il cervello animale o umano segue queste regole di sopravvivenza, che ne spiegano compiutamente forma e funzioni. Molta divulgazione propone una visione caricaturale dell’incedere evolutivo che ha prodotto: dai pesci ai mammiferi (con una diramazione per gli uccelli); il cervello dei mammiferi più primitivi, dei mammiferi a loro successivi e, infine, il cervello dei primati e dell’Homo sapiens. L’analisi comparata dei cervelli di pipistrelli, delfini, talpe e scimmie inferiori o antropomorfe racconta una storia ben diversa.
Enrico Alleva, etologo, accademico dei Lincei, dirige dal 1990 il Reparto di Neuroscienze comportamentali dell’Istituto Superiore di Sanità. Si occupa di genetica del comportamento dei mammiferi e del ruolo biologico del “nerve growth factor�? nello stress. È autore di circa 230 pubblicazioni scientifiche e di centinaia di articoli a carattere divulgativo pubblicati su Il Manifesto, L’Unità, La Stampa, Repubblica, L’indice, Linea d’ombra, Lo straniero, Pace e Guerra…. Ha scritto Il Tacchino termostatico (Theoria, 1990) e con N. Tiliacos, Consigli a un giovane etologo (Muzzio, 2003).
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domenica 2 settembre_ore 11.30_Chiostro San Francesco euro 3,00
Guido Barbujani con Pietro Cheli
L’arte di non diventare razzisti
È vero che i neri hanno la musica nel sangue? Che gli ebrei sono più intelligenti? Che gli scandinavi non sono molto allegri? E che dei levantini non ci si può fidare? O che gli slavi sono efferati? E, per venire a casa nostra, che i napoletani sono sempre allegri? E che i milanesi pensano solo a lavorare? Che i genovesi non spendono volentieri? Viaggiando attraverso i luoghi comuni del razzismo è difficile trovare risposte a queste domande, ma, per fortuna, si possono fare scoperte sorprendenti: la più grande delle quali, forse, è che si può tranquillamente fare a meno di parlare di razze.
Guido Barbujani ne discute con Pietro Cheli tra scienza, storia e letteratura.
Guido Barbujani ha lavorato alle università di Padova, State of New York a Stony Brook, Londra e Bologna, e dal 1998 è professore di Genetica all’Università di Ferrara. Si occupa delle origini ed evoluzione della popolazione umana. Ha pubblicato tre romanzi: Dilettanti (Marsilio 1993); Dopoguerra (Sironi 2002); Questione di razza (Mondadori 2003) e il saggio scientifico L’invenzione delle razze (Bompiani 2006).
Pietro Cheli, Genova 1965, vive a Milano dove lavora al settimanale Diario. Insieme a Ivano Fossati ha scritto il libro Carte da decifrare (Einaudi, 2001), con molti altri Il calendario del laico a cura di Grandi & Associati (Mondadori, 1998) e i testi dello spettacolo Abbecedario (Panini, 2002) ideato e portato in scena da Giorgio Scaramuzzino. Ha curato con Ferdinando Bruni il libro fotografico Elfo BazaAr (il Saggiatore, 2004).
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domenica 2 settembre ore 11.30_sala multimediale canale lunense euro 4,00
Aldo Cibic
Inventarsi i progetti ideali
In un mondo in cui il sistema industriale-tecnologico privilegia procedure “omologanti�? si pensa che sia sempre più difficile produrre nuove idee. Tuttavia, nella quotidianità c’è materia d’ispirazione per molti progetti e il designer può esserne il catalizzatore. Cibic ha esplorato tale ipotesi con due progetti: “New Stories, New Design�? (2002) e “Microrealities�? (2006). Il primo ha proposto occasioni di emancipazione sociale, inventando nuove opportunità di impresa, valorizzando mestieri in via di estinzione e attivando microeconomie alternative. Il secondo ha studiato le interazioni delle persone con i luoghi urbani “senza qualità�? (i centri commerciali, le stazioni del metrò, ecc.) con la finalità di scoprirne le potenzialità nascoste.
Aldo Cibic, nato a Schio nel 1955, si trasferisce a Milano nel 1979 per lavorare con Ettore Sottsass del quale, l’anno successivo, diventa socio. Sempre nel 1980, sotto la guida di Sottsass nasce Memphis, di cui Cibic è uno dei designer e fondatori. Nel 1989 inizia l’attività in proprio fondando Cibic & Partners, uno studio in cui oltre all’attività personale di designer, sviluppa progetti nel campo dell’interior design, dell’urbanistica e dell’architettura, in Italia e all’estero. Svolge, attività di insegnamento alla Domus Academy, alla Facoltà del Design del Politecnico di Milano e alla Facoltà di Design dell’Istituto Universitario di Architettura di Venezia. Inoltre, è Professore Onorario alla Tongji University di Shanghai. Attualmente divide la sua vita tra Vicenza, dove vive la sua famiglia, e Milano, dove ha sede Cibic & Partners.
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domenica 2 settembre_ore 14.30_Chiostro San Francesco euro 3,00
Severino Salvemini con Angela Vettese
L’emozione e la regola: si può quadrare il cerchio?
Manager o creativo? Si deve sviluppare un’anima intellettuale e innovativa da una parte e un’anima più standardizzata e razionale dall’altra? Queste due dimensioni sembrerebbero inconciliabili (il paradigma o/o, tipico della specializzazione) e in effetti hanno spesso vissuto in mondi e ambienti separati e di scarsa interdipendenza. Quando però pensiamo alla vera eccellenza, ci rendiamo conto che nelle migliori esperienze l’emozione e la regola si riescono a sposare (il paradigma e/e) secondo una filosofia che non intende privilegiare una delle due prospettive, bensì che cerca di compenetrare valori e norme di comportamento, concepite come divergenti solo da chi le esamina in modo stereotipato.
Severino Salvemini economista, è professore di Organizzazione aziendale alla Università Bocconi. È stato presidente della SDA. Si occupa di industrie creative e di managerialità nei settori dell’arte e cultura. Presidente di Mikado, è nel consiglio di amministrazione di Cinecittà Holding e della Accademia del Teatro alla Scala. È stato nel consiglio della Biennale di Venezia. Tra le più recenti pubblicazioni: La città creativa. Per una nuova geografia di Milano (EGEA, 2005) ed È tutto un altro film (EGEA, 2007).
Angela Vettese direttrice della Galleria Civica di Modena, presiede la Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia, dirige il Corso di Laurea specialistica in Arti Visive dell’Università Iuav di Venezia; ha insegnato presso l’Università Bocconi, dal 1986 collabora come critico d’arte contemporanea al supplemento Domenica de Il Sole 24 Ore. Ha pubblicato saggi e cataloghi fra cui Ma questo è un quadro? Artisti si diventa (2001) e Il valore nell’arte contemporanea (2005) per Carocci.
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domenica 2 settembre_ore 15.00_sala delle capriate Fortezza Firmafede euro 7,00
Igort con Matteo Stefanelli approfonditaMente
Disegnare storytelling. Viaggio intorno e dentro la graphic novel
Cosa vuol dire dare forma ad una storia, e progettarla per il disegno, per la narrativa o per la musica? Di cosa è fatta la materia dello storytelling di un fumetto, rispetto a un romanzo o una canzone? Ripercorrendo la storia e le pratiche del suo variegato lavoro, Igort racconta con Matteo Stefanelli i processi creativi, le opzioni formali e i percorsi stilistici del dare vita ad una storia. Per approfondire i territori del racconto a fumetti, le sue motivazioni, le sue forme; un percorso aperto fra musica jazz e fumetto popolare nipponico, tra design e neo-feuilleton. (Durata 3 ore circa)
Igort ha pubblicato in quindici paesi e sulle più prestigiose riviste come Linus, Metal Hurlant, The Face, New Yorker. Ha collaborato a progetti multimediali con Yello e Ryuichi Sakamoto, ed ha esposto alla Biennale di Venezia (1994) e alla Triennale di Milano (2006). Ha fondato e dirige Coconino Press. Tra i suoi libri: 5 è il Numero Perfetto (Rizzoli, 2002); con Sampayo Carlos, Fats Waller (Coconino, 2003); Baobab vol. 1 e 2 (Coconino, 2005, 2006); con Massimo Carlotto Dimmi che non vuoi morire (Mondadori, 2007).
Matteo Stefanelli, ricercatore OssCom (Univ. Cattolica di Milano), studia gli intrecci fra arti grafiche, popular culture e processi di consumo. Si occupa di fumetto, ne scrive per il Corriere e La Repubblica e collabora con Lucca Comics, il Centre National de la Bande Dessinée et de l’Image, Napoli Comicon. È stato co-autore del programma “Antistoria del fumetto italiano�? (Cult/Sky 2004). Ha curato (con Fausto Colombo) la mostra “Fumetto International�? per La Triennale di Milano (2006).
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domenica 2 settembre_ore 15.30_sala multimediale canale lunense euro 4,00
Michelangelo Pistoletto
La spiritualità laica nello specchio
A partire dal 1961, Pistoletto, attraverso le sue opere specchianti, indaga ‘fenomenologicamente’ la dimensione della spiritualità. Egli ha posto la mente in relazione alla specchio proprio come il cervello umano si raccorda all’occhio. In tal modo ha fatto dello specchio una protesi ottica che moltiplica le capacità riflessive della mente stessa. I suoi “Quadri specchianti�? sono occhi spalancati su una visione tanto oggettiva quanto sorprendente del mondo. Si tratta di un processo artistico che conduce ciascuna persona alla coscienza di essere particella dell’universo, così come un frammento di specchio lo è dello specchio intero.
Michelangelo Pistoletto è nato a Biella nel 1933, le sue opere sono presenti nelle collezioni dei più importanti musei internazionali di arte moderna e contemporanea fra cui: Beaubourg, Parigi; MOMA, New York; National Museum, Seoul; Tate Modern, Londra; Toyota Museum, Toyota; Museo Reìna Sophia, Madrid; Galleria d’Arte Moderna, Roma; Nationalgalerie, Berlino, ecc. Professore all’Accademia di Belle Arti di Vienna. Fondatore del centro internazionale Cittadellarte – Biella. Nel 2003 è insignito del Leone d’Oro alla carriera alla 50° Biennale d’Arte di Venezia e nel 2004 l’Università di Torino gli conferisce la Laurea Honoris Causa in Scienze Politiche.
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domenica 2 settembre ore 17.00_Chiostro San Francesco euro 3,00
Loretta Napoleoni
Creatività, erosione del copyright, scenari futuri
Lo stato-mercato occidentale, subentrato allo stato-nazione, difende con le unghie e con i denti la proprietà intellettale, linfa vitale del moderno capitalismo, e concettualmente legata a doppio filo con la creatività. L’ascesa del modello economico cinese e della finanza islamica poggiano invece su presupposti diametralmente opposti: fino a quando il prodotto originale si troverà in posizione di vantaggio rispetto alla copia? L’inevitabile erosione del concetto stesso di proprietà intellettuale è la conseguenza del riciclaggio industriale cinese e di quello finanziario islamico. Quali potrebbero essere le conseguenze mondiali, i vantaggi e gli svantaggi di questa profonda trasformazione?
Loretta Napoleoni, economista, vive a Londra da oltre vent’anni. Ha lavorato come consulente per istituti bancari e organizzazioni internazionali in Europa e negli Stati Uniti. Considerata una degli esperti mondiali dell’economia del terrorismo, dall’11 settembre collabora con i governi di svariati paesi. Nel 2005 ha diretto il gruppo di esperti mondiali sul finanziamento del terrorismo per il Club de Madrid. Editorialista per riviste italiane ed estere, ha tradotto e curato testi sul terrorismo. È autrice di Terrorismo SpA (2005) ed Al Zarqawi (2006), pubblicati da Marco Tropea e tradotti in varie lingue.
Il nuovo libro sull’economia canaglia uscirà a gennaio 2008 per i tipi de il Saggiatore.
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domenica 2 settembre ore 17.30_teatro degli Impavidi euro 4,00
Giovanni Agosti
La mezza età dello storico dell’arte
L’idea nasce dal fatto che a un certo punto della vita, anche di quella lavorativa, si fa un bilancio di quel che si è fatto e ci si ferma a pensare quel che si vorrebbe fare, se ci è concesso. In cosa si è sbagliato, dove si è capito per tempo, da che cosa star fuori… Insomma come si fa a “invecchiare con decenza�?. È uno dei temi che percorrono, sotto la crosta delle parole, il libro che Agosti ha scritto sul Mantegna, ed è uno dei suoi pensieri ricorrenti. «Non sopporto quelli che considerano chi ha più di quarant’anni un “giovane studioso�?»; da qui La mezza età dello storico dell’arte.
Giovanni Agosti è nato a Milano nel 1961; dal 2000 insegna storia dell’arte moderna all’Università Statale di Milano, dopo avere lavorato per molti anni nelle Soprintendenze per i Beni artistici e storici di Mantova e di Firenze. I suoi studi sono rivolti alla tradizione classica nella cultura figurativa italiana,
ai rapporti fra artisti e scrittori, al Rinascimento nell’Italia settentrionale. Ha scritto: Bambaia e il classicismo lombardo (Einaudi, 1990); La testoriana di Brescia (l’Obliquo, 1997); Disegni del Rinascimento in Valpadana (Olschki , 2001); Su Mantegna I (Feltrinelli, 2005), che ha vinto il Premio Viareggio Repaci 2006; Mantegna 1961 Mantova (Arcari Editore, 2006). Collabora con le principali riviste di storia dell’arte.
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domenica 2 settembre ore 18.30_sala multimediale canale lunense euro 4,00
Guido Cornara
Breve mente
L’esercizio supremo della sintesi, la capacità di attrarre in un secondo e mantenere legati a te per altri 29 brevi lunghissimi secondi. Procrastinare la sacrosanta pipì almeno fino al prossimo commercial. La gente non ama la pubblicità. E questa è di per sé una sfida molto interessante. Se riesci a far amare, o almeno a non far odiare, o almeno a far sopportare una cosa che la gente per definizione non ama, hai già compiuto un’opera eccezionale. Questa è la missione nella vita di Guido Cornara, direttore creativo di Saatchi & Saatchi: semplice e allo stesso tempo dannatamente difficile.
Guido Cornara è nato a Genova, laureato a Roma in Storia Moderna, vive a Milano. Lavora in pubblicità dal 1983, ed è in Saatchi & Saatchi dal 1988, dove ricopre l’incarico di Direttore Creativo Esecutivo per l’Italia. In questi anni ha lavorato per molti fra i più grandi clienti pubblicitari italiani, da Renault a Walt Disney, da Procter & Gamble a Tiscali, da Honda a Omnitel, da Intesa Sanpaolo a Mondadori solo per citarne alcuni. Dedica un grande impegno, oltre che ai grandi clienti, anche alle piccole e grandi cause sociali, ambientali, umanitarie per le quali storicamente Saatchi & Saatchi ha una costante attenzione. Ha ideato per conto di MTV - insieme ad Agostino Toscana - il film per l’abolizione della pena di morte che si è aggiudicato l’unico premio assegnato all’Italia al Festival di Cannes del 2001 (Leone d’Argento).
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domenica 2 settembre ore 19.00_piazza Matteotti euro 3,00
Mario Trevi con Emanuele Trevi
Invasioni controllate
Sono invasioni controllate quelle fra padre e figlio, fra psicoanalista e scrittore, e quando il figlio scrittore intervista il padre psicoanalista diventa un’occasione davvero speciale.
Una intervista sullo scrivere, sul senso delle storie, sulla particolare modalità di interpretarle dal punto di vista della filosofia del profondo. Dal libro di Giobbe ai racconti di chassidim, da Stevenson a Borges, il dialogo molto particolare di Emanuele e Mario Trevi.
Mario Trevi è il decano degli psicoanalisti junghiani italiani, fondatore nel 1960 dell’Associazione Italiana per lo Studio della Psicologia Analitica, e del Centro Italiano di Psicologia Analitica, è membro dell’International Association of Analytical Psychology. Ha pubblicato fra l’altro: L’altra lettura di Jung (Cortina, 1988); Saggi di critica neojunghiana (Feltrinelli, 1993); con Marco Innamorati, Riprendere Jung (Bollati Boringhieri, 2000). Ha diretto la rivista Metaxù, che si occupa di ricerca sui simboli.
Emanuele Trevi, scrittore, critico, è nato nel 1964. Ha tradotto e curato edizioni di classici italiani e francesi, collabora al Manifesto. Ha pubblicato: Istruzioni per l’uso del lupo (Castelvecchi, 1994); Musica distante (Mondadori, 1997); Costellazioni italiane (1945-1999); I cani del nulla. Una storia vera (Einaudi, 2003); Senza verso. Un’estate a Roma (Laterza, 2004); L’onda del porto. Un sogno fatto in Asia (Laterza, 2005). Con Mario Trevi è in uscita Invasioni controllate per i tipi di Castelvecchi.
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domenica 2 settembre ore 19.30_piazza Firmafede euro 3,00
Alessandro Barbero racconta le invasioni barbariche
Il razzismo
In questa terza lettura sono presentati gli autori romani e greci che fra IV e V secolo, quando il governo imperiale si dimostra sempre più incapace di gestire l’immigrazione, cominciano ad allarmarsi perché i barbari sono troppi. Sinesio trova che un barbaro rimane sempre barbaro anche se fa parte del consiglio dei ministri, e che preferirà sempre la pelliccia alla toga; Sidonio Apollinare riconosce che i barbari sono gente in gamba, e che il futuro appartiene a loro, è solo un peccato che siano così maleducati e abbiano strane idee sull’igiene. Testi antichi per un tema molto attuale.
Alessandro Barbero è nato nel 1959. Laureato in Lettere, perfezionato presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, è professore ordinario di Storia Medievale presso l’Università degli Studi del Piemonte Orientale a Vercelli. Ha pubblicato romanzi e molti saggi di storia medioevale, nel 1995 è uscito il suo primo romanzo storico Bella vita e guerre altrui di Mr. Pyle gentiluomo (Mondadori), che ha vinto nel 1996 il Premio Strega. Fra le sue pubblicazioni recenti i volumi: 9 agosto 378. Il giorno dei barbari (Laterza, 2005), tradotto in Francia, USA e Gran Bretagna, e Barbari. Immigrati, profughi, deportati nell’impero romano, (Laterza, 2006), in corso di traduzione in Francia e in Gran Bretagna. Collabora con il quotidiano La Stampa, con il programma televisivo Superquark e radiofonico Alleottodellasera della RAI.
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domenica 2 settembre ore 21.00_piazza Matteotti euro 3,00
Gianfranco Ravasi
La Parola creatrice
“In principio Dio disse: Sia la luce! E la luce fu�?. Questa frase non è solo l’incipit della Bibbia ma è anche la rappresentazione simbolica dell’inizio assoluto della creazione. Questa stessa Parola archetipica diventa il principio creatore anche della storia umana che racchiude in sé splendori e miserie, proprio come accade alla creatività poetica che ha un profilo glorioso ma che rivela anche una sua incapacità radicale ad esprimere il mistero. Sospesa tra simbolo e silenzio, la creazione nata dalla Parola trascendente, si rivela come custodia del divino e dell’umano che s’incontrano e si scontrano in una creatività destinata a generare non un vuoto finale ma una pienezza.
Gianfranco Ravasi, nato a Merate nel 1942 e sacerdote della Diocesi di Milano dal 1966, è Prefetto della Biblioteca-Pinacoteca Ambrosiana di Milano, membro della Pontificia Commissione dei Beni Culturali della Chiesa, docente di esegesi dell’Antico Testamento nella Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale.
Ha svolto campagne di scavo nel Vicino Oriente. Conduce ogni domenica su Canale 5 la rubrica televisiva Le frontiere dello spirito, dedicata a una lettura continua della Bibbia. Scrive su numerose riviste specializzate italiane e straniere e su quotidiani e riviste, tra i quali Avvenire, Il Sole 24 Ore, Famiglia Cristiana. Tra i suoi numerosi libri ricordiamo: I Comandamenti (San Paolo, 2002); Breve storia dell’anima (Mondadori, 2003); Il bello della Bibbia (San Paolo, 2004), Le sorgenti di Dio (San Paolo, 2005); Ritorno alle virtù (Mondadori, 2005) e Breviario laico (Mondadori, 2006).
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domenica 2 settembre ore 21.00_piazza d’armi Fortezza Firmafede euro 7,00
Elio e Katia
Naso-Comio: non chiamatemi Polendina
La Vera Storia di Pinocchio, narrata e cantata da Elio-Mastro Geppetto. Mente è una parola dal significato doppio: serve sia a inventare casi sia a mentire. Dunque, chi meglio di Pinocchio racchiude le due anime di questa parola “breve ma intensa�?? In questo spettacolo Elio - che di anime ne ha varie ed è un appassionato di bugia - dà voce a un padre che nel ventre di una balena va a ritroso nel tempo, e racconta di quel figlio arrivato dal nulla, delle traversie, degli incontri surreali, dei momenti belli e dei momenti neri, sempre a difendere quel suo burattino, straordinaria metafora del nostro vivere. Al pianoforte Katia Caradonna. Regia di Chiara Belliti.
Elio, Katia Caradonna si sono diplomati presso la Civica Scuola di Musica di Milano, rispettivamente, in flauto e pianoforte. Elio, sale sul palcoscenico nel 1980, con le “Storie Tese�? (con i quali è arrivato secondo a San Remo nel 1996 e sta preparandoun nuovo disco, dopo le decine di titoli già in circolazione),
si è cimentato nel repertorio classico, nel teatro e nella scrittura. Katia si è dedicata alla musica da camera. Elio e Katia si sono rincontrati, dopo vent’anni, al supermercato. Nato un sodalizio, hanno realizzato insieme concerti di musica classica contemporanea dedicata ad animali. Chiara Belliti è curatrice di collane di letteratura per ragazzi, editor e traduttrice, nonché una delle polimorfe menti creative di Cervelli Riuniti; appassionata di bugia, ha collaborato con Elio ad Animali Spiaccicati (Einaudi, 2004) e Vite Bruciacchiate (Bompiani, 2006).
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domenica 2 settembre ore 23.00_spalti Fortezza Firmafede euro 3,00
Piergiorgio Odifreddi legge Einstein
Il profeta disarmato
Il nome di Einstein è, per la gente comune, sinonimo di ribellione intellettuale e impegno politico. Una scelta dei suoi scritti popolari ce ne mostra l’immagine iconoclasta e provocatoria, spaziando da aforismi quali “per essere il candido membro di un gregge bisogna pur sempre essere una pecora�?, alla lettera scritta a Russell nel 1955, pochi giorni prima di morire, che ispirò il Movimento Pugwash degli Scienziati Contro l’Atomica, vincitore quarant’anni dopo del premio Nobel per la pace.
Piergiorgio Odifreddi ha studiato matematica in Italia, Stati Uniti e Unione Sovietica; insegna Logica presso l’Università di Torino e la Cornell University. Collabora con giornali, radio e televisione. Nel 1998 l’Unione Matematica Italiana gli ha assegnato il Premio Galileo. Tra i suoi libri più recenti: C’era una volta un paradosso (Einaudi, 2001); Il diavolo in cattedra (Einaudi, 2003); Le menzogne di Ulisse. L’avventura della logica da Parmenide ad Amartya Sen (Longanesi, 2004); Penna, pennello e bacchetta (Laterza, 2005); Il matematico impertinente (Longanesi, 2005); La scienza espresso (Einaudi, 2006); Incontri con menti straordinarie (Longanesi, 2006); Che cos’è la logica? (audiolibro, Luca Sossella, 2006); Perché non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici) (Longanesi, 2007).
Programma per bambini e ragazzi
I genitori possono lasciare i bambini per la durata degli eventi, è consigliabile fornire un numero di cellulare per la reperibilità.
Si prega di accompagnare i bambini 10 minuti prima dell’inizio degli eventi.
41 A
sabato 1 settembre ore 10.00_piazza Capolicchio euro 3,00
Sergio Carnevali
Inominforma. Workshop di grafica per bambini
Laboratorio 4-7 anni; 75 minuti (max 30 partecipanti)
41 B
sabato 1 settembre ore 11.30_piazza Capolicchio euro 3,00
Sergio Carnevali
Inominforma. Workshop di grafica per bambini
Laboratorio 4-7 anni; 75 minuti (max 30 partecipanti)
Leggere non è decifrare le lettere, scriverle non è copiarle graficamente. Leggere e scrivere sono interpretazioni di segni e di suoni. Inominforma parte dall’idea grafica di comporre la silhouette di animali ed altri soggetti utilizzando solo le lettere del loro nome, elaborate in modo tale che mentre si legge il nome si percepisce anche la figura.
Sergio Carnevali, artista recanatese, si occupa di grafica, pittura, fotografia, ceramica ed incisione. Ha realizzato immagini e vesti grafiche per eventi sociali e culturali, nel 1987 nasce Inominforma, che ha realizzato molte volte con una mostra itinerante dei suoi soggetti, tutti realizzati in legno, e con gli album HABITAT contenenti le grafiche degli stessi.
42A
sabato 1 settembre ore 10.00_sala ragazzi B Fortezza Firmafede euro 3,00
Renato Fasolo
Archeologia sperimentale. Dalla pentola alle punte di freccia
Laboratorio 7-10 anni; 75 minuti (max 20 partecipanti)
42B
sabato 1 settembre ore 11.30_sala ragazzi B Fortezza Firmafede euro 3,00
Renato Fasolo
Archeologia sperimentale. Dalla pentola alle punte di freccia
Laboratorio 7-10 anni; 75 minuti (max 20 partecipanti)
Dall’argilla al vaso, per arrivare alle prime pentole: un’invenzione fondamentale della creatività umana che ha permesso all’uomo di cuocere i cibi, trattenendo acqua e calore. Ogni bambino realizza un vasetto con il metodo del colombino e lo decora secondo lo stile e le tecniche preistoriche. Nel laboratorio anche un esempio di scheggiatura della selce, il materiale più usato dall’uomo per due milioni di anni.
Renato Fasolo ha cominciato la propria attività quarant’anni fa, lavorando per numerosi musei italiani ed esteri. Tra gli ultimi lavori, ha seguito tutta la parte di ricostruzione di Otzi, la celebre mummia preistorica dell’uomo del Similaun. È stato, nel 1981, il primo ad introdurre in Italia l’archeologia sperimentale, come metodo conoscitivo didattico della preistoria. Lavorano con lui, all’ambito di Archeoland, gli allievi Matilde Peterlini e Nicola Speri.
43 A
sabato 1 settembre ore 15.00_piazza Capolicchio euro 3,00Donatella Puliga
Incontrare il mostro: la paura, la sfida, la vittoria
Incontro 3-6 anni; 60 minuti
43 B
sabato 1 settembre ore 16.30_piazza Capolicchio euro 3,00Donatella Puliga
Incontrare il mostro: la paura, la sfida, la vittoria
Incontro 3-6 anni; 60 minuti
In principio era il racconto. Il racconto dello stupore, della fantasia, del desiderio di sconfiggere mostri e paure. Attraverso una narrazione avvincente e piena di mistero, i più piccoli saranno guidati alla scoperta di animali fantastici e di tante creature mostruose che hanno popolato l’immaginario degli antichi.
Donatella Puliga insegna Mitologia classica all’Università di Siena ed è responsabile del Laboratorio di Ricerca sulla didattica dei Classici presso il Centro di Antropologia del Mondo Antico. Si occupa in particolare della dimensione antropologica della civiltà greco-romana, ed è interessata alla permanenza di moduli classici nella società contemporanea, oltre che nella letteratura e nell’arte. È impegnata in progetti di divulgazione della cultura classica nelle scuole di ogni ordine e grado. Ha curato l’Antologia della Poesia Latina (Einaudi-La Repubblica, 2004). Tra le sue pubblicazioni più significative in questo senso, In Grecia. Racconti dal mito, dall’arte e dalla memoria (Einaudi, 2001); Percorsi di cultura latina per una didattica sostenibile (Carocci, 2003) e, con Silvia Panichi, Un’altra Grecia. Le colonie d’Occidente tra mito, arte e memoria (Einaudi, 2005).
44 A
sabato 1 settembre ore 15.00_sala ragazzi B Fortezza Firmafede euro 3,00
Gek Tessaro
Catalogo della fantascienza. Repertorio del futuribile
Laboratorio 7-10 anni; 75 minuti (max 20 partecipanti)
44 B
sabato 1 settembre ore 16.30_sala ragazzi B Fortezza Firmafede euro 3,00
Gek Tessaro
Catalogo della fantascienza. Repertorio del futuribile
Laboratorio 7-10 anni; 75 minuti (max 20 partecipanti)
Il gioco della fantasia fantascientifica per uscire dagli schemi del videogame, per immaginare il futuro e vivificare l’immaginario che è in noi, senza il quale non riusciamo a provocare l’immaginazione dei nostri amici e dei nostri compagni di scuola. Tecniche di collage, con cartoncini, forbici e colla, alla ricerca di macchine fantastiche, robot, razzi.
Gek Tessaro, maestro d’arte, è stato allievo di M. Stepan Zavrel.
È autore di numerosi libri illustrati per bambini e tiene laboratori di educazione all’immagine e letture animate per bambini, ragazzi e adulti. In teatro, lavora con il Gruppo ExTrapola, col Teatro Stabile di Verona, da solo, e con altri enti. È convinto che “A 60 centimetri da terra si muovono pianeti sconosciuti
e inimmaginabili�?.
45 A
domenica 2 settembre ore 10.00_sala ragazzi A Fortezza Firmafede euro 3,00
Renato Fasolo
Archeologia sperimentale. Il colore della preistoria
Laboratorio 4-7 anni; 75 minuti (max 20 partecipanti)
45 B
domenica 2 settembre ore 11.30_sala ragazzi A Fortezza Firmafede euro 3,00
Renato Fasolo
Archeologia sperimentale. Il colore della preistoria
Laboratorio 4-7 anni; 75 minuti (max 20 partecipanti)
La pittura rupestre è all’origine di tutte le immagini realizzate dall’uomo: sono i primi resoconti figurati che nascono oltre 30.000 anni fa. Il laboratorio ripercorre, tappa per tappa, i soggetti, lo stile e le tecniche delle immagini preistoriche, utilizzando solo materiali naturali come il carbone, le ocre e la selce per incidere.
Renato Fasolo ha cominciato la propria attività quarant’anni fa, lavorando per numerosi musei italiani ed esteri. Tra gli ultimi lavori, ha seguito tutta la parte di ricostruzione di Otzi, la celebre mummia preistorica dell’uomo del Similaun. È stato, nel 1981, il primo ad introdurre in Italia l’archeologia sperimentale, come metodo conoscitivo didattico della preistoria. Lavorano con lui, all’ambito di Archeoland, gli allievi Matilde Peterlini e Nicola Speri.
46 A
domenica 2 settembre ore 10.00_sala ragazzi B Fortezza Firmafede euro 3,00
Giorgio Vigna
Il filo. Laboratorio di gioiello-arte-design
Laboratorio 7-10 anni; 60 minuti (max 20 partecipanti)
46 B
domenica 2 settembre ore 11.30_sala ragazzi B Fortezza Firmafede euro 3,00
Giorgio Vigna
Il filo. Laboratorio di gioiello-arte-design
Laboratorio 7-10 anni; 60 minuti (max 20 partecipanti)
Il filo di tessuto, di metallo, di carta: questo è il filo conduttore di uno specialissimo workshop per bambini. Filo continuo, filo spezzato e ricomposto, filo annodato, arrotolato, tessuto, aggrovigliato, dipanato. Come nelle antiche scritture fatte di corde e di nodi, il filo-gioiello si fa parola che percorre il corpo, che intreccia legami, si fa rete comunicativa. Filo di un discorso che esplora il territorio del gioiello allargandone i confini.
Artista e designer, Giorgio Vigna è autore di sculture, gioielli, oggetti per il corpo e per lo spazio, dotati anche di valore d’uso. Ha ideato gioielli per opere, film, spettacoli e collezioni per stilisti. Collabora con Venini progettando vasi, gioielli, lampade e sculture in vetro. Nel 2007 l’azienda finlandese Iittala lancia su scala internazionale la collezione di uccelli di vetro Birds by Vigna. Per Salviati progetta nel 2006 una collezione di gioielli in vetro, nel 2005 oggetti in argento per Gabriele De Vecchi. Tiene conferenze e workshop per la Facoltà di Design del Politecnico, IED, Domus Academy e NABA di Milano. Il suo lavoro è stato esposto in importanti musei, mostre e collezioni internazionali fra cui: Designmuseo di Helsinki (2007), Museo Pecci di Prato, Museo Correr di Venezia (2003), Miaao di Torino. Moleskine ha recentemente pubblicato il catalogo della sua ultima mostra a Helsinki.
47 A
domenica 2 settembre ore 15.00_piazza Capolicchio euro 3,00
Donatella Puliga
Mitico! Intelligenza e astuzia: le armi degli eroi
Incontro 8-12 anni; 60 minuti
47 B
domenica 2 settembre ore 16.30_piazza Capolicchio euro 3,00
Donatella Puliga
Mitico! Intelligenza e astuzia: le armi degli eroi
Incontro 8-12 anni; 60 minuti
Un viaggio appassionante nel mondo di tanti eroi che hanno saputo mettere in gioco le straordinarie doti della mente e del corpo per aprire strade nei tortuosi percorsi della vita, per sottrarsi alle insidie dell’imprevisto e agli inganni delle conquiste facili e senza sforzi. Tutto grazie alla ‘metis’ (l’intelligenza astuta), un valore considerato dagli antichi tra i più grandi che gli uomini avessero avuto in sorte.
Donatella Puliga insegna Mitologia classica all’Università di Siena ed è responsabile del Laboratorio di Ricerca sulla didattica dei Classici presso il Centro di Antropologia del Mondo Antico. Si occupa in particolare della dimensione antropologica della civiltà greco-romana, ed è interessata alla permanenza di moduli classici nella società contemporanea, oltre che nella letteratura e nell’arte. È impegnata in progetti di divulgazione della cultura classica nelle scuole di ogni ordine e grado. Ha curato l’Antologia della Poesia Latina (Einaudi-La Repubblica, 2004). Tra le sue pubblicazioni più significative in questo senso, In Grecia. Racconti dal mito, dall’arte e dalla memoria (Einaudi, 2001); Percorsi di cultura latina per una didattica sostenibile (Carocci, 2003) e, con Silvia Panichi, Un’altra Grecia. Le colonie d’Occidente tra mito, arte e memoria (Einaudi, 2005).
48 A
domenica 3 settembre ore 15.00_sala ragazzi A Fortezza Firmafede euro 3,00
Liliana Cupido
Immaginare nello spazio bianco. La lettura creativa dei fumetti
Laboratorio 4-7 anni; 75 minuti (max 20 partecipanti)
48 B
domenica 3 settembre ore 16.30_sala ragazzi A Fortezza Firmafede euro 3,00
Liliana Cupido
Immaginare nello spazio bianco. La lettura creativa dei fumetti
Laboratorio 4-7 anni; 75 minuti (max 20 partecipanti)
Il vero segreto dei fumetti sta nel margine tra una vignetta e l’altra: è qui che interviene l’immaginazione per dare senso ad un vuoto, in un continuo processo creativo che guida la lettura. Il laboratorio coinvolgerà i bambini nell’esplorazione del linguaggio proprio a partire dal margine bianco, attraverso l’immersione nella lettura di storie a fumetti, con e senza testo.
Liliana Cupido si occupa di promozione alla lettura per bambini, anche in età prescolare, e adolescenti. Fa parte di Hamelin, Associazione Culturale di Bologna, fondata nel 1996 da studiosi di letteratura per l’infanzia, che pubblica la rivista Hamelin: note sull’immaginario collettivo, ormai al suo sesto anno di vita e che raccoglie tutto il lavoro fatto dall’associazione occupandosi di pedagogia della lettura, letteratura per ragazzi, fumetto, illustrazione, musica, fino ad addentrarsi nel territorio dei sogni collettivi di oggi e del passato. È tra i curatori di Bilbolbul - festival internazionale di fumetto.
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Quanto sono preparati i nostri studenti? Un test ce lo dirà.
Wednesday, 29/8/2007
A partire dal prossimo anno verranno valutati i ragazzi nei momenti di ingresso e di uscita dalle singole scuole, su base campionaria, nella prospettiva di passare già dall’anno scolastico 2008-2009 a quello censimentario. Le classi sottoposte a test di italiano, matematica e scienze, saranno la II e la V della scuola primaria, la I e la III della scuola secondaria di primo grado e la II e V della scuola secondaria di secondo grado. Secondo una rilevazione del 2005-2006 commissionata dal Ministero della Pubblica gli alunni delle scuole elementari del Sud Italia sembravano più bravi di quelli del Nord. Ma il ministro Fioroni non ci ha creduto e ha commissionato nuove rilevazioni - questa volta con commissari esterni – che hanno dato un quadro diverso, più vicino a quello delle rilevazioni internazionali
Secondo i risultati della rilevazione censuaria del 2005/2006 nei test di italiano nella seconda elementare i ragazzi del Nord avevano un punteggio inferiore a quelli del Sud di oltre 11 punti percentuali. Per matematica la differenza era di 10,7 punti , e per scienze di 8,5 punti percentuali sempre a discapito del Nord.
Per la quarta elementare i risultati dei test di matematica indicavano addirittura che i punteggi del Nord erano di circa il 20 per cento inferiori a quelli del Sud, per l’Italiano del 9,7 per cento, e per scienze del 6,4 per cento. sempre a favore del mezzogiorno.
Una realtà territoriale in palese contrasto con la percezione collettiva – ha scritto Fioroni - Ci si può fidare di questi risultatati? Sono davvero affidabili? E’ vero che questi risultati derivano dalla preoccupazione di alcune scuole sugli esiti di una valutazione le cui finalità non sono state ben comunicate inducendo gli insegnanti ad “aiutare” gli studenti nei test?�?
Infatti, le indagini internazionali eseguite sulla 4 elementare davano risultati del tutto diversi
L’Indagine PIRLS eseguita nel 2002 sui ragazzi di 9-10 anni, cioè in quarta elementare, ci dicono che per quanto riguarda la capacità di lettura e di comprensione dei testi c’è una differenza a favore del nord di circa 5,6 punti percentuali.
Il test TIMMS somministrato ai ragazzi di IV nel 2003 indica una migliore performance dei ragazzi del Nord di 3,2 punti percentuali in matematica e di circa il 3,6 punti percentuali in scienze.
Avremmo avuto risultati diversi se la vigilanza durante le prove fosse stata affidata ad insegnati di scuole diverse da quelle testate?�?si chiede Fioroni e così nell’anno scolastico appena concluso è stata attuata una rilevazione campionaria con somministratori esterni.
Cosa dicono i risultati?
Per la 2 elementare dicono che in Italiano i ragazzi del nord hanno un punteggio superiore del 2,8 per cento rispetto a quelli del sud. Per matematica e scienze i livelli sono sostanzialmente analoghi.
Per la IV elementare i dati indicano un vantaggio degli studenti del Nord del 5 per cento in italiano,
I dati dell’ultima indagine sono più affidabili- scrive il Ministro della Pubblica Istruzione - perchè sono più simili a quelli fornite dalle indagini internazionali e perchè sono più coerenti con la nostra percezione di una scuola del sud più in difficoltà soprattutto per le situazioni di contesto (basti pensare ai dati sulla dispersione scolastica).
Per quanto riguarda i risultati della scuola secondaria di primo e secondo grado i dati confermano che esiste un divario tra il nord e il sud del paese e che questo cresce nei gradi superiori. La buona notizia è che questo divario sembra essere meno marcato di quello che ci indicano le indagini internazionali e in particolare PISA. Crediamo che questa differenza sia dovuta al fatto che quando le indagini si concentrano su quello che la scuola effettivamente fa, cioè lavorare all’apprendimento dei ragazzi, le differenze tra aree sono meno marcate. Il divario nelle competenze misurate da PISA riflette anche quello che i ragazzi apprendono dal contesto in cui sono inseriti. In questo le scuole del sud sono più svantaggiate.
“La credibilità della rilevazione degli apprendimenti – sottolinea il ministro - non è data dal fatto che ci sia un carabiniere a sorvegliare. Occorre la collaborazione delle scuole. Il somministratore esterno è un segnale di serietà ; la valutazione degli apprendimenti si fa con le scuole e non contro le scuole, cioè con la collaborazione degli insegnanti e non contro gli insegnanti. A questo si deve accompagnare, come è già stato fatto quest’anno una rilevazione dei dati di contesto e delle condizioni socio- culturali degli studenti sulla base delle quali leggere i dati sugli apprendimenti. Entro l’autunno l’Invalsi diffonderà i risultati di questa analisi di lettura critica e più completa .
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Bullismo: che fare?
Tuesday, 17/7/2007
BULLISMO: CHE FARE?
Presentazione
Gravi episodi di violenza ma anche umiliazioni e soprusi. Aggressioni fisiche e verbali tra giovani nelle scuole, nelle piazze, nei luoghi di ritrovo.
Il cosiddetto fenomeno del bullismo è sempre più diffuso nel nostro Paese, come in altre nazioni, e può creare gravi disagi in chi lo subisce. Non si tratta solo di atteggiamenti provocatori o di derisione ma anche di vere e proprie aggressioni, intenzionali e ripetute nel tempo, che coinvolgono soprattutto i giovani tra i 7 e i 18 anni.
Ci sono una serie di comportamenti che se ripetuti frequentemente possono essere identificati con il termine di bullismo soprattutto se chi li subisce non riesce a difendersi.
Eccoli:
- ricevi insulti o minacce;
- ti spingono, ti danno calci e pugni, ti fanno cadere;
- ti danno dei soprannomi antipatici e ti prendono in giro;
- diffondono voci maligne su di te;
- ti offendono per la tua razza, per il tuo sesso o per la tua religione;
- fanno sorrisetti e risatine mentre stai passando;
- parlano in codice se sei presente;
- ricevi sms, e-mail e telefonate offensive;
- ti ignorano e ti voltano le spalle se ti avvicini;
- ti costringono a fare cose che non vuoi;
- ti rubano o nascondono i libri, la merenda, la paghetta o le altre tue cose.
Per combattere il fenomeno e sensibilizzare le giovani generazioni molte Questure della Polizia di Stato hanno dato vita ad alcune iniziative tra cui opuscoli, brochure e consigli vari, roportati qui nel dossier.
Come difendersi
Prima di tutto bisogna non sottovalutare il problema:
- perché non si tratta solo di “ragazzate”;
- perché spesso, dietro il bullismo, si celano vere e proprie azioni criminali (furti, estorsioni, vandalismi, rapine, violenze sessuali);
- perché il bullismo danneggia non solo chi lo subisce ma anche la famiglia, gli insegnanti e gli altri ragazzi che ne sono testimoni;
- perché è molto probabile che i bulli crescano compiendo prepotenze;
- perché subire prepotenze può causare danni alla sfera fisica, emotiva, intellettiva e sociale della vittima.
Un decalogo da seguire
Cose da non fare:
- offendere gli altri, soprattutto i più deboli;
- nascondere ai genitori che qualcuno ti fa del male;
- dire bugie;
- trattare male un compagno che ti sta antipatico;
- approfittarsi dei compagni più deboli.
Cose da fare:
- raccontare sempre tutto ai genitori;
- raccontare i comportamenti prepotenti, se ne sei vittima, se ne sei testimone o se ne vieni a conoscenza;
- difendere, se possibile, i compagni vittime di prepotenze;
- trattare tutti i compagni allo stesso modo;
- cercare l’aiuto degli insegnanti, del personale non docente, di altri compagni se qualcuno ti minaccia.
Per un aiuto immediato rivolgersi a:
113 Polizia di Stato
114 Emergenza Infanzia
112 Carabinieri
19696 Telefono Azzurro (linea gratuita fino ai 14 anni)
199.15.15.15 Telefono Azzurro (linea istituzionale dai 14 anni in su e per gli adulti)
Consigli
Per i ragazzi
- Difficile per il bullo prendersela con te se racconterai ad un amico ciò che ti sta succedendo.
- Quando il bullo vuole provocarti, fai finta di niente e allontanati. Se vuole costringerti a fare ciò che non vuoi, rispondi ”NO” con voce decisa.
- Se gli altri pensano che hai paura del bullo e stai scappando da lui, non preoccuparti. Ricorda che il bullo non può prendersela con te se non vuoi ascoltarlo.
- Il bullo si diverte quando reagisci, se ti arrabbi o piangi. Se ti provoca, cerca di mantenere la calma, non farti vedere spaventato o triste. Senza la tua reazione il bullo si annoierà e ti lascerà stare.
- Quando il bullo ti provoca o ti fa del male, non reagire facendo a botte con lui. Se fai a pugni, potresti peggiorare la situazione, farti male o prenderti la colpa di aver cominciato per primo.
- Se il bullo vuole le tue cose, non vale la pena bisticciare. Al momento lasciagli pure prendere ciò che vuole però poi raccontalo subito ad un adulto.
- Fai capire al bullo che non hai paura di lui e che sei più intelligente e spiritoso. Così lo metterai in imbarazzo e ti lascerà stare.
- Molte volte il bullo ti provoca quando sei da solo. Se stai vicino agli adulti e ai compagni che possono aiutarti, sarà difficile per lui avvicinarsi.
- Per non incontrare il bullo puoi cambiare la strada che fai per andare a scuola; durante la ricreazione stai vicino agli altri compagni o agli adulti; utilizza i bagni quando ci sono altre persone.
- Ogni volta che il bullo ti fa del male scrivilo sul tuo diario. Il diario ti aiuterà a ricordare meglio come sono andate le cose.
- Subire il bullismo fa stare male. Parlane con un adulto di cui ti fidi, con i tuoi genitori, con gli insegnanti, con il tuo medico. Non puoi sempre affrontare le cose da solo!
- Se sai che qualcuno subisce prepotenze, dillo subito ad un adulto. Questo non è fare la spia ma aiutare gli altri. Potresti essere tu al suo posto e saresti felice se qualcuno ti aiutasse!
- Se incontri il poliziotto di quartiere, puoi chiedere aiuto anche a lui.
Per i genitori
I giovani vittime di questi comportamenti difficilmente parlano con gli adulti di quello che gli succede. Non si sfogano, si vergognano e hanno paura. Ma i bambini devono imparare che il bullismo è un comportamento sbagliato e che non fa parte del naturale processo di crescita. Perché non rimangano vittime di questo fenomeno bisogna:
- Aumentare la loro autostima.
- Incoraggiarli a sviluppare le loro caratteristiche positive e le loro abilità.
- Stimolarli a stabilire relazioni con i coetanei e a non isolarsi.
E’ inoltre importante sapere che per non diventare bullo bisogna insegnare ai ragazzi a:
- Saper esprimere la propria rabbia in modo costruttivo e con maturità.
- Comunicare in modo sincero.
- Essere capace di identificarsi con gli altri e capire le conseguenze dei propri comportamenti.
- Prendere esempio da ciò che si vede a casa.
I genitori devono inoltre imparare a cogliere i segnali che i figli possono mandare o nascondere.
Alcuni segnali di chi è vittima di bullismo:
- Trovare scuse per non andare a scuola o voler essere accompagnati.
- Fare frequenti richieste di denaro.
- Essere molto tesi, piagnucolosi e tristi dopo la scuola.
- Presentare lividi, tagli, graffi o strappi negli indumenti.
- Dormire male o bagnare il letto.
- Raccontare di non avere nessun amico.
- Rifiutarsi di raccontare ciò che avviene a scuola.
Per gli insegnanti
- Può essere utile far compilare agli alunni un questionario e organizzare una giornata di dibattito e incontri fra genitori, fra insegnanti e fra genitori e insegnanti. Ciò è importante per capire le dimensioni del fenomeno.
- Una migliore attività di controllo durante la ricreazione e la mensa metterebbe al sicuro le potenziali vittime. Sono questi i momenti in cui la maggior parte dei bulli agisce indisturbata.
- In genere sono gli studenti più grandi a fare i bulli con quelli più piccoli. Si può valutare di dividere gli spazi e i tempi della ricreazione per gli uni e per gli altri.
- Elogi, ricompense e sanzioni possono servire a modificare il comportamento degli studenti più aggressivi, ma non sono l’unico strumento per far cambiare atteggiamento al bullo.
- Spesso si ha timore o vergogna di raccontare personalmente ciò che sta succedendo. Potrebbe essere di aiuto, per genitori e vittime, avere un numero di telefono al quale rivolgersi.
- Si possono istituire “cassette delle prepotenze�? dove lasciare dei biglietti con su scritto quello che succede; individuare degli studenti leader che aiutino le vittime; aprire uno sportello psico-pedagogico che sia di riferimento per bambini e adulti.
- In classe, tutti insieme, si possono individuare poche e semplici regole di comportamento contro il bullismo. Le regole devono essere esposte in modo ben visibile e tutti devono impegnarsi a rispettarle.
- Il silenzio e la segretezza sono potenti alleati dei bulli. È importante abituare i ragazzi a raccontare ciò che accade e a non nascondere la verità.
- Se l’insegnante individua un bullo o una vittima, per aiutarlo è necessario parlare subito con lui di ciò che gli accade.
da www.governo.it
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2 giugno: Festa della Repubblica
Saturday, 2/6/2007
Il messaggio del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione della Festa Nazionale della Repubblica
Vi ho un anno fa rivolto i miei primi auguri per la Festa della Repubblica. Ve li rinnovo oggi con sentimenti di sincera vicinanza personale.
E’ una ricorrenza da celebrare in spirito di unità : cittadini, istituzioni, Forze Armate, italiani all’estero.
Ed è l’occasione per gettare un breve, sereno sguardo sul cammino compiuto nell’ultimo anno e sul futuro che ci sta davanti.
Non spetta a me, sia chiaro, dare giudizi sull’azione di governo : non interferisco nel dibattito tra gli opposti schieramenti politici.
Ma posso e sento di dover dire grazie a quanti di voi – imprenditori, lavoratori, contribuenti sensibili al dovere civico – hanno reso possibile la ripresa dell’economia, che è tornata a crescere, e il miglioramento dei conti pubblici.
Un miglioramento, una ripresa che non sono sufficienti, che debbono andare al di là dei risultati già raggiunti.
E ciò richiede ulteriori sforzi. Avendo di mira la creazione di ancora maggiori possibilità di lavoro, soprattutto in alcune parti del paese. E guardando alla sfida dell’innovazione, della partecipazione all’Europa, della competizione globale : perché è di qui che passa lo sviluppo, e il ruolo, dell’Italia nel prossimo avvenire.
E’ una sfida che ci impegna tutti, dalle imprese allo Stato. Faccia ciascuno la sua parte, fino in fondo, con coerenza.
Di certo, la macchina istituzionale e burocratica resta pesante e costosa. E’ indispensabile alleggerirla, renderla più razionale ed efficace, diminuirne i costi.
Si impone perciò sobrietà e rigore nei bilanci pubblici, nei comportamenti pubblici.
Il sistema politico e le istituzioni rappresentative, a cominciare dal Parlamento, possono riguadagnare credibilità e prestigio tra i cittadini solo affrontando i cambiamenti necessari. Non si può continuare a parlarne senza giungere a conclusioni concrete.
Da una parte bisogna avere il senso del limite e della responsabilità nel denunciare quel che non va ; se si fa di tutte le erbe un fascio, si semina ulteriore sfiducia, non si aiuta la definizione di obiettivi precisi di rinnovamento. E dall’altra parte si deve sapere che per rinnovare la politica e le sue regole, i meccanismi elettorali e le istituzioni, non c’è altra strada che quella di confronti e accordi tra le forze presenti in Parlamento e in altre Assemblee elettive.
Importanti sono le sollecitazioni che possono venire dall’opinione pubblica, dalle forze sociali e culturali, e da una maggiore partecipazione dei cittadini : ma nulla può sostituire la ricerca di intese, la scelta di soluzioni largamente condivise in Parlamento, specie per riforme di ampio respiro che ormai si impongono nell’interesse generale.
E dunque mi chiedo : si può trovare ora, nonostante le difficoltà, questo terreno comune tra forze di maggioranza e di opposizione, senza confondere i ruoli, senza attenuare la gara per il governo del paese? Continuo a credere che sia possibile, e a ripetere il mio appello in questo senso. E’ in giuoco il nostro comune futuro.
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I vincitori del concorso “La Costituzione vista dai giovani”
Saturday, 2/6/2007
Concorso: “La Costituzione vista dai giovani�? |
La commissione selezionatrice ha avuto modo di apprezzare non solo l’ampia partecipazione al concorso di studenti e docenti di istituzioni scolastiche di ogni regione italiana, ma anche la qualità e l’originalità di moltissimi lavori. Non è stato facile, quindi, nella varietà e singolarità delle proposte creative e di ricerca pervenute, procedere alla pur necessaria individuazione, a norma del bando, delle opere da premiare.
Il concorso è stato l’occasione per una rilettura approfondita della Carta Costituzionale sia da parte di intere classi che di singoli allievi, appartenenti a istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, dalla primaria alla secondaria superiore.
I prodotti grafici e multimediali, anche frutto di ricerche di tipo storico-sociale, testimoniano dell’impegno di docenti e studenti nel rispondere alle finalità che hanno ispirato il bando di concorso.
La riflessione sulla Costituzione nella sua interezza o su specifici articoli ha consentito agli studenti di interpretare visivamente, in modo molto personale, la perenne attualità dei contenuti, riuscendo, in molti casi, a produrre elaborati di notevole interesse e decisamente originali.
Il Capo Dipartimento
Giuseppe Cosentino
I VINCITORI:
* Le scuole sono responsabili dei materiali prodotti
Per l’istruzione primaria:
ISTITUTO COMPRENSIVO “CIRESOLA�? DI MILANO - CLASSE 1^A
Con la semplicità, la freschezza e la simpatia della loro età, bambini della prima elementare “interpretano�? in una sequenza fotografica i principi fondamentali della Costituzione.
Ne scaturisce un prodotto di organica ed efficace lettura, capace nello stesso tempo di lasciare il “segno�? nella classe stessa che risulta arricchita dalla partecipazione di etnie diverse.
Preleva l’elaborato (1.4 MB)
Per l’istruzione secondaria di primo grado vincitori ex equo:
ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE DI MONTECARLO (LU) - SCUOLA MEDIA “ITALO CALVINO�? - CLASSE 1^B
La scuola si segnala per la qualità e l’intensità dell’impegno profuso, da docenti e studenti, con elaborati che mostrano interesse e coinvolgimento.
In particolare la classe I B ha dimostrato capacità di approfondimento dei valori fondamentali della Costituzione, soffermandosi sugli articoli 11 – 12 – 21, con interpretazioni molto personali attraverso testi scritti e elaborati pittorici in cui si apprezzano sensibilità, gusto compositivo e senso cromatico.
Preleva l’elaborato (3 MB)
ISTITUTO COMPRENSIVO “GRIMALDI“ SCUOLA MEDIA DI GRIMALDI (CS) CLASSE 3^A
L’originalità dei disegni e dei testi rende particolarmente degno di attenzione il lavoro della classe III A.
Le illustrazioni - realizzate con una grafica netta e incisiva, accompagnate da originali riflessioni scritte in forma poetica - esprimono in modo sintetico e significativo il “paesaggio�? in cui è stata generata e “vive�? la Costituzione italiana.
Preleva l’elaborato (93 KB)
Per l’istruzione secondaria di secondo grado:
ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE DI STATO “G. GREGGIATI�? DI OSTIGLIA (MN) CLASSE 2^C
Il complesso e meritevole lavoro della classe II C risulta di particolare efficacia per la capacità di sintesi rappresentativa, in particolare si segnalano gli elaborati riferiti a due articoli della Costituzione:
art. 21 La “Libertà di stampa�? - parte dalla concretezza di un libro per acquistare la leggerezza di un vento vitale che ne scompone creativamente le pagine fino a trasformarle in un libero volo di gabbiani mentre i caratteri di stampa, una volta pesanti come il piombo che li formava, quasi transunstanziati, assumono la leggerezza dell’aria;
art. 30 “I genitori hanno il dovere di educare i figli�? - il principio fondamentale di ogni umana società viene visto attraverso la pupilla di un occhio materno/paterno, foggiata come un cuore, realizzando un intervento di immediata comunicazione: i figli per ogni genitore sono la pupilla dei propri occhi.
Inoltre la Commissione - per l’originalità dei contenuti espressi ed il livello qualitativo degli elaborati - ha ritenuto degne di menzione le sotto elencate scuole:
* Gli elaborati delle scuole che hanno la menzione di merito saranno resi disponibili nei prossimi giorni
Per l’istruzione primaria:
DIREZIONE DIDATTICA DI CATTABRIGHE
SCUOLA PRIMARIA “ANNA FRANK�? DI SANTA MARIA DELLE FABBRECCE (PE) - CLASSE 5^
Per l’istruzione secondaria di primo grado:
SCUOLA MEDIA “F. PASTONCHI�? DI ARMA DI TAGGIA (IM) - CLASSE 3^A
SCUOLA MEDIA STATALE “D. E. MONTEMURRO�? DI GRAVINA IN PUGLIA (BA) ALLIEVA GRAZIANA D’AGOSTINO - CLASSE 3^E
SCUOLA MEDIA STATALE “ MAMELI SEDE FALCONETTO �? DI PADOVA - CLASSE 2^A
SCUOLA MEDIA MALASPINA DI MASSA
brano musicale “Constitution symphony�? ALLIEVO LUCA FIALDINI - CLASSE 3^B
Per l’istruzione secondaria di secondo grado:
ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE “M. M. MILANO�? DI POLISTENA (RC)
ALLIEVO ALAN FELICE - CLASSE V^E/ARTI GRAFICHE
ISTITUTO STATALE D’ARTE “ E. GALVANI �? DI CORDENONS (PN)
ALLIEVA FRANCESCA CALGARO - CLASSE 5^A
ISTITUTO STATALE D’ARTE “ CHIERICI �? DI REGGIO EMILIA
ALLIEVO DAVIDE DE LUCIA - CLASSE 5^F
ISTITUTO TECNICO COMM. “ G. SALVEMINI �? DI CASALECCHIO DI RENO (BO)
CLASSE 5^ A M
ISTITUTO TECNICO COMMERCIALE “ PIETRO GIANNONE �? DI FOGGIA - CLASSE 5^/PROGRAMMATORI e GIULIANO A. - CLASSE 4^C/PROGRAMM.
ISTITUTO TECNICO COMM. E PER GEOMETRI “ATESTINO�? DI ESTE (PD) - CLASSE 2^A /RAGIONIERIA
Vengono, infine, segnalati i lavori del CTPEEA presso la scuola media “ODDO BERNACCHIA�? di TERMOLI (CB) e dell’ ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE “E. MAJORANA�? presso la CASA CIRCONDARIALE di LARINO operanti presso istituti di reclusione, non solo per l’originalità dei contenuti e delle modalità espressive, ma anche per taluni interessanti spunti di riflessione sulla fondamentale funzione della Costituzione.
Gli elaborati non mancano di umorismo e anche di una gradevole autoironia.
CTPEEA - CENTRO TERRITORIALE PERMANENTE EDUCAZIONE ETA’ ADULTA presso SCUOLA MEDIA STATALE “ODDO BERNACCHIA�? DI TERMOLI (CB)
ALLIEVI: Lopez Alberto, Manzi Giancarlo, A. Levandoski, Alves Reboucas Raimondo, Ademi Sokol, Lanza Savino, Garinella Stefano e Sabino Salvator
ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE “E. MAJORANA�? presso CASA CIRCONDARIALE DI LARINO - CLASSI 1^A, 2^A e 3^A
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Giornata mondiale senza tabacco. Livia Turco:vietare la vendita ai minori
Thursday, 31/5/2007
“Gli italiani continuano a fumare, anzi, fumano di più, passando da una media di 13 sigarette al giorno consumate nel 2006 ad una di 14 nel 2007. Il “problema fumo”? dunque è ancora presente nel nostro Paese ed è un’ “emergenza”? che riguarda 12 milioni di italiani, di cui un milione e 200mila giovani tra i 15 e i 24 anni e ben 130mila giovanissimi tra i 15 e i 17 anni di età”. Lo afferma Enrico Garaci, Presidente dell’ISS, in occasione del Convegno “Tabagismo e SSN” tenutosi a Roma il 31 maggio.
“In assoluto il fumo di tabacco è la principale causa di malattie e di morti evitabili - dichiara Piergiorgio Zuccaro, direttore dell’ Osservatorio Fumo, Alcol e Droga dell’ISS - e la dipendenza che provoca è il vero motivo per cui in Italia il 27,9% degli uomini e il 19,3% delle donne sono fumatori. Il fumatore con una sola sigaretta inserisce nel proprio organismo più di 4000 sostanze, molte di queste tossiche e cancerogene (ammine aromatiche, benzene, piombo, cadmio, N-nitrosammine, idrocarburi policiclici aromatici). Per questo motivo possiamo affermare che il fumo è la droga che provoca più morti ed è sempre tagliata male?.
Sono più di un milione e duecento mila i giovani fumatori in Italia, vale a dire il 19,9% nella fascia d’età che va dai 15 ai 24 anni. E le percentuali aumentano al crescere dell’età: si ha il 7,4% di fumatori tra i 15 e i 17 anni, il 23,5% tra i 18 e i 20 anni e il 25,9% tra i 21 e i 24 anni. La prima sigaretta viene accesa prima dei 15 anni nel 26,6% dei casi, più dalle ragazze che dai ragazzi, ma la maggior parte dei giovani (58,2%) inizia a fumare tra i 15 e i 17 anni e solo il 14,1% tra i 18 e i 24.
I dati Iss-Doxa rivelano inoltre che non hanno mai fumato il 76,2% dei giovani e che gli ex fumatori sono il 4%. La percentuale dei giovani fumatori è minore nelle regioni del Sud e nelle Isole (17,9%), mentre al Nord e al Centro la quota è rispettivamente del 21,7% e del 21,4%. Rispetto agli adulti i giovani fumano al giorno meno sigarette: 10 contro 14.
Nell’indagine è stata valutata anche l’intenzione a smettere di fumare e i risultati mostrano che solo il 10,2% pensa seriamente di abbandonare il vizio del fumo nei prossimi 6 mesi, ma nessuno dei giovani si rivolge al medico di base per smettere di fumare: soltanto l’1,9% ha dichiarato di aver chiesto aiuto.
L’indagine rivela anche che i giovani vogliono essere informati sul contenuto di tutte le sostanze: l’84,3% dei ragazzi è favorevole all’indicazione sui pacchetti di sigarette dei livelli anche di altre sostanze, non soltanto di nicotina, catrame e monossido di carbonio. Neppure il divieto di fumare nei luoghi pubblici ha influito sulle abitudini dei ragazzi: il 76,2% ha dichiarato di non aver modificato per nulla l’abitudine al fumo, il 10% ha ridotto il numero di sigarette ma poi ha ripreso come prima e soltanto il 7,8% ha veramente ridotto i consumi.
I giovani preferiscono acquistare pacchetti di sigarette da 10. Questo è legato alla loro minore disponibilità economica: il 60% spende meno di 15 euro a settimana contro il 47% degli adulti. Nel caso in cui il prezzo delle sigarette dovesse salire a 5 euro, il 15,5% dichiara che smetterebbe e il 43,7% che ridurrebbe il numero di sigarette.
Riguardo ai canali distributivi i giovani più degli adulti comprano le sigarette dai distributori automatici e la percentuale di sigarette offerte dagli amici è più alta che negli adulti: 4% contro 1,2%: segno che tra i giovani vale la solidarietà anche in fatto di fumo. Inoltre, sanno che il tabaccaio non controlla l’età dell’acquirente: l’84,8% dei giovani tra i 15 e i 24 anni dichiara di non aver mai visto un tabaccaio chiedere un documento per verificare l’età.
Infine, ma non meno importante, l’11% dei giovani fuma alla guida della moto e il 26% alla guida dell’auto.
Il fumo tra la popolazione generale
In Italia fumano poco meno di 12 milioni di persone (23,5% della popolazione di 15 anni e oltre), di cui 7 milioni di uomini (27,9%) e 5 milioni di donne (19,3%). Erano il 25,6% nel 2005 e il 24,3% nel 2006 con una diminuzione dello 0,8% nell’ultimo anno. Ciononostante, il numero medio di sigarette fumate al giorno è aumentato: da 13,6 a 14,1.
Gli ex fumatori sono 8,8 milioni (17,5%), di cui 5,4 milioni maschi (22,6%) e 3,4 milioni femmine (12,8%). I non fumatori sono circa 30 milioni (59%), dei quali 12 milioni di uomini (49,4%) e 17,8 milioni di donne (67,9%).
La classe d’età con il maggior numero di fumatori è quella tra i 25 e i 44 anni sia per gli uomini che per le donne, con percentuali rispettivamente del 36,5% e del 29,3%.
Rispetto all’area geografica si fuma di più al Centro, 31,4% (35% di uomini e 28,2% di donne), poi al Sud, 20,5% (28,8% di uomini e 17,3% di donne) e infine al Nord, 22,9% (24,3% di fumatori e 17% di fumatrici).
Le abitudini
L’87,7% dei fumatori evita di fumare nella camera da letto. Nessun problema, invece, se si è alla guida di un’automobile: il 61,9% fuma in macchina. Più prudenti i motociclisti: il 44,4% evita di accendere la sigaretta, l’8,9% non si fa alcun problema e il 46,7% non va sulle due ruote. Tuttavia il 37% pensa che fumare alla guida aumenti molto il rischio di incidenti.
Tra i giovani fumatori l’86,5% dichiara di fumare fuori dai locali pubblici, il 70,1% a casa e il 48,8% fuori dalla scuola o dall’università. Il 73,6% fuma soprattutto in compagnia. Quasi tutti concordi, invece, sulle conseguenze dannose del fumo passivo: il 95% degli italiani è consapevole dei rischi che si corrono respirando il fumo prodotto dalle sigarette di altri.
I costi
Sono soprattutto gli uomini a spendere di più per l’acquisto delle sigarette: il 27% dei maschi fumatori spende più di 25 euro a settimana. In totale la fascia d’età in cui si comprano più pacchetti (più di 25 euro a settimana) è quella tra i 25 e i 44 anni. Più dell’86% dei fumatori acquista più spesso i pacchetti da 20 sigarette e se il prezzo minimo di un pacchetto aumentasse a 5 euro il 32,3% fumerebbe di meno e il 9,5% smetterebbe del tutto, quindi più di un terzo dei fumatori (41,8%) cambierebbe le proprie abitudini.
I tentativi di smettere
Gli ex fumatori, quindi le persone che hanno provato a smettere e ci sono riuscite, costituiscono il 17,5%. Fra gli attuali fumatori il 30,5% ha fatto almeno un tentativo di smettere senza però ottenere risultati soddisfacenti. Infatti il 26,3% ha smesso per qualche mese, il 23,1% soltanto per qualche giorno, il 20,7% per qualche settimana, il 13,7% per qualche anno. Una piccola percentuale, pari al 4,9% ha ridotto il consumo e ora fuma meno. Tra quelli che hanno tentato di smettere l’85% lo ha fatto senza alcun tipo di supporto, il 10,7% ha usufruito di un supporto farmacologico, il 2,4% ha avuto un supporto sia psicologico che farmacologico, l’1,9% ha fatto ricorso soltanto al supporto psicologico. Anche gli ex fumatori sono riusciti a smettere senza alcun tipo di aiuto (il 95,6%).
La maggior parte degli ex fumatori ha smesso più di 20 anni fa (il 27%). Invece gli ex fumatori “recenti�? (ultimi tre anni) dichiarano che il divieto di fumare nei luoghi pubblici e sul luogo di lavoro non ha influito per nulla sulla loro scelta (il 56,4%). Tra i motivi di cessazione svetta al primo posto la salute (il 41,3%) e la consapevolezza dei danni provocati (il 30,7%), seguono la gravidanza e nascita di un figlio (7,9%) e l’imposizione di un familiare (5,7%).
Il 96% non chiede aiuto al medico di base per smettere di fumare.
Il 48,1% si dice molto favorevole all’indicazione sui pacchetti di sigarette anche di altre sostanze, oltre ai livelli di nicotina e catrame.
La maggior parte dei fumatori (l’83,9%) dichiara, inoltre, che da quello che ha osservato negli ultimi tre anni il divieto di fumare nei luoghi pubblici è rispettato. Il 71,8% dichiara che anche sul luogo di lavoro il decreto è rispettato in modo rigoroso. Tuttavia nonostante i divieti l’82,8% dei fumatori dichiara di non aver modificato le proprie abitudini dopo l’entrata in vigore della legge, soltanto lo 0,9% ha smesso di fumare.
I servizi
I servizi territoriali per la cessazione dal fumo non mancano: 185 al Nord (53,5%), 81 al Sud (23,4%) e 80 al Centro (23,1%). I fumatori che non ricorrono all’aiuto del medico di base per smettere di fumare possono rivolgersi ai centri antifumo. In Italia i servizi per smettere di fumare sono attivi presso strutture del Servizio Sanitario Nazionale e del privato sociale in tempi e modi variabili.
L’Osservatorio Fumo, Alcol e Droga dell’Istituto Superiore di Sanità, sin dal 2000 porta avanti un lavoro di censimento delle strutture, in collaborazione con il Ministero della Salute e il Gruppo tecnico sul tabagismo delle Regioni e Province autonome, mettendo a disposizione le informazioni raccolte attraverso la costituzione di un elenco di Centri Antifumo consultabile online sul sito dell’OssFAD (www.iss.it/ofad) e del Ministero della Salute (www.ministerosalute.it). Lo scopo è quello di facilitare l’accesso alle strutture da parte degli utenti, agevolando e riducendo i tempi d’incontro tra domanda e offerta. Nel 2006 il numero totale dei Centri censiti è pari a 346 di cui 266 (il 76,9%) afferenti al Servizio Sanitario Nazionale e 80 (il 23,1%) alla LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori). Rispetto al 2005 si registra un aumento dei Centri Antifumo del 4,8%, corrispondenti a 16 Centri in più sul territorio.
La prevenzione
Secondo il 42,8% degli adulti tra le iniziative che lo Stato dovrebbe attuare per combattere il tabagismo e convincere i giovani a non iniziare al primo posto spicca l’educazione nelle scuole. Il 29,2% ritiene che aumentare il prezzo sia un buon deterrente per non iniziare, il 26,6% che si dovrebbe rendere più difficile l’accesso alle vendite ai minorenni e il 23,2% che ci dovrebbero pensare le famiglie. All’85,1% degli adulti non è mai capitato, inoltre, di vedere un tabaccaio che si rifiuta di vendere le sigarette ad un minore di 16 anni o che chiede un documento per verificare l’età.
Le morti per fumo
Quasi 5 milioni di persone sono morte nel mondo a causa del fumo, la “prima causa di morte facilmente evitabile”?. Rimanendo in Europa, l’OMS ha stimato in 1,2 milioni i decessi che ogni anno sono attribuibili al tabacco. Il 20%, inoltre, di tutte le morti sono da correlare al fumo di sigaretta. Di queste il 35% è dovuto a tumori, il 56% a malattie cardiovascolari e respiratorie, il 9% ad altre cause (sempre fumo-correlate). Restringendo il campo e guardando all’Italia sono 80 mila i decessi attribuibili al fumo ogni anno, praticamente il 14,2% di tutte le morti. La previsione dell’OMS è che, se non saranno adottate misure efficaci, le morti attribuibili al fumo potranno divenire 8,3 milioni nel 2030 e l’80% delle vittime si registrerà nei paesi a reddito medio e basso. Sempre secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità il tabacco uccide più dell’Aids e della droga e nel 2015 le morti dovute al tabacco saranno il 10% del totale e supereranno del 50% quelle causate dall’Aids.
In Italia più del 34% di tutte le cause di morte attribuibili al fumo di sigaretta colpisce soggetti di 35-69 anni. Inoltre, coloro che muoiono a causa del tabacco perdono in media 13 anni di speranza di vita, mentre nella mezza età gli anni di vita perduti salgono a 22.
Sono numerose le patologie associate al fumo di tabacco. La principale è il carcinoma polmonare, la patologia più temuta per chi fuma: provoca circa 30mila morti l’anno. Negli uomini il fumo è responsabile del 91% di tutte le morti per cancro al polmone e nelle donne nel 55% dei casi. Nel corso degli ultimi vent’anni in Italia si è registrata una diminuzione, sia per incidenza che per mortalità, ma solo per gli uomini. Un trend opposto si osserva infatti per le donne (con un’accelerazione dal 1990 per le più giovani). Nel dettaglio la mortalità maschile per tumore polmonare è diminuita di circa il 2,6% mentre quella femminile è aumentata dell’1%.
Nel 2005 sono morte più donne per tumore alla mammella (8.505 decessi) che per tumore al polmone (5.523 decessi). Ma la mortalità per carcinoma polmonare ha superato abbondantemente quella per tumore allo stomaco (3.070 decessi), divenendo la terza causa di morte nell’ambito delle patologie tumorali, dopo mammella e colon-retto. I dati epidemiologici indicano la necessità di formulare azioni di informazione e sensibilizzazione sui danni da fumo di sigaretta, centrate e mirate in modo specifico sulle donne.
Le vendite
In Italia i consumi di sigarette dopo anni di calo sono in aumento. Nel 2006 si è avuto un incremento nelle vendite dell’1,1% rispetto al 2005. I guadagni derivanti dalla vendita di sigarette, sigaretti, trinciati, fiuti e sigari ammontano per il 2006 a 12,5 miliardi di euro.
Vanno di moda i pacchetti da 10. La loro vendita infatti ha fatto registrare rispetto al 2004 un incremento di oltre il 20% a fronte di un decremento dei consumi globali di sigarette. Infatti a scapito di una riduzione complessiva del mercato del 6,1% nel 2005, il segmento è andato contro tendenza aumentando dell’11,6% e ancora del 10,4% nel 2006 contro un incremento dei consumi globali pari a poco più dell’1%. I volumi di vendita del segmento da 10 hanno raggiunto nel 2006 un totale di 5,3 milioni di chili pari al 5,1% del mercato totale delle sigarette.
A ciò si aggiunge il fenomeno delle vendite transfrontaliere, soprattutto tra Italia e Svizzera, Italia e Francia, Italia e Austria, Italia e Slovenia, quest’ultimo decisamente in aumento dopo l’entrata nell’UE della Slovenia (2004): 30 mila kg in più nel 2004 rispetto al 2003 e ben 66 mila in più nel 2005 rispetto al 2004. Anche Internet ha le sue colpe: da un attento esame dei siti web dove è possibile acquistare “stecche”? di sigarette, allettati da favolosi sconti, emerge come i livelli di catrame siano superiori a quelli consentiti in Italia, le immagini dei pacchetti non riportino le avvertenze sanitarie (del tipo “nuoce gravemente alla salute”? e così via), non c’è alcun controllo sull’età dell’acquirente e un pacchetto di Marlboro costa solo 2,50 euro.
Fonte: Istituto Superiore di Sanità - OssFAD
Il messaggio del Ministro della Salute Livia Turco
La lotta al fumo resta tra le grandi priorità delle politiche di salute del Governo e del Ministero della Salute in particolare.
Come rilevano i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità il fumo è la prima causa di morte facilmente evitabile, responsabile ogni anno della morte di 5 milioni di persone in tutto il mondo per cancro, malattie cardiovascolari e respiratorie.
Nel nostro Paese i fumatori sono più di 11 milioni e la classe di età con il maggior numero di fumatori è quella tra i 25 e i 44 anni, sia per gli uomini che per le donne.
L’attuale normativa italiana per la limitazione del fumo negli ambienti di vita e di lavoro, a tre anni della sua entrata in vigore, presenta un bilancio positivo soprattutto per quanto riguarda la limitazione dei danni per i non fumatori, conseguente ai divieti di fumo nei locali pubblici e negli uffici.
Mentre risultati meno positivi, anche se comunque importanti, sono stati ottenuti nei confronti dei fumatori che, dopo un primo significativo decremento, sembrano però sostanzialmente stabili se non addirittura in ripresa, come ci mostrano alcune indagini demoscopiche recenti.
Di fatto il vizio del fumo permane, pur se sono cambiate le abitudini dei fumatori che sembrano essersi adattati ai nuovi divieti mantenendo però l’attaccamento alla sigaretta. Alcuni dati possono aiutare a comprendere l’evoluzione dell’abitudine al fumo in Italia evidenziando le aree di maggior debolezza dell’iniziativa di prevenzione e contrasto messa in atto dalle Istituzioni.
In Italia si stima (ultimo dato Istat relativo al 2005) che i fumatori siano il 21,7% della popolazione di 14 anni e più. Gli uomini fumano più delle donne (27,5% contro il 16,3%). Prima della legge del 2003 i maschi fumatori erano il 28,7% e le donne il 17,4%. Un calo quindi c’è stato a dimostrazione della capacità dissuasiva della normativa, almeno nella sua fase iniziale. Ma deve far riflettere il fatto che stia aumentando la percentuale di giovani che iniziano a fumare ancor prima dei 14 anni soprattutto tra i maschi (+ 60% tra il 2000 e il 2005).
Un altro indicatore ci aiuta poi a convenire sulla necessità di una ripresa forte delle iniziative di contrasto e soprattutto di prevenzione.
Ed è quello relativo alla percentuale di persone che hanno tentato di smettere di fumare. Se infatti è aumentata del 4% la percentuale dei fumatori tra i 30 e i 59 anni che hanno deciso di smettere dopo la nuova legge, è al contrario diminuita del 3% la volontà di smettere tra i più giovani in età compresa tra i 14 e i 29 anni.
Appare in questo senso opportuno aggiornare la legge del 2003, soprattutto per garantirne una più incisiva applicazione in ambienti particolari e complessi, a partire dal mondo della scuola, come stiamo valutando di fare insieme al Ministro Fioroni.
Dobbiamo quindi rafforzare l’impegno ma anche avviare nuove politiche per “scoraggiare i fumatori”?, che puntino soprattutto sul “convincimento stabile della persona”?.
Per questo, come Governo, abbiamo voluto dedicare una grande parte del programma interministeriale “Guadagnare salute”? alla lotta contro il fumo, prevedendo delle strategie specifiche di intervento, in particolare per proteggere dal fumo passivo, prevenire l’iniziazione al fumo dei giovani, aiutare i fumatori a smettere.
Ugualmente importante è il recepimento da parte dell’Italia della Convenzione dell’OMS sul controllo del tabacco, attualmente all’esame della Camera, per le forti implicazioni per la salute pubblica e individuale che essa comporta, anche per tutelare i minori. Essa prevede infatti il divieto di vendere sigarette ai minori di 18 anni. Una misura opportuna e giusta che ritengo sia nostro dovere adottare quanto prima.
Ma uguale attenzione va comunque posta verso i fumatori adulti con un più incisivo coinvolgimento dei medici nella promozione e adozione di programmi di dissuasione al fumo Una nuova sfida significativa è in questo senso quella da intraprendere nel mondo del lavoro avviando una vera e propria alleanza contro il fumo, sull’esempio di quanto già attuato in alcune realtà produttive che hanno messo a disposizione dei propri dipendenti specifici programmi di dissuasione al fumo in ambito aziendale.
Importante è anche rivedere la legge 626 del 1994 sulla prevenzione e sicurezza del lavoro, prevedendo di inserire il fumo tra gli elementi nocivi per la salute dei lavoratori (pensiamo a quanto si fa per prevenire il lavoratore dai rischi di una sbagliata esposizione al computer, a fronte del fatto che non si è previsto nulla sui luoghi di lavoro per contrastare il fumo).
Inserendo il fumo tra i fattori di rischio previsti per legge si avrebbe il vantaggio di rendere più facili i controlli nei luoghi di lavoro da parte delle maestranze interne e in ogni caso si testimonierebbe un’attenzione del mondo del lavoro in sé a questa problematica. E’ comunque mia intenzione promuovere una nuova azione concertata di controlli a tappeto sul rispetto delle attuali norme, soprattutto nei locali pubblici, con particolare attenzione agli atri delle stazioni ferroviarie, ai centri commerciali e agli uffici pubblici aperti al pubblico.
Per quanto riguarda le proposte già in discussione per consentire l’accesso ai distributori automatici di sigarette solo tramite una tessera che identifichi l’età del consumatore, evitando così l’acquisto da parte dei minori (attualmente di 16 anni, domani, mi auguro di 18), penso che sia un’iniziativa senz’altro positiva, fermo restando la limitazione dell’apertura dei distributori solo alle ore notturne e non alle 24 ore come proposto da alcuni operatori del settore.
E’ vero, infatti, che essi diventerebbero preclusi ai minori o quantomeno più difficilmente accessibili (anche se in teoria non dobbiamo escludere la possibilità di un uso improprio della tessera), ma resta il fatto che un’apertura 24 ore su 24 dei distributori automatici rappresenterebbe di per sé un allargamento dell’offerta di prodotti riconosciuti dagli stessi produttori come nocivi per la salute.
Come vedete siamo di fronte a un insieme importante di norme e azioni che intendiamo promuovere con tutte le nostre energie e con il massimo coinvolgimento delle Regioni e degli operatori sanitari, ma anche del mondo della scuola, del lavoro, della cultura e dell’informazione.
Rinunciare alle sigarette è possibile, anche se a volte, nonostante la consapevolezza dei danni, è difficile decidere. E’ per questo che vogliamo aiutare i fumatori coinvolgendo anche i medici di famiglia in interventi mirati, prevedendo la rimborsabilità dei farmaci per le fasce di reddito non abbienti, inserendo le attività di prevenzione e cura del tabagismo nei livelli essenziali di assistenza per consentire l’accesso ai servizi in modo gratuito o pagando un semplice ticket.
In occasione della Giornata mondiale senza tabacco quest’anno dedicata agli ambienti senza fumo, voglio ricordare che il nostro Paese rappresenta in Europa e nel mondo un modello a cui si stanno ispirando molti Stati che hanno allo studio normative per la tutela dal fumo passivo. Questo ci sprona ancor di più a proseguire una battaglia culturale che vedrà ulteriori e importanti cambiamenti risolutivi per la salute di tutti i cittadini.
Livia Turco
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41ª GIORNATA MONDIALE DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI
Thursday, 17/5/2007
Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali
41ª GIORNATA MONDIALE DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI
Tema: “I bambini e i mezzi di comunicazione: una sfida per l’educazione.”
20 maggio 2007
Messaggio del Santo Padre
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Cari Fratelli e Sorelle,
1. Il tema della 41ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, “I bambini e i mezzi di comunicazione: una sfida per l’educazione”, ci invita a riflettere su due aspetti che sono di particolare rilevanza. Uno è la formazione dei bambini. L’altro, forse meno ovvio ma non meno importante, è la formazione dei media.
Le complesse sfide che l’educazione contemporanea deve affrontare sono spesso collegate alla diffusa influenza dei media nel nostro mondo. Come aspetto del fenomeno della globalizzazione e facilitati dal rapido sviluppo della tecnologia, i media delineano fortemente l’ambiente culturale (cf. Giovanni Paolo II, Lett. ap. Il Rapido Sviluppo, 3). In verità, vi è chi afferma che l’influenza formativa dei media è in competizione con quella della scuola, della Chiesa e, forse, addirittura con quella della famiglia. “Per molte persone, la realtà corrisponde a ciò che i media definiscono come tale” (Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, Aetatis Novae, 4).
2. Il rapporto tra bambini, media ed educazione può essere considerato da due prospettive: la formazione dei bambini da parte dei media e la formazione dei bambini per rispondere in modo appropriato ai media. Emerge una specie di reciprocità che punta alle responsabilità dei media come industria e al bisogno di una partecipazione attiva e critica da parte dei lettori, degli spettatori e degli ascoltatori. Dentro questo contesto, l’adeguata formazione ad un uso corretto dei media è essenziale per lo sviluppo culturale, morale e spirituale dei bambini.
In che modo questo bene comune deve essere protetto e promosso? Educare i bambini ad essere selettivi nell’uso dei media è responsabilità dei genitori, della Chiesa e della scuola. Il ruolo dei genitori è di primaria importanza. Essi hanno il diritto e il dovere di garantire un uso prudente dei media, formando la coscienza dei loro bambini affinché siano in grado di esprimere giudizi validi e obiettivi che li guideranno nello scegliere o rifiutare i programmi proposti (cfr Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 76). Nel fare questo, i genitori dovrebbero essere incoraggiati e sostenuti dalla scuola e dalla parrocchia, nella certezza che questo difficile, sebbene gratificante, aspetto dell’essere genitori è sostenuto dall’intera comunità.
L’educazione ai media dovrebbe essere positiva. Ponendo i bambini di fronte a quello che è esteticamente e moralmente eccellente, essi vengono aiutati a sviluppare la propria opinione, la prudenza e la capacità di discernimento. È qui importante riconoscere il valore fondamentale dell’esempio dei genitori e i vantaggi nell’introdurre i giovani ai classici della letteratura infantile, alle belle arti e alla musica nobile. Mentre la letteratura popolare avrà sempre il proprio posto nella cultura, la tentazione di far sensazione non dovrebbe essere passivamente accettata nei luoghi di insegnamento. La bellezza, quasi specchio del divino, ispira e vivifica i cuori e le menti giovanili, mentre la bruttezza e la volgarità hanno un impatto deprimente sugli atteggiamenti ed i comportamenti.
Come l’educazione in generale, quella ai media richiede formazione nell’esercizio della libertà. Si tratta di una responsabilità impegnativa. Troppo spesso la libertà è presentata come un’instancabile ricerca del piacere o di nuove esperienze. Questa è una condanna, non una liberazione! La vera libertà non condannerebbe mai un individuo - soprattutto un bambino - all’insaziabile ricerca della novità. Alla luce della verità, l’autentica libertà viene sperimentata come una risposta definitiva al “sì” di Dio all’umanità, chiamandoci a scegliere, non indiscriminatamente ma deliberatamente, tutto quello che è buono, vero e bello. I genitori sono i guardiani di questa libertà e, dando gradualmente una maggiore libertà ai loro bambini, li introducono alla profonda gioia della vita (cf. Discorso al V Incontro Mondiale delle Famiglie, Valencia, 8 Luglio 2006).
3. Questo desiderio profondamente sentito di genitori ed insegnanti di educare i bambini nella via della bellezza, della verità e della bontà può essere sostenuto dall’industria dei media solo nella misura in cui promuove la dignità fondamentale dell’essere umano, il vero valore del matrimonio e della vita familiare, le conquiste positive ed i traguardi dell’umanità. Da qui, la necessità che i media siano impegnati nell’effettiva formazione e nel rispetto dell’etica viene visto con particolare interesse ed urgenza non solo dai genitori, ma anche da coloro che hanno un senso di responsabilità civica.
Mentre si afferma che molti operatori dei media vogliono fare quello che è giusto (cf. Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, Etica nelle comunicazioni sociali, 4), occorre riconoscere che quanti lavorano in questo settore si confrontano con “pressioni psicologiche e dilemmi etici speciali” (Aetatis novae, 19) che a volte vedono la competitività commerciale costringere i comunicatori ad abbassare gli standard. Ogni tendenza a produrre programmi - compresi film d’animazione e video games - che in nome del divertimento esaltano la violenza, riflettono comportamenti anti-sociali o volgarizzano la sessualità umana, è perversione, ancor di più quando questi programmi sono rivolti a bambini e adolescenti. Come spiegare questo “divertimento” agli innumerevoli giovani innocenti che sono nella realtà vittime della violenza, dello sfruttamento e dell’abuso? A tale proposito, tutti dovrebbero riflettere sul contrasto tra Cristo che “prendendoli fra le braccia (i bambini) e imponendo loro le mani li benediceva” (Mc 10,16) e quello che chi scandalizza uno di questi piccoli per lui “è meglio per lui che gli sia messa al collo una pietra da mulino” (Lc 17,2). Faccio nuovamente appello ai responsabili dell’industria dei media, affinché formino ed incoraggino i produttori a salvaguardare il bene comune, a sostenere la verità, a proteggere la dignità umana individuale e a promuovere il rispetto per le necessità della famiglia.
4. La Chiesa stessa, alla luce del messaggio della salvezza che le è stato affidato, è anche maestra di umanità e vede con favore l’opportunità di offrire assistenza ai genitori, agli educatori, ai comunicatori ed ai giovani. Le parrocchie ed i programmi delle scuole oggi dovrebbero essere all’avanguardia per quanto riguarda l’educazione ai media. Soprattutto, la Chiesa vuole condividere una visione in cui la dignità umana sia il centro di ogni valida comunicazione. “Io vedo con gli occhi di Cristo e posso dare all’altro ben più che le cose esternamente necessarie: posso donargli lo sguardo di amore di cui egli ha bisogno” (Deus Caritas Est, 18).
BENEDICTUS XVI
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Sicurezza stradale per i bambini: I consigli dell’Aci
Sunday, 29/4/2007
L’inesperienza ed immaturità dei bambini fanno sì che essi, circolando sulla strada, affrontino i pericoli in modo diverso da un adulto. Già, a causa della loro ridotta altezza, hanno un panorama visivo più limitato rispetto ad un adulto: come si vede dal disegno, non possono percepire la presenza di un veicolo nascosto dietro un altro, mentre la stessa valutazione di distanze e dimensioni - applicando il metodo della “triangolazione” usato dal cervello - può risultare influenzata dalla minore base di misurazione.
Per lo stesso motivo, non sono in grado di valutare correttamente la velocità di avvicinamento di oggetti. Questa valutazione avviene infatti grazie ad un complesso procedimento di confronto tra i diversi angoli visuali dello stesso oggetto man mano che esso si avvicina ed il tempo impiegato per la variazione degli angoli, comparando inoltre il tutto con precedenti esperienze.
Nel bambino queste esperienze sono molto minori, mentre lo stesso processo di confronto tra angoli e tempi è più lento e meno preciso. Inoltre, gli oggetti in movimento sono percepiti come successione di immagini isolate, sulle quali l’attenzione viene concentrata per un periodo molto inferiore rispetto ad un adulto. Ed ancora, non hanno esperienza e non sanno valutare quanto spazio è necessario ad un veicolo per fermarsi; hanno una visione periferica ancora imperfetta, che impedisce loro di percepire dettagli importanti con la “coda dell’occhio”; hanno più difficoltà a localizzare l’origine e la direzione di provenienza dei suoni; hanno un concetto “magico” della realtà e si aspettano che i veicoli si fermino per il solo fatto che stanno attraversando la strada. Non si deve trascurare poi che, nella ricerca della soddisfazione di alcuni “bisogni elementari” (tra cui soprattutto il gioco) difficilmente tengono conto della situazione in cui si trovano. Ma anche certe “urgenze psicologiche” (non far tardi a scuola, raggiungere un certo luogo) fanno dimenticare i pericoli della strada; spesso, nel ritorno da scuola, è più facile che abbandonino certe regole di prudenza proprio in prossimità di casa: è la cosiddetta “sindrome del nido” (presente anche negli adulti), che fa diminuire l’attenzione proprio perché si considera ormai compiuta l’attività che la richiede. Ed è anche normale che, nella loro evoluzione psicologica ed emotiva, attraversino fasi alterne di eccesso di prudenza e di eccesso di spavalderia: i bambini non si comportano e non reagiscono tutti nello stesso modo. In conclusione, il bambino percepisce, valuta, ragiona e si comporta in modo diverso da un adulto e da lui non ci si può attendere un comportamento conforme agli “standard di sicurezza” tipici di un mondo adulto. Di tutti questi elementi devono sempre tener conto anche i conducenti di veicoli. Pertanto, il loro rapporto con i piccoli utenti della strada dovrà svolgersi in modo corrispondente a questa diversità.
In generale, i bambini che iniziano presto ad utilizzare la strada - in bicicletta o a piedi, accompagnati da un adulto che indica e pratica comportamenti corretti ed evidenzia i possibili pericoli - sviluppano più rapidamente e meglio le abilità e le capacità utili per circolare in sicurezza. Nella spiegazione delle “regole” occorre però assicurarsi di utilizzare un linguaggio comprensibile al bambino e di chiarire anche il “perché” di quelle regole.
L’esempio dell’adulto è di fondamentale importanza, sia per i comportamenti corretti e prudenti che per quelli sbagliati. Occorre anche tener conto che certi “adattamenti delle regole” tipici degli adulti (ad esempio attraversare la strada con semaforo pedonale rosso oppure di corsa) possono essere di difficile comprensione e applicazione da parte di un bambino e possono essere interpretati ed eseguiti in modo sbagliato.
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