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No al calcio violento
2/3/2007
Pugno di ferro contro la violenza negli stadi. Le Commissioni Affari Costituzionali e Giustizia di Palazzo Madama hanno ritoccato alcuni punti del decreto Amato, ed ora, secondo il viceministro agli Interni Marco Minniti, “è un decreto migliore e più forte”. Nel mirino, in particolare, gli striscioni (pene fino a 5 anni per striscioni e cori offensivi e razzisti) e i biglietti (non più di 4 a persona)
Intanto, i bambini della 4° elementare della scuola primaria San Giuseppe di Vicenza, commentano sulle pagine di Giacomino i tragici fatti di Catania.
Signori giornalisti, siamo i bambini di 4°B della scuola primaria di San Giuseppe in provincia di Vicenza .In classe abbiamo letto il vostro articolo tratto da Popotus “Domenica si gioca . Di già ?�? dell’ 8 Febbraio 2007 .Il fatto successo a Catania è molto grave perché è stato ucciso un agente di polizia dai tifosi , e questo ci ha molto indignati perché lui era lì per proteggere le persone. Secondo noi i tifosi si sono comportati male e ci hanno delusi; siamo dispiaciuti soprattutto perché è stato ucciso il papà di una bambina che ha più o meno la nostra età.Secondo noi la violenza è brutta perché fa soffrire le persone e non le rispetta.
Lo sport invece è bello, ma lo sarebbe ancora di più se non si giocasse sporco e se si rispettassero le regole.
Anche alcuni di noi, quando in palestra facciamo i giochi di squadra , vogliono sempre vincere o prendono in giro chi è più debole , ma con la discussione cerchiamo di risolvere i problemi. Secondo noi è importante imparare ad essere un tifoso corretto e ad accettare anche le sconfitte. Abbiamo voluto scrivere questa lettera perché forse noi bambini riusciamo a capire meglio le regole dello sport e ci sforziamo di non infrangerle anche se lo spirito competitivo è forte.
Noi bambini vorremmo darvi dei consigli : giocare con passione, non farlo solo per soldi e non giocare sporco.
Aspettiamo una risposta
Cordiali saluti.
Signor presidente Pancalli,
noi alunni della 4°B della scuola primaria di S. Giuseppe di Cassola, in provincia di Vicenza, abbiamo letto e discusso un articolo tratto dal giornalino chiamato “Popotus�?, dedicato ai ragazzi .
Questo articolo parlava della grave vicenda accaduta durante una partita di calcio tenutasi a Catania.Ci ha colpito l’uccisione di un agente di polizia, che era lì per svolgere il suo lavoro, cioè proteggere i tifosi. Sapere che è stato ucciso da persone poco più grandi di noi ci ha rattristato. Questo avvenimento inaspettato ha causato: la sospensione delle partite e stadi a porte chiuse. Di fronte a queste tragedie e agli episodi di violenza noi abbiamo provato dispiacere, ma anche incredulità e confusione perché ciò non segue più lo spirito dello sport. Per noi lo sport è bello, anche se a volte è faticoso; non bisogna giocare sporco perché altrimenti ti senti male. Essere tifosi corretti significa essere leali. Invece di usare la violenza si devono usare le parole, perché la prepotenza è una cosa molto brutta e molto dolorosa. Vi abbiamo voluto scrivere questa lettera perché non vogliamo che accadano più episodi come questo.
Aspettiamo un risposta
Gentili giornalisti, siamo i bambini di classe 4°B della scuola primaria di S. Giuseppe, in provincia di Vicenza. A scuola abbiamo letto l’articolo intitolato “DOMENICA SI GIOCA. DI GIA?�? uscito l’otto febbraio,tratto da Popotus, un giornale di attualità dedicato ai ragazzi. In esso si parlava dei gravi fatti accaduti durante una partita di calcio a Catania, che hanno portato all’uccisione di un poliziotto; purtroppo, spesso succedono disordini, atti di violenza durante e dopo le partite. Noi crediamo che la violenza sia una minaccia, quindi brutta. Mentre noi bambini pensiamo che lo sport serva a farci capire che non bisogna solo vincere ma imparare anche a saper perdere; ci aiuta a crescere, è un modo per divertirci insieme e per imparare a diventare dei tifosi leali e corretti. Sappiamo che per i calciatori lo sport non è solo divertimento è anche un lavoro, quindi sono pagati per farlo, ma lo spirito di qualsiasi sport è giocare in modo corretto e non usare la violenza.Chiediamo gentilmente che facciate conoscere il più possibile le opinioni di noi bambini.
Cordiali saluti.
I bambini di quarta
Scuola Primaria “ S. PIO X�?
Classe IV°B
Viale S. Giuseppe
36067 S. Giuseppe di Cassola (VI)
e-mail: segreteria@scuolesangiuseppe.org
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Bill Gates proibisce alla figlia di usare il computer per più di 45 minuti al giorno
22/2/2007
Quando si tratta di mettere regole ai propri figli, Bill Gates è un papà come tutti gli altri. E nonostante le proteste della giovane Jennifer, mette il lucchetto al computer della figlia di 10 anni: non più di 45 minuti al giorno durante la settimana e 1 ora nei festivi. Escluso il tempo per fare i compiti, naturalmente.
Che uomo! Che esempio per tutti i genitori!
La piccola Jennifer Katharine Gates non era una fanatica del computer fino a quest’anno, quando ha cominciato a frequentare una scuola dove il PC è pane quotidiano sia per fare i compiti che per giocare e socializzare. Ed ha scoperto i videogiochi come Viva Pinata (dove fa la giardiniera) che la tenevano incollata al computer per due o tre ore al giorno. A quel punto papà Bill e mamma Melinda sono corsi ai ripari e hanno razionalizzato l’uso del PC per la figliola.
L’aneddoto familiare di per sé non ha nulla di eccezionale se i protagonisti della scenetta non fossero i membri della famiglia Gates. E la notizia non sarebbe mai venuto alla ribalta delle prime pagine dei giornali (o sarebbe rimasta appannaggio di una ristretta cerchia di amici) se papà Bill non l’avesse usata ad una conferenza stampa ad Ottawa per ricordare che Vista, il nuovo sistema operativo di casa Microsoft, consente ai genitori di controllare i siti visitabili dai ragazzi e registra portali e chat usate.
Ma tutto sommato, va bene così. Che Bill e Melinda siano da esempio per i genitori. E non solo. E’ risaputo, infatti, che Sua Emittenza ha scelto per i propri figli scuole steineriane che sconsigliano vivamente di guardare la TV. Ma la scelta di Silvio Berlusconi non fu né ostentata (forse perché non aveva un sistema operativo di controllo TV da presentare alla stampa) né tantomeno presa ad esempio dai genitori italiani.
La comunicazione, però, può fare miracoli. E Silvio ne è egregio maestro.
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Bibi:un viaggio nel tempo
19/2/2007
Dal 3 al 24 marzo, alla biblioteca di Melegnano (MI) è allestita la mostra “Bibi: un viaggio nel tempo”, a cura di Angela Huemer, regista tedesca appassionata lettrice di Bibi.
La mostra è dedicata a Karin Michaëlis, la scrittrice danese che tra le due guerre creò il personaggio di Bibi. I sei libri di avventure di Bibi, bambina libera, coraggiosa e indipendente, tennero compagnia a un ‘intera generazione di ragazzine italiane, ma anche di ragazzini, che quella libertà potevano soltanto sognarla.
La mostra darà modo ai visitatori di entrare nel mondo di Karin e Bibi, di vedere come è diventato il mondo che Bibi ha esplorato e di incontrare alcuni dei lettori e lettrici di prima e seconda generazione.
Sono esposte le lettere di alcuni dei più famosi amici della scrittrice, come Albert Einstein e Bertolt Brecht. Karin Michaëlis, attivista per i diritti umani e femminista “sui generis”, si prodigò con generosità straordinaria per aiutare i perseguitati dal nazismo.
La mostra è stata allestita a Colonia, a Salisburgo, alla Casa della letteratura di Copenaghen e nello scorso mese di gennaio a Sesto san Giovanni. Ha il patrocinio del settore cultura della Provincia di Milano e dell’Ambasciata di Danimarca.
L’inaugurazione è alle ore 17 di sabato 3 marzo. Per i bambini ci sarà un anteprima alle 16 con una performance teatrale di Mara Sfondrini. Per partecipare alla rappresentazione è necessaria la prenotazione.
Per le lettrici e i lettori di Bibi è previsto un incontro con Angela Huemer e Marina Morpurgo, giornalista e scrittrice, fissato per lunedì 5 marzo 2007, alle ore 21. L’incontro vuole far conoscere generazioni di lettrici e lettori di Bibi e di Karin Michaëlis.
Inoltre nei sabati 10, 17 e 24 marzo, alle ore 16, in biblioteca ci sarà la merenda letteraria con Bibi, una lettura in tre puntate del primo libro, a cura di Adriana Milani, lettrice ufficiale.
Durante il periodo della mostra sono inoltre previste visite guidate e animazioni teatrali e letterarie per le classi.
Biblioteca Comunale “Carlo Emilio Gadda”
piazza delle Associazioni
20077 MELEGNANO MI
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E’ consultabile su Internet l’Anagrafe Canina Nazionale
2/2/2007
L’Ente Nazionale per la Protezioe degli animali sta facendo i salti di gioia: da oggi, infatti, l’Anagrafe Canina Nazionale è pubblicata sul sito del Ministero della Salute. Rintracciare il proprietario di un cane sarà, grazie a questo strumento, molto più semplice.
“Finalmente dopo anni di proposte, richieste, riunioni e commissioni – ha dichiarato Paolo Spicacci, delegato Enpa nella Commissione ministeriale randagismo – il Ministero della Salute ha deciso di mettere in rete il Portale contenente l’area tematica dedicata agli animali da compagnia ed in particolare all’Anagrafe Canina Nazionale�?.
“Questo lo si deve soprattutto al grande impegno sia dei funzionari del Ministero che delle associazioni animaliste che nel corso degli anni (troppi a dire il vero) hanno cercato in tutti i modi di arrivare a questo risultato. Da oggi chi trova un cane potrà verificare attraverso questo portale il microchip o il tatuaggio per risalire al proprietario�?.
“È un grande passo in avanti. L’impegno dell’Enpa è e sarà sempre quello di stare dalla parte degli animali e di mettere in atto qualsiasi strumento possa favorire il benessere degli animali a cominciare da quello di poter ritrovare un padrone perduto. E’ un primo importante passo del quale dobbiamo essere fieri e contenti�?.
http://www.ministerosalute.it/caniGatti/caniGatti.jsp
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Il ministro della Sanità si preoccupa della fertilità degli italiani
2/2/2007
Adolescenti fino a 34 anni: è l’immagine degli italiani che emerge da uno studio dell’Istituto Italiano di Medicina Sociale. La sindrome di Peter Pan colpisce il 45 per cento dei giovani fra i 30 e i 34 anni: quelli che dovrebbero essere i genitori di domani.
I nostri maschi tardano a mettere su famiglia perché hanno difficoltà a trovare lavoro, ha spiegato il direttore generale dell’istituto Giovani Pirone, e di conseguenza aspettano a mettere al mondo un figlio.
Mamme e papà di questi adolescenti cresciuti fanno la loro parte e non aiutano certo i pargoli a lasciare il nido: appena il 18% dei genitori pensa che un figlio debba uscire di casa alla maggiore eta’.
Sono soprattutto le madri ad essere contrarie, pensando che l’età giusta per lasciare la famiglia sia attorno ai 26 anni. Anche i figli considerano questo il momento ideale ma alla fine non varcano la porta di casa prima dei 30.
Ci si sposa ma non ci si allontana: quasi la metà delle nuove coppie va ad abitare entro un chilometro dalla casa dei genitori dell’uno o dell’altra: del resto, se le giovani coppie pensano di mettere al mondo un figlio sanno che devono poter contare sulla presenza dei nonni per poter continuare a lavorare.
I genitori di domani vorrebbero avere almeno due figli ma ne mettono al mondo solo uno. Un bambino su quattro ha una mamma con più di 34 anni e i nonni non fanno un tifo esagerato affinché la casa si popoli di un esercito di nipoti: solo la metà delle madri che ha una figlia con un bambino la invoglia a farne un altro: se poi i nipotini sono già due, le nonne frenano.
‘’Aiutiamo, sosteniamo, informiamo i giovani affinché possano vivere la possibilità di diventare genitori come un bene da tutelare. E questo e’ possibile promuovendo la cultura della genitorialità attraverso un’adeguata informazione scientifica sui temi della sessualità e della procreazione. Ma, altro elemento importante e’ che dobbiamo promuovere quei corretti stili di vita che caratterizzano l’età adolescenziale'’, ha spiega Dorina Bianchi, vicepresidente della Commissione Affari Sociali della Camera, promotrice e presidente del Convegno a Roma ‘’Sapere oggi per essere genitori domani'’. Questo delicato equilibrio fra maturità e adolescenza prolungata e’ uno dei fattori che hanno contribuito in questi anni a frenare paurosamente le nascite in Italia, tanto da porre la questione fertilità nell’agenda del ministro della Salute che ha predisposto un piano nazionale per la prevenzione della sterilità con l’obiettivo di mantenere a lungo la fertilità nella popolazione e di prevenire i fattori di infertilità. Tra le misure che scaturiranno collegate a questo lavoro ci sarà anche una campagna di comunicazione con particolare attenzione nei confronti dei giovani. ‘’Non possiamo rassegnarci a consegnare ai nostri figli una società sterile ‘’ ha detto annunciando anche un lavoro con il ministro della famiglia Rosy Bindi per valorizzare i consultori. ‘’Le ragazze di oggi guardano al matrimonio come ad un appuntamento lontano. E alla maternità come ad un evento probabile, non scontato, sicuramente lontano. E quando la cicogna arriva, la gravidanza e’ vissuta con un’enorme apprensione'’ ha raccontato Massimo Moscarini, presidente dell’Associazione Ginecologi Universitari Italiani (AGUI). E una ragazza su 3 non nasconde, ha aggiunto lo psicoterapeuta Federico Bianchi di Castelbianco, di avere una vera e propria paura nei confronti di una futura maternità.
Oltre il 50% dei ragazzi considera l’evento come una scocciatura. A cambiare le cose saranno forse gli oltre cinquecentomila studenti con cittadinanza non italiana nel nostro Paese, che provengono da oltre 187 Paesi del mondo, ha spiegato Aldo Morrone e’ Direttore della Struttura Complessa di Medicina Preventiva delle Migrazioni all’Ospedale San Gallicano Un’integrazione che, sottolinea, non deve essere omologazione perche’ le donne straniere portano con loro anche dei comportamenti e saperi positivi e che comunque sono il frutto di millenni di cultura e tradizione.
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Audizioni per il coro Le Matite Colorate
29/1/2007
Due Nuove Audizioni per entrare nel coro
“Le Matite Colorate�?
lunedì 29 gennaio e lunedì 5 febbraio
dalle 17.00 alle 18.30
presso la Sede del Coro, la Basilica di Santa Croce in Gerusalemme.
Se avete fra gli 8 e i 12 anni e vi piace cantare “Le Matite Colorate�?vi aspettano.
Due gli appuntamenti riservati ai ragazzi e alle ragazze che vogliono entrare a far parte del coro:
lunedì 29 gennaio e lunedì 5 febbraio dalle ore 17.00 alle ore 18.30
Per l’audizione è necessario preparare una canzone a scelta.
Per gli ammessi è previsto un periodo di prova.
Le audizioni sono gratuite.
Per maggiori informazioni:
“Le matite colorate�?
Tel 06.7014769-111 –
cell. 3460179034
Piazza Santa Croce in Gerusalemme, 12
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Racconti dal Mondo
26/1/2007
Racconti dal Mondo è un viaggio che parte dalla tradizione affabulatoria italiana: da lì corre a ritroso nel tempo, verso i racconti delle tribù Huicholes del Messico, poi raggiunge le montagne della regione di Madriz in Nicaragua e scivola tra le tende della comunità Saharawi in Algeria, per finire sotto un grande carrubo, lì dove una zia, nei caldi pomeriggi dell’estate pugliese, raccontava le avventure di personaggi dai nomi strani.
La fiaba è un fenomeno culturale, i suoi contenuti fantastici non sono solo un piacevole passatempo per i più piccoli, ma hanno radici nella realtà storica più profonda dell’uomo e, per questo, sono l’occasione per capire altri modi di vivere, spazialmente lontani da noi. Per un momento, Racconti dal Mondo vuole creare una condivisione interculturale reale per i bambini, perché ogni favola porta con sé tutte le sfumature culturali dalle quali ha preso vita. Racconti dal mondo è la prova che qualcosa di magico si può fare conoscendo e raccontando le storie dei popoli, riconoscendo l’unicità prima di guardare alle differenze.
Questo spettacolo nasce dalle leggende raccolte dalla compagnia Residui Teatro durante progetti di cooperazione internazionali in Nicaragua e nei campi profughi Saharawi (2004). Durante lo spettacolo ci sarà la proiezione di foto che descrivono la vita dei bambini di questi paesi.La storia Il Regno di Terra e di Sole tratta dallo spettacolo ha accompagnato UN CAMPO RIFUGIATI IN CITTÀ progetto di informazione e sensibilizzazione di MEDICI SENZA FRONTIERE Italia.
Teatro Ygramul
Domenica 28 gennaio ’07 ore 18.00
via n.m. nicolai 14, Roma
Info: 0641229951
IIIa Rassegna di teatro per bambini
Domenica 4 febbraio ’07 ore 16.30
Teatro delle Palline
Via del Verano 39, Roma
Info: 3398663690 -3339681335
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La Tv dei ragazzi non piace ai ragazzi
25/1/2007
I bambini italiani tra gli 8 e gli 11 anni ai programmi TV per ragazzi preferiscono i programmi per adulti, specialmente “Striscia la notizia” e “Camera cafè’.
Lo rivela una indagine condotta su un campione multiregionale di 1212 scolari e scolare di Sicilia, Toscana, Abruzzo, Veneto e Friuli Venezia Giulia dal prof.Francesco Pira, docente di comunicazione sociale e Pubblica all’Universita’ di Udine. I bambini copiano gli adulti anche in materia di preferenza multimediale. Come gli adulti, infatti, essi leggono poco, sono molto occupati da videogiochi e cellulari, non amano i telegiornali a loro destinati.
Il 34% degli intervistati - secondo la Ricerca che diventera’ un libro con la prefazione del ministro Livia Turco - legge da 1 a 5 libri l’anno; il 16% usa la mail;l’80% possiede videogiochi ed il 61% il cellulare che il 31% tiene acceso anche di notte; il 58% invia da uno a 3 sms al giorno.
I dati emersi sono stati confrontati con quelli di indagini precedenti e svolte anche da istituti di ricerca, associazioni di volontariato e di genitori e istituzioni.
Nella top ten dei programmi più seguiti, Mediaset fa manbassa. Il 68,73% vede Camera Cafe’, il 61,06% Striscia la notizia, il 59,24 i Simpson, il 57,34% Zelig, il 43,15% Le Iene, il 26,90% il Grande Fratello, il 24,67% Amici, il 20,71% la Melevisione della Rai, e sempre della tv pubblica soltanto il 18,89% il GT Ragazzi.
In coda alla classifica anche Uomini e Donne 9,5% e Centrovetrine 8,75%. Mtv con Playground ottiene il 13,04%.
“Si conferma il basso gradimento - spiega il coordinatore della Ricerca prof. Francesco Pira - dei programmi per ragazzi. I reality trovano spazio nella tv vista dai bambini a partire dal Grande Fratello. Ci troviamo di fronte a bambini “adultizzati” che guardano la tv degli adulti. In essa trovano modelli di riferimento nei quali riconoscersi e con i quali confrontarsi. E’ chiaro che se facciamo riferimento alle critiche che piovono da piu’ parti sulla televisione italiana, sull’invadenza di reality, le risposte che i bambini hanno fornito dovrebbero generare più di una reazione. Una piccola speranza puo’ arrivare dai palinsesti della tv satellitare”.
968 bambini su 1210 alla domanda possiedi videogiochi hanno risposto sì: il 90% maschi ed il 72% femmine. L’80% degli intervistati possiede videogiochi.
Analizzando la tipologia il genere avventura risulta il più gettonato con il 63,53% seguito da sport 58,65, combattimento 38,43%.
“Anche i gusti in fatto di videogiochi - sostiene Pira - sono sempre più vicini tra bambine e bambini. Sentendo maschi e femmine troviamo ai primi posti avventura e sport.
Nel caso degli scolari il primato va allo sport con il 68% seguito da quelli di avventura al 63%. Mentre le scolare prediligono l’avventura nel 63% dei casi contro lo sport al 48%”.
I bambini hanno raddoppiato il tempo che dedicano ai videogiochi rispetto ad una precedente indagine del 2001 ed e’ cresciuta anche la percentuale di bambini che gioca queste ore tutte di seguito. Dal 28% del 2001 al 32,5% del 2006.
L’89% del campione ha risposto di avere un computer. Il 60% ha dichiarato di non averlo in camera ed 40% si. Alla domanda, in che momento della giornata utilizzi il computer, i bambini hanno selezionato più opzioni con una predilezione nella maggioranza dei casi per il pomeriggio 78%, seguito dalla sera 40,6%. Il 72% dei bambini che possiedono un Pc dichiarano di stare al computer per un’ora ed un quarto, tutte di seguito il 57,4%.
“Poco più della metà dei bambini - sottolinea il Coordinatore della Ricerca - che possiedono un computer dichiarano di utilizzare internet. Alcuni scrivono espressamente di non utilizzarlo mai, di non avere una connessione o di usarlo di rado. Per coloro che hanno accesso a internet l’utilizzo prevalente e’ la navigazione nei siti, spesso per scopo di ricerca e supporto allo studio. Risponde infatti così il 69% del campione, chatta il 10%, utilizza email il 16% e partecipa a blog il 5%”.
Il 61% dichiara di possedere un telefono cellulare ed il 39% dice di non averlo.
Gli aspetti più rilevanti si evidenziano nel rapporto per macro aree. Al nord, unica eccezione, abbiamo un rapporto rovesciato, il 55% dichiara di non possedere il telefono cellulare a fronte di un 45% che dichiara di averlo. Al centro il 76% lo possiede con il 24%. Il massimo lo raggiungiamo al sud con addirittura il 90% di bambini che hanno il telefono e solo il 10% che non lo ha. I maschietti superano le femminucce: il il 70% di loro ha il cellulare. Le bimbe rispondono con un buon 65%.
“Questo dato - stigmatizza Francesco Pira - non ci sorprende vista la diffusione della telefonia mobile nel nostro paese, infatti quando abbiamo chiesto chi in famiglia possedesse il cellulare abbiamo rilevato delle percentuali che rasentano il 100%. Le mamme si assicurano il primato con il 93%, i papà con il 92%, fratelli e sorelle 47% e altri componenti il 16%. E il trend non cambia lungo lo stivale”.
I motivi per i quali il cellulare viene utilizzato vedono al primo posto l’invio di sms, al secondo per cercare un amico, quindi per scaricare musica e infine per inviare mms”.
Per quanto riguarda il numero delle ricariche mensile il campione dichiara di farne una (49%),due (26%) e tre (25%) con una spesa media di 12 euro.
I bambini che dichiarano di fare in media tra 1 e 3 telefonate sono il 63%, alcuni spiegando che lo usano poco o nulla o soltano per le emergenze. Il 21% dichiara di farne un uso piu’ intenso con piu’ di 5 telefonate. Il 16% che fa da 3 a 5 telefonate al giorno.
Il 58% invia da 1 a 3 sms al giorno, il 21% da tre a cinque, il 13% da 6 a 10, l’8%.
“Al termine di questa ricerca - conclude il prof. Francesco Pira - rileviamo come dai dati emerge chiaramente che la famiglia deve recuperare un suo ruolo fondamentale. Genitori e nonni, devono aiutare i bambini nel processo evolutivo senza presentare le nuove tecnologie come delle diavolerie incontrollabili. E poi la formazione. In Italia dobbiamo scoprire la magia e l’importanza della formazione permanente.
Le Istituzioni devono, come si sta già facendo in alcune regioni, programmare dei corsi di formazione per genitori sulle nuove tecnologie e dei corsi di aggiornamento per gli insegnanti. Educare gli adulti a comprendere i media perchè siano in grado di interpretarli e utilizzarli con figli e nipoti. Le tecnologie devono diventare patrimonio di tutta la famiglia e non soltanto dei piu’ piccoli per farli stare buoni”.
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Arriva l’influenza
24/1/2007
Si chiama Wisconsin ma non e’ lo stato degli Stati Uniti bensi’ il soprannome del virus H3N2 che combinato ai ceppi Nuova Caledonia e Malaysia portera’ in giro l’influenza 2007, detta “l’Americana”. I medici invitano a prevenirlo vaccinandosi e in caso di contagio a combattere il virus con farmaci antivirali e non con gli antibiotici. “Quella di quest’anno non e’ diversa da quella degli anni passati: i sintomi sono febbre alta, forte mal di testa, difficolta’ respiratorie e dolore diffuso”, ha detto ai giornalisti in sala il prof. Giampiero Carosi, presidente della Societa’ italiana di malattie infettive e tropicali che ha sottolineato come l’influenza sia un fenomeno virale e quindi non vada trattata con antibiotici. “L’antibiotico non va usato per tre motivi: primo non fa nulla perche’ l’influenza e’ un fenomeno virale, secondo possiamo creare delle resistenze ai batteri gia’ presenti nel corpo e se siamo alle prese con una complicazione dell’influenza, come una polmonite, il medico non riesce a capire l’agente scatenante del fenomeno nel paziente”, ha aggiunto Carosi indicando nei vaccini e negli antivirali l’unica soluzione rapida alla sindrome.
L’influenza colpisce ogni anno circa il 10% della popolazione italiana e questo comporta costi ingenti in termini sia di sanita’ nazionale che di produttivita’. L’economista Carlo Lucioni, direttore di Ricerca dell’Istituto di Economia Sanitaria ha presentato alcuni dati sui costi legati alla sindrome virale questa mattina in un convegno a Milano organizzato dalla Societa’ italiana di Medicina generale e da quella di Malattie infettive e tropicali. “Il costo medio dell’influenza per paziente in Italia si aggira attorno ai 330 euro”. A comporre questo dato sono i costi medi diretti legati alle visite, ai ricoveri e ai farmaci (36 euro per paziente) e i costi indiretti generati dalle assenze da scuola e lavoro che ammontato a circa 329 euro per paziente, secondo la ricerca condotta dallo stesso Lucioni. “Nel caso di pazienti a rischio, come gli anziani, sono i costi diretti a incidere di piu’, mediamente 4 volte rispetto a un paziente non a rischio”, sostiene Lucioni che sottolinea come i veri danni siano quelli provocati alla produttivita’ quando a essere colpito e’ un lavoratore “perche’ per la breve durata dell’assenza le aziende non sono capaci di riorganizzarsi”. In Italia le giornate di assenza dal lavoro per episodi di influenza clinicamente diagnosticata sono in media 5, secondo uno studio condotto dai medici di basi. Un dato in linea con l’Europa (in Finlandia sono 4,9, in Francia 4, in Svizzera 4,3) ma che si discosta da quello dei paesi anglosassoni, secondo quanto rilevato da altre ricerche: nel Regno unico sono 2,8 e negli Usa 3,3. (AGI)
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Gentiloni: più tutela per i minori nei programmi TV
23/1/2007
Offerta televisiva: i minori devono essere maggiormente tutelati . Lo ha chiesto il ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni intervenendo alla presentazione della relazione annuale del Comitato per la tutela dei minori. «L’attività di contrasto e di controllo - sottolinea Gentiloni - deve riguardare sempre di più tutta l’offerta televisiva, che non è più quella generalista quotidiana sulla Tv analogica, ma ormai riguarda anche i canali satellitari e sempre di più riguarderà la Tv digitale e la Tv su internet. Il controllo e la difesa dei minori dovrà sempre più riguardare anche queste nuove piattaforme tecnologiche». Il ministro, però, ha anche precisato che la tutela dei minori in tv non può passare solo attraverso un’opera di repressione, sanzioni alle emittenti, a colpi di decreto o con filtri su Internet. «La Rai e le altre emittenti devono promuovere un approccio positivo alle nuove tecnologie - dice Gentiloni - che tenga conto della tutela dei minori. Sicuramente la Rai dovrà lavorare sulla sua programmazione in favore dei minori, e soprattutto per quanto riguarda la fascia degli adolescenti per i quali effettivamente manca una offerta di programmi ad hoc. Prendo atto comunque con soddisfazione, della decisione di inserire nei programmi della Tv digitale un canale riservato ai bambini».
Il presidente del Comitato di tutela per i minori Emilio Rossi, ha sottolineato come in quattro anni di attività siano stati esaminati 1.542 casi, con l’apertura di 453 procedimenti nei confronti delle diverse emittenti. I problemi? Segnalazioni per programmazioni a luci rosse, sulle quali le televisioni hanno dovuto fare marcia indietro. In una cinquantina di casi, inoltre, tramite l’Autorità per le comunicazioni sono state irrogate sanzioni pecuniarie, di cui la più alta è stata quella che ha riguardato il programma Rai «Domenica in», che ha visto una multa di 200mila euro. Per il resto le altre sanzioni hanno riguardato soprattutto film e più in generale la fiction, seguiti dai talk show e i reality show. Settantasette risoluzioni del Comitato hanno riguardato programmi Mediaset, 45 programmi Rai, 14 programmi di La7.
Parlando del nuovo disegno di legge da lui presentato in Parlamento, ha sottolineato gli elementi di difesa di minori sui quali punta. «Meno pubblicità durante la fascia protetta del pomeriggio - dice Gentiloni - un obbligo di programmazione per i minori, il divieto di trailer di programmi vietati ai minori durante la fascia protetta, e l’obbligo di trasmettere il bollino rosso durante tutti i programmi non adatti ai minori».
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