Scuola

La Cassazione multa il genitore che non si accorge che il figlio marina la scuola

Thursday, 18/10/2007

 La Cassazione interviene duramente sull’obbligo scolastico: il genitore deve assicurarsi che il figlio non marini la scuola, altrimenti rischia una multa. A sua discolpa non può invocare che non era stato informato ufficialmente delle assenze. quanto ricorda la Suprema corte che, con la sentenza n. 37400 dell’11 ottobre, ha accolto il ricorso della procura contro la decisione del giudice di pace di Staiti Brancaleone con la quale era stato assolto un papà che non si era accorto delle assenze da scuola delle figlie minori. Lui si era da subito difeso sostenendo che nessuno dell’istituto lo aveva mai avvisato circa l’atteggiamento delle figlie. Il magistrato onorario gli aveva dato ragione. Ma la pubblica accusa ha impugnato la decisione di fronte alla Suprema corte facendo presente che “le assenze non potevano sfuggire a un genitore attento ai suoi doveri di esercente la potestà sulle figlie”. La tesi è piaciuta alla terza sezione penale del “Palazzaccio” che ha annullato l’assoluzione e rinviato la causa al giudice di pace che ora dovrà mettere la parola fine, una volta per tutte, alla vicenda. Solo in alcuni casi l’obbligo di istruzione è, per usare le parole dei giudici, “inattuabile”: e cioè quando c’è “mancanza assoluta di scuole o di insegnanti; lo stato di salute dell’alunno; la disagiata distanza tra scuola e abitazione se mancano mezzi di trasporto e le condizioni economiche dell’obbligato non consentono l’utilizzo dei mezzi privati; il rifiuto volontario ed assoluto del minore non superabile con l’intervento dei genitori e dei servizi sociali).

FAI la tua parte! ACQUA&ENERGIA per scoprire che il mondo è anche nelle nostre mani

Thursday, 18/10/2007

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ACQUA&ENERGIA

ACQUA&ENERGIA 

per scoprire che il mondo è anche nelle nostre mani

La protezione dell’ambiente riguarda tutti noi: i comportamenti quotidiani, le abitudini domestiche, i consumi (… e gli sprechi!) hanno conseguenze decisive sui paesaggi, sul clima, sui monumenti, sul futuro. La creazione di questa coscienza nei ragazzi e nelle famiglie di oggi e di domani è il primo fondamentale passo per la tutela dell’ambiente.

Il progetto Fai la tua parte! Acqua&Energia, in partnership con Indesit Company, si pone l’obiettivo di accrescere nei ragazzi della scuola primaria e della scuola secondaria di I grado la consapevolezza dell’interdipendenza uomo-ambiente e di divulgare corretti comportamenti di rispetto ambientale.

Come?
Alle classi che lo richiedono viene inviato un kit composto da una guida e un Cd-Rom interattivo con informazioni, spunti di lavoro e suggerimenti comportamentali sul tema dell’acqua e dell’energia.

La classe, dopo l’analisi dei contenuti del kit e una conseguente riflessione, individua e attua un proprio programma di azioni ecologiche di rispetto ambientale, che contribuirà non solo a tutelare l’ambiente domestico e scolastico, ma anche a conservare l’ambiente e il paesaggio. Infatti le classi potranno creare il loro carnet di “buone azioni” convalidate dall’insegnante. Comunicate al FAI, le “buone azioni” saranno tradotte, grazie al sostegno di Indesit Company, in progetti concreti di salvaguardia e valorizzazione dei Beni gestiti dal FAI

Per ulteriori informazioni

www.fondoambiente.it/faiscuola

Fioroni ringrazia gli insegnanti. Ieri firmato il nuovo contratto

Monday, 8/10/2007

“Vorrei riassumere il mio messaggio in una parola: grazie�?: così scrive in una lettera agli insegnanti il ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni in occasione della “Giornata mondiale dell’insegnante�? istituita dall’Unesco .
Partendo dal tema di quest’anno, “Insegnanti di qualità per una educazione di qualità per tutti�?, Fioroni sottolinea che “il vero ascensore sociale, il luogo in cui si possono recuperare gli svantaggi e mettere a frutto i talenti sono innanzitutto le nostre scuole. E tutti sanno che dentro le nostre scuole sono gli insegnanti a fare la differenza�?.
“Le istituzioni – continua Fioroni - hanno il compito di mettere gli insegnanti nelle condizioni di svolgere al meglio il proprio lavoro. Non si può chiedere ai nostri docenti di improvvisare continuamente, vivendo in costante stato di emergenza e come Ministro mi sono impegnato a restituire sicurezza e certezze alla nostra scuola�?.
Fioroni ricorda i passi già compiuti che saranno rafforzati con la Finanziaria, primo fra tutti l’abolizione del sistema di reclutamento precarizzante con la progressiva stabilizzazione dei docenti, la programmazione di una nuova modalità di formazione e reclutamento, il superamento della condizione di emergenza in cui si trovano gli insegnanti di sostegno, il potenziamento dei fondi per le attività di aggiornamento. “E’ infine imminente la firma del nuovo contratto. Non mi illudo di risolvere così il problema del trattamento economico degli insegnanti italiani, ma si tratta di un avvio di cammino verso l’Europa�?.

“Credo che una “educazione di qualità per tutti” – aggiunge - sia possibile solo attraverso uno sforzo congiunto a tutti i livelli: studenti, genitori, istituzioni, mondo universitario, professionale ed economico. Il recente decreto che sancisce l’obbligo di recupero dei debiti formativi entro l’inizio dell’anno successivo si muove in questa direzione ed è una richiesta esplicita di responsabilità e di impegno da parte degli studenti.
“Ma tutte le azioni trovano forza e significato solo nel vostro lavoro, in quella libertà di insegnamento che la Costituzione garantisce e che ogni giorno mettete in campo nelle nostre aule, con dedizione e professionalità.
Aggiornamento, lavoro in classe, conseguimento degli obiettivi della scuola di appartenenza, tutto questo – conclude Fioroni - deve diventare materia su cui potenziare il profilo di una nuova professionalità docente che inizi a comportare anche uno sviluppo di carriera�?.

E ieri mattina è stato firmato all’Aran il rinnovo del contratto che riguarda oltre 1.100.000 lavoratori del comparto scuola (circa 850.000 docenti e oltre 250.000 tra assistenti, tecnici ed ausiliari).L’intesa sottoscritta dai sindacati Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda prevede un incremento medio di circa 140 euro per il personale docente e di 100 euro per il personale ATA.

A queste somme vanno aggiunti gli arretrati per il 2006 e per il 2007. I lavoratori della scuola dovrebbero vedere gli effetti dell’aumento con la seconda busta paga del 2008.

‘’E’ stata siglata un’intesa che non ho difficoltà a definire ‘’di svolta'’, perché ci permette finalmente di valorizzare il fattore ‘’P'’, cioè la professionalità, afferma il ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni. ‘’Ma tra gli aspetti più innovativi - prosegue il titolare del dicastero di viale Trastevere - considero anche quello che riconosce un incremento del compenso orario per attività didattiche aggiuntive di 35 euro e di 50 euro l’ora per i corsi di recupero e di sostegno per i ragazzi con debiti formativi. Questo ci consentirà di intervenire precocemente sulle carenze nell’apprendimento'’.

‘’Viene rilanciato - rimarca il ministro della Pubblica Istruzione - il processo di valorizzazione professionale e di carriera per il personale docente, in coerenza con lo sviluppo dei processi di valutazione del sistema nazionale'’.

‘’E soprattutto - fa osservare Fioroni - con l’attribuzione di risorse specifiche per le scuole e tenendo conto delle condizioni iniziali di contesto, vengono ‘’premiate'’ le scuole che conseguono progressi significativi negli apprendimenti degli alunni o che operano con successo nelle situazioni di particolare disagio socio-economico. Per tutti questi motivi - conclude Fioroni - non si può che essere più che soddisfatti'’.

Il business delle vacanze scolastiche

Wednesday, 3/10/2007

Il Vicepresidente del Consiglio, nonchè ministro dei Beni Culturali, Francesco Rutelli, ha lanciato la proposta: allungare le vacanze scolastiche a Natale e a Pasqua per favorire l’industria del turismo italiano. Il Ministro della Pubblica Istruzione ha raccolto l’invito:” Ferma restando la data degli esami di maturità - spiega Fioroni - e i 200 giorni di lezione annui, in base a queste linee guida le regioni potranno valutare la possibilità di allungare le vacanze di Natale o di Pasqua. Ciò nell’interesse delle famiglie e del sistema Paese e soprattutto dei ragazzi che potranno trarre giovamento da pause più lunghe nelle lezioni tra un quadrimestre e l’altro”.

Il dibattito è aperto. Le associazioni dei genitori si stanno mobilitando. Le Regioni stanno facendo sentire la loro opinione.

726mila insegnanti, un milione e 100 mila addetti ai lavori e 7 milioni e 800 mila alunni sono coinvolti in questa maxi operazione cultural-turistico-didattica. La proposta di Rutelli, infatti, parte dal presupposto che lasciando più tempo libero ai ragazzi nel corso dell’anno scolastico, questi si precipiteranno con le loro famiglie nelle città d’arte e nei luoghi di villeggiatura del Bel Paese.

Genitori, ragazzi, insegnanti, ristoratori, albergatori ecc. ecc. cosa ne pensate?

Scrivete le vostre opinioni in merito alla proposta di Rutelli.

Giacomino è pronto a raccogliere le vostre idee

Scuola: tornano gli esami di riparazione

Wednesday, 3/10/2007

Scatterà il 31 agosto l’ora “x�? per gli studenti delle scuole superiori che dovranno dimostrare di aver superato i debiti scolastici. E comunque non oltre la data di inizio delle lezioni dell’anno scolastico.

Il Ministro della Pubblica Istruzione, infatti, ha firmato oggi il decreto che introduce le nuove modalità di recupero dei debiti formativi nelle scuole secondarie superiori.

Il decreto prevede che:

le scuole dovranno organizzare, subito dopo gli scrutini intermedi, interventi didattico-educativi di recupero per gli studenti che abbiano presentato insufficienze.

I Consigli di classe decideranno come organizzare i corsi di recupero, che potranno essere tenuti dagli insegnanti della scuola o con la collaborazione di soggetti esterni.

Dopo i corsi di recupero, che si terranno nel corso dell’anno scolastico, gli studenti dovranno affrontare delle verifiche intermedie per dimostrare di aver superato il debito.

Alla fine dell’anno scolastico, il Consiglio di classe avviserà le famiglie degli studenti che prenderanno voti insufficienti in una o più materie, e rimanderà la decisione di promuoverli a dopo il 31 agosto, quando ci sarà la verifica finale del superamento dei debiti.

Dopo lo scrutinio finale la scuola organizzerà ulteriori corsi di recupero, che si terranno durante l’estate, per gli studenti che non hanno ottenuto la sufficienza in una o più discipline.

Entro il 31 agosto di ogni anno si dovranno concludere le iniziative di recupero e subito dopo, ma non oltre la data di inizio delle lezioni dell’anno successivo, si effettueranno le verifiche finali sulla base delle quali si conclude lo scrutinio con il giudizio definitivo: promozione o bocciatura. All’inizio delle lezioni tutti entreranno in classe senza debiti e i docenti potranno sviluppare il programma dell’anno regolarmente.

I genitori potranno decidere se far seguire ai propri figli i corsi di recupero, sia quelli intermedi che quelli estivi, oppure se avvalersi di altre modalità di recupero comunicandolo sempre alla scuola. Anche in quest’ultimo caso i docenti della classe mantengono la responsabilità didattica nell’individuare la natura delle carenze, nell’indicare gli obiettivi del recupero e nel verificare l’esito. L’importante è che alla fine i ragazzi passino le verifiche e dimostrino quindi di aver superato il debito (art.3).

Per i candidati all’esame di maturità per quest’anno si continuano ad applicare le disposizioni vigenti.

Alla fine del terz’ultimo e del penultimo anno di corso agli studenti che supereranno la verifica finale saranno attribuiti crediti scolastici.

Quarantadue studenti italiani su 100 - ha detto Fioroni - vengono ammessi con debito alla classe successiva, solo uno su 4 lo recupera, gli altri vanno avanti comunque. Sarebbe imperdonabile prendere atto di questa situazione, che e’ grave culturalmente e socialmente, e non fare nulla. Per questo ho deciso di stabilire una data, il 31 di agosto, e comunque prima che inizi il nuovo anno scolastico, per accertare di aver colmato le lacune. Le scuole organizzeranno corsi e faranno verifiche anche durante tutto l’anno, ma l’ultima chiamata dovra’ essere fatta prima che ricominci l’anno: chi ha saldato andra’ avanti, chi ha bisogno di piu’ tempo si fermera’”.Fioroni ha sottolineato anche che per far fronte alle nuove esigenze ci saranno appositi stanziamenti e intanto si comincia con 30 milioni di euro. “Ignoro - ha detto il ministro della Pubblica istruzione - se pretendere serieta’ dalla scuola e responsabilita’ dai ragazzi sia progressista o passatista: so solo che era ora di farlo. Una scuola seria ed esigente garantisce tutti, ma soprattutto i piu’ deboli: i ragazzi che non hanno alle spalle famiglie e condizioni sociali in grado di aiutarli a farcela comunque.Deve farlo la scuola”. Fioroni ha criticato in maniera chiara la terminologia mutuata e trapiantata dal mondo dell’economia per il “sistema dei debiti” e ha osservato che in ogni caso “i debiti si saldano”, mentre attualmente a scuola questo non accade piu’.

Decreto miisteriale n.80

Il Ministro della Pubblica Istruzione

Vista la legge 11 gennaio 2007, n. 1, recante “Disposizioni in materia di esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore e delega al Governo in materia di raccordo tra la scuola e le università”, che sostituisce gli articoli 2, 3 e 4 della legge 10 dicembre 1997, n. 425, in particolare l’art. 2, comma 1;

Visto  il Decreto Legislativo 30 marzo 2001 n. 165 e successive modificazioni e, in particolare, l’art. 4;

Vista la Legge 14 gennaio 1994 n. 20  e in particolare l’art. 3, comma 1, lettera b);

Visto il Testo Unico, di cui al Decreto Legislativo 16 aprile 1994, n. 297, e in particolare l’articolo 193, comma 1, riguardante gli scrutini finali di promozione;

Visto il Decreto del Presidente della Repubblica dell’8 marzo 1999, n. 275, recante norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche, e, in particolare, l’art. 4, commi 4 e 6 e l’art. 14, comma 2 per le parti che riguardano il recupero del debito formativo;

Vista l’Ordinanza ministeriale del 21 maggio 2001, n. 90, in particolare l’art. 13, concernente gli scrutini finali negli istituti di istruzione secondaria superiore;

Vista la legge dell’8 agosto 1995, n. 352 recante disposizioni urgenti concernenti l’abolizione degli esami di riparazione e di seconda sessione e l’attivazione dei relativi interventi di sostegno e di recupero;

Visto il Decreto ministeriale del 22 maggio 2007, n. 42 recante modalità di attribuzione del credito scolastico e di recupero dei debiti formativi nei corsi di studio di istruzione secondaria superiore;

Considerato che la valutazione ha l’obiettivo di contribuire a migliorare la qualità degli apprendimenti e a innalzare i traguardi formativi delle singole istituzioni scolastiche e del Paese;

Preso atto che le attuali modalità di recupero dei debiti formativi non assicurano una adeguata risposta al tempestivo superamento delle carenze riscontrate negli studenti durante il loro percorso scolastico;

Considerato opportuno che il recupero dei debiti venga effettuato entro la conclusione dell’anno scolastico in cui questi sono stati contratti affinché,  oltre a sviluppare negli studenti una maggiore responsabilizzazione rispetto ai traguardi educativi prefissati, garantisca la qualità del percorso formativo e la corrispondenza, rispetto agli obiettivi del piano dell’offerta formativa, dei livelli di preparazione raggiunti dalla classe, come prerequisito per la programmazione didattica dell’anno scolastico successivo, favorendo negli studenti stessi un compiuto e organico proseguimento del proprio corso di studi, in coerenza con gli obiettivi formativi specifici per ciascun anno dell’indirizzo seguito;

Ravvisata pertanto la necessità di procedere ad una più efficace applicazione del vigente istituto giuridico dei debiti formativi, con particolare riferimento ai  tempi e alle  modalità di regolazione del saldo dei medesimi debiti formativi, da realizzarsi in data certa;

Ritenuto di dovere quindi procedere ad una interpretazione della normativa vigente, funzionale a tale più efficace applicazione;

Visto il parere del C.N.P.I., espresso nell’adunanza  plenaria del 21/09/07 :

D E C R E T A :

Art. 1

Le attività di sostegno e di recupero, come previsto dal D.M. n. 42 del 22 maggio 2007, costituiscono parte ordinaria e permanente del piano dell’offerta formativa.
Le istituzioni scolastiche sono tenute comunque a organizzare,  subito dopo gli scrutini intermedi,  interventi didattico-educativi  di recupero per gli studenti che in quella sede abbiano presentato insufficienze in una o più discipline, al fine di un tempestivo recupero delle carenze rilevate.

Art. 2

Gli studenti di cui all’articolo 1 sono tenuti alla frequenza degli interventi suddetti. Al termine di tali attività saranno effettuate, da parte dei docenti delle discipline della classe di appartenenza, verifiche intermedie di cui si dà comunicazione alle famiglie.
Qualora i genitori o coloro che ne esercitano la relativa potestà non ritengano di avvalersi  dell’iniziativa di recupero organizzata dalle scuole, debbono comunicarlo alla scuola stessa, fermo restando l’obbligo per lo studente di sottoporsi alle verifiche di cui al primo comma.

Art. 3

Nella organizzazione degli interventi didattici finalizzati al recupero dei debiti formativi può essere adottata, - anche nell’ambito della utilizzazione della quota del 20% prevista dal D.M. n. 47 del 13.06.2006 - una articolazione diversa da quella per classe, che tenga però conto degli obiettivi formativi che devono essere raggiunti dagli alunni.
Le istituzioni scolastiche possono individuare e/o approvare anche modalità diverse ed innovative di attività di recupero attraverso l’utilizzazione dei docenti  della scuola,ai sensi della vigente disciplina contrattuale, e/o collaborazioni con soggetti esterni, volte a soddisfare  gli specifici bisogni formativi di ciascuno studente. 
In tutti i casi i Consigli di classe, su indicazione dei singoli insegnanti delle materie oggetto di recupero, mantengono la responsabilità didattica nell’individuare la natura delle carenze, nell’indicare gli obiettivi dell’azione di recupero e nel verificarne gli esiti ai fini del saldo del debito formativo. Il Dirigente scolastico è tenuto a promuovere, nel rispetto delle prerogative degli Organi Collegiali della scuola, gli adempimenti necessari per assicurare lo svolgimento delle attività programmate.

Art. 4

Il recupero dei debiti formativi può avvenire anche utilizzando modalità laboratoriali.

Art. 5

Nei confronti degli studenti per i quali, al termine delle lezioni, è stato constatato  il mancato conseguimento della sufficienza in una o più discipline, che non comporti tuttavia un immediato giudizio di non promozione,  il Consiglio di classe procede al rinvio della formulazione del giudizio finale.
La scuola comunica subito alle famiglie, per iscritto, le decisioni assunte dal consiglio di classe, indicando le specifiche carenze rilevate per ciascuno alunno dai docenti delle singole discipline e i voti proposti in sede di scrutinio nella disciplina o nelle discipline nelle quali l’alunno non ha raggiunto la sufficienza. Contestualmente vengono  comunicati gli interventi didattici finalizzati al recupero dei debiti formativi che la scuola è tenuta a portare a termine entro la fine dell’anno scolastico, le modalità e tempi delle relative verifiche.
Analogamente a quanto previsto dal precedente art. 2, se i genitori o coloro che ne esercitano la relativa potestà non ritengano di avvalersi delle iniziative di recupero organizzate dalle scuole, debbono comunicarlo alla scuola stessa, fermo restando l’obbligo per lo studente di sottoporsi alle verifiche di cui al comma precedente..

Art. 6

A conclusione dei suddetti interventi didattici, di norma entro il 31 agosto dell’anno scolastico di riferimento, salvo particolari esigenze organizzative delle istituzioni scolastiche, e comunque non oltre la data di inizio delle lezioni dell’anno scolastico successivo, il Consiglio di classe, in sede di integrazione dello scrutinio finale, procede alla verifica dei risultati conseguiti e alla formulazione del giudizio definitivo che, in caso di esito positivo, comporta l’ammissione dell’alunno alla frequenza della classe successiva.

Art 7

Nei confronti degli studenti valutati positivamente in sede di verifica finale al termine  del terz’ultimo e penultimo anno di corso, il Consiglio di classe procede altresì all’attribuzione del punteggio di credito scolastico.

Art. 8

Per i candidati agli esami di Stato, a conclusione dell’anno scolastico 2007/2008, continuano ad applicarsi - relativamente ai debiti formativi e all’attribuzione del punteggio per il credito scolastico, ai sensi dell’art. 3, comma 1, della legge 11 gennaio 2007, n. 1 - le disposizioni vigenti alla data di entrata in vigore della medesima legge n. 1/2007.
A decorrere dall’anno scolastico 2008-2009, per gli studenti dell’ultimo anno di corso che nello scrutinio del primo trimestre o del primo quadrimestre presentino insufficienze in una o più discipline, il Consiglio di classe predispone iniziative di sostegno e relative verifiche, da svolgersi entro il termine delle lezioni, al fine di porre gli studenti predetti nella condizione di conseguire una valutazione complessivamente positiva in sede di scrutinio di ammissione all’esame di Stato.

Art. 9

Il piano dell’offerta formativa di ciascuna istituzione scolastica definisce le modalità di recupero e di verifica dell’avvenuto saldo dei debiti formativi, sulla base di criteri generali stabiliti con Ordinanza del Ministro della Pubblica istruzione.
Le relative modifiche del piano dell’offerta formativa per l’anno scolastico 2007/2008 sono effettuate entro il 31 dicembre 2007 e comunicate alle famiglie.

Art. 10

I criteri per la utilizzazione del personale docente e non docente da impiegare nelle attività di recupero e le modalità di attribuzione dei relativi compensi sono definiti in sede di contrattazione nell’ambito delle risorse specificamente dedicate agli interventi di recupero didattici ed educativi confluite nel fondo di istituto delle singole istituzioni scolastiche, e  delle ulteriori risorse  che verranno destinate alle medesime istituzioni scolastiche a carico del capitolo 1287 del Bilancio del Ministero della Pubblica Istruzione per l’anno finanziario 2007 e seguenti.

Art. 11

Il presente Decreto è trasmesso alla Corte dei Conti per la registrazione ai sensi dell’art. 3, comma 1, lettera b), della legge 14 gennaio 1994 n. 20.

IL MINISTRO

Giuseppe Fioroni

I bambini e il diabete

Wednesday, 3/10/2007

E stato presentato ieri, a Roma, il libro “Diabete: Uniti nello sport”?, che raccoglie 200 disegni realizzati dai bambini con diabete dei Centri di Diabetologia Pediatrica italiani. I disegni sono raggruppati in tre aree: sfida, vittoria e gioco che alcuni esperti commentano conducendo il lettore alla scoperta della complessità del diabete. Lo scopo del progetto, realizzato in collaborazione con l’Unicef, è di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di fornire ai bambini, indipendentemente dalla nazione nella quale abitano, il diritto ad una crescita sana, a godere di buona salute ed ad usufruire, in caso di malattia, di cure adeguate.

Il volume è stato curato da Renato Giordano, regista teatrale, e nell’introduzione lo scrittore Turi Vasile, il giornalista Gianpaolo Ormezzano e l’atleta Maurizio Damilano commentano il concetto di sport legato al mondo dei più piccoli soffermandosi sull’evoluzione dell’attività sportiva, sulla percezione giornalistica dell’infanzia e sullo spirito sportivo dei ragazzi.

La prefazione è firmata Giovanna Melandri, ministro per le Politiche Giovanili e le Attività Sportive, che sottolinea come “l’attività motoria non solo produce effetti positivi sulla salute dei bambini ma aiuta ad aumentare l’autostima, rafforzare la socialità ed è soprattutto un piacevole passatempo”?.

“Sono molto lieto di presentare questo libro di Novo Nordisk, un partner da tempo impegnato a sostenere le iniziative dell’UNICEF-Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia a favore degli Shegué, i bambini di strada della Repubblica Democratica del Congo. Tra i sogni di tanti bambini di strada che hanno perduto l’infanzia e che sopravvivono ai margini della società ci sono quelli comuni a molti altri bambini di altre parti del mondo: diventare campioni sportivi? ha detto il Presidente dell’Unicef Italia Antonio Sclavi

L’iniziativa è patrocinata dalla Siedp (Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica), dalla Jdrf (Juvenile Diabetes Research Foundation International) e dell’Aniad (Associazione Nazionale Italiana Atleti Diabetici) nell’ambito della politica di responsabilità sociale di Novo Nordisk, azienda leader mondiale nella ricerca sul diabete e nella produzione della sua cura.

Questa presentazione, svolgendosi nell’anno dedicato al bambino diabetico, è stata anche l’occasione per presentare una fotografia dei dati relativi alla diffusione di questa problematica, soprattutto tra i giovani.

Il diabete, infatti, soprattutto tra la popolazione più giovane si sta diffondendo in maniera allarmante in Nord America, nei Paesi Occidentali ed in genere in paesi quali l’India e la Cina. Negli Stati Uniti si stima che 1/3 dei bambini svilupperà questa malattia nel corso della sua vita. Nel mondo, secondo i dati del Diabetes Atlas, ci sono più di 70.000 bambini che sviluppano il diabete di tipo 1 con un trend medio del 3 per cento annuo.

In Italia si stima che il numero di bambini affetti da diabete sia superiore ai 10.000 con la Sardegna segnalata come la zona più colpita nella quale si registra un’ incidenza tre volte superiore rispetto alla penisola. La comunità scientifica stima che l’incidenza del diabete di tipo 1 aumenterà del 50 per cento nei prossimi 15 anni.

In più si è anche scoperto che il diabete di tipo 2, che colpiva nel passato solo la popolazione adulta, interessa oggi anche i bambini e gli adolescenti soprattutto a causa di uno stile di vita non corretto e di un’alimentazione inadeguata.

Secondo gli studi dell’IDF (International Diabetes Federation) il costo del diabete, nei paesi sviluppati, è pari al 6 per cento dell’intero budget destinato alla salute, e solo negli Stati Uniti ammonta a 44,1 bilioni di dollari.

“Questa pandemia- come afferma Lorenzo Mastromonaco Vice President Europe South Novo Nordisk- può essere arrestata agendo in maniera sinergica, prendendo coscienza a livello politico e sociale del problema e favorendo, attraverso un’ adeguata informazione, un cambiamento nello stile di vita di tutti noi a partire dai nostri bambini con particolare riferimento alla alimentazione ed alla attività fisica?.

Il Messaggio del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano agli studenti e agli insegnanti in occasione dell’inaugurazione dell’anno scolastico

Wednesday, 26/9/2007
CERIMONIA DI APERTURA DELL’ANNO SCOLASTICO 2007-2008 

quirinale.jpgCom’ è ormai consuetudine, il 24 settembre 2007 si è svolta a Roma, nel Cortile d’onore del Palazzo del Quirinale, la Cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico.
Ad ascoltare il messaggio del Presidente della Repubblica ed il saluto del Ministro della Pubblica Istruzione c’ erano più di 2000 persone, tra alte Autorità dello Stato, operatori della scuola e studenti provenienti da tutta Italia.
I giovani partecipanti, segnalati dagli USR, hanno rappresentato le scuole che si sono particolarmente distinte nella realizzazione di progetti di significativo rilievo sui grandi temi della democrazia, dell’uguaglianza, della solidarietà e della legalità.

I progetti e le iniziative realizzate a livello locale sono state presentate nel corso della trasmissione “Tutti a scuola” condotta da Fabrizio Frizzi, che è andata in onda in diretta su Rai Uno dalle 17.00 alle 18.45.
Durante la Cerimonia, il Capo dello Stato Giorgio Napolitano e il Ministro Giuseppe Fioroni, dopo aver rivolto un messaggio augurale al mondo della scuola, quale sede privilegiata di crescita umana, civile e culturale delle giovani generazioni e fattore determinante per lo sviluppo del Paese, hanno premiato gli studenti che hanno conseguito un punteggio di cento alle prove degli esami di stato nell’anno scolastico 2006/2007, con l’attribuzione della lode da parte della commissione.
 

MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
AGLI STUDENTI E AGLI INSEGNANTI IN OCCASIONE
DELL’INAUGURAZIONE DELL’ANNO SCOLASTICO

Care ragazze e cari ragazzi,a voi tutti, agli insegnanti e a quanti a qualsiasi titolo operano nella scuola, il mio più affettuoso augurio. Benvenuti qui al Quirinale, buon inizio di anno scolastico. E un augurio speciale ai più piccoli che per la prima volta sono entrati in una materna, in un asilo, in una scuola elementare.
Mi sento vicino non solo a voi studenti ma anche alle vostre famiglie, cui spetta il difficile compito di accompagnarvi nella crescita e nell’educazione, di indirizzarvi, di seguire da vicino il vostro impegno scolastico.

Di un caldo augurio la scuola italiana ha davvero bisogno : non può di certo riposare sugli allori.

Proprio in questi giorni, è stato presentato dai ministri dell’Economia e della Pubblica Istruzione il “Quaderno bianco sulla scuola“, uno studio di grande ampiezza e completezza che ci dice come l’Italia sia rimasta indietro per quantità e qualità dell’istruzione rispetto ai paesi più avanzati in Europa e nel mondo. [Molto più alta è da noi la percentuale dei giovani che abbandonano gli studi senza concluderli, senza conseguire un diploma di scuola secondaria superiore ; e più alta è anche la percentuale degli studenti che non raggiungono il livello richiesto per quel che riguarda la capacità di svolgere i compiti “necessari per vivere nella società” : innanzitutto nella matematica e nella padronanza del linguaggio.] E va aggiunto che la media nazionale, già insoddisfacente, nasconde gravissime differenze, profondi divari tra il Nord, dove la macchina dell’istruzione è molto più efficiente, il Centro e il Sud. Si registrano differenze nei risultati fra scuole e fra studenti, a danno dei giovani la cui condizione economica e sociale è meno favorevole.Tutto questo incide molto - bisogna esserne coscienti - sulle possibilità per ciascun giovane, quando diventa adulto, di godere dei diritti di cittadinanza, di esprimere le proprie potenzialità, di avanzare nella scala sociale, di rendere di più per sé e per la società.

E’ dunque essenziale che si lavori intensamente per elevare, e in tempi brevi, quantità e qualità dell’istruzione in Italia. E possiamo farcela, sono convinto che questa sia la vostra speranza, la vostra fiducia.

Il ministro Fioroni ha indicato le novità di quest’anno, le decisioni prese di recente dal governo, e ci ha spiegato come non abbia voluto stravolgere quel che era stato deciso in precedenza. In effetti, la scuola esige scelte di lungo periodo, tenacia e continuità nel perseguire gli obbiettivi fondamentali : non si può ricominciare tutto da capo ogni volta che cambia il governo.

Bisogna investire risorse, energie e capacità nell’istruzione. Bisogna premiare chi studia bene. Mi fa piacere accogliere oggi una rappresentanza dei ragazzi che hanno ottenuto il massimo dei voti, 100 e lode, alla maturità. E mi fa piacere rendere omaggio a chi insegna bene : con dedizione e con impegno culturale, anche a fronte di scarsi compensi.

E’ cruciale che la scuola riesca ad essere sempre più attraente come produttrice di apprendimento utile, a mostrarsi capace di fornire competenze che aiutino a crescere intellettualmente e a qualificarsi sotto il profilo lavorativo. La scuola deve sempre di più riuscirvi in tutte le regioni d’Italia così da aiutare le ragazze e i ragazzi che vengono dalle famiglie e dalle aree più svantaggiate : aiutarli a superare gli ostacoli che si oppongono alla piena realizzazione dei loro talenti e delle loro aspirazioni. Questa è la concezione del principio di uguaglianza affermata nella nostra Costituzione. Ed è fondamentale che la scuola venga percepita da tutti come il principale motore di uguaglianza.

Produrre competenze e ridurre disuguaglianze sono i compiti primari dell’istruzione pubblica, ed è bene che questi compiti siano svolti con estrema cura. Se si persegue questo obbiettivo, non si può trascurare la formazione scientifica, tecnica, linguistica. Un “bravo” quindi ai vincitori delle olimpiadi di matematica e dei Certamen di fisica e altre materie.

Ma la scuola non forma solo lavoratori, forma anche persone. Ed è un vanto della scuola italiana avere studenti che sanno di storia, di letteratura e di arte. Guardo quindi con favore anche alla decisione di cominciare a introdurre nelle scuole l’educazione e la pratica musicale. Il modo di stare al mondo di questi giovani sarà più ricco ed aperto.

E’ ancora più importante che la scuola formi cittadini. Perciò in occasione dell’apertura dell’anno scolastico abbiamo voluto conferire due medaglie d’oro al Merito civile e al Valore civile ad un’insegnante e ad uno studente che si sono distinti per la loro abnegazione. E’ cruciale che la scuola sappia promuovere la condivisione di valori fondamentali, che addestri al dialogo civile e religioso, che insegni a non discriminare e che trasmetta il rispetto della legalità. Oggi che il nostro paese accoglie con l’immigrazione nuove culture, talora portatrici di valori diversi, c’è bisogno di un bagaglio minimo di valori condivisi, che la scuola può contribuire a costruire. Sia dunque benvenuto l’impegno di diffondere nelle scuole la “Carta dei valori della cittadinanza e dell’integrazione” promossa dal Ministro Amato. E si dia merito, oggi qui, ai vincitori del concorso “La Costituzione vista dai giovani”.

Nelle scuole che accolgono, sempre di più, grandi numeri di studenti stranieri, occorre mettere in campo misure tali da facilitarne l’avvicinamento alla nostra lingua e al nostro sistema d’istruzione. Per la scuola questa è una difficile sfida. Dobbiamo aiutarla a trasformare questa sfida in uno stimolo a crescere. Sia di esempio la scuola multiculturale di Roma qui presente.

L’anno scolastico 2006-2007 ha registrato purtroppo - e ce lo ha già ricordato il Ministro Fioroni - non solo impegno e buone pratiche. Sotto il profilo della disciplina e del decoro, è stato un anno difficile : per i troppi fenomeni di bullismo e di stupida volgarità, di violenza e prevaricazione nei confronti dei più deboli. Sono comportamenti in profondo contrasto con una cultura democratica. Dobbiamo in fretta voltare pagina, contando non solo sulle opportune misure disciplinari recentemente introdotte, ma anche sulle energie e sull’impegno degli studenti, degli insegnanti e dei genitori per contrastare un simile degrado morale.

Non è retorico concludere ricordando che nella scuola è responsabilità comune lavorare seriamente, rispettare se stessi, la propria dignità e quella degli altri, praticare obbedienza alle leggi dello Stato, mostrare senso del decoro e del limite. Ma non può forse aiutare tutti, in questo sforzo da compiere nella nostra scuola, l’esempio che dovrebbe venire dai vertici della politica e delle istituzioni? Ebbene, è a ciò che tende, care ragazze e cari ragazzi, cari insegnanti e operatori della scuola, qualche appello scomodo del Presidente della Repubblica.

Intervento del ministro della Pubblica Istruzione
Giuseppe Fioroni

Signor Presidente,prima di tutto grazie per averci dato l’opportunità anche quest’anno di aprire insieme a Lei, e in questa casa, l’anno scolastico. Grazie poi agli insegnanti e a tutto il personale della scuola: tra mille difficoltà ogni giorno garantiscono il diritto ad educare istruendo i nostri figli. Grazie alle famiglie, senza le quali nessuna azione educativa è destinata al successo.

E a voi, studentesse e studenti, un bentornati a scuola. La troverete con alcuni cambiamenti, forse un po’ più difficile, seria. Certamente più esigente sia sul piano del comportamento che su quello dello studio. Ma, credetemi, questa è l’unica strada per aiutarvi a mettere radici profonde oggi per poter aprire le ali e volare domani, nella costruzione del vostro futuro.

Non ho voluto fare grandi riforme che stravolgessero ancora una volta le vostre giornate e il nostro sistema di istruzione: ho voluto riconsegnare la scuola al buon senso e alla saggezza di tutti, in primo luogo degli insegnanti, impegnandomi a sostenerli concretamente, fornendo loro quelle certezze che permettono di lavorare con serenità e che certo non vanno d’accordo con la parola “precarietà�?.

Si apre un anno-cantiere per tutti quelli che amano e lavorano nella scuola. Un cantiere che con le nuove Indicazioni per il curricolo di infanzia e primo ciclo avvia i lavori, come nella costruzione di una casa, dalle fondamenta. Sottolineare che i nostri studenti devono imparare bene l’italiano, la matematica, la storia e la geografia non significa affatto negare l’importanza di materie come l’inglese o l’informatica.
Inoltre abbiamo voluto destinare risorse all’apertura delle scuole il pomeriggio anche per far sviluppare laboratori musicali, scientifici e per approfondire lo studio di Dante.
Tutto questo significa semplicemente stabilire una priorità, concentrando gli sforzi perché queste basi di cultura e conoscenza siano acquisite prima che sia troppo tardi, perché la scuola sappia far rintracciare a ogni studente il senso di quello che fa e di quello che è.

La scuola italiana vuole dare pari opportunità a tutti: questo non significa livellare verso il basso ma anzi stimolare ciascuno a dare il meglio. E’ in questa direzione che va vinta la sfida dell’integrazione dei figli dell’immigrazione. Non servono proclami: serve quel lavoro quotidiano nelle aule che può vincere le diffidenze e le differenze. Un lavoro che aiuti ad acquisire prima di tutto la padronanza della lingua italiana e quegli strumenti culturali e professionali con i quali costruire il proprio futuro dentro il nostro Paese. Perché, come scriveva Don Milani, “io sono sicuro che la differenza fra il mio figliolo e il vostro non è nella quantità né nella qualità del tesoro chiuso dentro la mente e il cuore ma in qualcosa che è sulla soglia fra il dentro e il fuori, anzi è la soglia stessa: la Parola�?.

Il cemento di questa casa in costruzione si chiama serietà: a questo principio si ispira la riforma dell’esame di Stato, con il ripristino del giudizio di ammissione e di metà dei commissari esterni e con l’obbligo di saldare i debiti contratti negli anni precedenti. Apprezzare il lavoro che fate, care ragazze e ragazzi, significa valorizzare il merito e garantire a tutti la possibilità di potersi rimettere in pari. Per questo ho voluto anche predisporre norme e risorse perché le scuole assicurino lo svolgimento dei corsi di recupero e perché la carriera scolastica abbia un valore per l’ammissione all’Università e per premiare le eccellenze anche con incentivi economici.

Vogliamo che voi ragazzi disponiate dei mezzi per costruire la vostra vita e che possiate essere strumento di innovazione ma anche custodi dei valori su cui si fonda la nostra Costituzione, primo fra tutti il rispetto della legalità che è prioritariamente rispetto della dignità della persona.

Le modifiche apportate al regolamento delle Studentesse e degli Studenti, con l’inasprimento di alcune sanzioni disciplinari, hanno questo scopo: ricordare a tutti che, a scuola come in ogni luogo, non è accettabile e non è tollerabile nessuna forma di violenza, nessun atto che leda la dignità della persona.

E’ inaccettabile giustificare una situazione nella quale le vittime di aggressioni e violenze dovevano cambiare istituto mentre gli aggressori restavano pressoché indisturbati. Proprio perché la scuola è il luogo dell’educazione non è consentito a nessuno immaginare di farne una sorta di porto franco dell’assunzione di responsabilità. Una scuola più seria e rigorosa garantisce tutti: dovreste essere voi i primi a pretenderla e a reclamarla.

Educare alla responsabilità, dunque. Ho letto in questi giorni, a proposito della vicenda dei test universitari, la dichiarazione di uno studente coinvolto nell’inchiesta che concludeva dicendo: “si, forse ho imbrogliato anch’io ma così fanno tutti, bisogna farsi furbi�?. Se sostituiamo la furbizia alle capacità e le scorciatoie all’impegno, se di fronte a un ostacolo pensiamo solo al modo di aggirarlo e mai di superarlo non ne esce sconfitta solo la legalità: ne usciamo sconfitti tutti.

La nostra è anche una scuola dell’accoglienza. Sono pochi i Paesi in cui si attua come da noi una politica seria per l’integrazione dei diversamente abili. Occorre però che la scuola non sia lasciata sola in questo compito caricando tutte le responsabilità sull’insegnante di sostegno. E’ necessario un patto tra le diverse istituzioni, la scuola, la famiglia, per creare condizioni che diano a tutti pari opportunità.

La scuola italiana per essere veramente di tutti deve essere di qualità, una scuola per voi, per aiutarvi a conoscere, a sapere, a crescere come donne e uomini, come cittadini consapevoli delle proprie potenzialità. Una scuola così è l’unico investimento certo per il futuro: il mondo, che si è sempre diviso tra chi ha e chi non ha, si dividerà sempre di più tra chi sa e chi non sa.

È questo il motivo per cui abbiamo introdotto il nuovo obbligo di istruzione a 16 anni: l’obiettivo non è far fare a tutti lo stesso percorso ma far sì che tutti acquisiscano quei saperi e quelle competenze essenziali per conseguire un diploma o una qualifica professionale. Per questo abbiamo ripristinato gli istituti tecnici e professionali, abbiamo valorizzato quei percorsi di formazione che possano incrociare le diverse attitudini dei ragazzi aiutando ciascuno a trovare la propria strada. Il problema non è stare tante ore a scuola: bisogna starci diversamente, desiderando imparare. Nessuno può farlo al vostro posto.

Conto su di voi e come Ministro non farò mancare il mio impegno perché la scuola diventi sempre più capace di accogliere e accompagnare ognuno nel percorso di formazione che sta compiendo.

Nonostante le difficoltà che ogni giorno abbiamo davanti io mi ostino a credere, anzi ne sono sicuro, che ce la faremo. Ce la faremo perché lo vogliamo e perché non possiamo rinunciare a essere donne e uomini liberi e forti.

Buon anno scolastico a tutti

Scuolabus a piedi

Wednesday, 19/9/2007

scuolabusapiedi.gifA scuola a piedi: 2500 iscritti al servizio del Comune di Roma “Scuolabus a piedi�? che entro la fine dell’anno coprirà tutti i municipi della Capitale. 

L’iniziativa del Comune di Roma sta riscuotendo un grande successo! Un servizio gratuito che copre le esigenze sia dei genitori sia dei bambini dai 6 ai 10 anni. Luisa Garusi, responsabile del servizio presso il Comune di Roma, è più che soddisfatta per l’ottima riuscita della “Scuolabus a piedi�? e ci ha anticipato che entro la fine del 2007 il servizio sarà esteso a tutti i municipi.

Di cosa si tratta? Semplice, di accompagnare o riprendere i bambini a scuola portandoli a destinazione A PIEDI. Per alleggerire il traffico, lo smog, il rumore. Per dare ai bambini un’opportunità di fare movimento e divertirsi a scoprire il territorio e socializzare. Per aiutare quei genitori che, per diversi motivi, hanno bisogno che qualcuno accompagni o riprenda i bambini da scuola

Il servizio, affidato tramite bando ad una associazione, organizza percorsi, segnalati da appositi cartelli stradali che, come le tabelle degli autobus, indicano i punti di raccolta. Operatrici selezionate accolgono i bambini nel gruppo e li accompagnano a scuola. Lo “Scuolabus a piedi” può essere organizzato con la massima flessibilità di orario, e percorso, per venire incontro alle esigenze dei bambini e dei loro genitori, si legge sul sito del Comune di Roma.

Il percorso può snordarsi anche per 2 - 2,5 km, distanza che può essere comodamente coperta a piedi in circa 30-40 minuti.
Possono essere organizzate diverse “linee” di “Scuolabus a piedi”, per coprire percorsi diversi entro la zona di pertinenza della scuola.
Ogni “conducente” ha una lista dei bambini “abbonati” allo “Scuolabus a piedi”, e ne registra le presenze e le assenze. Normalmente i bambini sono accompagnati alla fermata da adulti/genitori e vengono ripresi all’orario stabilito.

Per accedere al servizio è molto semplice. I genitori – spiega la Garusi – fanno richiesta  al Dirigente scolastico il quale inoltrerà la domanda al municipio di competenza. Il servizio è riservato ai bambini della scuola elementare (6-10 anni). Unica eccezione – sottolinea Luisa Garusi – può essere fatta per i fratellini o le sorelline dei partecipanti: i più piccoli, però, non possono avere meno di 5 anni 

270 operatori lavorano con l’Associazione che ha in gestione il servizio e, con un apposito bando, il Comune ha reclutato anche 48 Volontari del Servizio civile per coprire le numerose richieste degli utenti.

Chiunque sia interessato alla realizzazione del progetto “Scuolabus a piedi” può chiedere ulteriori informazioni telefonando al Dipartimento XVI - III U.O. - ai numeri 06/67102155 oppure 06/67104073.

Ocse: nella nostra scuola ci sono troppi insegnanti e mal pagati

Wednesday, 19/9/2007

L’Ocse boccia il nostro Paese: nella scuola italiana si sprecano troppi soldi e i rendimenti sono sotto la media europea.

Ci sono troppi insegnanti nella scuola primaria (uno ogni 10,6 alunni, contro la media europea di 16,7) e sono mal pagati. Gli studenti  passano molte ore tra i banchi, ma con scarsi rendimenti se rapportati alla media europea. L’ultimo rapporto dell’Ocse sull’istruzione, ‘Education at glance 2007′, punta il dito contro l’organizzazione della scuola italiana dalle elementari alle superiori e sulla distribuzione delle risorse.
  L’Italia vanta una spesa pubblica per la scuola molto più alta della media Ocse per i gradi d’istruzione più bassi, fino alle superiori. “La scelta di spendere la maggio parte delle risorse su un vasto numero di insegnanti, poco pagati, e su lunghe ore di insegnamento non e’ ovvia”, si legge nel rapporto.
  Se all’università il Paese destina meno dell’1% del Pil, collocandosi sotto la media Ocse, per uno studente delle elementari lo Stato spende 5.330 euro l’anno (7.390 dollari), contro i 4.206 euro (5.832 dollari) di media degli altri Paesi.
  La maggior parte di queste risorse servono per pagare gli stipendi degli insegnanti, che hanno una media di 10.6 studenti per classe alle elementari, il livello più basso insieme all’Ungheria.
  In Italia si passa molto più tempo tra i banchi di scuola, circa 8 ore per i ragazzi tra i 7 e i 14 anni d’età.
  Tuttavia, i salari degli insegnati rimangono tra i più bassi e crescono molto lentamente: servono 35 anni di esperienza per raggiungere il massimo salariale a un insegnante italiano, rispetto ai 24 anni della media Ocse.
  Le performance degli studenti non raggiungono livelli soddisfacenti nelle materie fondamentali.
  Nonostante quasi la metà delle lezioni per i ragazzi dai 12 ai 14 anni sia dedicato alle aree di lettura, matematica e scienze, il rendimento degli studenti e’ largamente inferiore a quello dei coetanei europei

Obbligo d’istruzione fino a 16 anni: il nuovo Regolamento sull’obbligo scolastico

Friday, 7/9/2007

In Italia il 20.6% dei ragazzi esce dalla scuola senza diploma né qualifica professionale, e 19.000 “scompaiono�? dopo essersi iscritti al primo anno delle superiore.
“Sono tassi di “dispersione fisica e mentale�? non più tollerabili - dice il ministro della Pubblica Istruzione - l’ascensore sociale è fermo al garage, al piano -1: il sistema formativo italiano deve saper intercettare questa fuga fisica e mentale se vuol far tornare quell’ascensore a salire�?

Un dato, quello dell’abbandono scolastico, superiore alla media europea e ancora lontano dall’obiettivo del 10% fissato a Lisbona 2000. Gli anni più a rischio sono il primo e il secondo della scuola secondaria di secondo grado (con una media di 18.2% di bocciati al primo anno e di 13.1% al secondo anno), con punte del 30% nelle prime classi degli istituti professionali
Con l’intento di combattere questo fenomeno e convincere i ragazzi a proseguire gli studi fino al diploma,Giuseppe Fioroni, ha presentato, oggi,  il Regolamento sull’obbligo scolastico che porta l’obbligo di istruzione a 16 anni “Non si tratta di un livellamento verso il basso - ha spiegato il Ministro della Publbica Istruzione - non significa che gli studenti possano smettere di studiare a 16 anni. E’ uno strumento in più per consentire agli studenti di acquisire un bagaglio di sapere indispensabile”.

 

Il Regolamento prevede il raggiungimento di una serie di competenze e di saperi divisi in quattro assi (matematico, dei linguaggi, scientifico-tecnologico e storico-sociale) e ispirati alle “competenze chiave di cittadinanza” indicate dalla Commissione Ue, indipendentemente dalla scuola che frequentano.

Non si tratta tuttavia di una riforma che stravolge la scuola: gli ordinamenti scolastici non verranno modificati, non ci sarà l’adozione di un biennio uguale per tutte le scuole superiori, e gli istituti avvieranno l’insegnamento delle nuove competenze in maniera sperimentale per i primi anni.
“L’equità si garantisce ampliando l’offerta formativa in modo reale per incrociare gli stili cognitivi dei ragazzi e non facendo proliferare ulteriormente gli indirizzi. Non basta “stare�? o “andare�? a scuola: è cruciale quello che i ragazzi imparano”, dice il Ministro Fiornoni: Con l’obbligo di istruzione, l’Italia punta all’Europa facendo proprie le competenze chiave per l’apprendimento permanente indicate dall’Ue il 18 dicembre 2006.Il regolamento sul nuovo obbligo di istruzione 22 agosto 2007 (G.U. n. 202 del 31 agosto 2007) contiene le indicazioni nazionali sulle competenze e i saperi che tutti i giovani devono possedere a sedici anni, indipendentemente dalla scuola che frequentano.

A che serve il nuovo Regolamento sull’obbligo scolastico?

L’obbligo di istruzione è uno strumento in più per un maggiore impegno ad educare (e non solo ad istruire) i giovani. E’ rappresentato dalle competenze e dai saperi indispensabili - pochi e essenziali - contenuti nel decreto.

Le otto competenze chiave di cittadinanza che tutti gli studenti devono acquisire a 16 anni sono necessarie per la costruzione e il pieno sviluppo della loro persona, di corrette e significative relazioni con gli altri e di una positiva interazione con la realtà naturale e sociale. La scarsa attenzione a queste competenze è una delle principali cause del disorientamento e del disagio giovanile.

Ecco quello che tutti devono sapere acquisire e sapere oggi per entrare da protagonisti nella vita domani

Le 8 competenze chiave di cittadinanza

1. Imparare ad imparare: ogni giovane deve acquisire un proprio metodo di studio e di lavoro. (Oggi molti di loro si disperdono perché non riescono ad acquisirlo).2. Progettare: ogni giovane deve essere capace di utilizzare le conoscenze apprese per darsi obiettivi significativi e realistici. Questo richiede la capacità di individuare priorità, valutare i vincoli e le possibilità esistenti, definire strategie di azione, fare progetti e verificarne i risultati. (Oggi molti di loro vivono senza la consapevolezza della realtà e delle loro potenzialità).3. Comunicare: ogni giovane deve poter comprendere messaggi di genere e complessità diversi nella varie forme comunicative e deve poter comunicare in modo efficace utilizzando i diversi linguaggi. (Oggi i giovani hanno molte difficoltà a leggere, comprendere e a scrivere anche testi semplici in lingua italiana).

4. Collaborare e partecipare: ogni giovane deve saper interagire con gli altri comprendendone i diversi punti di vista. (Oggi i giovani assumono troppo spesso atteggiamenti conflittuali e individualistici, perché non riconoscono il valore della diversità e dell’operare insieme agli altri).

5. Agire in modo autonomo e responsabile: ogni giovane deve saper riconoscere il valore delle regole e della responsabilità personale. (Oggi spesso i giovani agiscono in gruppo per non rispettare le regole e per non assumersi responsabilità).

6. Risolvere problemi: ogni giovane deve saper affrontare situazioni problematiche e saper contribuire a risolverle. (Oggi i giovani tendono, spesso, ad accantonare e a rinviare i problemi per la situazione di malessere esistenziale che vivono nell’incertezza del futuro).

7. Individuare collegamenti e relazioni: ogni giovane deve possedere strumenti che gli permettano di affrontare la complessità del vivere nella società globale del nostro tempo. (Oggi molti giovani non possiedono questi strumenti).

8. Acquisire ed interpretare l’informazione: ogni giovane deve poter acquisire ed interpretare criticamente l’informazione ricevuta valutandone l’attendibilità e l’utilità, distinguendo fatti e opinioni. (Oggi molti giovani sono destinatari passivi di una massa enorme di messaggi perché sono sprovvisti di strumenti per valutarli).

Quattro assi culturaliI giovani possono acquisire le competenze chiave di cittadinanza attraverso le conoscenze e le abilità riferite a competenze di base che sono ricondotte a questi quattro assi culturali:

asse dei linguaggi: prevede come primo obiettivo la padronanza della lingua italiana, come capacità di gestire la comunicazione orale, di leggere, comprendere e interpretare testi di vario tipo e di produrre lavori scritti con molteplici finalità. Riguarda inoltre la conoscenza di almeno una lingua straniera; la capacità di fruire del patrimonio artistico e letterario; l’utilizzo delle tecnologie della comunicazione e dell’informazione.

Competenze di base a conclusione dell’obbligo di istruzione
Padronanza della lingua italiana:

Padroneggiare gli strumenti espressivi ed argomentativi indispensabili per gestire l’interazione comunicativa verbale in vari contesti;

Leggere, comprendere ed interpretare testi scritti di vario tipo;

Produrre testi di vario tipo in relazione ai differenti scopi comunicativi

Utilizzare una lingua straniera per i principali scopi comunicativi ed operativiUtilizzare gli strumenti fondamentali per una fruizione consapevole del patrimonio artistico
e letterario
Utilizzare e produrre testi multimediali

asse matematico: riguarda la capacità di utilizzare le tecniche e le procedure del calcolo aritmetico ed algebrico, di confrontare e analizzare figure geometriche, di individuare e risolvere problemi e di analizzare dati e interpretarli, sviluppando deduzioni e ragionamenti.
 

Competenze di base a conclusione dell’obbligo dell’istruzione
Utilizzare le tecniche e le procedure del calcolo aritmetico ed algebrico, rappresentandole anche sotto forma grafica Confrontare ed analizzare figure geometriche, individuando invarianti e relazioni.Individuare le strategie appropriate per la soluzione di problemi

Analizzare dati e interpretarli sviluppando deduzioni e ragionamenti sugli stessi anche con l’ausilio di rappresentazioni grafiche, usando consapevolmente gli strumenti di calcolo e le potenzialità offerte da applicazioni specifiche di tipo informatico
asse scientifico-tecnologico: riguarda metodi, concetti e atteggiamenti indispensabili per porsi domande, osservare e comprendere il mondo naturale e quello delle attività umane e contribuire al loro sviluppo nel rispetto dell’ambiente e della persona. In questo campo assumono particolare rilievo l’apprendimento incentrato sull’esperienza e l’attività di laboratorio.

Competenze di base a conclusione dell’ obbligo di istruzione
Osservare, descrivere ed analizzare fenomeni appartenenti alla realtà naturale e artificiale e riconoscere nelle sue varie forme i concetti di sistema e di complessitàAnalizzare qualitativamente e quantitativamente fenomeni legati alle trasformazioni di energia a partire dall’esperienzaEssere consapevole delle potenzialità e dei limiti delle tecnologie nel contesto culturale e sociale in cui vengono applicate

asse storico-sociale: riguarda la capacità di percepire gli eventi storici a livello locale, nazionale, europeo e mondiale, cogliendone le connessioni con i fenomeni sociali ed economici; l’esercizio della partecipazione responsabile alla vita sociale nel rispetto dei valori dell’inclusione e dell’integrazione.

Competenze di base a conclusione dell’obbligo di istruzione
Comprendere il cambiamento e la diversità dei tempi storici in una dimensione diacronica attraverso il confronto fra epoche e in una dimensione sincronica attraverso il confronto fra aree geografiche e culturali.Collocare l’esperienza personale in un sistema di regole fondato sul reciproco riconoscimento dei diritti garantiti dalla Costituzione, a tutela della persona, della collettività e dell’ambienteRiconoscere le caratteristiche essenziali del sistema socio economico per orientarsi nel tessuto produttivo del proprio territorio.
Cosa cambia nella scuola?

Il regolamento sull’obbligo di istruzione non cambia gli attuali ordinamenti scolastici, ma impegna le scuole, soprattutto i docenti, a utilizzare metodologie e modelli innovativi nell’organizzazione della didattica. Questo valorizza la loro libertà di insegnamento e professionalità. Insieme a questo richiede loro una maggiore collegialità perché i giovani raggiungano effettivamente i risultati di apprendimento attesi.

Le competenze e i saperi relativi ai quattro assi culturali hanno carattere sperimentale nella prima fase di attuazione dell’obbligo di istruzione, in questo e nel prossimo anno scolastico, in quanto è necessario validarli sul campo attraverso l’esperienza dei docenti prima di metterli a regime. La costruzione di una buona scuola capace di educare dipende soprattutto dal lavoro degli insegnanti e non da proposte “calate dall’alto�?.

In questa prima fase proseguiranno i percorsi sperimentali di istruzione e formazione professionale nel quadro dell’accordo con le Regioni e gli enti locali del 19/06/03, che sono frequentati da poco meno di 100.000 giovani. Si conta di potenziare i progetti e i percorsi per prevenire e contrastare la dispersione scolastica, da realizzare presso strutture formative di qualità nell’ambito di accordi con le singole Regioni.

Come si attuerà il piano

Un apposito piano di intervento accompagnerà, a partire dalle prossime settimane, la realizzazione dell’obbligo d’istruzione. Esso riguarda l’orientamento dei giovani e delle loro famiglie, la formazione dei docenti e misure di sostegno alle scuole secondarie superiori, il monitoraggio e la valutazione dei risultati progressivamente conseguiti, anche per la diffusione delle pratiche migliori.
L’Agenzia nazionale per lo sviluppo dell’autonomia scolastica, l’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e formazione ed anche l’ISFOL collaboreranno all’attuazione del piano, che costituisce una priorità nell’utilizzo delle risorse finanziarie già disponibili sul bilancio del ministero della pubblica istruzione in diversi capitoli di spesa, affinché questa innovazione sia effettivamente praticata nella scuola e non rimanga una mera esercitazione formale “sancita sulla Gazzetta Ufficiale�?.

 
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